A scuola di Diritti

A SCUOLA DI DIRITTI
Come difendersi da inadempienze
e abusi della burocrazia socio-sanitaria

Roberto Carapelle, Giuseppe D’Angelo, Francesco Santanera

Utet libreria, 2005
VII-120 pagine
ISBN 8860080258
Euro 11,00

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 A scuola di diritti è  un indispensabile manuale la cui utilità non si esaurisce al termine della lettura ma è bene che venga conservato come prezioso compagno di viaggio in quel difficoltoso percorso burocratico e sociale che muove verso il pieno riconoscimento dei diritti della persona, nelle situazioni in cui tali diritti  non sono rispettati.

 Com’è precisato nell’introduzione del volume, numerose sono ancora le situazioni in cui i diritti dei cittadini sono violati o non vengono rispettati pienamente.

La conoscenza dei propri e degli altrui diritti è pertanto prerequisito indispensabile per poter agire a tutela degli stessi. Ciò in ogni caso non vuol dire ignorare i doveri: significa, invece, aver presente un corretto quadro di riferimento per la propria vita individuale, familiare e sociale.

In una situazione, come quella italiana, piena di formalismi la cui osservanza è spesso determinante per ottenere il rispetto dei propri diritti, è altresì indispensabile saper distinguere tra aspetti sostanziali e questioni procedurali, anch’esse importanti per ottenere la piena soddisfazione dei propri interessi.

Appare chiaro che le persone con consistenti mezzi economici possono anche ignorare la cultura dei diritti essendo in grado di far fronte alle inadempienze degli enti pubblici con i loro redditi e beni.

Ma la gran parte maggioranza dei cittadini, invece, che non ha le risorse per supplire alla negazione dei diritti, non può fare a meno di essere informata correttamente in merito: si pensi, ad esempio, al costo proibitivo per la stragrande maggioranza delle famiglie (150-200 euro al giorno!) della degenza in una casa di cura privata (70-100 euro al dì se si tratta di una residenza sanitaria assistenziale) conseguente alla dimissione illegale da parte dell’ospedale del Servizio sanitario nazionale di un congiunto anziano colpito da malattia cronica così grave da determinare anche una totale dipendenza da terze persone.

Altresì, se la legge è un riferimento indispensabile per il cittadino in generale, spesso è l’àncora di salvezza per coloro che, a causa dell’incapacità di autodifendersi (bambini privi di adeguato sostegno da parte dei loro congiunti, soggetti con handicap intellettivo grave e limitata o nulla autonomia, anziani cronici non autosufficienti, persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, ecc.), non possono e non potranno mai protestare o scioperare o utilizzare altre forme di pressione.

 Per quanto riguarda invece i gruppi di volontariato e le altre forze sociali, vi è l’esigenza imprescindibile di avanzare proposte concrete che rispondano il più compiutamente possibile alle esigenze dei cittadini, dei nuclei familiari, della comunità sociale.

Peraltro, sapere quali sono le prestazioni dovute ai cittadini, in particolare a coloro che non sono in grado di autodifendersi, è una condizione assolutamente obbligatoria per le organizzazioni di volontariato che operano non per la loro autopromozione, ma per ottenere il rispetto delle esigenze fondamentali della fascia più debole della popolazione. 

Inoltre è indispensabile che le organizzazioni suddette siano anche in grado di fornire una tempestiva ed esauriente consulenza a terzi (persone, enti pubblici e privati), nonché assumere la difesa dei singoli individui a cui sono stati negati o violati i diritti.

 Questa difesa, che a volte deve essere esercitata presso l’autorità giudiziaria civile e penale, ha una notevole importanza anche perché consente di conoscere a fondo la posizione reale delle istituzioni.

 Al riguardo numerose sono state le organizzazioni – associazioni, gruppi di volontariato, altre forze sociali – nonché i soggetti direttamente interessati (handicappati e loro famiglie) che, appena le leggi quadro sull’handicap  e sui servizi sociali  sono state approvate dal Parlamento, ne hanno sostenuto la validità, mentre un’analisi oggettiva avrebbe dimostrato immediatamente che si trattava di scatole vuote, come successivamente è stato riconosciuto.

 Chiaramente non è possibile (né necessario) conoscere tutte le vigenti disposizioni normative, ma bisogna essere in grado di valutare obiettivamente i contenuti di una legge, di un regolamento, di una circolare e di una deliberazione.

 Occorre, dunque, definire un metodo che consenta, se occorre con l’aiuto di esperti (tuttavia senza mai concedere una totale delega in bianco), di avere presenti gli aspetti fondamentali dei problemi e di acquisire gli elementi occorrenti per muoversi in modo corretto e tempestivo, di apprendere gli strumenti adatti per difendersi dagli abusi della burocrazia socio-sanitaria.  

A questo punto si può capire l’estrema importanza di dedicare un po’ di tempo – non molto per la verità – per conoscere i propri diritti e gli strumenti per ottenerne la concreta attuazione.

 Peraltro, il testo è di immediata consultazione. L’indice offre una buona suddivisione in capitoli, distribuendo gli argomenti per macro aree consultabili singolarmente in caso di bisogno ma anche da leggersi all’interno di un percorso più ampio in quanto connesse l’una all’altra.

Si va dai consigli su come interpretare leggi e delibere, ad indicazioni su come costituire associazioni di volontariato, dalla trattazione di aspetti sostanziali alla illustrazione di questioni procedurali.

 Accettare che il proprio padre (o altro familiare) sia dimesso dall’ospedale nonostante le sue critiche condizioni di salute; versare per anni al Comune o all’Asl 500 o più euro al mese per il ricovero assistenziale di un proprio congiunto; pagare all’avvocato una parcella di 2-3 mila euro per l’interdizione di un familiare incapace di tutelare i propri interessi morali e materiali.

Sono questi solo alcuni esempi di violazione di diritti, verso i quali il volume indica come si possa porre rimedio con poche decine di euro.

 La serie di allegati raccolti al termine della trattazione offre poi spunti ulteriori per approfondire tematiche particolari in cui il mondo della giurisprudenza e i problemi della vita quotidiana vengono a stretto contatto.

www.fondazionepromozionesociale.it

Roberto Carapelle, è avvocato in Torino.

Giuseppe D’Angelo, è fondatore dell'Associazione tutori volontari. Attualmente è presidente dell'Ulces. È coautore del volume Il volontariato dei diritti (2005).

Francesco Santanera, è l'ideatore della Scuola dei diritti "Daniela Sessano". Fra le sue opere ricordiamo: Il paese dei celestini (1973), Handicap: oltre la legge quadro (1995), Il volontariato dei diritti (2005).