Prospettive assistenziali, n. 114, aprile
– giugno 1996
INFORMAZIONI
IL MODELLO AMERICANO DI SANITÀ:
NIENTE SOLDI, NESSUNA CURA
Scrive il Dott. Fabio Verlato, Aiuto corresponsabile del Servizio Angiologia
dell'Azienda ospedaliera di Padova: «"Se non eseguiamo il trapianto di
fegato entro 6 mesi", disse il medico, "lei morirà".
"Allora facciamolo", rispose Johnson, un
insegnante di 60 anni con una grave malattia del fegato. "Le costerà 300
mila dollari (circa 460 milioni di lire)", riprese il medico. "Per
fortuna sono assicurato", disse Johnson.
"Purtroppo per lei ho controllato e la sua assicurazione non copre questo
tipo dì intervento; non era previsto quando ha
stipulato la polizza". "E allora come
faccio?". "Le costerà 300 mila dollari".
«Johnson ci pensò
per un po', poi disse: "No! Preferisco morire piuttosto che spendere
300 mila dollari. 300 mila dollari è tutto quello che
sono riuscito a mettere insieme nella mia vita ed è
quello che vale la casa in cui abito. Non posso lasciare mia moglie ed i miei figli senza casa". «Non è purtroppo un racconto di
fantascienza. Sono un medico di 36 anni, aiuto ospedaliero a Padova, e mi trovavo a lavorare nel 1992 nell'Università di Washington,
Usa, quando ho sentito il Sig. Johnson intervistato
alla televisione (...).
«A tutte le persone che adesso urlano "Basta
tasse", "Privatizziamo la sanità", "Rifacciamoci al modello
americano", voglio veramente augurare di non aver mai disgrazie nella propria famiglia, che non succeda loro per esempio di
avere un figlio come Adam Howard. Questo era un
bambino americano di 7 anni morto nello Stato dell'Oregon (lo Stato confinante con quello in cui lavoravo). Si era
ammalato di leucemia ma un trapianto di midollo aveva buone
possibilità di salvarlo. II trapianto costava 100.000
dollari. La sua famiglia quando il piccolo Adam è morto
ne aveva raccolti 70.000: mancavano solo 30.000 dollari».
(da
INTITOLATA A DANIELA SESSANO
II Consiglio direttivo nazionale e l'assemblea dei soci
dell'ULCES, Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale, hanno deciso di
intitolare
IL RUOLO DEL LAVORO NEL
REINSERIMENTO SOCIALE
DEGLI EX-TOSSICODIPENDENTI
L'Istituto Italiano di Medicina Sociale ha
condotto un'indagine dal titolo "Ricostruire un percorso. II ruolo
del lavoro nel reinserimento sociale degli ex-tossicodipendenti". Tale
indagine si propone di ricostruire le caratteristiche del difficile percorso
dei tossicodipendenti verso il recupero attraverso il reinserimento
lavorativo. II lavoro di analisi e ricostruzione delle
storie degli ex-tossicodipendenti, svolto grazie alla collaborazione delle
strutture pubbliche e private che operano nel mondo della riabilitazione, ha
consentito di evidenziare un panorama assai articolato in cui l'attività
lavorativa e la ricostruzione della rete affettiva del soggetto ex-tossicodipendente
rappresentano, all'interno del percorso di recupero, gli strumenti atti a
ricostituire il tessuto sociale ed economico fondamentale per un equilibrato e
duraturo reinserimento. Attraverso due differenti metodologie di indagine, una rilevazione ad ampio raggio su un campione
di ex-tossicodipendenti (1133 soggetti), e un'approfondita raccolta di
interviste qualitative a testimoni privilegiati, sono state approfondite
alcune tematiche tra le quali: il ruolo del lavoro nelle diverse metodologie
di riabilitazione, la tipologia dei percorsi di reinserimento lavorativo e i
conseguenti profili occupazionali, le caratteristiche degli ex-tossicodipendenti
inseriti nel mondo del lavoro, le aspettative e i problemi associati
all'esperienza lavorativa.
I risultati emersi sono: la riconferma del ruolo
fondamentale assolto dalle strutture terapeutiche e dalla famiglia nella fase
di riabilitazione (il 90% circa del campione ha utilizzato all'inizio del
percorso di recupero una struttura specializzata, il 33% degli
ex-tossicodipendenti si è anche appoggiato alla famiglia di origine),
le difficoltà del processo di reinserimento che presenta molti casi di ricadute
e una generica persistenza di una situazione di fragilità, che anche a riabilitazione
avvenuta, continua a connotare il vissuto degli ex-tossicodipendenti (il 35%
circa del campione non si sente completamente riabilitato).
Per ricevere il volume rivolgersi
all'Istituto Italiano di Medicina Sociale, Via P.S. Mancini 28, 00196 Roma,
tel. 06-3200642/3.
CONVEGNO MONDIALE DEGLI EDUCATORI
L'Associazione italiana delle Scuole per educatori
professionali (AISEP) organizzerà a Brescia nei giorni 11-12-13 e 14 giugno
1997 il XIV Congresso mondiale dell'Associazione
internazionale degli educatori (AIEJI) che avrà come tema "Funzioni
socio-educative in un mondo multiculturale".
Per informazioni rivolgersi
all'AISEP, Via Castellini 7, 25123 Brescia, tel. 030-377.07.77, fax 030-48095
ATTI DEL CONVEGNO EUROPEO SUGLI
HANDICAPPATI INTELLETTIVI
L'istituto Italiano di Medicina Sociale, Via P.S. Mancini
28, Roma, ha pubblicato gli atti del 1° convegno europeo
"Handicappati intellettivi nell'Europa del 2000: orientamenti culturali ed
esperienze a confronto", svoltosi a Milano il 25, 26 e 27 maggio
1995.
Dalle ultime stime della Commissione Europea (risalenti
purtroppo al 1985) risulta che 50 milioni di persone
in Europa sono povere, una percentuale pari al 15,4% della popolazione complessiva
dei dodici Paesi membri. La convenzione internazionalmente accettata pone i
confini della povertà al 50% della spesa media pro-capite> tenendo però conto delle economie di scala che si realizzano
all'aumentare della dimensione della famiglia per cui se la soglia di povertà
per una famiglia di una persona è uguale a 100, quella di una famiglia di due
persone è uguale a 170, quella di tre persone a 240 e così via. I Paesi che
registrano una maggiore presenza di poveri sono il
Portogallo (32,7%), l'Irlanda (19,5%) e
La povertà non è solo mancanza di soldi ma
è una realtà dalle molteplici dimensioni e si vincola pericolosamente alle diseguaglianze riscontrabili nella scala di opportunità
sociali.
(da CNCA, Guida 1996 per l'informazione sociale, RES, Capodarco
di Fermo - AP, pp.
MINORI
ITALIANI:
Il Comitato delle Nazioni unite per i
diritti dei bambini in un recente documento (riunione di Ginevra
del 30.10.1995) ha fotografato e analizzato la situazione di sfruttamento o
abuso dei minori in alcuni Paesi europei tra cui
Alle autorità
italiane viene pertanto raccomandato di porre in atto
«un meccanismo integrato» destinato a osservare, promuovere e difendere i
diritti dei bambini e di compiere uno sforzo affinché i principi della
Convenzione - soprattutto quelli relativi alla non discriminazione, e alla
proibizione dei trattamenti crudeli e disumani e delle punizioni corporali
all'interno della famiglia - vengano pienamente tradotti nella legislazione.
(da
La famiglia, n. 175, gennaio-febbraio
1996)
«Continuo a preferire la severa giustizia alla generosa
solidarietà».
Norberto Bobbio
(da
INDENNITÀ PER
CIECHI EROGATA ANCHE A VEDENTI: TUTTO REGOLARE
PER
Nell'Italia dei paradossi può accadere anche questo: che una
pubblica amministrazione decida di concedere l'indennità per ciechi anche al
personale vedente e che un provvedimento di questo tipo risulti
alla fine pienamente legittimo, in particolare perché adottato dopo aver
superato una serie di controlli preventivi. Con una recente sentenza, infatti,
(da Avvenire, 15 marzo 1996)
RICCHEZZE E DEBITI DELLE USL
È uno dei tanti paradossi economici del Bel Paese. E riguarda le nostre Usl, che da
una parte hanno circa 20 mila miliardi di debiti e spesso, soprattutto al Sud,
non pagano i fornitori e che dall'altra ci sono ben 14.589 miliardi bloccati
sui conti di Tesoreria unica. Tutti soldi che le Usl non sono capaci di spendere. Mentre appaiono
bravissime a chiedere insistentemente altri soldi allo
Stato o addirittura un colpo di spugna che cancelli i vecchi debiti.
In attesa che una verifica tecnica fra
Stato e Regioni chiarisca entro aprile perché le Usl
non sono capaci di spendere i loro soldi, la verità comincia a filtrare. A quanto pare buona parte dei denari bloccati sui conti dì
Tesoreria si riferirebbe a vecchie spese per le quali non ci sono i
giustificativi: soldi per forniture di cui, a volte, si è persa, ogni traccia.
A questo proposito vale la pena di segnalare che nella
hit-parade dei fondi bloccati svettano Sicilia e Campania, entrambe
sopra quota 2000 miliardi (...).
(da Il lunedì de
www.fondazionepromozionesociale.it