Prospettive assistenziali,
n. 133, gennaio – marzo 2001
INFORMAZIONI
alunni con handicap nell’anno
scolastico 1998-1999
Su 7.540.156 alunni, quelli
in situazione di handicap ammontano a 116.751 unità così distribuiti:
– scuola
materna: 10.012 (10.045 nel 1998) pari all’1,09% (stesso dato del ’98) degli
alunni iscritti;
– scuola
elementare: 50.476 (50.950 nel 1998) pari al 1,95% (1,96% nel 1998) degli
alunni iscritti;
– scuola
secondaria di 1° grado: 42.169 (43.180 nel 1998) pari al 2,50% (2,54% nel 1998)
degli alunni iscritti;
– scuola
secondaria di 2° grado: 14.094 (13.468 nel 1998) pari allo 0,60% (0,57% nel
1998) degli alunni iscritti.
I docenti di sostegno
utilizzati nelle scuole statali di ogni ordine e grado
ammontano complessivamente a 57.248 unità, di cui 37.689 insegnanti di ruolo e
19.559 non di ruolo.
(dalla Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione delle
politiche per l’handicap in Italia 1999, Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Roma, 2000)
L’assistenza privata costa 10
mila miliardi alle famiglie
Cara, carissima, assistenza. Ogni anno le famiglie
italiane pagano per l’assistenza ai servizi di cura alla persona qualcosa come
10 mila miliardi di lire.
La stima è emersa durante un convegno del Formez sul tema della legge di
riforma dell’assistenza, al quale sono intervenuti operatori sociali ed
amministratori locali in vista della sua applicazione. Dalle analisi sul
settore del welfare privato emerge il quadro di un
mercato in crescita. Secondo gli esperti quella dei servizi alla persona
sarebbe un segmento molto florido anche per le prestazioni “in nero”,
prevalentemente costituito da attività infermieristiche, che corrisponderebbe
al 30% del giro d’affari complessivo. Della stima di 10 mila miliardi non fanno
parte i costi per rette e tariffe, ma l’onere a carico delle famiglie per le
stesse prestazioni che non trovano alcuna risposta nella rete dei servizi
esistenti.
(da Vita, n. 6, 9 febbraio 2001)
Prete pedofilo condannato
In canonica, nascoste negli armadi, erano state
trovate quattromila immagini pedopornografiche
scaricate da Internet. E poi alcune polaroid, conservate nei
cassetti, che lo ritraevano con due giovanissimi chierichetti del paese.
Un’accusa pesante e infamante per il parroco di Chiusa San Michele, don M.G., 38 anni, che ieri è stato
condannato al termine di un giudizio abbreviato a 4 anni e mezzo per violenza
sessuale e possesso di materiale pornografico. Il sacerdote, agli arresti
domiciliari già dopo una decina di giorni dopo l’arresto, molto probabilmente
non tornetà più in galera e finirà di scontare la sua
pena in una comunità.
In aula, in un’udienza rigorosamente a porte chiuse,
c’era anche lui, che ha ascoltato impassibile il verdetto. Un prete da sempre
amato e rispettato da tutti: invece, lo scorso luglio è venuta a galla la
verità che ha sconvolto l’intera valle di Susa.
(da Il Giornale del Piemonte, 2 febbraio 2001)
nata in germania
Finora in Germania la registrazione della nascita del
bambino conteneva sempre l’indicazione della donna che l’aveva procreato.
Come ha riferito Il
Giornale del 3 febbraio 2001, è nata la prima bambina da una donna, la cui
identità non è stata inserita nell’atto di nascita.
Si chiama E., ha i capelli neri, misura
Per evitare che le ragazze madri partoriscano al di
fuori delle normali strutture sanitarie, con rischi per puerpere e bambini, in
Germania si può ora dare alla luce un figlio senza che la puerpera sia
obbligata a fornire le proprie generalità.
A favorire la nascita anonima di E.
è stata l’associazione “Projekt Findelkind”,
che ha assistito la madre nel corso della sua gravidanza fino alla nascita, di
cui è stata data notizia solo ora.
bibliografia italiana sui
disturbi dell’udito, della vista e del linguaggio
Anche quest’anno è uscito il nuovo volume della
Bibliografia italiana sui disturbi dell’udito, della vista e del linguaggio. Si
tratta del 24° volume, il primo è stato pubblicato nel
1972.
I contenuti sono i seguenti:
– ‑n. 679 voci bibliografiche, tratte da nuove
pubblicazioni, libri e articoli da riviste specializzate (per la ricerca di argomenti particolari, è stato inserito un indice per
argomenti);
– ‑i periodici più importanti;
– ‑gli indirizzi delle associazioni che lavorano
in campo nazionale;
– ‑pontel: i telefoni
ponte per gli audiolesi, e comunque per chi non riesce
a comunicare con la parola parlata;
– ‑convegni nazionali e internazionali.
Per ricevere
il volume, rivolgersi al Servizio di consulenza pedagogica, Casella postale
601, Trento, tel. e fax 0461.82.86.96. È richiesto un contributo di L. 20.000.
cinque milioni e mezzo di
italiani lavorano in nero
Oltre tre milioni di occupati
in nero in Italia, di cui due milioni al Sud e considerando le persone col
doppio lavoro si arriva a cinque milioni e mezzo di posizioni irregolari.
Fino al 2000, comunque, le
politiche di emersione di questi ultimi anni hanno portato alla
regolarizzazione di circa 215.000 lavoratori. È il quadro che emerge da una
ricerca dell’Ires, l’istituto di ricerche economiche e
sociali della Cgil, che conferma il ruolo di “maglia
nera” dell’Italia in Europa sul fronte del lavoro sommerso.
Ma non basta. La ricerca dell’Ires
mette anche in evidenza come il 42% delle posizioni irregolari si trovi al Sud,
il 22% al Nord-Ovest, il 17% al Nord-Est, l’8% al Centro.
Se ci si limita a considerare solo il lavoro sommerso la percentuale sale nel Mezzogiorno al
51,3%, mentre se si considera solo il fenomeno del doppio lavoro oltre il 73%
dei casi riguarda il Nord e solo il 26% le regioni del Sud.
(da
congedi parentali: stessi
diritti anche per i genitori adottivi
I genitori adottivi devono avere gli stessi diritti
dei genitori naturali in materia di congedi parentali, quindi per i primi l’età
del bambino non deve essere un impedimento: in questa direzione si è
pronunciato il Tribunale di Milano che ha accolto il reclamo di una lavoratrice
delle Poste. La donna chiedeva di usufruire del riposo giornaliero per
prendersi cura dei due figli di 3 e 5 anni, in affido pre-adottivo.
Ma secondo l’interpretazione corrente della legge, i
genitori possono usufruire del congedo parentale solo
entro il primo anno di vita dei figli. Una interpretazione
considerata discriminatoria, poiché i bambini in adozione sotto l’anno di età
rappresentano una netta minoranza. Con la sua decisione, il Tribunale ha deciso
di rendere più elastica l’applicazione del diritto al congedo parentale, stabilendo che va concesso, per la durata di un
anno, dal momento dell’ingresso del bambino nella nuova famiglia.
(da Il Giornale, 26 gennaio 2001)
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