Prospettive assistenziali, n. 135, luglio – settembre 2001

 

INFORMAZIONI

 

Soggiorni in Italia di minori stranieri

 

Riproduciamo la lettera inviata dall’Anfaa al Presidente ed ai Componenti del Comitato per i minori stranieri in data 19 luglio 2001.

Ha assunto dimensioni non più trascurabili l’entità dei minori stranieri che vengono in Italia per trascorrere alcuni mesi presso famiglie e che provengono dai Paesi dell’Est europeo, ove vivono – nella stragrande maggioranza dei casi – in istituti di assistenza.

Abbiamo più volte in passato sollecitato (vedi, tra l’altro, la nostra lettera del 10 agosto 2000, rimasta sinora senza alcun riscontro) la revisione dei criteri con cui vengono realizzati i soggiorni di questi minori.

Preoccupazioni vive sono state espresse anche dal Coordinamento “Dalla parte dei Bambini” cui l’Anfaa aderisce, e in sede di Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, in particolare, da Luigi Fadiga, quale Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Al riguardo avevamo richiesto lo scorso anno un incontro con il Comitato per esporre le nostre considerazioni e proposte in merito. Rinnoviamo, pertanto, in questa sede, la nostra richiesta.

Riteniamo indispensabile un monitoraggio sul fenomeno, che ha assunto dimensioni notevoli, per verificare la reale necessità di soggiorno di questi bambini e le iniziative che, in alternativa, potrebbero essere realizzate dove essi abitano, attraverso progetti mirati. È anche indispensabile, a tutela dei minori stessi, un’attenta valutazione preventiva della idoneità di quanti li accolgono durante il loro soggiorno in Italia: infatti, accanto a famiglie capaci e fortemente motivate ci possono essere, e ci sono state, persone assolutamente non idonee o che utilizzano questi inserimenti per fini diversi, ad esempio, l’aggiramento della attuale normativa in materia di adozione, precostituendo situazioni “ di fatto” per forzare le decisioni in merito delle autorità giudiziarie minorili.

Riteniamo che i minori che, per ragioni di salute o di studio, soggiornano a lungo nel nostro Paese dovrebbero essere inseriti in famiglie preventivamente valutate dai servizi dell’ente locale, con un provvedimento di affidamento familiare, emanato ai sensi della legge n. 149/2001, che li tuteli durante la loro permanenza in Italia.

In attesa di un sollecito riscontro, porgiamo i migliori saluti.

 

 

 

 

I farmaci indispensabili sono a carico del servizio sanitario nazionale

anche se non compresi nel prontuario farmaceutico

 

La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 4659 del 13 febbraio 2001, ha stabilito che, nonostante siano prescrivibili a carico del Servizio sanitario nazionale solamente i farmaci indicati nel prontuario farmaceutico in base al duplice criterio dell’efficacia terapeutica e dell’economicità del prodotto, la valutazione degli oneri finanziari non può portare ad escludere l’esenzione dalla partecipazione alla spesa di un farmaco che risulti indispensabile ed insostituibile per il trattamento di gravi condizioni o sindromi che esigono terapie di lunga durata o di altre forme morbose particolarmente gravi.

 

 

 

GRAZIE,  ANGELA!

 

Domenica 5 agosto è mancata a Trieste Angela Benvenuti Gasparo. Non occorre spiegare chi era: tutti all’Anfaa la conoscevano, per il suo lungo impegno come presidente della sezione di Trieste e come membro del Direttivo nazionale.

* * *

Io ho conosciuto Angela dieci anni fa, quando con un gruppo di amici decidemmo di iscriverci all’Anfaa per promuovere anche a Udine l’affidamento familiare; la sezione più vicina era quella di Trieste e Angela ne era allora la presidente.

Fummo invitati, per conoscere statuto, obiettivi, realtà organizzativa, a prendere parte a una riunione del Direttivo triestino: a casa di Angela, naturalmente.

Il ricordo più vivo di quella riunione è l’atmosfera di accoglienza semplice, sincera, profonda che si respirava in quella casa e, sparsi un po’ ovunque, foto, disegni infantili, oggetti … tracce di figli e nipoti evidentemente amatissimi. Accogliente è la parola che per prima mi viene alla mente ricordando Angela, che non a caso dunque aveva sentito come obiettivo prioritario del suo impegno personale e sociale l’accoglienza in famiglia dei bambini e delle bambine che ne erano privi, facendo parte con il marito Claudio, prima dell’Unione volontari infanzia e fondando poi l’Anfaa a Trieste.

Non ci furono, dopo quella, altre riunioni a Trieste, perché Angela spinse me e gli altri a fare da soli, a chiedere alla Presidenza nazionale la costituzione di una sezione Anfaa a Udine, che lei stessa caldeggiò. E questa era un’altra prerogativa di Angela: credere sempre nell’altro, dargli fiducia, vederne il lato positivo, incoraggiare le sue potenzialità … dote che rendeva più profonda ancora la sua accoglienza e che dava ad ognuno - parente, amico o semplice conoscente - la sensazione di essere importante.

Dal 1991, anno in cui nacque l’Anfaa udinese, in poi le occasioni di lavorare insieme ad Angela si moltiplicarono, in particolare dopo la costituzione del Coordinamento regionale di tutela dei minori di cui lei fu presidente per quattro anni; e la collaborazione divenne amicizia, ma Angela non poteva non essere amica, e lo era, di tutti! Abbiamo insieme organizzato convegni e corsi, parlato e discusso con esponenti politici e giudici, stilato programmi e bilanci … abbiamo viaggiato insieme e a lungo chiacchierato …ad ogni occasione rafforzavo l’affetto e la stima per lei, perché ad ogni occasione mi insegnava qualcosa! Non a parole: Angela possedeva quella sapienza - coltivata anche con i suoi studi biblici - che si esprime con il vissuto, con gli atteggiamenti, con le scelte di vita.

In lei ho trovato il rigore e la fermezza dei propri ideali e delle proprie convinzioni mai disgiunti dalla capacità di dialogare, di confrontarsi; l’equilibrio straordinario che le permetteva di mediare e conciliare (ci teneva che le decisioni prese fossero sempre unanimi); una ricchezza affettiva che la faceva sentire vicina ad ogni persona e situazione; il rispetto dell’altro; e ancora la capacità d’ironia, la serenità … In molte occasioni, sia personali che associative, rivolgermi a lei è stato risolutivo. Angela mi mancherà moltissimo. Mancherà moltissimo a tutti.

* * *

Nel salutarla, nella cattedrale di S. Giusto di Trieste affollata da tanti, tantissimi amici, il marito Claudio, i figli e i nipoti hanno ringraziato il Signore per il dono di averla avuta come straordinaria moglie, madre, nonna. Noi dell’Anfaa ci uniamo con affetto a loro, dicendo grazie per averla avuta come amica e insostituibile compagna sulla strada della vita e dell’impegno, in particolare quello della tutela di diritti dei bambini.

Grazie, Angela!

Itala Cabai

 

 

 

 

Norme concernenti le prestazioni sanitarie riguardanti la famiglia,

la maternità, i minori in difficoltà, l’adozione e l’affido

 

Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2001 (Gazzetta ufficiale del 6 giugno 2001), riportato in questo numero alla pagina 27, stabilisce che sono a carico del Servizio sanitario nazionale le prestazioni concernenti:

1. la «assistenza di tipo consultoriale alla famiglia, alla maternità, ai minori attraverso prestazioni mediche, sociali, psicologiche e riabilitative»;

2. le «attività assistenziali inerenti l’interruzione volontaria di gravidanza attraverso prestazioni mediche, sociali, psicologiche»;

3. «le prestazioni medico-specialistiche, psicoterapeutiche, di indagine diagnostica sui minori e sulle famiglie adottive e affidatarie»;

4. gli «interventi di prevenzione, assistenza e recupero psicoterapeutico di minori vittime di abusi».

Restano, invece, a carico dei Comuni «le prestazioni di supporto sociale ed economico alle famiglie, di supporto educativo domiciliare e territoriale dei minori, compresi l’indagine sociale alla famiglia», nonché «l’accoglienza in comunità educative o familiari».

A seguito dell’emanazione del decreto in oggetto, dovrebbero cessare le richieste di denaro, avanzate da alcune Asl ai Comuni per l’espletamento di attività concernenti l’adozione e l’affidamento.

 

 

 

 

LA PATETICA COLLERA DELL’ON. LIVIA TURCO

 

L’Agenzia di informazione Redattore sociale ha diffuso il 14 maggio 2001 il seguente messaggio: «Livia Turco vince ampiamente nel suo collegio e attacca il Terzo Settore: “Pagherà cara la sua scelta di non schierarsi”».

A seguito dell’intesa sottoscritta con il Forum del Terzo Settore il 12 febbraio 1999, patrocinata proprio dall’On. Livia Turco, il Governo ha riconosciuto il Terzo Settore quale soggetto politico, sociale ed economico in grado sia di «corrispondere in modo efficace alla domanda insoddisfatta di servizi di interesse collettivo e al diffuso bisogno di “beni relazionali” necessari per la convivenza civile e la coesione sociale”, sia di incentivare “l’occupabilità dei lavoratori svantaggiati».

In sostanza, il Governo aveva delegato al terzo Settore il compito di gestire il vasto campo dell’emarginazione sociale (1).

Ottenuto l’incarico, ribadito dalle privilegiate condizioni contrattuali sancite dalla legge 328/2000, i dirigenti e gli attivisti del terzo Settore, in particolare quelli operanti nell’ambito della cosiddetta cooperazione sociale, hanno appoggiato la loro area politica di appartenenza e cioè la destra.

Da che mondo è mondo, i gestori dell’emarginazione mai sono stati, ad esclusione di qualche illuso, di sinistra.

 

(1) Cfr. “Intesa fra il Governo e il Forum del terzo Settore per l’emarginazione sociale dei cittadini aventi limitate capacità di autodifesa”, Prospettive assistenziali, n. 127, 1999.

 

www.fondazionepromozionesociale.it