Prospettive assistenziali,
n. 146, aprile – giugno 2004
INFORMAZIONI
GESTORI DI STRUTTURE
RESIDENZIALI PER ANZIANI CONTRO
Gli affari sono affari.
Come riferisce il “Corriere” del 31
marzo 2004 tre dei cinque ospizi di Carmagnola,
Torino, hanno lanciato un grido di allarme: “aiutateci
o soffocheremo”, denunciando «il
problema dei posti letto attualmente vuoti». A seconda
delle strutture «si va da un minimo di due a un massimo di nove, pari a
quasi il 20 per cento del totale». Secondo i gestori delle strutture, la
colpa delle loro difficoltà economiche deve essere attribuita alle famiglie degli anziani
cronici non autosufficienti e alle badanti, il cui numero «è aumentato vertiginosamente e per noi c’è stato il crollo». A
loro avviso «è un problema serio: tali
“buchi”, infatti, fanno sì che certi mesi non si riesca neppure a coprire le
spese ordinarie».
I gestori si sono addirittura appellati alle
istituzioni con queste minacciose parole: «Se la situazione va avanti così, rischiamo di
ridimensionarci o chiudere. Nel caso, tutti i nostri dipendenti si troverebbero
senza occupazione».
La suddetta iniziativa è stupefacente e rischia –
soprattutto se si estende – di compromettere le misure (obbligatorietà delle
cure domiciliari, riconoscimento del volontariato intrafamiliare ed erogazione
degli assegni di cura, ecc.) rivolte al potenziamento delle cure
domiciliari. Le Rsa/Raf sono sorte in molte zone
senza alcuna programmazione. L’idea base era (ed in molti casi lo è ancora) che
vi sarà un aumento, fra l’altro ritenuto molto
consistente, degli anziani cronici non autosufficienti, anche se non vi sono
ricerche scientifiche che confermino questa previsione.
Ricordiamo che appena 10-20 anni or sono numerosi
imprenditori si erano lanciati nella creazione di strutture residenziali per anziani
autosufficienti (ci riferiamo, ad esempio, ai tanto strombazzati e falliti
“Giardini di Arcadia” di Torino e di Udine), per poi accorgersi della mancanza
di utenti, soprattutto a seguito dello sviluppo delle prestazioni domiciliari.
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