Prospettive assistenziali, n. 1, gennaio-marzo 1968

 

 

SPECCHIO NERO DELL'ASSISTENZA

 

 

TUTELA DEI MINORI

 

Sui fatti di Catanzaro sono state presentate tre interrogazio­ni parlamentari (Sen. Perugini, D.C.; Sen. Roda, P.S.I.U.P.; On.li Miceli e Poerio, P.C.I.).

Riportiamo quest'ultima:

«Ai Ministri della sanità e dell'interno - Sulla scandalosa ed inu­mana situazione sinora tollerata e favorita nella clinica privata Sant'Orsola in Catanzaro.

Questa Clinica, pomposamente definita “Centro di Rieduca­zione Motoria”, accoglieva bambini spastici di diverse parti d'Italia al fine di favorirne il recupero, anche se parziale, alla vita normale. E' risultato invece che questi bambini, non solo non ve­nivano assoggettati ad alcuna delle terapie che la scienza ha già collaudato, ma venivano lasciati seminudi ed affamati, in ba­lia di se stessi.

Questo è l'accertamento che giorni fa è stato fatto dalla po­lizia la cui attenzione è stata richiamata da alcuni vicini i quali udivano strazianti lamenti provenienti dalla clinica stessa. Dal­la polizia è stata constatata la presenza di cibi avariati ed è sta­to accertato che l'alimentazione di ogni ricoverato non costava più di 250 lire giornaliere mentre il Ministero ne corrisponde­va 3.000!

Tutto ciò era stato segnalato da diverso tempo e da diverse fonti. Nell'estate scorsa un giornale locale aveva rilevato le tri­sti condizioni dei ricoverati; un ricoverato era morto per abban­dono e per fame pur essendo affetto da semplice influenza. Al­cune maestre di scuola, dislocate nella clinica, avevano denun­ziato al Provveditore agli studi le insostenibili condizioni dei ri­coverati; il medico provinciale provocò un'inchiesta a seguito del­la quale si sospese l'inoltro di nuovi ricoverati nella clinica.

Dopo tali precedenti era necessario arrivare alla dolorosa "scoperta" odierna per smantellare questo luogo di sofferenza e di sfruttamento? Quali alti gerarchi del regime hanno impedito di intervenire subito? Si ritiene giusto restituire alle famiglie, in genere poverissime, i bambini che tanto hanno sinora sofferto, ed il cui male si è certamente aggravato?

In tale situazione gli interroganti chiedono ai Ministri inter­rogati se non intendano provvedere all'accertamento di tutte le responsabilità sanitarie e politiche ed alla loro diretta denunzia alla Magistratura nonché al ricovero in altro istituto, che dia i necessari affidamenti morali e tecnici, dei bambini spastici di­messi» (interrogazione n. 25036).

Dopo i gravissimi scandali di Vernone e Cinzano (Torino), dei Celestini di Prato, di Brindisi, di Napoli, e molti altri ancora, non sarebbe ora che il Parlamento o il Governo promuovessero una inchiesta amministrativa per accer­tare la responsabilità degli organi (innumerevoli) di controllo?

 

 

MEGLIO TARDI CHE MAI

 

Nello scorso maggio si è compiuto il quarantennio dell'ap­provazione del R.D.L. 8.5.1927 798 che stabilisce all'art. 16 «... le amministrazioni dei brefotrofi debbono esercitare, mediante pe­riodiche visite di speciali ispettori, un continuo controllo sul trat­tamento dei fanciulli collocati a baliatico o in allevamento esterno».

 Poiché fino ad oggi ben pochi brefotrofi hanno dato attuazione al­la legge, ci auguriamo che prima del cinquantenario tutti trovino il tempo necessario. Ci auguriamo anche che nel frattempo le Commissioni prefettizie di vigilanza si accorgano della svista.

 

 

BOMBARDAMENTO

 

Con una perfetta organizzazione commerciale, alcuni orfano­trofi antoniani continuano il loro bombardamento intensivo di ri­chieste di denaro con opuscoletti contenenti espressioni disedu­cative nei confronti degli offerenti e spesso anche nei riguardi dei bambini.

Elenchiamo alcuni opuscoli inviati settimanalmente:

«Sorriso di pargoli» dell'orfanotrofio antoniano femminile di No­vara Sicilia (Messina);

«Celeste Consolatore» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Messina (Istituto Santo Spirito);

«Scintille d'amore» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Brin­disi (Istituto S. Benedetto);

«Sorriso di pargoli» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Na­poli-Casavatore, Corso Europa 177;

«La voce dell'orfano» dell'orfanotrofio antoniano maschile di Pa­dova, Via Tiziano Mincio;

«L'araldo di S. Antonio» dell'orfanotrofio antoniano maschile di Trani;

«L'araldo di S. Antonio» dell'orfanotrofio antoniano maschile di Roma, Via Varallo 10;

«Il Santo dell'orfano» dell'orfanotrofio antoniano maschile «Cri­sto Re» di Messina;

«Luce viva» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Altamura (Bari);

«Celeste consolatore» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Corato (Bari);

«L'araldo di S. Antonio» dell'orfanotrofio antoniano maschile di Desenzano del Garda;

«Sorriso di pargoli» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Ca­stello (Firenze);

«Il giglio di S. Antonio» dell'orfanotrofio antoniano maschile «Cri­sto Re» di Messina;

«Scintille d'amore» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Taor­mina (Messina);

specchio nero dell'assistenza

«Luce viva» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Montepul­ciano (Siena);

«Giardino di S. Antonio» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Via Circonvallazione Appia 148, (Roma);

«Telegramma» dell'orfanotrofio antoniano maschile di Oria (Bari);

«Sorriso di pargoli» dell'orfanotrofio antoniano femminile di Via dei Mille 177, Bari.

 

Questa efficiente organizzazione viene utilizzata anche per la tra­smissione degli elenchi trimestra­li e per la segnalazione dei mino­ri privi di assistenza materiale e morale da parte dei genitori e dei parenti tenuti a provvedervi, a sen­si della legge 431/67 sull'adozio­ne speciale?

Restiamo in attesa di una rispo­sta.

 

 

ENTI COMUNALI DI ASSISTENZA

 

Come è noto gli enti comunali di assistenza (E.C.A.), istitui­ti in ogni comune (sono quindi 8051), devono provvedere, fra l'al­tro, all'assistenza alle persone e ai nuclei familiari in situazione di bisogno economico.

Gli "assistiti" nel 1963 furono 2.190.427. Gli E.C.A. per le loro attività istituzionali disposero per ogni assistito giornalmen­te di lire 22 (diconsi lire ventidue)!

 

Considerato che le sole spese di amministrazione degli E.C.A. sono state, sempre nel 1963, di lire 6.566.000.000 (seimiliardicinquecentosessantaseimilioni) non sarebbe il caso di sopprimere questi enti antidemocratici e anticostitu­zionali, e demandare le loro com­petenze alle amministrazioni comunali?

 

www.fondazionepromozionesociale.it