Prospettive
assistenziali, n. 3-4, luglio-dicembre 1968
VARIE
LETTERA
DI UN MAGISTRATO MINORILE
Riceviamo e pubblichiamo
Giugno 1968
La
difficile situazione degli uffici giudiziari minorili è stata ampiamente
illustrata in molte relazioni annuali dirette ai superiori.
Ci
si attendeva legittimamente che la legge Macchiavelli
avrebbe risolto gli annosi problemi dei Tribunali per i Minorenni, ma,
purtroppo, con l'esclusione di alcuni Distretti dalle
due famose categorie A) e B) le cose si sono aggravate. E pensare che nessuna
delle Corti di Appello d'Italia andava esclusa dalle
due già ricordate famose categorie!
E'
ben noto allo scrivente che la valutazione del lavoro espletato dai magistrati
minorili si fonda, per lo più, sulle cifre
(indubbiamente significative) concernenti la amministrazione della giustizia
penale, trascurando di porre nel dovuto rilievo la complessa e delicata
procedura prescritta dalla legge organica minorile per l'istruzione dei
procedimenti, a cominciare dall'accertamento del grado di capacità
e di volere dei denunziati.
Si
ha l'impressione che generalmente non si attribuisca la dovuta importanza ai
diuturni colloqui con i genitori dei minori delinquenti o soltanto
disadattati allo scopo di richiedere, attraverso la scrupolosa valutazione di ogni singolo caso, tempestivi e produttivi interventi in
sede di rieducazione.
Pure
ben nota a chi scrive è la tendenza a non tenere nella dovuta considerazione la
grande utilità delle visite alle case di rieducazione
che dovrebbero effettuarsi con costante assiduità da parte dei magistrati minorili
per rendersi conto delle terapie usate per i minori e contribuire con opportuni
suggerimenti alla difficile opera di rieducazione dei minori disadattati.
Ora,
il soffermarsi sulle sole cifre inerenti al movimento degli affari penali non
comporta il dovuto riconoscimento del lavoro del magistrato nella trattazione
annuale di decine e decine di pratiche riguardanti i minori ricoverati negli Ospedali
Psichiatrici del Distretto, delle numerose esecuzioni
penali (che richiedono provvedimenti di cumulo, richieste di applicazione o di
revoca di benefici ecc.), dello studio accurato di centinaia di pratiche in
materia di rieducazione e di altrettante in materia di patria potestà,
affiliazione, adozione, tutela, emancipazione.
Si
trascura altresì di considerare adeguatamente il delicato lavoro di istruzione e di valutazione delle domande di grazia, i
frequenti contatti con gli assistenti sociali, con gli ufficiali di polizia
giudiziaria, come pure la partecipazione alle riunioni della Commissione
Consultiva del centro di Rieducazione del Distretto, e così via.
Infine
(e sia consentito di esprimerlo senza circonlocuzioni), ciò che è più doloroso
per il magistrato minorile è il dover constatare
l'assoluta assenza di sensibilità di fronte al suo personale sacrificio
consistente nella impossibilità di mettersi alla pari per mancanza di tempo e
di casi che implichino la trattazione di interessanti questioni di diritto, con
i colleghi addetti agli Uffici giudiziari ordinari, ai quali riesce di gran
lunga più agevole la redazione di quei lavori che di norma vengono richiesti
per la progressione nella carriera.
Sembra
quindi legittimo attendersi ai più alti livelli e presso il Potere legislativo
un più equo riconoscimento ed una giusta valutazione delle funzioni svolte dai
magistrati minorili.
Si
reclama, pertanto, il doveroso e leale riconoscimento dell'importanza del
lavoro svolto da tutti gli Uffici minorili e l'inserimento di quelli esclusi nelle tabelle avanti accennate.
Un magistrato minorile
(lettera
firmata)
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