Prospettive
assistenziali, n. 5-6, gennaio-giugno 1969
STUDI E DOCUMENTAZIONI
DIRETTIVE PEDAGOGICHE PER LA «PREPARAZIONE
ALLA VITA PROFESSIONALE E SOCIALE DEGLI ADOLESCENTI INSUFFICIENTI MENTALI»
Decreto del 20 ottobre 1967, emanato
dal Ministro francese dell'Educazione nazionale.
I. PSICOLOGIA DELL'ADOLESCENTE INSUFFICIENTE MENTALE.
I maggiori problemi dell'adolescente
sono quelli del suo adattamento alla vita sociale. Nell'adolescenza,
infatti, ogni individuo organizza ed esperimenta nelle relazioni umane nuovi
rapporti che condizionano il suo successo alla professione e alla condizione
adulta. I problemi sono particolarmente delicati quando
si tratta di adolescenti insufficienti mentali incapaci di raggiungere per le
vie normali della cultura e della formazione professionale lo stato di individuo
autonomo.
Si è ritenuto per molto tempo che
l'insufficienza mentale comportasse sempre un pronostico
negativo nei confronti di un adattamento professionale e sociale. Essa pareva compromettere, allo stesso modo, la scolarità,
l'avvenire professionale e l'avvenire sociale. Di qui i limiti che la
pedagogia si poneva nel suo piano di educazione degli
adolescenti insufficienti mentali, per i quali non si prevedevano
che pochi compiti professionali, ordinariamente deprezzati. Si pensa attualmente che il deficit intellettuale, se condiziona in
una certa misura le possibilità professionali e l'inserimento sociale, non
condanna necessariamente l'individuo a rinunciare a mansioni che implichino
una qualificazione tecnica relativamente elevata. L'insufficiente mentale non
dovrebbe essere arbitrariamente costretto ad esercitare solo professioni
socialmente svalutate. Occorre dunque evitare l'errore di orientarlo
sistematicamente verso quelle professioni «riservate» che costituiscono
altrettanti «vicoli ciechi sociali».
Il bambino insufficiente mentale è
riconosciuto come tale all'inizio della scuola elementare, per le maggiori
difficoltà che incontra nell'apprendere e nell'utilizzare gli elementi
fondamentali della lingua scritta e del calcolo. Gli esami psicologici
conducono alla ipotesi di un'insufficienza mentale
nella misura in cui mettono alla prova le capacità intellettuali necessarie a
questo apprendimento. L'adolescente insufficiente mentale, malgrado
gli adattamenti pedagogici che queste difficoltà richiedono, resta mentalmente
handicappato. La sua attività mentale di fronte alle esigenze scolastiche
classiche è paragonabile per efficienza a quella di un ragazzo di 10-11 anni.
Si sottolinea che questo riferimento è valido solo
nell'ambito degli apprendimenti scolastici, fondati sull'acquisizione e l'utilizzazione
degli strumenti simbolici dell'attività intellettuale. Quali siano
i successi ottenuti nelle classi di perfezionamento, gli adolescenti
insufficienti mentali manifestano negli esercizi scolastici tradizionali delle
difficoltà sempre crescenti. Queste difficoltà possono significare che è stato
raggiunto un limite nello sviluppo intellettuale e che le speranze di ulteriori progressi in questo campo si riducono considerevolmente.
Tuttavia, se l'insufficienza mentale
influisce sul processo generale dello sviluppo della personalità,
però non lo inibisce. La necessità per l'adolescente di acquisire le
trasformazioni somatiche e psicologiche legate alla
sua età reale causa una modificazione delle sue attitudini e dei suoi
comportamenti. Il sorgere di interessi nuovi e la
tendenza verso modelli sociali tipici, si attualizzano in un ampliamento e in
una differenziazione delle condotte. E' necessario prestare attenzione a
questi primi accenni di socializzazione. Queste modificazioni della personalità
comportano importanti cambiamenti nell'atteggiamento
degli insufficienti mentali verso la scuola. L'aspirazione allo stato di
«giovanotto» o di «ragazza» li conduce a rifiutare quelle attività puerili che
la loro insufficienza mentale suggerirebbe di imporre loro a dispetto dell'età,
ed è fonte di insuccessi, vissuti come umiliazioni.
Si è così condotti ad introdurre uno stile e delle forme pedagogiche nuove,
valorizzanti e gratificanti. L'adolescente insufficiente mentale esige un
ambiente pedagogico adatto alle sue insufficienze reali, ma
adeguato anche al suo desiderio di essere come gli altri.
Le capacità dell'insufficiente
mentale a questo livello di scolarità non devono
essere sottovalutate. Il quoziente intellettuale non costituisce più un
elemento essenziale di valutazione della sua efficienza nelle attività di
laboratorio, né in quelle motivate dal suo desiderio di accedere
alla vita sociale normale.
Inoltre, è molto importante preoccuparsi
delle capacità motorie e delle caratteristiche psicomotorie
degli insufficienti mentali. Dal punto di vista delle capacità motorie si terrà
conto dei fattori che hanno eventualmente causato il deficit intellettuale. Si
ammette che l'insufficienza mentale, la cui origine sembri imputabile a danni
organici, si accompagni più spesso con serie
difficoltà motorie, mentre molti insufficienti mentali hanno in questo campo
delle capacità normali o quasi normali. Questa distinzione, che un esame
motorio e psico-motorio permetterà di oggettivare, ispirerà senza dubbio una
pedagogia differenziale e permetterà un orientamento verso tipi diversi di attività in laboratorio. Le caratteristiche
psico-motorie legate ai problemi della personalità devono attirare l'attenzione
dei pedagogisti, per il loro ruolo determinante
nell'acquisizione della padronanza ed affermazione di sé.
Senza dubbio, occorre insistere sull'importanza crescente assunta, nello sviluppo dell'adolescente,
dalla differenziazione sessuale e sulle relazioni nuove che ne derivano. Le
difficoltà nella formazione della personalità, forse maggiori negli
adolescenti insufficienti mentali che negli altri, giustificano l'attenzione
sistematica che si deve prestare a questi problemi.
II. EDUCAZIONE TECNICA E FORMAZIONE PROFESSIONALE
Le attività che occorre presentare
agli adolescenti insufficienti mentali, a partire dai
14 anni, devono innanzi tutto tendere ad un obiettivo di formazione tecnica e
portare, al momento opportuno, all'inserimento in un mestiere. Una tale
formazione non può tuttavia venire separata da
un'educazione generale, diretta alla promozione dell'individuo sia sul piano
individuale che sul piano civile e sociale: solo a questa condizione la
formazione professionale sarà efficace.
Alcune forme di attività
manuale sono già state iniziate nel periodo dai 12 ai 14 anni, ma secondo
finalità e mezzi diversi. Ora esse devono prevalere sulle materie scolastiche
abituali: calcolo, lettura, composizione, che sono
state spesso associate a situazioni di insuccesso, anche se talvolta, nelle
classi di perfezionamento, hanno potuto dar luogo ad alcuni successi, d'altra
parte relativi.
L'adolescente insufficiente mentale
sa provare un vivo interesse per quelle attività che implicano una forma
d'intelligenza, probabilmente diversa da quella che si esercita nell'acquisizione
del simbolo e che interviene soprattutto nell'apprendimento scolastico: Questo interesse non dipende soltanto dalle possibilità di
successo in queste attività, ma anche dal fatto che, esse costituiscono un
orientamento verso la vita adulta e il mondo del lavoro. Le attività pratiche
si pongono così in una prospettiva di realizzazione di
sé e di compensazione degli insuccessi precedenti. Esse richiedono inoltre
l'intervento di un personaggio nuovo, l'istruttore tecnico: questi è una
persona del mestiere, che sa padroneggiare la materia e darle una forma e, come
tale, costituisce per l'allievo un modello più accessibile di quello che gli
offriva l'insegnante di cultura generale.
La formazione professionale rischia
tuttavia di presentare delle difficoltà. Sappiamo che il quoziente
intellettuale, se non può costituire un elemento determinante
nel l'orientamento professionale, tuttavia rappresenta un criterio di valutazione
non trascurabile: infatti non è possibile misconoscere l'importanza
dell'intelligenza simbolica per la comprensione di certi ordini e la conoscenza
di alcuni compiti da assolvere. Se un quoziente intellettuale relativamente
alto non è sufficiente a garantire la possibilità di un apprendimento
professionale, al contrario un quoziente troppo basso può essere indice di un ostacolo insormontabile.
In secondo luogo alcuni soggetti
presentano delle difficoltà psico-motorie e, sotto questo aspetto,
richiedono un'educazione o una rieducazione destinate a sviluppare le loro
capacità motorie e la loro abilità manuale. Presso gli insufficienti mentali,
inoltre, prevarrà l'apprendimento mediante esempio.
Con questo intendiamo dire che sarà preferibile
mostrare piuttosto che dimostrare: l'apprendimento per imitazione dovrà
sostituire l'apprendimento per comprensione. Gli insufficienti mentali infine
sono poco capaci di iniziativa: occorre aiutarli con
maggior costanza e impegno degli altri adolescenti ma, nello stesso tempo,
occorre evitare di cadere in uno sterile dirigismo che non farebbe che
aggravare la loro inclinazione a scegliere sempre la via più facile.
A. EDUCAZIONE PSICOMOTORIA: EDUCAZIONE GESTUALE ED EDUCAZIONE FISICA.
L'educazione psicomotoria si realizzerà
in particolare nell'educazione gestuale. Occorre qui intendere un aspetto
dell'educazione - e della rieducazione - psicomotoria applicata al lavoro.
Dell'educazione psico-motoria l'educazione gestuale
conserva l'attenzione allo sviluppo fisico totale, alla padronanza di sé e
all'uso più fine dell'apparato neuro-muscolare. Tale educazione trova
motivazioni ed obiettivi specifici nella sua applicazione al lavoro, ma deve
resistere alla tentazione dell'addestramento. Cosa pensare infatti di una concezione
dell'educazione gestuale concepita come addestramento sistematico e
razionalizzato a compiere gesti privi di significato, cioè
non motivati da un lavoro reale, e dal desiderio di perfezionarsi in un compito
ben determinato? Un simile metodo toglierebbe ogni significato agli esercizi,
determinando dei gesti non integrati in un processo psicologico globale, non voluti e non compresi dal soggetto.
A questo addestramento
si preferirà una pedagogia dell'atto reale e completo. L'atto reale è quello che
non viene fatto «a caso», ma usando strumenti
professionali, allo scopo di produrre un oggetto 'in un tempo più o meno
breve. L'atto completo è un insieme di gesti che portano a realizzazioni
di valore economico e sociale. Tuttavia l'atto reale e completo
non è concepito inevitabilmente a livello dell'individuo. L'adolescente
non sarà necessariamente chiamato a realizzare da solo un oggetto d'artigianato:
potrà essere invitato a realizzare dei compiti «particolari». Ogni allievo
apporterà allora un elemento all'insieme di un lavoro preparato e realizzato in
comune. L'atto reale e completo non esclude una messa a punto analitica dei gesti,
ma l'educazione detta gestuale non deve essere considerata isolatamente o
anteriormente rispetto alle attività tecniche. Se
occorre indicare il modo migliore di maneggiare l'utensile o di eseguire un
lavoro, l'intervento tuttavia deve essere fatto nel corso di un'esperienza di
lavoro che consenta un apprendimento «per tentativi ed errori», in modo da non
risultare fastidioso o inefficace.
Parallelamente
all'educazione gestuale, ma su un piano più generale, l'educazione fisica riveste
una particolare importanza presso gli adolescenti insufficienti mentali. Questi, infatti, sono spesso avviati ad un lavoro manuale che richiede
l'uso e il controllo del corpo, la resistenza fisica, la forza muscolare, la
velocità di esecuzione e la precisione del gesto. Con un allenamento
quotidiano l'educazione fisica sviluppa la robustezza delle membra e le
attitudini motorie e psico-motorie che sono condizioni indispensabili per
l'adattamento al lavoro e per il rendimento professionale. Si
insisterà progressivamente sugli esercizi muscolari e di resistenza,
senza dimenticare che il fisico dell'adolescente, in continua trasformazione,
rimane fragile; ad uno sforzo violento ed occasionale: si preferirà
l'allenamento regolare e programmato nel tempo.
Le attività sportive sono oggi la
forma più frequente di allenamento fisico degli
adolescenti. Occorrerà dare ad esse il maggior posto
possibile. Tuttavia l'animatore o l'allenatore sportivo devono
perseguire una formazione umana totale; si avrà cura, mediante lo sport, di
stimolare l'adolescente al superamento di sé, non soltanto sul piano fisico,
ma anche su quello morale, in vista della formazione del carattere e del miglioramento
dei rapporti interpersonali. Se la maggior parte degli adolescenti e delle
adolescenti provano soddisfazione nell'agonismo sportivo, si potranno anche
proporre loro delle attività fisiche in cui prevalga
l'elemento estetico come la danza, la ginnastica artistica o la ginnastica
espressiva. Si terrà ampiamente conto, nella scelta di queste attività, delle aspirazioni personali. Le attività fisiche, sportive e
all'aria libera, al di là del loro ruolo igienico e
formativo, sono chiamate ad occupare un posto considerevole negli svaghi
dell'adolescente e dell'adulto.
Si darà ai giovani la possibilità di
praticare attività fisiche di loro scelta in circoli e clubs
interni ed esterni alla scuola. Dare loro il gusto dell'esercizio fisico e
dello sport, equivale a prepararli anche ad un impiego attivo, sano e culturale
del loro tempo libero.
La formazione degli adolescenti
insufficienti mentali comporta due aspetti: l'educazione tecnica polivalente e
l'apprendimento professionale propriamente detto.
B. EDUCAZIONE TECNICA POLIVALENTE.
L'educazione tecnica polivalente si
basa sulla realizzazione di attività di tipo
professionale, il più possibile varie. Queste attività saranno scelte in
funzione dell'attrezzatura dei laboratori e degli ulteriori
sviluppi del mercato del lavoro. A titolo indicativo: la lavorazione del legno,
dei metalli, del cuoio, i lavori di impacchetta mento, la produzione di capi di abbigliamento, le costruzioni edili.
L'educazione
tecnica polivalente, che permette alle attitudini di rivelarsi gradualmente, o
piuttosto di formarsi con l'esercizio, dev'essere esclusiva per la durata di almeno
un anno. Successivamente può venire assorbita in un
lavoro specializzato; ma può anche proseguire fino al termine del periodo di
formazione professionale.
Il progresso tecnico, le nuove
strutture economiche modificano profondamente la natura del lavoro ed esigono
qualifiche professionali sempre più numerose. Contemporaneamente al profilarsi
della necessità di una migliore utilizzazione delle capacità si afferma la
volontà di dare al lavoro un significato autenticamente umano, e di permettere
agli impegni professionali di essere il più possibile
conformi alle aspirazioni e alle scelte personali. Per questo motivo, si tende a sostituire le tecniche di selezione con un
orientamento vero e proprio, intervento attivo che aiuti l'individuo a
costruire se stesso e ad operare un'autentica scelta professionale.
Le tecniche di orientamento
professionale non possono più fondarsi sulla psicologia differenziale delle
attitudini e si sono formulate serie critiche circa il valore predittivo degli
strumenti psico-tecnici tradizionali. Attualmente
sembra necessario differire ogni inserimento professionale ed iniziare la
preparazione specializzata solo dopo un periodo dedicato all'osservazione del
soggetto.
Questa osservazione consisterà
essenzialmente in un'annotazione costante dei progressivi effetti
dell'educazione. Dopo la pubertà, e più o meno lentamente
secondo i soggetti, non è raro che l'adolescente scoprendo attività e ruoli nuovi,
si riveli diverso da quello che era, e questo oltre ogni previsione. Questa
osservazione acquista valore solo se l'adolescente è messo di fronte ad
attività tecniche concrete la cui varietà consenta l'emergere delle capacità,
delle motivazioni e delle scelte.
L'atteggiamento fondamentale che
deve caratterizzare l'équipe di osservazione
e di orientamento consiste nel non pregiudicare mai il futuro dell'allievo.
L'adolescente dovrà trovare presso ogni membro dell'équipe
quell'accoglienza e quella disponibilità che gli consentono
di liberarsi da eventuali inibizioni e nello stesso tempo di confidare i suoi
problemi e le sue speranza senza reticenze. In questo spirito occorre che
tutte le attività tecniche e tutti i ruoli dell'équipe siano valorizzati allo stesso modo. Inoltre
si vigilerà sulle difficoltà particolari di ciascun adolescente, onde ovviarvi
il più precocemente ed utilmente possibile.
Il periodo di educazione
tecnica polivalente permette ancora, oltre all'osservazione della
manifestazione delle aspirazioni del soggetto a compiti nuovi e diversi, la
presa di coscienza da parte dell'adolescente delle motivazioni e la nascita di
interessi che non avrebbero potuto realizzarsi in altre circostanze. Da questo
punto di vista, tale periodo contribuisce allo sviluppo della personalità.
Così, al termine di una continua osservazione, sarà possibile valutare il
potere di adattamento dell'adolescente, e quelle
capacità professionali che non avrebbero potuto manifestarsi o svilupparsi in
altre circostanze. L'osservazione e la formazione così concepite offrono i
grandi vantaggi di diminuire il margine d'incertezza e di arbitrarietà,
di fondarsi su una autentica conoscenza del soggetto e di creare le migliori
condizioni per favorire le sue scelte, la sua trasformazione e i suoi
progressi.
D'altra parte, il confronto
dell'adolescente con le esigenze reali di alcuni
compiti assicura una scelta professionale più adeguata. A questo riguardo, si condurrà una sistematica informazione degli adolescenti
permettendo loro di conoscere le condizioni reali del lavoro. Le inchieste,
le visite guidate, i mezzi audio-visivi, i contatti con gli ambienti
professionali renderanno più obiettive le scelte.
Un secondo aspetto
molto importante della polivalenza, che occorre sottolineare, è costituito
dalla portata pedagogica di queste attività. Esse, mentre contribuiscono a
creare le condizioni per una buona osservazione del
soggetto, favoriscono nello stesso tempo l'acquisizione di una cultura sia
tecnica che generale. Questa formazione polivalente, lungi dall'essere una
perdita di tempo, è una buona preparazione all'apprendistato successivo e
favorisce la mobilitazione delle capacità intellettuali in vista dell'elaborazione
delle nozioni acquisite. L'accesso alle forme
elementari del pensiero simbolico passa necessariamente attraverso a forme varie
e molteplici di azione sulle cose. Di conseguenza le
attività polivalenti assumeranno, per gli insufficienti
mentali, il valore di un'educazione e di una rieducazione intellettuale
non trascurabile. Inoltre, in queste attività diversificate, l'adolescente
insufficiente mentale scopre e afferma le sue capacità ed ha la possibilità di
sperimentare dei successi; si verifica allora una
rottura in una storia personale troppo spesso dominata da un'esperienza
infelice, causa di condotte deludenti.
Infine, la formazione polivalente
offre un terzo vantaggio: per le molteplici attività proposte, essa favorisce
particolarmente l'acquisizione di abilità
professionali, sviluppa la conoscenza dei materiali, degli utensili e delle
macchine e permette all'adolescente il controllo del gesto, il retto uso
dell'utensile e il controllo di queste macchine.
Tale formazione porta anche al
perfezionamento dei metodi di lavoro. L'adolescente non deve essere relegato
in compiti isolati e non integrati nell'insieme. Non si insisterà
mai abbastanza sul valore educativo dell'organizzazione e della coordinazione,
così come della comprensione dello scopo verso il quale tendono le operazioni
particolari. Si potrà richiedere all'adolescente di pianificare un'attività e
portarlo alla composizione e all'interpretazione di uno schema. Infatti, ogni
attività professionale richiede certe attitudini di fronte al lavoro da
eseguire. L'adolescente deve prima di tutto impegnare tutte le sue energie per
compiere un lavoro ben fatto ed eseguire ciò che gli si chiede con cura, applicazione
ed ordine, ma deve soprattutto non perdere di vista i compagni che lo
circondano e saper inserire il suo sforzo personale in un lavora
di gruppo. Sotto questo aspetto, l'educazione
professionale diventa educazione sociale; l'apprendimento del gesto
professionale si unisce alla presa di coscienza della solidarietà nel lavoro e
alla conoscenza della vita di gruppo.
Una tale formazione polivalente
supera la semplice acquisizione di gesti specializzati. Essa trae vantaggio da
eventuali riconversioni che le fluttuazioni del mercato del lavoro rendono
spesso necessarie; permette di sostituire l'adattamento chiuso del lavoratore
ad un mestiere o ad un posto di lavoro con un adattamento aperto favorevole
agli eventuali cambiamenti.
C. L'APPRENDISTATO PROFESSIONALE.
Non vi è soluzione di continuità tra
questo periodo ed il precedente. Tuttavia si passerà progressivamente
dalla polivalenza alla specializzazione. Man mano che si avvicina il
momento dell'ingresso nel mondo dell'adulto, è necessario prevedere, per gli
adolescenti insufficienti mentali, un'attività professionale che possano realmente esercitare al termine del loro apprendistato.
I più dotati potranno allora orientarsi verso un mestiere. Per gli altri, si
dovranno cercare dei posti di lavoro.
Il grado di specializzazione
richiesto dall'apprendistato pone il problema della scelta professionale,
preparata dalla formazione polivalente. Occorre sottolineare
fin dall'inizio che una tale scelta non potrebbe essere autentica se fosse
determinata dai pregiudizi negativi o dalle aspirazioni eccessive della
famiglia. A questo riguardo è necessario condurre presso i parenti un'azione
precoce e continuativa, al fine di assicurare, fin dove è possibile, la loro
adesione e la loro collaborazione all'opera di orientamento.
L'inserimento del giovane lavoratore
nell'ambiente professionale al termine del ciclo di apprendistato
deve essere oggetto di una preparazione particolare. Tale inserimento pone
agli interessati dei problemi di adattamento che vanno
risolti: integrazione in un gruppo di lavoro, sottomissione al ritmo di
produzione ed alle esigenze di rendimento. Rivestono un'importanza
particolare sia la ricerca dei posti di lavoro, in collegamento con le
ditte, che la preparazione dell'apprendista alle condizioni di vita nel
reparto, nel cantiere o nel magazzino.
Per questo, nell'ultimo anno della
sua formazione, in previsione del posto scelto, devono essere
sistematicamente organizzati dei contatti diretti dell'apprendista con il suo
futuro ambiente di lavoro, sotto forma di visite e soprattutto di periodi di
tirocinio, più o meno lunghi, diretti e controllati dagli
insegnanti responsabili dell'apprendistato professionale. Si otterranno così
delle osservazioni psicopedagogiche che permetteranno
di dare a ciascuno un aiuto individualizzato.
III. L'INSEGNAMENTO GENERALE.
Le classi che accolgono adolescenti
insufficienti mentali di età compresa fra i 14 e i 18
anni devono assicurare una formazione umana totale. Se attualmente
si dà una decisiva prevalenza alla formazione professionale, resta ugualmente
l'esigenza di un'educazione generale di cui occorre definire i principi
essenziali. Questo doppio obiettivo deve apparire nell'impiego del tempo, in
linea di massima con l'alternanza di una mezza giornata (o una giornata
intera) di classe a una mezza giornata (o una giornata
intera) di laboratorio. Infatti deve esistere uno
stretto legame tra le attività tecniche e la formazione generale.
Nella prospettiva dell'insegnamento generale, le
classi che accolgono allievi insufficienti mentali dai 14 ai 18 anni devono
completare l'opera iniziata dalla scuola elementare e proseguita a livello
delle classi del ciclo 12-14 anni. Le direttive del 12 agosto 1964, nella
parte relativa a quest'ultimo periodo, restano
d'altronde ampiamente valide anche oltre i 14 anni. Gli obiettivi generali
non mutano: mantenimento e, se possibile, perfezionamento delle conoscenze
scolastiche di base, integrazione sociale, educazione delle capacità di espressione e formazione del gusto e del senso estetico.
Gli educatori responsabili
dell'insegnamento generale dovranno quindi ispirarsi ai metodi raccomandati sia
nell'allegato al decreto del 12 agosto 1964, sia alle direttive del 10
settembre 1963 e del 5 aprile 1966 riguardanti il ciclo terminale.
Si avrà cura di ridestare la curiosità degli allievi e di
allargare il campo dei loro interessi, di assicurare, attraverso tutte le
attività, comprese le attività tecniche, una formazione culturale e
un'abitudine alla riflessione, di realizzare, valorizzando in modo particolare
certe attività di compensazione, un'educazione armonica della personalità.
Queste esigenze consentiranno un'apertura verso il mondo attuale,
l'utilizzazione degli interessi nati dall'osservazione e dai contatti con
l'ambiente, l'abolizione di ogni distacco tra le varie
materie. D'altra parte, come nel ciclo 12-14 anni, l'insegnamento non potrebbe
essere impartito sotto una forma artificiale e dogmatica; le acquisizioni scolastiche ed extra-scolastiche devono procedere dagli
avvenimenti della vita reale.
Le raccomandazioni delle presenti
direttive indicano uno spirito ed un orientamento d'insieme. Occorre adattarle
sia al livello generale degli allievi, sia ai loro problemi particolari.
L'azione educativa deve inoltre rispondere ai bisogni
e alle capacità di ciascuno. Si eviterà tanto di sottovalutare quanto di
sopravvalutare le capacità degli allievi. Senza dubbio si è spesso osservato
presso gli adolescenti insufficienti mentali l'incapacità a fare nuovi
progressi scolastici sia per disinteresse, sia per la riduzione delle capacità di apprendimento intellettuale. Questo non esclude, per
alcuni, la possibilità di risvegli e di riprese tardive. Sarebbe altrettanto
errato negare l'insufficienza mentale, quanto costringere
questi adolescenti in limiti considerati a priori come insuperabili. Tuttavia, sarebbe vano voler assicurare, entro i 14-18 anni,
tutte quelle acquisizioni scolastiche che occupano, nei soggetti normali, i
cinque anni della scuola elementare. In linea generale sarebbe errato
concepire il consolidamento e, se possibile, lo sviluppo delle conoscenze di
base, secondo i modelli offerti dalla scolarità normale.
La preparazione alla vita adulta,
giustificata dall'approssimarsi dell'effettivo ingresso nel mondo del lavoro,
rappresenta anche un mezzo privilegiato per motivare attività che, concepite in
un'altra prospettiva, rischierebbero di venir
screditate come scolastiche e puerili. L'insegnamento generale sarà accettato
dagli adolescenti insufficienti mentali solo nella misura in cui fornirà delle conoscenze il cui valore sarà loro evidente e
risponderà agli interrogativi che essi effettivamente si pongono sulla base
degli interessi corrispondenti alla loro età reale e in relazione al loro
desiderio di accedere ad uno status ed a ruoli adulti.
Il legame tra la classe e il
laboratorio permetterà di ottenere la piena partecipazione degli allievi
all'acquisizione delle conoscenze di base: susciterà un ritorno di interesse per attività di cui si intravvederanno
ormai le relazioni immediate con i problemi tecnici sorti in laboratorio.
L'insegnante di cultura generale parteciperà secondo le sue particolari competenze
alla formazione tecnica e all'educazione sociale: riflessione
sulla condizione operaia, la legislazione del lavoro, la prevenzione degli
infortuni. Potrà inoltre incaricarsi di tutto o parte dell'insegnamento
tecnologico e dell'iniziazione al disegno su schemi prestabiliti. Si servirà
di questa occasione per esercizi di osservazione e per
guidare delle riflessioni sulle preoccupazioni professionali. Una tale
interdipendenza implica una stretta collaborazione tra l'insegnante di cultura
generale e l'istruttore tecnico. Questa collaborazione deve essere organizzata
in un quadro istituzionale; inoltre, si sfrutteranno tutte le occasioni possibili
per uno scambio di punti di vista e per un coordinamento delle rispettive
attività.
Le attività di calcolo, di misura e
di geometria trarranno un notevole beneficio dal collegamento
classe-laboratorio. La classe impartisce e consolida le conoscenze teoriche
richieste dal laboratorio, trovando a sua volta in questo i punti di appoggio e i riferimenti concreti di cui ha bisogno. Il
collegamento classe-laboratorio favorirà lavori che metteranno gli allievi in contatto con situazioni reali. Queste situazioni potranno dar luogo ad esercizi destinati ad una maggiore
padronanza del meccanismo del calcolo.
Le attività relative
alla conoscenza della lingua francese troveranno più facilmente la loro
motivazione nella vita stessa dell'adolescente e in quella dei lavoratori. Sul
piano dell'espressione orale, saranno svolte soprattutto sotto forma di
discussioni su temi suggeriti dall'attualità o
ispirati dalle preoccupazioni degli adolescenti. Sul piano dell'espressione
scritta, si farà posto alle lettere e alle relazioni orientate verso le
situazioni della vita reale; ma lo scopo essenziale sarà di sfruttare ogni
occasione di esprimersi per iscritto.
Il perfezionamento
dell'ortografia sarà perseguito attraverso esercizi individualizzati,
in relazione a conoscenze da consolidare. L'insegnamento sistematico della
grammatica e del vocabolario continuerà ad essere evitato. Con la pratica della lettura e dell'espressione orale e scritta si arricchirà
il vocabolario e la sintassi. La lettura ad alta voce, come esercizio scolastico
tradizionale, non è più giustificata presso degli adolescenti, salvo per
raggiungere obiettivi di portata limitata come l'abitudine ad una migliore
dizione o la presa di coscienza della struttura di una
frase. La lettura silenziosa sarà, invece, sistematicamente praticata.
L'insegnamento generale dovrà mirare
ad obiettivi più ampi del semplice consolidamento delle conoscenze di base:
grazie alla formazione di abitudini di ordine e di
organizzazione nel lavoro, grazie all'esperienza dei rapporti con gli altri,
esso contribuirà, come l'insegnamento professionale, alla socializzazione. In
questa prospettiva si darà agli allievi, il più spesso possibile, la
possibilità di affermarsi esercitando effettive responsabilità all'interno
della classe e della scuola o con la preparazione di lavori collettivi.
I lavori manuali educativi e il
disegno contribuiranno, d'altra parte, alla formazione del gusto e del senso
estetico, e favoriranno la presa di coscienza delle capacità
creative personali. Per questo il disegno «libero», il disegno «guidato», la
pittura, il modellamento, la ceramica saranno
ampiamente sollecitati. Gli adolescenti insufficienti mentali possono
manifestare in questo campo vere attitudini artistiche.
La musica costituisce a volte per essi una possibilità di espressione più adatta del linguaggio
orale o scritto. Si approfitterà dell'interesse che essa, generalmente,
ridesta in loro per dare a questa forma d'arte un posto privilegiato
nell'allestimento degli svaghi, considerando l'importante ruolo che svolge
nella formazione del gusto e nello sviluppo della personalità.
Il canto corale e l'audizione di dischi possono essere completati
dall'apprendimento dell'uso di strumenti musicali. Sarebbe inoltre augurabile
che gli allievi avessero a disposizione dischi scelti
in vari repertori: folklore, musica classica, moderna, musica jazz, canzoni
moderne...
La preparazione alla vita normale e
l'educazione civica richiedono l'acquisizione di un certo numero di
conoscenze, ma le vie di informazione alle quali
occorre ricorrere non saranno quelle della lezione tradizionale. Si prenderà lo
spunto dall'interesse che suscita la notizia di attualità
per guidare la riflessione degli allievi sugli avvenimenti e sui mezzi
d'informazione. Nella misura in cui la conoscenza del mondo
contemporaneo comporta una dimensione geografica e storica e richiede che
l'allievo impari a situarsi nell'universo in cui vive, i riferimenti alla geografia
e alla storia diventano indispensabili all'adattamento sociale. Lo scopo
è quello di dare agli allievi un certo numero di punti di riferimento circa la
geografia della Francia e quella del mondo, circa la
storia della civiltà e la storia contemporanea. Gli avvenimenti politici P sociali contemporanei, inoltre, forniranno l'occasione per
studiare concretamente il funzionamento delle istituzioni, i diritti e i
doveri del cittadino e i problemi del mondo del lavoro.
L'accesso alle attività del tempo
libero è altrettanto necessario dell'accesso al lavoro. In entrambi i casi si deve intraprendere con cura una preparazione per mezzo
dell'educazione. L'adolescente insufficiente mentale dev'essere incoraggiato e guidato nella pratica delle
libere attività. Egli deve inoltre essere preparato ad occupare il suo
posto nei movimenti giovanili: clubs sportivi, organizzazioni
di educazione popolare. Le attività di tempo libero
che richiedono la lettura personale (libri e
giornali) e l'esercizio del linguaggio parlato (cine-club e tele-club),
favoriscono la ricerca e l'acquisizione di notizie e informazioni sul piano
civico, pratico e professionale.
IV. INSERIMENTO NEL LAVORO E «SERVICE DE SUITE»
Considerando le difficoltà
particolari dell'inserimento professionale, il
responsabile dell'istituto di formazione ed i suoi collaboratori, in
collaborazione con i servizi specializzati, dovranno assicurare la scelta del
primo posto di lavoro. A tale scopo, essi provvederanno a
tenere un inventario aggiornato e prospettico delle possibilità offerte dal
mercato di lavoro locale. I rapporti che essi potranno instaurare con gli
ambienti professionali, gli imprenditori e le associazioni di lavoratori,
faciliteranno questo compito. Inoltre, gli inserimenti nel mondo del lavoro
positivamente riusciti contribuiranno a modificare l'atteggiamento qualche
volta diffidente dei datori di lavoro nei confronti degli
apprendisti. Mediante un'azione presso le famiglie si cercherà di ottenere la
loro adesione positiva alle decisioni circa il posto
di lavoro scelto
Un «service
de suite» perfezionerà l'inserimento sociale e
professionale. Questo servizio assicurerà un aiuto discreto e sicuro, di cui il
giovane insufficiente mentale beneficerà sia come lavoratore che
come uomo privato. Esso contribuirà alla sicurezza del giovane lavoratore
facilitando i suoi rapporti con la direzione dell'azienda, con i compagni di
lavoro e con le associazioni di lavoratori. Diminuiranno così i rischi di instabilità nell'impiego e saranno possibili i necessari
cambiamenti di occupazione e le promozioni professionali. Il «service de suite» dovrà limitare i suoi interventi per permettere al giovane lavoratore di assumersi le sue
responsabilità: in questo modo contribuirà alla conquista, da parte
dell'individuo, della sua autonomia economica, sociale e personale.
* Il «service de suite» è un servizio
sociale che ha il compito di seguire
il giovane insufficiente mentale, che ha lasciato la scuola, nel lavoro e nella
vita per favorire il suo inserimento professionale e sociale, di aiutarlo nelle
difficoltà al fine di permettergli il miglior adattamento possibile e la
conquista dell'autonomia economica, sociale e personale.
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