Prospettive
assistenziali, n. 5-6, gennaio-giugno 1969
STUDI E DOCUMENTAZIONI
L'INSERIMENTO NEL
LAVORO NORMALE DEGLI INSUFFICIENTI DELL'INTELLIGENZA MEDI E LIEVI
Riassunto delle conferenze tenute a Milano e Torino dalla
Signora Dubost sull'esperienza dell'istituto
medico-professionale di Lione
Nel giugno
Abbiamo ritenuto particolarmente
interessante questa esperienza pedagogica, perché
finora in Italia non si è mai sentito parlare della possibilità di inserire
nel lavoro normale e particolarmente nella grande industria e quindi nella
vita normale della società, i cosiddetti handicappati dell'intelligenza. E'
importante notare che
Esso ha alle sue
dipendenze medici e psichiatri infantili, psicologi, e personale
specializzato per la rieducazione psicomotoria e sociale: ,essi devono
occuparsi, in primo luogo, della scelta dei ragazzi che chiedono in gran numero
di essere accolti nell'Istituto. Nel 1951 la prima classe
speciale aperta comprendeva 15 ragazze; oggi l'Istituto accoglie 225
adolescenti, ragazze e ragazzi. Ma, nonostante questi progressi, una
scelta è ancor oggi necessaria, perchè i posti non
sono sufficienti per soddisfare tutte le richieste, in quanto a Lione esiste
soltanto un altro istituto di questo tipo, tenuto dalle Suore di San Vincenzo de' Paoli e limitato alle
ragazze. Il primo criterio che regola questa scelta è il
quoziente intellettuale, che deve essere sempre compreso tra 50 e 70.
Inoltre, i medici e gli psicologi dell'Istituto fanno per così dire, un «bilancio» della personalità di questi ragazzi, della
loro motricità, del loro linguaggio, del loro sviluppo
fisico e soprattutto della loro maturità affettiva.
L'impostazione da cui si è partiti
nell'organizzare l'istituto si basa su considerazioni
apparentemente molto semplici, ma in realtà rivoluzionarie (almeno per la
mentalità corrente): prima di tutto bisogna rinunciare ad agire principalmente
sulle capacità intellettuali di questi soggetti, che sono quelle che sono, e
già nelle scuole elementari dovrebbero essere state sfruttate al massimo;
bisogna invece far leva sulla loro abilità manuale che è possibile esercitare,
migliorare, condizionare, e che può permettere loro la padronanza di un
determinato mestiere. Si è tenuto presente che nella nostra epoca il
collocamento presso l'artigiano è finito: questi infatti
è diventato un operaio specializzato ed evoluto e non può più accontentarsi del
piccolo aiuto che gli possono dare questi insufficienti mentali. Occorre quindi
orientarsi deliberatamente e fin dall'inizio verso la media e la grande
industria che offrono attività che, frustranti per gli
individui normali, sono invece adattissime per gli handicappati. Si tratta di
tutti quei lavori che richiedono ripetizione automatica dei gesti, riflessi
condizionati e risposte meccaniche. Per questo nell'Istituto sono installati
diversi tipi di laboratori di apprendistato. Per i
ragazzi vi sono officine meccaniche con reparti di saldatura, laboratori di
falegnameria industriale, verniciatura, montaggio di
calzature; per le ragazze laboratori di confezione, modisteria, stiratura
industriale, saldatura di sacchetti di plastica, confezione in questi
sacchetti di merce che deve essere esposta e venduta nei negozi, pelletteria,
bigiotteria: tutte queste attività, oltre a preparare le ragazze dal punto di
vista professionale, le aiutano a sviluppare quelle qualità tipicamente
femminili (cura della persona, pulizia, buon gusto) che sono indispensabili
anche per la loro preparazione alla vita familiare. Tutti questi laboratori
sono forniti di macchine speciali modernissime e le attrezzature sono le
stesse adottate dalle industrie. Se infatti si usassero materiali di scarto o
macchine tecnicamente superate si metterebbero i
ragazzi in gravi difficoltà, perchè, al loro ingresso nell'industria, si
troverebbero di fronte a materiali e macchine sconosciuti. A questo proposito
la dott. Dubost ha raccontato che gli insuccessi registrati
all'inizio dell'attività dell'Istituto erano dovuti
proprio al fatto che, per mancanza di mezzi, i laboratori non erano ancora
sufficientemente attrezzati.
E' interessante inoltre notare che
questi laboratori lavorano in collaborazione con alcune grandi industrie di
Lione, il che permette all'istituto di mantenere l'aggiornamento tecnico e di
poter contare su una possibilità di collocamento per questi ragazzi in diversi
settori industriali.
Naturalmente un'educazione
professionale di questo tipo richiede prima di tutto
un'adeguata «educazione del gesto», che viene distinta da quella «psicomotoria»
e dalla psicoterapia propriamente detta. Infatti si è
osservato sistematicamente come i bambini disadattati sul piano sociale a
causa del loro ritardo intellettuale e motorio, lo sono ugualmente sul piano
del tono muscolare. Spesso le turbe psichiche causano delle contrazioni
muscolari, provocando movimenti non coordinati, rigidità di parte o di tutto
il corpo, specialmente della nuca e degli arti superiori e inferiori. Per
ovviare a questi handicaps, l'équipe
di Gerland non segue un metodo unico, ma si avvale
dell'esperienza di tutti gli studiosi della motricità
ed ha perfezionato una serie di esercizi la cui
finalità è strettamente collegata con le necessità insite nel lavoro futuro.
Così gli esercizi di prensione trovano la loro
applicazione ad esempio nella piegatura delle camicie da uomo, nel raggruppare
oggetti simili, nella confezione degli aghi da iniezione; ecc. Gli esercizi di
scioltezza delle articolazioni si ritrovano nella confezione di nodi per lavorazioni industriali: anelli estensibili, cordami in
genere, cordatura delle racchette, ecc. L'acquisizione
di un ritmo nella educazione del gesto è fondamentale e si ottiene utilizzando
mezzi diversi: l'imitazione, l'uso del metronomo e soprattutto la musica: la
cadenza dei movimenti che interessano la mano, le dita, il polso, l'avambraccio,
il braccio, tende a creare una specie di sensibilità ritmica della quale molti
soggetti subnormali sono privi. Ci sono poi altri esercizi che tendono a
diminuire il tempo di reazione, altri ancora che portano ad automatismi che
attenuano lo sforzo necessario al rilassamento muscolare. Delle turbe del
linguaggio, spesso assai gravi, si occupano gli ortofonisti, affiancati da una
équipe medico-psicologica con una opportuna
psicoterapia.
Inoltre l'istituto si avvale
dell'opera di maestri specializzati per impartire ai ragazzi un insegnamento
generale, rivolto non a perfezionare ma soltanto a consolidare le nozioni già
apprese nelle classi elementari: infatti la dott. Dubost è convinta che, dopo i 14 anni, questi insufficienti
mentali hanno già raggiunto una specie di saturazione delle loro possibilità di
conoscenze scolastiche teoriche. La maggiore difficoltà viene dal fatto che
c'è un notevole divario fra l’età mentale e l'età reale del soggetto; mentre da
un punto di vista intellettuale e scolastico gli
adolescenti handicappati sono al livello di una scuola elementare, hanno
tuttavia gli interessi della loro età reale e i problemi relativi (es. di
natura sessuale). Il loro interesse scolastico è generalmente scarso, sia per
la loro caratteristica difficoltà di concentrazione, sia perchè sanno ormai per
esperienza che non riusciranno mai a raggiungere il grado di
istruzione degli altri ragazzi. Per questo è necessario sdrammatizzare
gli insuccessi passati ed evitarne di nuovi, con un insegnamento individualizzato,
che richieda ad ogni alunno solo uno sforzo relativo
alle sue possibilità. Esso deve essere inoltre pratico (attraverso uno stretto
collegamento tra vita pratica e necessità del lavoro e studio), vivo e attuale
in modo da suscitare nei ragazzi il massimo interesse
e la massima attenzione. Ad esempio, per insegnare a questi giovani le nozioni fondamentali
dell'aritmetica (le quattro operazioni, i numeri decimali, le frazioni);
maestri specializzati dell'Istituto partono dal salario che molti di essi già percepiscono, per chiarire i concetti di compenso
orario, trattenute, contributi per la mutua, ecc. e calcolarli. Lo spunto del
salario serve anche per un insegnamento di tipo sociale, poiché permette,
sempre attraverso esempi concreti e conosciuti dai ragazzi, di insegnare come
si deve spendere il denaro e la necessità del risparmio e come, essendo
inseriti in una comunità lavorativa, ognuno di essi
debba sentirsi impegnato a mantenere il ritmo e il rendimento da essa richiesti.
Nell'insegnamento della lingua si dà una particolare importanza al vocabolario
tecnico (macchine, utensili, materiali), che servirà loro nel futuro lavoro,
il che permette anche di impartire qualche facile nozione di tecnologia.
Un altro compito molto importante
affidato ai maestri e agli assistenti sociali è quello di insegnare
ai ragazzi il modo migliore di sfruttare e organizzare il tempo libero, dando
loro esempi validi di attività sportive e ricreative che possano essere
continuate anche quando siano usciti dall'Istituto. E'
infatti assolutamente necessario che questi giovani, destinati
nell'industria ad un lavoro particolarmente automatizzato e privo di
iniziativa, possano trovare un compenso in una vita privata meglio organizzata,
varia e interessante. Vengono per questo organizzati gruppi sportivi per il
calcio e la pallacanestro, giochi vari a squadre e regolari gite mensili
realizzate con l'appoggio dell'organizzazione scoutistica francese,
partecipazioni a manifestazioni sportive o ricreative del quartiere o della
parrocchia.
Tutti i ragazzi vengono
accolti nell'Istituto secondo la formula dell'esternato: vengono cioè al
mattino e tornano alla sera in seno alle loro famiglie. Il programma viene svolto durante l'anno scolastico, che dura dall'8
settembre al 13 luglio, e in un mese di colonia specializzata durante le
vacanze estive. L'orario di lavoro è di 40 ore settimanali, 8 ore per cinque
giorni alla settimana (esclusi il sabato e la
domenica).
Le ragazze lavorano ogni giorno
dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18 e i ragazzi dalle 8 alle 12 e dalle 13,30
alle 17,30. Per il pasto di mezzogiorno tutti
usufruiscono del moderno ristorante dell'Istituto, gestito in collaborazione
con il Comune. Quasi tutti i ragazzi arrivano al
mattino da soli, anche se devono prendere due o più mezzi di trasporto;
soltanto pochi genitori iperprotettivi, dei quali
bisogna cercane di modificare la mentalità, accompagnano ancora i figli con
l'automobile o con l'autobus. E' questo un esempio particolare dell'opera
generale di appoggio e di educazione delle famiglie,
che si cerca di attuare sia mediante regolari riunioni di genitori organizzate
dalla direzione dell'Istituto, sia soprattutto attraverso frequenti contatti
personali dei vari membri della famiglia con il personale specializzato
dell'Istituto. E' infatti considerato un fattore
essenziale per il successo dell'opera di rieducazione, conoscere ed eventualmente
indirizzare e migliorare le capacità e le possibilità educative della famiglia
e contribuire a farle accettare la situazione del ragazzo handicappato,
informandola costantemente dell'evoluzione e degli sviluppi che si verificano
durante l'anno scolastico.
Per concludere,
l'istituto medico-professionale di Gerland non
sollecita la pietà o la carità di nessuno nel mondo del lavoro e dell'industria;
esso si propone invece, in modo concreto e senza illusioni ottimistiche, di
formare dei giovani che siano capaci di compiere il lavoro che sarà loro
affidato. Infatti la situazione economica attuale non
permette più di sollecitare dagli uni o dagli altri una generosità che non può
durare sempre e che d'altra parte peserebbe sui ragazzi, che verrebbero a
trovarsi in una situazione paternalistica e protettiva che diminuirebbe, anziché
sviluppare, la loro personalità. Per questo deve essere ben chiaro che si deve cercare con ogni mezzo di trasformare questi
adolescenti handicappati in giovani capaci di condurre una vita indipendente e
quindi anche di svolgere un lavoro corretto e onesto, al livello delle loro
possibilità.
a cura di Maria Teresa Bertolini Roberti
L'Istituto medico-professionale
diretto dalla Signora Dubost ha sede in Lione, Avenue Jean-Jaures 280, tel.
726532.
Nel corso della conferenza è stato
proiettato un interessantissimo documentario girato nell'Istituto di cui
illustrava le attività principali di rieducazione gestuale e
psicomotoria e di addestramento professionale. L'Unione Italiana per
L'Istituto di Lione ha realizzato
anche un altro documentario sulle attività dei laboratori.
Istituto medico professionale di Lione
Risultati ottenuti dal 1957 al 1963
N. degli apprendisti preparati |
Collocati nel settore professionale |
Collocati in altri settori |
Avviati nei laboratori protetti |
ragazzi 189 |
168 (88,8%) |
13 (7,2%) |
8 (4%) |
ragazze
195 |
158 (81,01%) |
26 (13,35%) |
11 (5,64%) |
(1) Per Istituti in
Francia si intendono non solo gli internati ma anche i semi-internati (con
ritorno dei minori in famiglia al sabato e alla domenica e nei periodi di vacanza)
e gli esternati (con ritorno in famiglia tutte le sere) come nel caso
dell'istituto medico-professionale di Lione.
www.fondazionepromozionesociale.it