Prospettive
assistenziali, n. 5-6, gennaio-giugno 1969
STUDI E DOCUMENTAZIONI
PROGRAMMA DI UN LABORATORIO PROTETTO A VELJE-JUNTLAND - DANIMARCA, UNA
DELLE UNDICI ISTITUZIONI DANESI PER INSUFFICIENTI MENTALI (1).
Stralcio dalla REVUE INTERNAZIONALE
DE L'ENFANT vol. XXIX, 1965, N. 1, pg. 212 e segg.
Il laboratorio di Velje - piccola città di circa 35.000 abitanti - è stato
creato nel 1960.
L'inizio fu molto modesto: un solo
locale situato nello scantinato di una scuola.
I primi operai, 12, erano per la
maggior parte «imbecilli» che avevano vissuto fino allora in casa propria e non
avevano quindi il minimo di esperienza di occupazione
o lavoro.
L'esiguità del locale non permetteva
inoltre che si iniziassero attività con macchinari o
che richiedessero spazio per deposito di merce.
Si iniziò così col fabbricare oggetti
per decorazioni natalizie (come agrifoglio artificiale) e col fissare
fermagli alle etichette per bagagli di una compagnia aerea.
L'ardore e l'interesse dei primi operai furono davvero soddisfacenti ed anche i genitori più
scettici si resero conto che i propri figli potevano
raggiungere il posto di lavoro autonomamente, servendosi dei mezzi pubblici
di trasporto.
Entro sei mesi il laboratorio si
dimostrò insufficiente, perciò si ingrandì tanto da
poter ospitare 30 operai.
Fu possibile modificare progressivamente
il tipo di attività ed accettare handicappati di
diversa gravità: in particolare coloro che sembravano suscettibili di una
preparazione in vista del loro inserimento in un lavoro normale, in seno alla
comunità.
Con il 1962 il laboratorio traslocò
una seconda volta per una soluzione quasi ottimale. Infatti
il numero delle domande ed i diversi gradi di possibilità di lavoro degli
operai, esigevano che si suddividessero per tipi e gruppi di lavoro.
Ora il laboratorio dispone di
Sin dall'inizio gli organizzatori
hanno cercato di «non fare del laboratorio una terra isolata dal resto della
comunità»; i parenti e gli amici degli operai sono ammessi al laboratorio
senza alcuna difficoltà, anzi favoriscono le loro visite con riunioni ed
incontri periodici.
Infatti sia che l'operaio venga destinato
a lavorare nel laboratorio protetto, sia che si pensi di poterlo occupare in
un'impresa privata dopo il periodo di formazione, è sempre molto importante
che i responsabili del laboratorio, i parenti, i fornitori del lavoro e tutti
coloro che sono a contatto del lavoratore, si sentano corresponsabili
dell'esito e del progredire dell'iniziativa.
I responsabili del laboratorio
inoltre tengono informata la comunità, tramite la stampa locale e la radio,
dei problemi e delle prospettive del laboratorio.
Anche gli industriali ed i direttori
delle imprese che forniscono il lavoro, i rappresentanti dei servizi pubblici
(ad esempio dell'ufficio di collocamento), hanno
dimostrato una maggiore capacità di collaborazione dopo che hanno avuto modo
di vedere di persona il rendimento e la serenità del laboratorio.
Notizie
sull'organizzazione del lavoro
Il lavoro è suddiviso in due
distinte sezioni.
Nel primo laboratorio gli operai
sono suddivisi in tre gruppi:
a) gruppo di osservazione
b) gruppo di montaggio
c) gruppo di preparazione per il
secondo laboratorio.
Al gruppo di osservazione
partecipano gli handicappati gravi, quelli che non sono in grado di lavorare a
ritmo per tutta la giornata o di lavorare in gruppo.
Il lavoro viene
eseguito sotto la guida di un istruttore: in genere si lavora con carta o
cartone.
Le ore di lavoro vengono alternate
con canto, movimenti ritmici, giochi che favoriscono una vita sociale; ad essi si impartiscono anche nozioni di istruzione elementare.
Vivono abitualmente con i genitori
ai quali il centro regionale per gli handicappati versa una pensione.
Il lavoro viene
retribuito su tariffe fissate per il lavoro a cottimo, nei limiti di importi
massimi e minimi preced-entemente fissati.
Nel gruppo di montaggio si eseguono
lavori per l'industria: di preferenza sono prodotti dell'industria della carta
o del montaggio di bambole; una sola operaia è
occupata in lavori di cucitura.
Gli orari di lavoro sono regolari,
la giornata può però essere interrotta, in ragione di qualche ora per
settimana, da periodi dedicati all'istruzione elementare; tutti gli operai
ricevono un salario a cottimo, ma la tariffa è calcolata con un criterio
diverso da quella del gruppo di osservazione.
Questi operai possono anche
risiedere al Centro regionale per handicappati che si trova a
Per il gruppo di preparazione per il secondo laboratorio le ore di lavoro sono le
stesse dell'industria. Questi operai devono acquistare una buona
attitudine al lavoro ed imparare a lavorare senza interruzioni; il
lavoro consiste in compiti di montaggio con varie difficoltà, per esempio: si
sono montate migliaia di chitarre, una grande quantità di lampade, ecc.
Questo gruppo è diretto da un
operaio qualificato, nell'interesse della produzione
ed in quello della formazione pratica; il suo salario è ovviamente più elevato
di quello degli altri gruppi.
Il secondo
laboratorio:
Lo scopo del secondo laboratorio è
di mettere l'operaio in condizione di parità con gli operai delle industrie.
E' necessario quindi che questo funzioni come una fabbrica normale; esso è quindi inserito
nella zona industriale e chi lo visita quasi non si accorge di essere in un
laboratorio protetto.
Il lavoro consiste in una produzione
meccanizzata: una sezione cura articoli semi-lavorati per l'industria
siderurgica, l'altra per l'industria del legno.
Sono stati deliberatamente scelti
due tipi di produzione, al fine di essere meno
vulnerabili in caso di modificazioni di mercato.
L'orario di lavoro è uguale a quello delle industrie (ore 7-16 per 5 giorni alla
settimana); gli operai eleggono inoltre i propri rappresentanti.
Per quanto concerne la retribuzione, il sistema di pagamento è differente da
quello degli altri gruppi e l'importo equivale ai 2/3 del salario di un
lavoratore dell'industria.
Da oltre un anno e mezzo i dirigenti
del laboratorio hanno ottenuto di versare il salario direttamente al
lavoratore, perché egli acquisti la capacità di
organizzare la propria vita.
Nondimeno, non dimenticando che si tratta di
persone handicappate, si è organizzato presso il laboratorio un ufficio di
consultazione aperto un'ora, nel giorno in cui pagano gli stipendi.
Vengono così date istruzioni affinché
l'interessato contribuisca al suo mantenimento in famiglia o al Centro
regionale, e possa realizzare economie e farsi un bilancio.
Educazione
tecnico-sociale
L'anno scorso è stato organizzato,
per un periodo di prova di 9 mesi, un programma di educazione
speciale per gli operai del gruppo di preparazione e del secondo laboratorio.
Un giorno alla
settimana gli operai hanno avuto quattro ore di istruzione su:
- norme di comportamento sul lavoro,
- uso dei macchinari,
- notizie sui prodotti del laboratorio,
- notizie sulle istituzioni sociali, sulle assicurazioni,
- sui sindacati.
I corsi vennero
tenuti dagli assistenti sociali e dal personale del laboratorio.
Un piano di studio, basato su questo esperimento, è stato ora definito ed andrà ad integrare
il programma regolare.
Sotto il profilo ricreativo sociale,
da più anni vengono organizzate riunioni serali che comprendono: film, giochi
vari e spettacoli.
Ai membri del gruppo osservazione e
montaggio vengono anche offerte possibilità di vacanze
in campi estivi e escursioni di fine settimana. Una volta all'anno
viene organizzato un viaggio turistico in Germania.
Gli operai del secondo laboratorio
hanno la possibilità di fare parte di un club, per conto
loro. Anche per loro si sono organizzati viaggi, ma si
è avuto l'accorgimento di seguire lo stesso criterio che guida l'organizzazione
di qualsiasi viaggio turistico.
Osservazioni finali
Quando si iniziò
il lavoro cinque anni fa, nessuno osava pensare ad un progresso di queste
dimensioni.
In pochi anni, la comunità si è resa
conto che il lavoro realizzato in un laboratorio protetto deve essere rimunerato
secondo gli stessi principi della fabbrica.
Un altro risultato importante è
stato ottenuto nel senso che 20 operai ed operaie hanno trovato impiego
nell'industria, dopo 2 anni e mezzo di formazione
nel laboratorio.
Si è inoltre constatato che molti
handicappati potranno vivere fuori della famiglia e del Centro regionale: sarà
possibile organizzare per il futuro piccoli «foyers» che possono avere un ruolo indipendente nel
programma di recupero di queste persone.
(1) Ringraziamo
l'UNIONE INTERNAZIONALE PER
www.fondazionepromozionesociale.it