Prospettive
assistenziali, n. 5-6, gennaio-giugno 1969
SPECCHIO NERO
SUL PROCESSO PER I FATTI DEI CELESTINI DI PRATO
«Paradossalmente - ha affermato il
pubblico ministero - prima ancora che l'istruttoria che ha dato origine a questo
processo arrivasse sul tavolo del magistrato, ce
n'era già una, compiuta ma rimasta nei cassetti di enti pubblici, di
provveditori agli studi, di medici provinciali e financo
di prefetti; una istruttoria che, nel corso del procedimento, corrispondeva,
come mi accorsi, all'istruttoria penale che stava scoprendo quello che si era
nascosto dietro la facciata del pio istituto pratese.
Questi documenti, non avulsi dal contesto
processuale, costituiscono una prima prova e suscitano un senso di sgomento
per l'inazione degli organi pubblici che come pubblico ministero sento il dovere
di sottolineare. Non solo - infatti - rappresentano uno squarcio profondo
nella vita dei «celestini», ma della nostra vita pubblica. E' incredibile che
soltanto l'iniziativa di un singolo abbia costretto, alla fine, ad aprire i
tanti cassetti chiusi e farne uscire quelle prove che si bloccavano davanti
all'isola delle infelicità che era l'istituto diretto
da Padre Leonardo».
«Legittimo era dunque chiedersi se
solo l'odore di santità del vecchio frate direttore - ha proseguito il dottor
Vigna - ostacolava le inchieste oppure altri interessi che avevano creato
quell'aura di immunità che si pensava di poter godere
e che è all'origine dei reati di cui oggi si discute».
da Il
Resto del Carlino del 29 novembre 1968.
In
un prossimo numero tratteremo ampiamente dei fatti dei Celestini di Prato.
Per
il momento ci sembra sufficiente domandare alle autorità preposte al controllo
degli istituti di assistenza che cosa mai abbiano
vigilato.
Ancora
più preoccupante è la mancanza di procedimenti giudiziari e amministrativi a
carico dei «pubblici ufficiali» che hanno omesso di vigilare e di segnalare i
fatti alle competenti autorità.
Ricordiamo
che sulle istituzioni pubbliche e private di assistenza
hanno poteri e soprattutto doveri di vigilanza, in base a precise norme
legislative, fra altri:
- il Ministero
dell'Interno;
- i Prefetti;
- i Consiglieri di
Prefettura addetti all'assistenza pubblica;
-
le Commissioni prefettizie di vigilanza di cui all'art. 77 della L. 8 giugno 1942 n. 826 che devono «visitare almeno una
volta ogni bimestre i brefotrofi, le case di ricezione e gli analoghi istituti
che provaredono all'assistenza degli illegittimi»;
- le amministrazioni
dei brefotrofi che (articolo 16 del r.d.l. 8 maggio 1927 n. 798) debbono esercitare, mediante periodiche visite di speciali
ispettori un continuo controllo sul trattamento dei minori collocati a baliatico
o in allevamento esterno;
- l'Opera nazionale
per la protezione della maternità e infanzia;
- il Ministero della
sanità;
- i medici
provinciali;
- gli ufficiali
sanitari;
- i giudici tutelari
che debbono soprintendere alle tutele esercitate da
persone fisiche ed ai poteri tutelari esercitati dagli istituti pubblici e
privati di assistenza ai sensi dell'art. 402 del codice civile;
- gli enti che
affidano i bambini ad istituti di assistenza.
Per
quanto concerne i fatti di Prato, rileviamo che essi vennero
portati a conoscenza delle Autorità scolastiche fin dal 13 giugno 1956 per
merito di una insegnante e denunciati poi solennemente addirittura con
deliberazione 2 settembre 1963 dal Consiglio Comunale di Prato e che solo nel
E'
altresì significativo rilevare che i fatti di Prato
non sono che uno dei tanti, troppi fatti denunciati dalla stampa e basterà
ricordare quanto accadde a Cinzano e Vernone (Torino), a Napoli, a Brindisi, a Pescara, a
Catanzaro e in numerose altre località e che sono stati quasi sempre privati a
denunciare i casi di violenze subite dai bambini e dai fanciulli in istituti pseudo assistenziali.
Ricordiamo
infine che, ad eccezione delle puericultrici richieste per i bambini fino a
sei anni, nessuna norma di legge prescrive una qualsiasi
idoneità e capacità per essere dirigente o assistente di istituti di
assistenza di minori.
La
trascuratezza, in cui è lasciato il settore
dell'assistenza ai minori, favorisce certamente la presenza, quali dirigenti ed
«educatori», di persone inidonee, quando non con gravi deviazioni della
personalità (sadici, omosessuali, ecc.).
I
fatti di Prato pongono dunque ancora una volta, e brutalmente, sul tappeto il
problema dell'assistenza all'infanzia e la necessità di urgenti
provvedimenti.
INIZIATIVA DELLA PROVINCIA DI TORINO: UNA NUOVA ISO
Con delibera del 15 luglio 1968,
L'istituto dovrebbe essere composto
di due parti:
- un internato per 144 minori insufficienti mentali ripartiti
in 12 case di abitazione;
- una scuola per i 144 interni e per 56 esterni. Accanto alla
scuola sono previsti: un reparto di osservazione, gli
alloggi per il personale ed i servizi generali.
Questa decisione si riallaccia
all'intendimento della Provincia di Torino di costruire nel 1965 un istituto di
500 posti, proposta che era stata contrastata
dall'Unione Italiana per
Poiché l'area su cui dovrebbe
sorgere il progettato istituto è di
Parliamo di isola
di segregazione in quanto la vita dei minori istituzionalizzati trascorrerebbe
tutta nelle costruzioni progettate e cioè nell'internato e nella scuola, senza
alcun contatto con la vita esterna.
Sconcertante
è il fatto che la decisione sia stata presa senza che
Significativo è il tentativo di giustificare la
validità della costruzione dell'istituto, peraltro prevista in una zona
decentrata ed isolata del Comune di Grugliasco. Si
legge infatti nella relazione: «L'idoneità di questa
soluzione risulta ora verificabile sulla base dello
studio progettuale di massima allestito, secondo le intese, dalla Divisione
Edilizia degli uffici tecnici provinciali...».
Avevamo
sempre creduto che l'idoneità di una soluzione fosse verificabile solo dalle
ricerche effettuate sui bisogni e sui mezzi atti a
soddisfarli. Apprendiamo ora che la validità delle soluzioni è dimostrata
dalle piante, dalle sezioni e dalle facciate della costruzione!
Non
sarebbe ora che
CENTRO DI OSSERVAZIONE DI TORINO
Su richiesta dell'Unione Italiana per
Il verbale d'ispezione sopralluogo
è così redatto:
«Il giorno 22 gennaio 1969 il
sottoscritto Dr. Clemente MESSANA, Medico Provinciale di Torino, ha ispezionato
il Centro di osservazione presso l'Istituto Ferrante
Aporti sito in Corso Unione Sovietica
Tutti i locali appaiono igienicamente
non rispondenti per quanto riguarda soprattutto la cubatura, l'illuminazione e la aerazione; insufficienti del tutto anche i servizi
igienici, soprattutto nella sezione di Custodia preventiva ove manca tra
l'altro anche il riscaldamento nelle celle.
La cucina appare molto umida perché
interrata; manca un isolamento con servizi igienici propri.
Si consiglia di diminuire il numero
dei ricoverati, in attesa di una ristrutturazione
radicale o di un rifacimento dell'edificio da attuarsi nel più breve tempo possibile».
Attendiamo
che le autorità adottino i necessari provvedimenti,
la cui urgenza è dimostrata dal fatto che la intollerabile situazione del
Centro di osservazione continua nonostante che le autorità ne siano a
conoscenza da anni.
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