Prospettive
assistenziali, n. 7, luglio-settembre 1969
ATTUALITA'
INSUFFICIENZA
NUMERICA DEGLI ASSISTENTI SOCIALI
Se grave è
l'insufficienza numerica degli assistenti sociali in Europa, la situazione è allarmante nel nostro paese, ove il titolo professionale non
è neppure riconosciuto. Basti pensare che presso il Ministero dell'interno, al
quale sono affidate le più importanti attribuzioni in materia di assistenza, non presta servizio un solo assistente
sociale.
Riportiamo i testi:
- della
Raccomandazione 466 (1966), approvata dall'Assemblea consultiva del Consiglio
d'Europa il 29 settembre 1966, relativa alla insufficienza
numerica degli assistenti sociali in Europa;
- della Risoluzione 16
(67), adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio
d'Europa il 29 giugno 1967, sul ruolo, formazione e statuto degli assistenti
sociali.
Raccomandazione relativa all'insufficienza numerica degli assistenti sociali
in Europa.
L'Assemblea,
1) Considerato che la nozione di
servizio sociale, quale attività diretta a migliorare l'adattamento reciproco
sia materiale che morale e psicologico delle persone,
delle famiglie e dei gruppi, e dell'ambiente sociale nel quale essi vivono, è
accettata in tutti i Paesi membri del Consiglio d'Europa ed è inserita
nell'art. 14 della Carta sociale europea;
2) Considerato che la situazione
dell'impiego degli assistenti sociali, che sono i principali operatori del
servizio sociale, si caratterizza nella maggior parte dei paesi europei per una
scarsità di effettivi, dovuta a numerosi abbandoni
della professione e ad un certo disinteresse delle scuole di insegnamento
specializzato;
3) Considerato che le cause di
questa crisi sono dovute principalmente ad un deterioramento
relativo alla situazione materiale, morale e giuridica della professione;
4) Preso atto che al ruolo, alla
formazione e allo studio del personale dei servizi sociali è stata assegnata
una collocazione di rilievo nel programma di lavoro
delle attività intergovernative del Consiglio d'Europa per il 1966;
5) Preso atto del rapporto della sua
commissione sociale (Doc. 2132);
6) Raccomanda al Comitato dei
Ministri di tenere in considerazione, al momento delle decisioni che sarà
chiamato a prendere a breve scadenza in materia, sia
la situazione critica dovuta all'insufficienza numerica di assistenti sociali,
sia i mezzi che permettono di rimediarvi e in particolare:
6.1) il miglioramento della figura e
della situazione morale degli assistenti sociali;
6.2) l'istituzione o il
rafforzamento, a seconda dei casi, delle disposizioni relative
alla professione, fatto che richiede in particolare la protezione
giuridica del titolo di assistente sociale;
6.3)
l'armonizzazione delle disposizioni vigenti nei paesi membri del Consiglio
d'Europa;
6.4) lo sviluppo dell'insegnamento e
soprattutto della formazione complementare, della specializzazione e della
riqualificazione degli assistenti sociali in servizio e delle persone
desiderose di riprendere la professione dopo averla lasciata;
6.5) il miglioramento della
rimunerazione, nonché delle condizioni di lavoro;
6.6) l'aumento del numero e degli
importi delle borse di studio erogate agli allievi delle scuole di insegnamento specializzato;
6.7) il miglioramento delle
prospettive di avanzamento con la creazione di una
vera carriera, ciò che permetterebbe nello stesso tempo di avere un numero più
elevato di assistenti sociali uomini;
6.8) Raccomanda inoltre al Comitato
dei Ministri di includere nel programma di lavoro intergovernativo del
Consiglio d'Europa lo studio del ruolo che il servizio sociale è chiamato ad
occupare nelle strutture e nella politica sociale dei paesi membri del
Consiglio nel corsa degli anni futuri.
A seguito di questa Raccomandazione
il Comitato dei Ministri ha adottato la seguente «Risoluzione relativa al ruolo, formazione e
statuto degli assisterti sociali».
Il Comitato dei Ministri:
Considerato che scopo del Consiglio
d'Europa è la realizzazione di una unione più stretta
fra i suoi Membri, soprattutto al fine di favorire il loro progresso sociale;
Considerato che in base all'art. 14
della Carta sociale europea le parti contraenti accettano taluni obblighi in
vista di assicurare l'esercizio effettivo del diritto al beneficio dei servizi
sociali e che l'art. 19 della Carta contiene delle disposizioni relative ai servizi sociali per i lavoratori migranti;
Considerato che i progressi della
legislazione sociale e le nuove ricerche concernenti l'uomo
ed il suo ambiente aprono nuovi campi di azione e richiedono nuovi metodi di
servizio sociale, che la collaborazione europea accresce considerevolmente il
bisogno di servizi sociali operanti in più paesi, e la necessità di tendere ad
una armonizzazione della formazione, dei metodi, ecc.;
Considerata
Considerato che, in tutti i paesi
d'Europa, un numero sempre maggiore di assistenti
sociali è necessario per far fronte ai bisogni nuovi e in continua
trasformazione e che, di conseguenza, la formazione degli assistenti sociali e
quella dell'altro personale dei servizi sociali sono divenute problemi di
primaria importanza;
Coscienti dei
fatto che, in molti paesi, gli assistenti sociali sono ostacolati nello
svolgimento del lavoro da condizioni sfavorevoli, quali la mancanza di
condizioni per una adeguata formazione, particolarmente per quanto concerne la
formazione che dà accesso a incarichi direttivi, la mancanza di possibilità di
carriera e di uno statuto riconosciuto;
Considerato che questa situazione
rende molto difficile il reclutamento di nuovi assistenti sociali;
Preso atto dello studio del comitato
sociale «Funzioni, formazione e statuto degli assistenti sociali
nei paesi membri del Consiglio d'Europa»;
Sottolineata l'interdipendenza stretta fra le
funzioni, la formazione e lo statuto del personale dei servizi sociali;
Invita i governi membri a tenere
conto, nello sviluppo ulteriore dei loro servizi
sociali, dei seguenti principi e suggerimenti.
Le funzioni degli
assistenti sociali.
Il servizio sociale è un'attività
professionale specifica diretta a favorire un migliore adattamento reciproco
delle persone, delle famiglie, dei gruppi e dell'ambiente sociale nel quale
essi vivono ed a sviluppare il senso di dignità e di responsabilità degli
individui, facendo appello alle capacità delle persone, alle relazioni interpersonali
e alle risorse della collettività.
Questo obiettivo è fondamentale;
tuttavia i mezzi concreti di realizzazione variano
secondo le strutture economiche e sociali dei diversi paesi. La comparsa di
nuovi bisogni sociali provoca un allargamento del campo d'azione degli
assistenti sociali nello stesso tempo in cui si elaborano nuovi metodi di
servizio sociale.
Al fine di permettere agli
assistenti sociali - in questo documento si designano con questo termine le
persone che esercitano quali professionisti le attività
sopra definite - di svolgere le loro funzioni nel modo più efficace possibile,
vengono fatte le seguenti raccomandazioni:
1) In ogni paese, lo studio delle
funzioni degli assistenti sociali dovrebbe essere costantemente aggiornato e
sviluppato. Questo studio che potrebbe essere, in particolare, facilitato dalla
compilazione di dati statistici concernenti il settore, indicherebbe non solo i
compiti ai quali gli assistenti sociali, tenuto conto della loro qualificazione
professionale e dei bisogni della popolazione, dovrebbero essere adibiti, ma
altresì i compiti che non sono di loro competenza e
che dovrebbero essere affidati ad altre persone.
2) Stante la complessità dei
problemi umani e l'interdipendenza dei loro elementi, è necessario dare agli
assistenti sociali la possibilità di lavorare in collaborazione
temporanea o continua con specialisti di altre professioni, come ad esempio i
medici, gli psicologi, gli insegnanti, ecc. Tenuto conto della su indicata
complessità, gli assistenti sociali che lavorano a tempo parziale e gli
ausiliari sociali dovrebbero essere anch'essi messi in condizione di assumere
la loro parte di responsabilità nei confronti dei bisogni crescenti della
società.
3) L'attenzione dei diversi settori
del servizio dovrebbe essere richiamata sugli aspetti preventivi della stessa
misura di quelli curativi: una migliore conoscenza dei bisogni o dei mezzi atti
a risolverli permette, in effetti, di evitare problemi più difficili e più
onerosi per la collettività.
4) Dovrebbe altresì essere tenuto in
considerazione che una delle responsabilità degli assistenti sociali è quella
di aiutare la comunità a promuovere servizi preventivi e curativi, per esempio
sviluppando la partecipazione della popolazione interessata.
5) La partecipazione di assistenti sociali alla ricerca sociale è auspicabile.
6) Gli assistenti sociali e le loro
associazioni dovrebbero concorrere allo sviluppo della politica sociale facendo
conoscere i bisogni della popolazione e fornendo il loro parere sui mezzi atti
a risolverli.
7) Gli assistenti sociali e le loro
associazioni dovrebbero essere incoraggiati a svolgere un ruolo costruttivo
nella predisposizione delle misure sociali a livello centrale o locale.
La formazione degli
assistenti sociali.
La formazione per il servizio
sociale tende a dare agli studenti assistenti sociali le conoscenze, le capacità
e le attitudini necessarie a svolgere efficacemente le loro funzioni. Le scuole
di servizio sociale sono state istituite per fornire il numero di assistenti sociali qualificati, necessario a ciascun
paese. Esse potrebbero, inoltre, partecipare alla formazione di altre persone
la cui funzione principale non è il servizio sociale, ma la stretta
collaborazione con i servizi sociali, come ad esempio i medici, gli psicologi,
i sociologi, i funzionari amministrativi.
Vengono fatte le seguenti raccomandazioni:
1) I governi dovrebbero accertare
che le scuole di servizio sociale esistenti dispongano dei
mezzi necessari per far fronte ai suddetti bisogni, tenuto conto del fatto che
gli assistenti sociali hanno dei campi di azione diversi sia nell'assicurare i
servizi sociali di base sia nello svolgimento dei compiti di supervisione,
consulenza, amministrazione, insegnamento e ricerca. Una formazione a livelli
diversi può essere necessaria.
2) In vista di armonizzare su base
europea la preparazione per il servizio sociale e di facilitare la conclusione di accordi bilaterali sul riconoscimento delle qualifiche
equivalenti, si dovrebbe cercare di far accettare agli Stati membri gli stessi
principi di formazione.
3) I programmi dovrebbero
comprendere lo stesso insieme di conoscenze delle tre principali materie
seguenti: studio dell'uomo, studio della società e dei
servizi sociali, teorie e metodi di servizio sociale.
4) La formazione pratica è una parte
essenziale nella formazione per il servizio sociale ed i governi dovrebbero
incoraggiare gli organismi sociali e le istituzioni a contribuire a questa
formazione mettendo a disposizione agevolazioni atte a permettere agli
studenti di svolgere lavori pratici sotto supervisione.
5) Il corpo insegnante delle scuole
di servizio sociale dovrebbe comprendere un numero sufficiente di professori
che lavori a tempo pieno. Fra i professori a tempo parziale, vi potranno essere
sia assistenti sociali sia persone di altre
professioni.
6) I programmi dovrebbero essere
preparati e la loro valutazione dovrebbe essere fatta in collaborazione fra le
scuole di servizio sociale ed i servizi sociali.
7) Dovrebbero essere prese misure al
fine di armonizzare i programmi di studio di tutte le
scuole di servizio sociale. Una grande attenzione
dovrebbe essere rivolta, nei paesi in cui queste materie non fanno ancora parte
dei programmi, all'insegnamento del servizio sociale di gruppo, del servizio
sociale di comunità e dell'amministrazione sociale. Questo insegnamento
dovrebbe comprendere dei tirocini.
8) Un periodo di formazione generale
dovrebbe precedere la specializzazione degli
assistenti sociali. Se, per motivi particolari, viene
data la preferenza ad una formazione specialistica, si dovrà tuttavia includere
una parte la più importante possibile di formazione generale.
9) I governi potrebbero promuovere,
quando necessario, l'organizzazione di corsi a tempo parziale di un livello
equivalente per rispondere ai bisogni delle persone che non hanno la
possibilità di ricevere una formazione con la frequenza a tempo pieno dei
corsi.
10) Una formazione complementare
dovrebbe essere promossa sia dalle stesse scuole di servizio sociale, sia dalle
organizzazioni professionali, sia dagli organismi di servizio sociale, sia da
altri organismi.
11) Dovrebbero esservi delle
possibilità di formazione superiore per gli assistenti sociali desiderosi di
assumere incarichi di professore di servizio sociale o
posti direttivi nei servizi sociali o di intraprendere ricerche; la possibilità
di legare la formazione superiore all'insegnamento universitario dovrebbe
essere studiata.
12) Gli studenti che ne hanno
bisogno, dovrebbero, nella misura in cui le risorse economiche e finanziarie
lo permettono, ricevere adeguati assegni di studio durante il corso di
formazione per il servizio sociale frequentato presso enti, il cui funzionamento
è assicurato o autorizzato dall'autorità competente.
13) Gli assistenti sociali
dovrebbero beneficiare in tutta la misura del possibile di agevolazioni
per partecipare a gruppi di studio, seminari, ecc., organizzati su scala
nazionale o a livello internazionale, come pure a scambi internazionali e ad
altri programmi. I datori di lavoro degli assistenti sociali dovrebbero essere
incoraggiati ad accordare queste facilitazioni.
Lo statuto degli
assistenti sociali.
Considerato che è ormai ammesso che
gli assistenti sociali devono avere uno statuto conforme alle loro
responsabilità professionali, vengono fatte le
seguenti raccomandazioni:
1) Se del caso e in tutta la misura del possibile, dovrebbero essere prese disposizioni per
proteggere nei diversi paesi il titolo di studio che gli assistenti sociali
qualificati hanno acquisito.
2) Agli assistenti sociali
dovrebbero essere accordate nel servizio sociale
responsabilità adeguate di carriera e salari equi.
3) La natura confidenziale delle
informazioni date dal cliente all'assistente sociale dovrebbe essere
riconosciuta e rispettata.
4) Gli assistenti sociali per il
personale delle aziende dovrebbero godere, da parte dei loro datori di lavoro,
della più completa possibile indipendenza nell'esercizio delle loro funzioni
nell'ambito dell'azienda; la natura spesso delicata e confidenziale del loro
lavoro dovrebbe essere riconosciuta e rispettata dal datore di lavoro e degli
altri servizi responsabili dell'impresa.
5) I governi dovrebbero favorire le
misure ed i processi di sviluppo che possono consentire agli operatori sociali
di uno stato membro del Consiglio d'Europa di trovare un impiego nel territorio
di un altro stato membro.
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