Prospettive
assistenziali, n. 7, luglio-settembre 1969
SPECCHIO NERO
ORDINE DI SERVIZIO DEL 28
DICEMBRE 1967 DI UNA CASA DI RIEDUCAZIONE
L'ISTITUTO-LAGER DI GROTTAFERRATA: LE SEMPLICISTICHE GIUSTIFICAZIONI
DELLA PREFETTURA DI ROMA
Sulla vicenda dell'istituto-lager di
Grottaferrata
«Si tratta non di un istituto di
ricovero riconosciuto quale istituzione pubblica di assistenza
e beneficenza ai sensi di legge né di istituto provato riconosciuto a norma
dell'art. 12 del Codice Civile, ma soltanto di una vera e propria attività
privata esercitata abusivamente dalla signorina Pagliuca
in un edificio di sua personale proprietà. I locali furono ispezionati nel
1965 da un funzionario della prefettura di Roma in virtù dei
poteri di vigilanza generica attribuiti dall'art. 2 della legge 17 luglio 1890 e
ne fu disposta la chiusura essendo risultati inidonei e assolutamente carenti
le attrezzature. La chiusura fu regolarmente eseguita e i minori ricoverati
furono trasferiti presso altre idonee istituzioni.
Ciononostante - continua il comunicato
della prefettura -
Infine, il 9
gennaio scorso il padre di uno dei ricoverati, morto, interessò il ministro
della Sanità, il quale a sua volta incaricò il medico provinciale di fare gli accertamenti
necessari; in seguito alle indagini il medico provinciale in data 7 maggio
scorso ha informato la prefettura la quale ha segnalato la situazione al
pretore di Frascati per gli opportuni interventi. A seguito di ciò il commissario di
pubblica sicurezza di Frascati, per disposizione del pretore, ha eseguito la
nota operazione che ha condotto all'arresto della Pagliuca.
I ricoverati sono stati
provvisoriamente sistemati presso idonee istituzioni».
da Il
Secolo XIX dell'11 giugno 1969.
Non
sarebbe necessario alcun commento; basta sottolineare
che mentre «indagini» si succedevano per ben cinque anni, i bambini erano
sottoposti ad inumane sevizie.
Saranno
denunciati all'autorità giudiziaria i pubblici ufficiali che hanno compiuto in
tanti anni macroscopiche omissioni di atti di ufficio?
MA QUESTI SONO PRINCIPI ETICI?
Dopo aver distinto fra mezzi, rimedi
e metodi ordinari per conservare la vita, obbligatori in coscienza, e mezzi,
metodi e rimedi straordinari, ai quali non si è obbligati a ricorrere, Mons. Ferdinando Lambruschini
scrive su «L'Osservatore della domenica» del 26 gennaio 1969: «Questa
distinzione va tenuta presente circa il dovere o meno di salvare la vita di
prole nata precocemente, mediante ricorso all'incubatrice. L'obbligatorietà di
tale ricorso va affermata quando si prevede che detta
prole potrà avere una vita normale. Se si tratta invece di
prole anomala, ad esempio mongoloide, non si può interdire, ma neppure imporre,
in nome della coscienza cristiana, il ricorso all'incubatrice, che
prolungherebbe una vita di stenti e di sacrifici. In contrasto con
l'affermazione alquanto semplicistica “essere meglio esistere deformi, che non esistere affatto” preferiamo affidarci al principio che
non si può fare nulla per abbreviare direttamente la vita umana, ma nello
stesso tempo si può omettere qualche prestazione eccezionale per prolungare la
vita in condizione di particolari disagi. Non si tratta di cinismo ma di solo
realismo, ispirato a saggezza».
Le persone umane non hanno per il
noto teologo moralista (e per certi tecnici, amministratori e politici) una
loro pari dignità, ma il valore della persona umana sarebbe
in rapporto alle loro capacità (produttive?). Adesso viene
tirata in ballo anche la teologia «morale» (!) e si ha la pretesa di affermare
la sostanziale differenza fra la morte procurata direttamente e la morte
causata da comportamenti omissivi, cosiddetti straordinari. Consigliamo al
noto teologo-moralista (ed alle persone che la
pensano come lui) di andare a visitare le istituzioni del Pastore Hermann Wintsch (Zetzwil, Aarau, Svizzera).
Riuscirà così a capire che gli stenti e i sacrifici delle persone che chiama
«anormali» sono procurati dai cosiddetti «normali» che li rifiutano e che non
predispongono i servizi necessari e vedrà che gli «anormali», se seguiti
adeguatamente, possono condurre una vita degna di
essere vissuta.
Ma sulla sconcertante tesi del Lambruschini (che ricordiamo, per contrasto, presentatore
ufficiale alla stampa dell'Enciclica «Humanae vitae»...!) torneremo più
ampiamente nel prossimo numero.
PADRI E MADRI CON COMODE RATE MENSILI
Sul bollettino dell'Istituto Saveriano Missioni Estere di Parma dell'8
gennaio 1969 sta scritto:
«L'ADOZIONE E' SEMPRE L'OPERA PIU' BELLA!»
- Che cosa è una adozione?
E' l'aiuto che un benefattore dà
all'istituto per il mantenimento di un allievo missionario.
- Qual è la quota per una adozione?
La quota di una adozione
è l'offerta di L. 12.000.
- Per quanti anni si deve fare una adozione? Quanti il benefattore desidera: anche uno
solo.
- Quali sono i vantaggi che derivano
al benefattore nel compiere un'opera così bella?
· PRIMO VANTAGGIO: il più grande ed
il più bello, quello che ogni cristiano, potendo dovrebbe ambire: il
benefattore viene considerato papà o mamma di un
missionario. Il suo nome verrà scritto sul «libro
personale» dell'allievo adottato perchè ne conservi perenne riconoscenza.
· SECONDO VANTAGGIO: l'istituto
considera gli adottanti degli allievi missionari i benefattori più cari.
Si sente a loro unito da
riconoscenza.
· TERZO VANTAGGIO: l'adottato
pregherà ogni giorno in particolare per lui e per la sua famiglia.
· QUARTO VANTAGGIO: l'istituto
invierà su pergamena la benedizione del S. Padre su Voi e su tutti i Vostri
cari.
Continua la campagna delle «adozioni» realizzabili
con l'invio di quattrini.
Che
cosa aspettano le autorità religiose ad intervenire
per farla cessare?
POSIZIONE NEGATIVA DEL MINISTERO DELL'INTERNO NEI CONFRONTI DEI BAMBINI SENZA FAMIGLIA
Con lettera del 24 gennaio 1969 -
pubblicata sul n. 3/4 di questa rivista - l'Unione Italiana per
Il Ministero dell'interno, con
lettera del 21 marzo, rispondeva che «pur non disconoscendosi le alte finalità
morali e sociali che hanno ispirato il legislatore all'approvazione della legge
citata, deve tuttavia farsi presente che la grave situazione finanziaria degli
Enti provinciali non consente, per il momento, alcuna deroga alle disposizioni
vigenti in tema di assunzione di personale».
L'unione replicava con lettera del
22 aprile precisando che la posizione negativa del
Ministero dell'interno costringeva le Province a sopportare per il ricovero di
ciascun bambino senza famiglia delle spese elevatissime: dalle 3.000 alle 5.000
lire al giorno nei primi tre anni di vita del bambino (ricovero nei
brefotrofi); almeno 1000 lire al giorno per il periodo dai tre ai quattordici
anni (ricovero in istituti privati).
Il costo minimo di un bambino
ricoverato in istituto per quindici anni è pertanto di almeno lire settemilioniseicentosessantacinquemila.
E' dunque sufficiente che un
assistente sociale affidi un bambino ogni anno perchè il suo stipendio sia
ampiamente compensato.
All'evidenza di quanto sopra esposto
il Ministero dell'interno ha dato due risposte diverse.
Con lettera del 4 giugno
Pare opportuno rammentare al
Ministro dell'interno ed ai suoi funzionari che il servizio sociale è una attività professionale specifica « diretta a migliorare
l'adattamento reciproco sia materiale, sia morale e psicologico delle persone,
delle famiglie e dei gruppi, e dell'ambiente sociale nel quale essi vivono »
(1), che detto servizio deve essere esplicato, fra altri, da assistenti
sociali, psicologi, medici specializzati, pedagogisti, educatori e infine che
solo due o tre istituti provinciali per l'infanzia sono dotati di un servizio
sociale adeguato alle necessità.
Rammentiamo inoltre che molte sono le
province addirittura prive di assistenti sociali
incaricate dell'assistenza ai figli ignoti ed ai nati fuori del matrimonio. Fra
le altre segnaliamo le Province di Asti, Cuneo,
L'Aquila, Napoli e Sondrio.
Dimenticavamo di segnalare che nello
stesso appunto del Ministro dell'interno è scritto «Le
esigenze avanzate dalla predetta Unione potranno essere tenute presenti nella
dovuta considerazione solo in occasione dell'esame dei problemi connessi con
la determinazione delle funzioni della Provincia, nel quadro
dell'ordinamento regionale e, in tale sede, dovrà necessariamente
essere esaminato anche il problema del riassetto del personale delle
Amministrazioni Provinciali».
Ai
bambini soli consigliano pertanto di aspettare di subire i deleteri affetti
della carenza di cure familiari per il lungo periodo
indicato dal Ministro.
(1) Definizione tratta
dalla Raccomandazione 466 (66) del Consiglio d'Europa, il cui testo è riportato
in questo numero.
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