Prospettive assistenziali, n. 8-9, ottobre 1969-marzo 1970

 

 

DOCUMENTI

 

IL PROGETTO 80 ED I SERVIZI SOCIALI

 

 

Pubblichiamo alcuni estratti dal progetto 80 e dal rapporto prelimi­nare al programma economico nazionale 1971-75 che contengono riferi­menti ai servizi sociali.

 

Assistenza e sviluppo economico e civile

(Progetto 80 - Paragrafo 14)

La sicurezza è già da tempo assunta, nei paesi industrialmente più avanzati, come un dovere di solidarietà sociale e trova precisa collocazione nelle leggi e nei programmi degli Stati moderni. Lo sviluppo economico procede necessariamente attraverso squilibri e trasfor­mazioni, il cui peso non deve gravare sugli in­dividui o sui gruppi che ne sono direttamente colpiti ma deve essere sopportato dall'intera collettività. Nel breve periodo tale azione di redistribuzione e di assistenza può apparire in contrasto con le esigenze di uno sviluppo ra­pido. Nel lungo periodo esso diventa invece una condizione per la continuità dello sviluppo stesso, cui offre una base sociale più ampia, attenuando le tensioni capaci di provocare rot­ture della linea evolutiva. In ogni caso, la si­curezza della vita, nelle varie manifestazioni della tutela della salute, dell'assistenza ai gio­vani e agli anziani, di tutte le più moderne for­me della protezione sociale, deve essere consi­derata non solo come un fattore dello sviluppo economico, ma come un modo di assicurare dignità e libertà all'esistenza umana, specie in un Paese come l'Italia, nel quale, malgrado i notevolissimi progressi compiuti, permane am­pia l'area della povertà.

 

Sicurezza sociale: tutela della salute, previ­denza, assistenza

(Progetto 80 - Paragrafo 76)

I fini fondamentali dell'azione pubblica nel settore della sicurezza sociale sono: assicurare a tutti i cittadini la tutela della salute; garan­tire a tutti i cittadini prestazioni economiche sostitutive o integrative del reddito; realizzare un complesso di servizi e di provvidenze in particolari stati di bisogno.

Gli interventi che saranno realizzati in ma­teria sanitaria dovranno mirare a innalzare il livello igienico-sanitario del Paese, attraverso il miglioramento dell'ambiente di vita e di la­voro, la lotta alle malattie infettive e a quelle che assumono maggiore rilievo sociale, l'ade­guamento dei servizi sanitari.

Gli interventi nel settore della previdenza tenderanno: ad assicurare alla generalità dei cittadini risorse sufficienti, quando si deter­mini una perdita totale o parziale della loro capacità o possibilità di lavoro; ad assicurare integrazioni di reddito in rapporto ai carichi di famiglia; a favorire, nell'ambito di questi trat­tamenti, quanti traggono dal proprio lavoro i loro mezzi di vita.

In materia di assistenza sociale si dovran­no predisporre interventi che tutelino la perso­nalità e la libertà dei cittadini interessati, e che combattano in forma organica e moderna le situazioni di povertà e di isolamento cui sono ancora costrette vaste categorie, particolarmen­te nel mondo rurale e ai margini delle grandi città.

 

«Beneficenza» e servizi sociali

(Progetto 80 - Paragrafo 79)

L'azione assistenziale dovrà ispirarsi a con­cetti più ampi di quello della «beneficenza», che ancora governa gli interventi diretti ad al­leviare certe specifiche situazioni di povertà, per assumere l'aspetto di una vera e propria organizzazione di servizi sociali.

I servizi sociali dovranno essere decentrati a livello regionale e locale. Si renderà, pertan­to, necessario provvedere alla ristrutturazione istituzionale dell'intero settore basandola su unità locali di servizio sociale opportunamente coordinate.

Progetti specifici saranno dedicati alla sod­disfazione di particolari bisogni che si manife­stano nell'infanzia e nella vecchiaia o in rela­zione a peculiari fenomeni di disadattamento sociale (immigrazione, disadattamento conse­guente all'introduzione di nuovi processi pro­duttivi, ecc.).

 

Un moderno sistema di sicurezza sociale

(Nota preliminare - Paragrafo 51)

La realizzazione di un compiuto e moderno sistema di sicurezza sociale, che sia in grado di raggiungere fini fondamentali indicati nel Rapporto, può essere ottenuta con la progres­siva attuazione di interventi nei diversi settori nei quali il sistema stesso si articola (Tutela della salute, Previdenza sociale, Servizi sociali).

 

Un moderno sistema di «Servizi sociali» de­centrati

(Nota preliminare - Paragrafo 62)

Il primo programma economico nazionale aveva posto in evidenza come l'intervento as­sistenziale fosse caratterizzato da una scarsa efficacia delle prestazioni, e come ciò fosse da attribuire al fatto che il sistema assistenziale continuava ad agire fondamentalmente sotto la pressione di due diverse sollecitazioni: le ri­chieste delle categorie più disagiate e l'inade­guatezza del sistema previdenziale e sanitario.

Il sistema assistenziale esistente appare sempre più inadeguato a soddisfare le esigenze connesse con il rapido processo di industria­lizzazione; con la trasformazione degli insedia­menti e con la elevata mobilità della popola­zione; con la scomparsa delle strutture sociali e familiari legate alla civiltà rurale ed artigiana; con l'affermazione dei diritti soggettivi quali la tutela della salute e lo studio.

La riorganizzazione delle strutture sociali, a forte caratterizzazione tecnica ed urbana, pro­voca per suo conto fenomeni di emarginazione di individui e di gruppi sociali.

Di fronte a questi problemi appare urgente la predisposizione di servizi che si propongano la difesa e l'accrescimento della libertà dei cit­tadini, la personalizzazione dell'intervento e che evitino il perpetuarsi di soluzioni che aggravano il processo di emarginazione (gli anziani negli ospizi, gli illegittimi nei brefotrofi, i malati di mente negli ospedali psichiatrici).

Nei prossimi anni si dovrà procedere ad una riforma basata da una parte sul superamen­to del criterio della povertà per l'accesso a de­terminati servizi, dall'altra sul decentramento del potere di decisione e l'intervento a livello locale.

Essenziale, a tale proposito, diventa l'abro­gazione della legge 1890, che regola il funzio­namento delle istituzioni pubbliche di assisten­za e beneficenza (IPAB) e la ristrutturazione istituzionale dell'intero settore mediante un decentramento dei poteri e delle funzioni.

Come per l'organizzazione sanitaria il ful­cro del sistema è il servizio di base svolto dalle Unità Sanitarie Locali, così nel settore dei ser­vizi sociali la soluzione sostitutiva degli ECA dovrà consistere nella istituzione di una rete di Unità Locali di servizio sociale.

Queste dovrebbero essere in grado di or­ganizzare e gestire l'intervento, che dovrebbe essere realizzato mediante servizi generali di segretariato sociale e servizi speciali per par­ticolari gruppi di cittadini (orfani, illegittimi, disadattati, invalidi, profughi), per l'infanzia e per gli anziani, per la famiglia.

Per quanto concerne gli specifici interven­ti, acquistano particolare importanza quelli ri­servati all'infanzia ed agli anziani, nonché gli interventi rivolti a limitare gli effetti della mi­seria e di situazioni che richiedono un partico­lare impegno di natura sociale (immigrazione, disadattamento conseguente ai processi produt­tivi tecnologicamente più avanzati).

 

Asili-nido

(Nota preliminare - Paragrafo 63)

Per assicurare la creazione di un'adeguata rete di asili-nido si dovrà puntare sulla diffu­sione dei micro-asili, soprattutto nelle zone ur­bane, ove si riscontrano forti difficoltà nel repe­rimento di aree da destinare alla costruzione degli edifici.

 

«Massiccia riduzione degli istituti educativo­-assistenziali»

(Nota preliminare - Paragrafo 64)

Si dovrà procedere ad una massiccia ridu­zione degli istituti educativo-assistenziali (comprendendo sotto tale generica dizione: orfano­trofi, brefotrofi, istituti per l'infanzia povera e abbandonata, ecc.), in considerazione degli ef­fetti dannosi provocati dal protrarsi del rico­vero in queste istituzioni. Tale indirizzo è reso possibile dalla continua diminuzione del numero degli utenti dei servizi sopracitati, dovuta prin­cipalmente all'applicazione della legge sull'ado­zione speciale.

Anche per quanto concerne gli interventi a favore dell'infanzia che presenta minorazioni fisiche, sensoriali e psichiche, si dovrà dare preferenza alla costituzione di centri diurni di riabilitazione con annesse scuole speciali, piut­tosto che a quella di istituzioni di ricovero.

 

Una politica sociale a favore degli anziani

(Nota preliminare - Paragrafo 65)

L'insieme delle riforme, che investiranno il settore sanitario, quello delle prestazioni eco­nomiche previdenziali e il settore dei servizi sociali, permetterà di formulare una politica sociale a favore degli anziani più aderente ai bisogni reali di questo gruppo di popolazione in aumento.

Gli interventi fondamentali nel settore do­vranno consentire agli anziani di continuare a vivere nel loro ambiente sociale originario e dovranno soddisfare i loro bisogni peculiari senza isolarli dal resto della società.

I servizi sociali per gli anziani dovranno pertanto essere imperniati sui centri diurni, le case albergo, a carattere residenziale con i ser­vizi comuni centralizzati, per coniugi anziani in condizione di sufficiente validità ed autonomia; le case di riposo, con convivenza diurna e not­turna. Tale struttura organizzativa dovrebbe es­sere prevalentemente rivolta all'attività di la­voro e di svago, di buon adattamento e di conoscenza tra i membri della comunità; gli alloggi speciali per i pensionati, da prevedere nell'ambito dell'edilizia popolare e sovvenzio­nata; il servizio domiciliare.

 

Formazione del personale (Nota preliminare - Paragrafo 66)

La formazione di un corpo di operatori sa­nitari e sociali altamente specializzati, da inse­rire nella strutture sanitarie e sociali previste, e da rendere partecipi delle responsabilità dell'organizzazione e del funzionamento dei servizi, richiede l'istituzione di corsi di specializzazione presso le facoltà universitarie ed il coordina­mento dei programmi degli istituti di specializ­zazione.

Si dovrà inoltre provvedere alla definizione di uno status giuridico delle diverse categorie, a carattere aperto, che permetta cioè il passag­gio da una categoria all'altra, e costituisca così la base per la realizzazione di un'adeguata mo­bilità professionale.

 

 

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