Prospettive
assistenziali, n. 10, aprile-giugno 1970
NOTIZIE
COMITATO NAZIONALE PER GLI HANDICAPPATI
«Il
Comitato Nazionale per gli handicappati, riunitosi a Roma il 20 giugno
«Inoltre
si denuncia come il tentativo di istituire un unico Ente Pubblico per tutti
gli invalidi rappresenti un aperto ed inaccettabile
rifiuto dell'ordinamento regionale e delle competenze delle Regioni in materia
sanitaria, assistenziale, di istruzione artigiana e professionale (art. 117
della Costituzione) e comunque un tentativo di limitare il decentramento e
l'autonomia delle Regioni».
Il
Comitato Nazionale per gli handicappati invita i partiti, i sindacati, le
associazioni, i gruppi e tutti i cittadini ad aderire
al seguente documento:
A) Portare avanti al più presto
l'approvazione di una valida legge che riconosca:
1) idonei interventi di prevenzione;
2) il diritto concretamente
esigibile degli handicappati ad interventi per evitare a tutti i livelli
(servizi sociali e sanitari, scuola, lavoro, abilitazione
ecc.) la loro emarginazione e cioè l'allontanamento dal normale ambiente di
vita della gente. Le prestazioni (ivi comprese quelle specializzate) devono
essere fornite nell'ambito dei servizi per tutti i cittadini;
3) l'abolizione
della legislazione settoriale e la soppressione dei correlativi enti pubblici
nazionali;
4) l'attribuzione ad un Ministero
(modificandone uno esistente o creandone uno nuovo) delle competenze, in
materia di assistenza sociale, compreso il settore rieducativo, relative alla ricerca, alla programmazione
e alla alta vigilanza, con divieto di
svolgere funzioni operative direttamente o tramite enti propri;
5) l'attribuzione,
per le materie di cui sopra, alle Regioni della legislazione specifica, dei
controlli, con divieto di svolgere funzioni operative direttamente o tramite
propri enti;
6) l'attribuzione
ai Comuni o ai Consorzi o Unioni di Comuni di tutti i compiti operativi;
7) l'obbligatorietà delle spese relative a tutte le prestazioni ed i servizi indicati.
Si intende che fino al raggiungimento
di interventi idonei per tutti, siano conservate le prestazioni più favorevoli.
B) Sul piano operativo, anche nel
periodo intercorrente fino all'emanazione della legge di cui sopra, si chiede l'impegno
per la realizzazione:
1) di adeguati
servizi sanitari, sociali, scolastici, di preparazione professionale, ecc.) ;
2) di idonei
centri per la preparazione del personale necessario;
3) di idonei
interventi per assicurare il diritto alla scuola, al lavoro, alle prestazioni
economiche a carattere permanente e temporaneo e ad ogni altro intervento che
crei le condizioni per lo sviluppo integrale della persona.
Coloro che intendono sottoscrivere
il documento sono pregati di comunicarlo al Consiglio Nazionale per gli
Handicappati, Segreteria presso Unione Italiana per
ATTIVITA' DELL'UNIONE
Indagine conoscitiva
sugli istituti di rieducazione
Il Centro Nazionale di Prevenzione e
Difesa Sociale (Bertolini e Dell'Oro) e l'Unione
Italiana per
Alla Commissione Giustizia è stato
riferito da parte dell'Unione, fra l'altro, sulla necessità: - di predisporre
idonei interventi per eliminare le cause socio-ambientali disadattanti
(scuola, servizi sociali e sanitari, assetto del territorio, emigrazione e
immigrazione, abitazione, lavoro, ecc.);
- della
depenalizzazione dai 14 ai 18 anni e sulla valutazione caso per caso per le
azioni compiute da persone in età dai 18 ai 25 anni, o almeno dai 18 ai 21;
- dell'inserimento del settore rieducativo in quello assistenziale,
con trasferimento delle competenze dal Ministero di grazia e giustizia alle
Regioni e alle unità socio-assistenziali;
- di ristrutturare gli organi
giudiziari (uffici tutelari, tribunali per i minorenni, sezioni minorili delle
corti di appello) con finalizzazione dei loro
interventi alla tutela dei minori e soppressione di ogni attività repressiva;
- di interventi
per la preparazione e assunzione del personale necessario;
- di coinvolgere la comunità locale
nei problemi socio-assistenziali;
- di ridurre
l'istituzionalizzazione dei minori, limitandola, ove veramente indispensabile,
all'inserimento in focolari con conseguente eliminazione degli istituti
tradizionali.
Alla Commissione è stata prospettata
l'opportunità di prevedere l'audizione non solo di operatori
del settore rieducativo, ma anche di ragazzi dimessi
dagli istituti di rieducazione. Sarebbe utile che coloro che
sono in possesso di documentazione sugli istituti di rieducazione la
facessero pervenire alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
Commissione di studio
sulla giustizia minorile
Il Centro Nazionale di Prevenzione e
Difesa Sociale, l'Unione Italiana Giudici per Minori e l'Unione Italiana per
Nella prima riunione è stato deciso di ampliare il tema a tutti i problemi della giustizia
minorile. Circa le modalità con cui operare, è stato deciso di verificare
continuamente se ciò che viene studiato corrisponde ai
bisogni delle persone, di accettare che la Commissione proponga sullo stesso
tema anche soluzioni diverse o contrastanti, di trovare uno sbocco esterno il
più ampio possibile, in modo da avere apporti e verifiche al lavoro della
Commissione.
CONVEGNI E CONGRESSI
Seminario di studi di
Belgrado.
Nei giorni 22-25 giugno 1970,
organizzato dal Centro Internazionale per l'infanzia di Parigi, ha avuto luogo a Belgrado un seminario di studio su «I minori
privi di famiglia nella Regione mediterranea».
Hanno partecipato ai lavori persone
dei seguenti paesi: Algeria, Francia, Grecia, Italia, Jugoslavia, Libano,
Marocco, Spagna e Tunisia.
Il programma dei lavori è stato il
seguente:
I - Il fanciullo privo di famiglia e la società
(M. Soulé di Parigi).
II - Bisogni del fanciullo privo di famiglia:
a) Alimentazione e salute (S. Doxiadis di Atene).
b) Sviluppo psico-affettivo
(M. David di Parigi).
c) Formazione professionale (J. M. Pérez de Alba di Bilbao).
d) Inserimento sociale (Y. Nedeljkovic di Belgrado).
III - Situazione attuale del problema nei diversi
paesi partecipanti (F. Santanera
di Torino) .
IV - Le soluzioni:
a) Affidamento nel gruppo familiare e
sociale (F. Hassar di
Rabat).
b) Affidamento familiare sorvegliato e
adozione (J. Noél di Parigi e M. Veljic di Belgrado).
c) Diverse forme di istituti:
- trasformazione degli orfanotrofi
(M. L. Cerretti Cassanmagnago di Milano).
- Evoluzione degli internati (J. Lacapere di Parigi).
- Villaggi di fanciulli
(M. Sfar di Tunisi e M. Bouchek di Algeri).
d) Osservazione del fanciullo
e scelta di una soluzione (M. Soulé di Parigi).
V - Formazione e responsabilità del personale (J. P. Zumbach di Ginevra).
Gli atti saranno pubblicati dal
Centro Internazionale per l'infanzia, Chateau de Longchamp, Bois de Boulogne, Paris XVI.
Congresso Nazionale
dell'U.N.E.B.A.
A Roma ha avuto
luogo nei giorni 11, 12 e 13 marzo 1970 il 6° Congresso nazionale dell'Unione
Nazionale Enti di Beneficenza e di Assistenza sul tema «Famiglia,
programmazione ed assistenza».
Nell'ascoltare la
relazione introduttiva, tenuta dal Presidente uscente On. G.B. Migliori, sembrava di essere
tornati indietro almeno di un secolo e di risentire gli argomenti che erano
stati avanzati nel corso della discussione parlamentare
per rendere ancor più inefficiente la legge del 1890. Anche la stragrande
maggioranza degli interventi è stata diretta ad una apologia
immeritata degli istituti di assistenza a carattere di internato.
Significativa la partecipazione al Congresso del Dott. Belisario, direttore generale dell'assistenza
pubblica del Ministero dell'interno, che, a nome del Ministro Restivo, ha magnificato l'opera degli istituti religiosi
di assistenza all'infanzia ed ha chiesto ai partecipanti di appoggiare
l'azione che il Ministero dell'interno sta conducendo per la loro «salvezza».
Solo una piccola minoranza (Mons. Pangrazio, Mons. Rampi, Mons. Puccinelli) ha cercato di responsabilizzare
i dirigenti degli istituti e il personale educativo-assistenziale
ed amministrativo ai bisogni dei minori.
Convegno di Lecce
sull'adozione speciale.
Organizzato dal Tribunale per i
minorenni di Lecce, dall'ONMI di Lecce, e dal Centro Studi Sangemini
si è svolto a Lecce dal 16 al 18 marzo 1970 un convegno sull'adozione
speciale. Sia nelle relazioni che negli interventi il problema è stato ampliato
alla ristrutturazione del settore assistenziale e di
quello della giustizia minorile, e tutti i partecipanti hanno messo in evidenza
l'urgente necessità di profonde modifiche.
E' da rilevare la numerosa
partecipazione (oltre 300) di esperti, di genitori
adottivi e di aspiranti adottanti.
Nell'ultima giornata ha avuto luogo un incontro fra famiglie adottive che hanno
dimostrato agli esperti quanto sia valida la partecipazione della gente per
l'individuazione dei problemi e la ricerca di idonee soluzioni.
Convegno di Sestri
Levante sull'assistenza.
I Lions
Club delle Cinque Terre di Levanto, Rapallo e di
Sestri Levante hanno indetto un convegno sull'assistenza all'infanzia, che si
è svolto a Sestri Levante nei giorni 2 e 3 maggio 1970.
E' stato ribadito
che la legge sull'adozione speciale ha provocato la presa di coscienza dei
cittadini sui problemi dell'assistenza all'infanzia; di qui la necessità di
idonei interventi di sostegno economico e soprattutto sociale al nucleo
familiare di origine, di attuare l'adozione dei bambini in situazione di
abbandono. Negli altri casi è stata affermata la necessità dell'affidamento familiare e, ove non possibile, la creazione
di focolari (con 7-8 minori) inseriti nelle comuni case di abitazione quale
alternativa al ricovero nei tradizionali internati, i quali dovrebbero essere
progressivamente soppressi.
Seminario di studio
sull'adozione legittimante.
Il Comitato provinciale dell'ONMI di
Padova, in collaborazione con gli Istituti di Diritto Privato,
di Psicologia e di Pedagogia dell'Università di Padova, della Scuola di
Servizio Sociale ONARMO di Padova e dell'Associazione Nazionale Famiglie
Adottive, ha organizzato nei giorni 9, 10 e 11 aprile 1970 un seminario
di studio sull'adozione legittimante per una riflessione sui problemi posti
dalla legge 5 giugno 1967, n. 431.
Sarebbe auspicabile che analoga
iniziativa venisse presa in altre città, soprattutto
allo scopo di sensibilizzare gli studenti dell'Università e delle Scuole di
Servizio sociale.
Tavole rotonde sui
problemi degli insufficienti mentali.
Segnaliamo l'ottima iniziativa
dell'Istituto di Pedagogia della Facoltà di Magistero
dell'Università di Roma che, in occasione dell'anno dedicato dall'UNESCO
all'educazione, ha organizzato una riuscita serie di tavole rotonde sui
problemi degli insufficienti mentali.
DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL'INSUFFICIENTE MENTALE
A conclusione del IV
Congresso della Lega internazionale delle associazioni di aiuto agli
handicappati mentali, che si è tenuto in Israele dal 21 al 24 ottobre 1968, è
stata proclamata la seguente dichiarazione dei diritti generali e particolari
dell'insufficiente mentale:
Art. I. - L'insufficiente mentale ha gli stessi diritti fondamentali degli altri cittadini dello stesso
paese e della stessa età.
Art. II. - L'insufficiente mentale ha
diritto alle cure mediche e ai trattamenti fisici
necessari al suo stato, come ha diritto all'educazione, all'istruzione, alla
formazione, al riadattamento e ai consigli che l'aiuteranno a sviluppare al massimo
le sue capacità e le sue attitudini, qualunque sia la gravità del suo
handicap. Nessun insufficiente mentale deve essere privato di questa
assistenza a motivo dell'onere finanziario che essa
rappresenta.
Art. III. - L'insufficiente mentale ha
diritto alla sicurezza economica e a un livello di
vita decoroso. Egli ha il diritto di compiere un lavoro produttivo o di
esercitare ogni altra utile occupazione.
Art. IV. - L'insufficiente mentale ha il
diritto di vivere in seno alla sua famiglia o ad un focolare sostitutivo, di
partecipare a tutte le forme della vita comunitaria e di dedicarsi ad attività
ricreative compatibili col suo stato. Se si rende necessario il suo
collocamento in un istituto specializzato, l'ambiente e le sue condizioni di
vita dovranno essere il più possibile simili a quelli
della vita normale.
Art. V. - L'insufficiente mentale deve
poter beneficiare di una tutela qualificata quando ciò
è indispensabile alla protezione della sua persona e dei suoi beni. Ogni
persona che interviene direttamente nel trattamento o nel ricovero dell'insufficiente
mentale non può farsi affidare la funzione tutelare.
Art. VI. - L'insufficiente
mentale dev'essere protetto contro ogni sfruttamento,
abuso o trattamento degradante. Se è oggetto di procedimenti
giudiziari, deve beneficiare d'una procedura regolare che tenga
pienamente conto del suo grado di responsabilità.
Art. VII.
- A causa della gravità del loro handicap, alcuni insufficienti mentali non
sono capaci di esercitare effettivamente l'insieme dei loro diritti. Per
altri, può essere necessaria una limitazione di questi diritti o anche la loro
soppressione.
La procedura utilizzata ai fini di questa limitazione o di questa soppressione dovrà preservare
dal punto di vista legale l'insufficiente mentale contro ogni forma d'abuso.
Essa sarà fondata su una valutazione, da parte di esperti
qualificati, delle sue capacità sociali Questa limitazione o soppressione dei
diritti sarà sottoposta a revisioni periodiche e consentirà un diritto di
appello ad autorità superiori.
Sopra ogni altra cosa,
l'insufficiente mentale ha diritto al rispetto.
ADOZIONE
Adozione - Adozione
speciale - Competenza per
territorio (art. 314%20 cod. civ.; art. 6 norme transitorie L. 5 giugno 1967, n. 431) – Minori - Mancato assenso del genitore dell'adottando - Genitore non
esercente la patria potestà - Non necessita (art. 6 norme trans. L. 5 giugno 1967, n. 435) - Corte di appello
di Bologna - Sez. per i minorenni - Pres. De Mattia - Est. D'Abbiero
- R.G.
In tema di adozione
speciale la competenza per territorio si determina con riguardo allo stato di
fatto esistente al momento della domanda e non hanno alcuna rilevanza i
successivi mutamenti di esso.
Ove sia dichiarata la decadenza della
patria potestà, il genitore non può con il suo dissenso condizionare l'adozione
del minore; e ciò in quanto l'assenso è richiesto solo se il genitore sia
titolare della patria potestà.
PROTEZIONE DEI MINORI CONTRO I MALTRATTAMENTI
Il rapporto della Commissione delle
questioni sociali e della salute del Consiglio d'Europa dedicato ai fanciulli vittime di sevizie (documento 2628, 30 settembre
1969) mette in rilievo che, ogni anno, parecchie migliaia di fanciulli soffrono
e muoiono di ciò che i pediatri chiamano «la sindrome dei fanciulli picchiati».
Una statistica stabilita negli Stati Uniti rivela che il 10,4% dei fanciulli che hanno subito sevizie ne muoiono, mentre gli
altri sono segnati per sempre da infermità cerebrali o motorie irreversibili. I
bambini al di sotto dei 7 anni sono i più minacciati,
perché non possono lamentarsi o cercare aiuto e non sono seguiti da nessun
medico scolastico. La metà dei bambini maltrattati hanno
meno di un anno, i due terzi hanno meno di tre anni.
L'alcolismo è il fattore principale
che predispone i genitori a maltrattare i loro bambini (60% dei casi), mentre nel 25% dei casi i genitori sono dei deboli
mentali. Fra i fattori patogeni figura ugualmente l'ambiente sociale, poiché i
genitori abusivi si ritrovano soprattutto negli scarti della società. Lo
squilibrio familiare, gli appartamenti troppo piccoli, la mancanza di mezzi
finanziari favoriscono pure i maltrattamenti dei bambini.
Le persone che sono più in grado di far scoprire le sevizie sono quasi sempre legate
dal segreto professionale. Diventa quindi indispensabile procedere a una modifica delle legislazioni attuali che impediscono
praticamente alle persone autorizzate di fornire informazioni sui bambini
maltrattati. Le informazioni del medico servono a mettere in moto le inchieste
per scoprire gli autori del delitto, ma nella maggior '
parte dei casi, si cerca di portare una soluzione con interventi di giustizia
repressiva, mentre la prevenzione dovrebbe avere la precedenza sulla repressione.
Si dimentica troppo spesso che bisognerebbe, in primo luogo, proteggere il
bambino prima di punire gli autori delle sevizie.
L'Assemblea del Consiglio d'Europa
ha adottato
Occorre dunque che i governi
facciano il necessario in questo campo, il che richiede certamente dei mezzi
finanziari di un certo impegno. I governi sono pure invitati a prevedere degli
esami medici regolari per tutti i bambini in età scolare e a creare dei
registri centrali segreti sui genitori o i tutori che maltrattino
i bambini, al fine di poterli sorvegliare.
(Dal «Bollettino dell'UMOSEA», 1970, n. 25)
SERVIZIO PER IL PRESTITO DI FILM
A richiesta dell'Ufficio delle
Nazioni Unite, a Ginevra, il «Centre vaudois d'Aide à la jeunesse» ha
ripreso il servizio di prestito di film relativi al
servizio sociale di questo organismo. Questi film possono dividersi in due
categorie: quelli che forniscono materiali di studio, analisi e discussione, e
quelli che sono dei documenti di informazione.
I film trattano
della protezione dell'infanzia, della giovinezza, dell'aiuto alle persone
anziane, agli handicappati, dell'igiene mentale, della formazione professionale,
dell'ambiente, ecc. Possono interessare particolarmente:
- gli allievi delle scuole di studi
sociali;
- gli assistenti sociali o quadri di
servizi sociali;
- i conferenzieri, gli specialisti
che partecipano a cicli di studio;
- le associazioni con scopi
familiari o educativi che organizzano riunioni di informazione.
Tutte le domande di
informazione o di prestito devono essere indirizzate a: «Centre vaudois
d'Aide à la jeunesse, rue du Bourg 8, CH - 1000 LAUSANNE, Suisse».
RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO D'EUROPA
CIRCA
Il Comitato dei Ministri ha
raccomandato ai governi dei paesi dell'Accordo Parziale d'incoraggiare le
misure che permettono agli studenti di medicina ed ai medici di aggiornarsi
circa i problemi del riadattamento, che deve essere considerato come un
processo continuo che include gli aspetti medici e quelli professionali.
Sarebbe consigliabile includere i problemi del riadattamento nel programma
regolare della facoltà di medicina, nonché in quello
delle scuole per infermiere. I giovani sono invitati a
facilitare gli scambi allo scopo di diffondere più largamente i metodi
e le tecniche nuove.
www.fondazionepromozionesociale.it