Prospettive
assistenziali, n. 13, gennaio-marzo 1971
EDITORIALE
SUPERAMENTO
DELL'ASSISTENZA O RAZIONALIZZAZIONE DELL'ESCLUSIONE?
Le
recenti indagini condotte a Roma e in altre città d'Italia dalla
Magistratura hanno messo in evidenza:
a) le gravi responsabilità dell'ONMI;
b) le responsabilità ancora più gravi del
Ministero dell'interno e dei prefetti;
c) la inefficienza quasi totale degli uffici del giudice tutelare, al quale
compete la soprintendenza della cura dei minori sotto tutela, ivi compresi i
minori ricoverati in istituti pubblici e privati di assistenza. Oggi lavorano a
tempo pieno 12 magistrati in tutta Italia e gli Uffici tutele sono 899;
d) l'esistenza di numerosi istituti di assistenza
all'infanzia privi dei necessari requisiti tecnici e di personale idoneo.
La
deplorevole situazione degli istituti di assistenza
all'infanzia si riscontra altresì nei settori dell'assistenza agli anziani e
agli handicappati psichici, fisici, sensoriali e dei cosiddetti disadattati
sociali.
PROBLEMI DI FONDO DA RISOLVERE
Nella
nostra società le persone poco produttive (handicappati), non più produttive
(anziani) o con difficoltà (minori in situazione di abbandono,
famiglie o persone prive di mezzi economici, disadattati, malati mentali) sono
escluse socialmente e spesso anche fisicamente (ricovero in istituti a
carattere di internato).
Se
si esamina quali siano i bisogni delle persone che ricorrono all'intervento
assistenziale, si riscontra che esse appartengono a due gruppi:
-
il primo gruppo comprende le persone che sono prive di lavoro o sottoccupate o
senza casa o senza mezzi economici o emarginate dalla scuola (ritardo
scolastico, classi differenziali).
Per
evitare l'emarginazione sociale di queste persone non è pertanto sufficiente
una ristrutturazione del settore assistenziale
(necessaria e urgente come tappa intermedia), ma la soluzione sta nelle
riforme dei vari settori della sanità, della casa, del lavoro, della scuola
ecc., riforme che devono però essere attuate in modo che i servizi relativi
possano essere utilizzati da tutti i cittadini.
Per
i cittadini privi di mezzi economici e impossibilitati per qualsiasi motivo a
procurarsi il necessario per vivere, gli attuali interventi settoriali
(pensione sociale di L. 12.000 agli
ultrasessantacinquenni, assegno agli invalidi, ai ciechi, ai sordomuti) devono
essere sostituiti da una pensione sociale erogata a tutti i nuclei familiari o
persone singole i cui redditi sono inferiori al minimo vitale. Per evidenti
motivi di collegamento tra lotte dei lavoratori e degli esclusi, il minimo
vitale deve essere collegato con il salario minimo (ad esempio il 70% di
quest'ultimo).
Interventi
economici temporanei devono pure essere previsti per i nuclei familiari e le
persone i cui redditi per qualsiasi motivo sono temporaneamente
inferiori al minimo vitale. Questi interventi devono essere diretti a
rendere autosufficienti il più rapidamente possibile i nuclei familiari e le
persone.
-
il secondo gruppo è costituito dalle persone con handicaps
fisici, psichici, sensoriali oppure con difficoltà (disadattati, bambini in situazione
di abbandono).
Finora
si è intervenuti isolando queste persone (istituti di ricovero, istituti di cosiddetta rieducazione), partendo dall'assurdo
presupposto che esse erano «diverse» e che quindi non dovevano convivere con
gli altri, «i cosiddetti normali».
Queste
persone hanno invece gli stessi bisogni fondamentali di tutti ed hanno inoltre
alcuni bisogni in più.
Devono
quindi essere messe in grado di poter usufruire dei servizi per tutti i
cittadini (servizi sanitari, prescolastici,
scolastici, abitazione, lavoro ecc.) e in dette sedi dovranno essere fornite le
prestazioni specialistiche di cui hanno bisogno (fisioterapia, logopedia,
apprendimento del Braille ecc.).
Dovrà
essere applicato il principio del minimo di isolamento
e del massimo di socializzazione, principio valido sia per gli handicappati
come per i non handicappati. Quindi niente centri per spastici, per subnormali,
per focomelici, per ciechi, per sordi, niente istituti per anziani o per minori, niente ospedali psichiatrici, niente centri
ricreativi per anziani o per handicappati o per minori.
Al contrario istituzione
di servizi per tutti i cittadini e specializzazione all'interno del servizio
stesso (ad esempio sezioni psichiatriche presso i comuni centri ospedalieri o
ambulatoriali).
Il
problema centrale è quello di socializzare i cosiddetti normali ai problemi
degli handicappati e delle altre persone con difficoltà e non viceversa. Ad
esempio non si può certo sensibilizzare un neonato abbandonato ai problemi
dell'adozione.
Pertanto
anche per le persone del secondo gruppo, la soluzione non consiste in istituti
migliori, ma sta nelle riforme dei vari settori della sanità, della casa, del
lavoro, della scuola, riforme che devono però - lo
ripetiamo - essere attuate in modo che i servizi relativi possano essere utilizzati
da tutti i cittadini.
Per
fare esempi banali, se le abitazioni continueranno ad essere costruite con le
barriere architettoniche (scalini, scale, mancanza di ascensore),
coloro che devono spostarsi in carrozzella saranno impossibilitati ad
usufruirne, con conseguente ricovero in istituti. Così pure, se non è previsto
che agli anziani siano assegnati alloggi nelle comuni case di
abitazione, la soluzione sarà il ricovero in istituti.
Parimenti
se non saranno assegnati alloggi nelle comuni case di abitazione
per istituire focolari per i bambini abbandonati (per i quali non è
effettivamente possibile il ritorno nella famiglia d'origine, l'adozione o l'affidamento
a scopo educativo a famiglie), essi dovranno essere rinchiusi in istituti.
SUPERAMENTO DELL'INTERVENTO ASSISTENZIALE
Attuando
una politica effettivamente sociale (e cioè per tutti
i cittadini), l'intervento assistenziale non è più necessario.
D'altra
parte occorre superare anche la distinzione fra intervento pubblico e
intervento privato: l'intervento non è valido di per sé
quando è comunale o statale o provinciale o regionale, laico o
religioso, pubblico o privato.
Mentre
è necessaria la garanzia pubblica (riconoscimento del diritto concretamente
esigibile alle prestazioni), l'alternativa vera è fra
interventi emarginanti e interventi partecipati.
Ad
esempio, l'adozione dei bambini è garantita pubblicamente (dal tribunale per i
minorenni), e non è né comunale né statale, né provinciale, né regionale, né laica,
né religiosa, ma è partecipata: una famiglia prende uno o più bambini e li rende propri figli.
Condizioni
essenziali del superamento dell'assistenza sono:
-
la garanzia pubblica;
- la partecipazione dei cittadini politicamente
organizzati (partiti, sindacati, associazioni, gruppi di base ecc.) alla
decisione e gestione dei servizi;
-
una politica effettivamente sociale e cioè per tutti i
cittadini.
COME ARRIVARE AL SUPERAMENTO DELL'ASSISTENZA
Da
quanto sopra esposto, appare estremamente dannoso impostare
un'azione solo per il miglioramento degli istituti di ricovero e per una loro
gestione da parte delle province o dei comuni; occorre invece mettere in atto
le soluzioni alternative al ricovero (e cioè le soluzioni per lo sviluppo delle
persone, delle famiglie e della comunità) sopra indicate e quelle altre che si
renderanno necessarie.
Alcuni
di questi interventi possono essere messi in atto subito dai
comuni, dai consorzi di comuni: servizi di medicina scolastica (D.P.R. 22
dicembre 1967, n. 1518), assegnazione alloggi per anziani e per
focolari, aiuto economico e/o sociale alle famiglie d'origine, affidamenti
familiari a scopo educativo, abolizione delle barriere architettoniche in tutti
i servizi comunitari (D.M. 21 marzo 1970 concernente l'edilizia scolastica e
circolare n. 4809 del 12 giugno 1968 emanata dal Ministero dei lavori
pubblici), ecc.
Particolarmente
urgente è la formazione, aggiornamento e riconversione degli operatori
sociali, preparati in modo da essere in grado di contribuire al superamento
dell'assistenza e a partecipare alla pari con i cittadini ed i gruppi
all'istituzione e gestione dei servizi per tutti i cittadini.
APPROFONDIMENTI
L'indagine
che attualmente la magistratura sta conducendo in Roma
e in altre città è diretta ad accertare i reati eventualmente compiuti dagli
istituti di assistenza all'infanzia (funzionamento degli istituti senza la prescritta
preventiva autorizzazione, mancato invio degli elenchi trimestrali al giudice
tutelare ai sensi della legge sull'adozione speciale, abuso di mezzi di
correzione e maltrattamenti).
Di
tutto ciò l'opinione pubblica è stata ampiamente informata dalla stampa, mentre
nessuna notizia è stata fino ad oggi fornita circa:
- i gravi danni, spesso irreparabili, sofferti dai
bambini ricoverati in istituti anche ottimi;
-
la «deportazione assistenziale», per cui decine di
migliaia di minori (e di anziani e di handicappati psichici, fisici,
sensoriali) vengono ricoverati, spesso per motivi di profitto per gli enti, in
istituti assistenziali lontani dalle zone di origine, favorendo o provocando
inoltre, in tal modo, l'abbandono dei bambini da parte dei loro genitori e
parenti;
- la speculazione (ad esempio l'appalto e il
sub-appalto) dei minori, fatta da enti ed istituti per conservare o accrescere
il proprio potere;
-
la inapplicazione di molte
leggi attuali, che, se osservate, potrebbero migliorare la situazione di
decine di migliaia di bambini, di anziani, di handicappati;
-
le concrete soluzioni alternative all'esclusione;
-
il ruolo, spesso negativo, delle associazioni di categoria degli invalidi e
degli operatori sociali, che invece di portare avanti il discorso contro
l'esclusione sociale, richiedono solo interventi segregativi con i pretesti
dell'urgenza e della carenza di mezzi economici,
pretesti in quanto le soluzioni alternative sono di più rapida attuazione e
meno onerose come impianto e gestione.
LEGGE-QUADRO SULL'ASSISTENZA
Per
giungere al superamento dell'intervento assistenziale
è inoltre necessario ed urgente - quale obiettivo intermedio - l'emanazione di
una legge-quadro che ristrutturi radicalmente l'intero settore assistenziale
(minori, handicappati, anziani) e il settore rieducativo:
a) trasformando il Ministero della Sanità nel Ministero dei servizi
sanitari e sociali e sopprimendo le competenze attualmente
svolte in materia assistenziale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e
da tutti i Ministeri (nessuno escluso). Al nuovo Ministero dovrebbero essere
affidati solamente compiti di coordinamento generale, con divieto assoluto di
svolgere funzioni operative direttamente o tramite enti propri;
b) l'attribuzione alle Regioni della legislazione specifica e dei controlli, con divieto di svolgere funzioni operative
direttamente o tramite enti propri;
c) l'attribuzione della formazione,
aggiornamento e riconversione degli operatori sociali alle province o ai
consorzi di province;
d) l'attribuzione di tutti i compiti operativi alle unità sociali e sanitarie,
gestite direttamente dai comuni, ivi compresa l'esecuzione, sotto controllo
dell'autorità giudiziaria, dei provvedimenti rieducativi e penali
emessi dai tribunali per i minorenni.
CONTENUTI DELLA LEGGE-QUADRO SULL'ASSISTENZA
La
legge-quadro dovrà stabilire:
-
idonei interventi di prevenzione;
- il diritto concretamente esigibile alle prestazioni
dirette allo sviluppo personale e sociale.
Le prestazioni agli handicappati dovranno essere fornite nell'ambito dei
servizi per tutti i cittadini;
-
l'abolizione della legislazione settoriale e la soppressione dei correlativi
enti, organi ed uffici pubblici, oltre
-
l'obbligatorietà delle spese relative a tutte le
necessarie prestazioni.
PROPOSTE DI LEGGE REGIONALI D'INIZIATIVA POPOLARE
Per
poter aprire un dibattito sul problema prima che la razionalizzazione
dell'esclusione blocchi ogni discorso, l'Unione italiana per la promozione dei
diritti del minore propone il lancio nel maggior numero di regioni di proposte
di legge regionali di iniziativa popolare, di cui in
appresso viene pubblicata la bozza provvisoria.
Nei
dibattiti che si spera avranno luogo potrebbero essere
approfonditi i mezzi e i metodi per la richiesta da parte della base di servizi
partecipati e per un effettivo coinvolgimento sui problemi dell'esclusione
delle forze politiche interessate.
www.fondazionepromozionesociale.it