Prospettive assistenziali, n. 15, luglio-settembre
1971
EDITORIALE
LE RESPONSABILITÀ DEL MINISTERO DELL'INTERNO IN MERITO
AI FATTI DI GROTTAFERRATA
Fra
qualche settimana, salvo imprevisti, avrà inizio il processo penale relativo ai
noti fatti dell'istituto S. Rita di Grottaferrata. Le
imputazioni sono gravissime; a carico di Maria Diletta Pagliuca,
direttrice dell'istituto, e della sorella Antonietta: maltrattamenti di minori
«sottoponendoli a sofferenze fisiche e morali consistenti in percosse, inflizione di punizioni ingiustificate, clausura, coazione
a fatiche eccessive, somministrazione di cattiva e scarsa alimentazione,
privazione dei beni necessari ed omissione di terapie adeguate, contenzione
durante la notte con catene, costrizione ad un regime degradante»; a carico di
V. Casella per violazione dei doveri di ufficiale
sanitario di Grottaferrata e, insieme a S. Zand, per false attestazioni riguardanti il decesso di 13
bambini.
Della
situazione dei minori ricoverati al S. Rita la stampa ha dato
ampie notizie. Invece ben poco o nulla è trapelato sulle gravissime responsabilità dei funzionari del Ministero dell'interno
che, a conoscenza della situazione e più volte richiesti di intervenire, nulla
fecero per porre fine alla disumana esistenza dei minori ricoverati
nell'istituto di Grottaferrata.
Storia dell'istituto
di Grottaferrata
Ciò
nonostante, nel maggio 1951, apre nella villa Tupini
di Grottaferrata un istituto per bambini minorati;
nel dicembre dello stesso anno, dopo una ispezione, l'ONMI
dispone il trasferimento ad altro istituto di 20 bambini.
Segue
una serie di ispezioni, le cui conclusioni, sempre
negative, vengono trasmesse invano alla prefettura di Roma. La più
agghiacciante è la relazione redatta a seguito dell'ispezione del 25-10-1960: «Refettorio maleodorante, sporco: la cucina non
pare abbia avuto l'onore di conoscere l'acqua (la quale non manca) per la
pulizia. Porte sgangherate, urina stagnante a terra, sporcizia stratificata
sulle pareti, insetti schifosi che movimentano
l'ambiente. Questi locali sono il soggiorno di una quindicina di bambini
minorati psichici e non, che sono ospiti a pagamento
di questo assurdo collegio di pseudo-rieducazione. È
infame, obbrobrioso, incomprensibile vedere in quell'ambiente dei giovani ai
quali la vita oltre a non aver dato la fortuna dell'intelletto, non ha dato
nemmeno la fortuna di un'assistenza non dico cristiana, ma perlomeno naturale. I
loro corpicini scarni,
deformati, i loro occhi spenti, ma tristi, fanno sì che qualsiasi uomo, anche
il più abietto, si muova a compassione e inviti, chi è competente, a provvedere».
Ma nessuno provvede, tanto meno il
Ministero dell'interno.
Responsabilità del
Ministero dell'interno
L'attività
della Pagliuca, iniziatasi a Grottaferrata
nel 1951, termina solamente nel 1969: diciotto anni di colpevole inerzia della
prefettura di Roma! Esaminando gli atti dei processi
svolti per maltrattamenti a minori (come nel caso dei Celestini di Prato),
viene sempre alla luce che i funzionari del Ministero dell'interno si sono
disinteressati per anni della sorte dei bambini. Mai fino ad ora la
magistratura li ha perseguiti, nonostante che le loro responsabilità siano ben più gravi dei dirigenti e assistenti processati.
Nell'imminente
processo per i fatti di Grottaferrata è stato
disposto lo stralcio nei confronti dei funzionari della prefettura di Roma, del
commissario di P.S. e del maresciallo dei carabinieri di Grottaferrata
«per l'ulteriore attività istruttoria»; giustizia
vorrebbe che essa venisse condotta con la massima sollecitudine.
Ma
occorre sottolineare che il Ministero dell'interno non
ha fino ad oggi disposto alcuna azione a carico dei funzionari responsabili,
come già successe per quelli addetti alla prefettura di Firenze all'epoca dei
fatti dei Celestini (fra i quali il prefetto), anzi ha promosso alcuni di essi.
I
fatti riferiti sono un'ulteriore conferma che la prima
battaglia da portare avanti è quella diretta a sottrarre, al Ministero
dell'interno ogni competenza in materia di assistenza pubblica e privata.
Occorre
anche evitare che, approfittando dell'emanazione dei decreti delegati e
dell'approvazione delle leggi quadro, siano creati
nuovi centri di potere e cioè una emarginazione ancora più ampia e controllata.
Al
riguardo, in questo numero, sono stati riportati: lo schema di decreto
delegato sulla beneficenza pubblica nel testo inviato alle Regioni il 6-8-1971,
lo schema di disegno di legge quadro sull'assistenza redatto dal Ministero
dell'interno e un'ampia sintesi del convegno di Torino del 3 luglio
Nelle
tre tabelle riportate più avanti sono sintetizzate: la situazione attuale del
settore assistenziale, le tendenze negative dirette
alla proliferazione dei centri di potere e l'ipotesi proposta sulla struttura
e funzioni delle unità locali dei servizi e dei comprensori.
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