Prospettive assistenziali, n. 15, luglio-settembre
1971
NON SIAMO I SOLI A
DIRLO
CONTRO I PATRONATI (1)
Il 10 maggio, giorno fissato per la elezione dei rappresentanti dei maestri nei consigli di
amministrazione dei patronati scolastici, la stragrande maggioranza dei
maestri della provincia di Sassari ha disertato le urne. Mentre, per un accordo
intervenuto fra lo SNASE, il Sinascel-CISL, il SNS-CGIL e il Saspi-UIL, a
Sassari, Alghero, Ittiri, Sennori, Cottoine, Palau, Nuovo Santo, ecc., nessuna lista era stata
presentata, in altri comuni altissima è stata la percentuale delle astensioni
e delle schede bianche. A Tempio, Bono, Bonorva, Thiesi e altrove l'astensione è stata totale.
Le motivazioni di questo fermo
atteggiamento varino ricercate in una condanna della
vecchia istituzione, espressa unanimemente dai Sindacati della provincia (...).
In un appello rivolto ai colleghi
dai quattro sindacati congiuntamente, dopo l'invito alla astensione
dalla candidatura e dalla votazione, si afferma: «Votare significa puntellare
strutture ormai superate! Non votare significa condannare un ente che non
provvede al bene degli alunni e della scuola e che si regge esclusivamente sul
sacrificio dei maestri! La tua azione sarà determinante
per sollecitare strumenti legislativi idonei ad attuare i principi
costituzionali del diritto allo studio. Per evitare ai tuoi
alunni l'umiliazione di un'elemosina, ai loro genitori l'atteggiamento degradante
dei postulanti ed ai colleghi non di ruolo dei CRES e Doposcuola una
vergognosa sottoccupazione, astieniti dal voto del 10 maggio...».
In una lettera, sottoscritta dai
quattro sindacati, inviata ai sindaci dei Comuni della provincia di Sassari i
patronati sono definiti «enti ormai incapaci di assolvere il compito di
servizio sociale scolastico e organismi attraverso i quali si esprime una
politica assistenziale caritativa, discriminante e
clientelare (...). Inoltre i patronati non sono istituzioni pienamente
democratiche (...)». La lettera si conclude con
l'invito a non designare i rappresentanti dei Comuni nei patronati «fino a che
gli organi legislativi non abbiano provveduto alla ristrutturazione della
complessa materia del diritto allo studio».
La situazione generale dei patronati
scolastici è fallimentare mentre sale dai patroni dei
patronati l'invocazione lacrimosa di finanziamenti. È triste pensare che vittime di tale situazione siano bambini e maestri, cioè la
scuola; però la crisi è bene che esploda e aggredisca chi deve provvedere: non
per puntellare precariamente questo ottocentesco arnese assistenziale, ma per
dare alla scuola le dotazioni necessarie per assolvere la sua funzione
educativa e sociale.
(1) Da Scuola nostra, n. 5, 1971, pag. 7.
INDAGINE DELLO SNASE SULLE CLASSI DIFFERENZIALI (1)
La condizione sociale
dei genitori
Per quanto concerne la professione
dei genitori degli alunni delle classi differenziali
si riscontra una grande maggioranza di operai e contadini. In ogni caso si
ritrovano i più vari tipi di attività: sarto,
imbianchino, pescatore, venditore ambulante, minatore, portiere, mentre
numerosi sono inoltre i figli dei disoccupati; non mancano i figli degli
zingari e non manca neppure il figlio del contrabbandiere. Quasi
assenti i figli dei professionisti. Appare evidente che gli alunni
provengono nella maggior parte dei casi, 92% circa, dalle classi meno abbienti
e dalle famiglie numerose.
Criteri con i quali
gli alunni vengono avviati alle classi differenziali
- Nel 40% dei casi la selezione viene effettuata, con criteri empirici e sommari, da parte
degli insegnanti e dei direttori didattici. Talvolta viene
sentito il medico scolastico, quando esiste.
- Nel restante 60% dei casi, previa
segnalazione degli insegnanti, l'invio alla classe differenziale avviene su
parere della commissione medico-psico-pedagogica.
Questa risulta formata da un medico (neuropsichiatra), da uno psicologo, da una assistente
sociale e a volte da un ortopedagogista. Le
commissioni risultano nella loro stragrande maggioranza
finanziate dallo Stato con convenzioni.
Gli Enti che risultano
maggiormente convenzionati con lo Stato sono l'Ente Nazionale per
(1) Da Scuola nostra, n. 5, 1971, pag. 10.
www.fondazionepromozionesociale.it