Prospettive assistenziali, n. 17, gennaio-marzo
1972
DOCUMENTI
COGESTIONE
DELL'EMARGINAZIONE
In merito all'editoriale del n. 16
di Prospettive assistenziali
abbiamo ricevuto le due lettere che pubblichiamo:
I
ASSESSORE ALL'ASSISTENZA DELLA
PROVINCIA DI FIRENZE
Ho letto la nota pubblicata sul n.
16 della vostra rivista a proposito del Consorzio per
l'assistenza agli spastici istituito recentemente nella nostra provincia e il
giudizio pesantemente negativo che vi è formulato. È inutile dire che ritengo completamente errato tale giudizio.
Riconosco che la semplice lettura dell'articolo dello Statuto (elaborato oltre 2 anni fa) che
ne definisce le finalità possa indurre alle osservazioni critiche contenute
nella nota. In effetti anche il Consiglio Direttivo
del Consorzio, nel corso della sua prima riunione, ha ritenuto necessario
puntualizzare come lo scopo centrale ed essenziale del Consorzio oltre la
«lettera» dello Statuto consiste nell'assicurare una
gestione pubblica dei «Centri di rieducazione motoria», sorti per iniziativa
dell'AIAS a Firenze da alcuni anni e la cui preziosa attività non poteva più
essere condizionata alle vicende finanziarie della Associazione,
che poteva assicurarne la vita solo per via di continui e massicci contributi
degli enti locali fiorentini.
Si è dunque avvertito il pericolo di
un impegno «categoriale» come risultava
dallo Statuto. È un pericolo, questo, contro il quale, nonostante l'infelice
dizione statutaria, gli enti locali fiorentini e, segnatamente,
Ma ciò chiarito - e dunque anche
ammessa l'utilità di una messa in guardia su questo punto - cos'altro, se non
in positivo, può esser detto della nostra iniziativa?
Come può essere giudicato
negativamente l'avere, nelle attuali condizioni delle nostre strutture
sanitarie e assistenziali, e attraverso l'iniziativa,
la partecipazione, il consenso dei genitori dei bambini spastici e degli
spastici adulti, sottratto i «Centri» dalla strutturale incertezza della loro
condizione e garantito una gestione democratica della loro attività?
Mi pare, francamente, che se non
altro si dovrebbe almeno apprezzare il fatto che gli
enti locali fiorentini si sono assunti un impegno gravoso per sostenere e sviluppare
un servizio di indubbia utilità.
Ma vorrei presumere qualcosa di più.
Non credo che definite e circoscritte, così come ho detto,
le ragioni del Consorzio, questa iniziativa non si collochi in una giusta
prospettiva.
Dovendo assicurare interventi
specialistici sanitari questa struttura non si prospetta come
emarginante mentre la sua pubblicizzazione la
rende facilmente inglobabile nel futuro servizio sanitario nazionale.
Con ciò non voglio sostenere che
tutto sia perfettamente logico, chiaro, coerente rispetto a tale prospettiva -
servizi sociali, sanitari, scolastici, aperti e comuni a tutti, senza «settorializzazioni» e «categorizzazioni»
più o meno raffinate -: prospettiva che ci è presente
e che condividiamo. E non siamo per soluzioni improvvisate
o, peggio, demagogiche. Ma non mi pare proprio che nel
nostro caso si tratti di questo. Gradirei comunque,
alla luce di queste precisazioni e considerazioni conoscere un nuovo parere
della rivista.
Assessore
all'Assistenza della Provincia
MENALDO GUARNIERI
di Firenze
II
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER
L'ASSISTENZA AGLI SPASTICI - SEZ. DI FIRENZE
Egregio Direttore,
leggendo l'editoriale n. 16 della Sua
rivista ho rilevato la conclusione critica verso il Consorzio per l'Assistenza
agli Spastici istituito a Firenze e che nel prossimo futuro assumerà la
gestione dei locali centri A.I.A.S. di riabilitazione
psicomotoria.
Ritengo personalmente che il
giudizio espresso dalla rivista in merito sia
condizionato da una insufficiente informazione. Poiché ritengo che Ella diriga una rivista seria la quale ha il merito di
offrire ampia documentazione, mi pare opportuno inviare alcune note tendenti a
modificare il quadro in cui la notizia è stata presentata.
Innanzitutto il Consorzio è stato voluto dagli
spastici e dalle loro famiglie con una lotta iniziata diversi anni fa; quindi
in un contesto sociopolitico diverso da quello presente. È inutile negarci
che ogni associazione del nostro tipo ha alle sue origini una concezione assistenziale-caritativa, perciò la recente battaglia per
il Consorzio è stata un momento di notevole maturazione del nostro movimento;
è scaturita da una presa di coscienza dei rapporti che esistono fra cittadini
e Stato, dal rifiuto di un paternalismo caritativo da parte dei privati nel
settore assistenziale, dalla volontà di stimolare lo Stato perché assuma in
proprio o attraverso Enti locali la responsabilità di
tutto il settore sanitario-assistenziale come condizione di equilibrio
sociale.
Da questa battaglia cominciata
diversi anni or sono è scaturita in pari tempo una mentalità tesa al
superamento degli squilibri settoriali dell'assistenza: non per nulla l'A.I.A.S. di Firenze lavora con piena convinzione nel
Comitato Unitario Invalidi. Non solo noi siamo teoricamente convinti che i
nostri problemi possono essere risolti soltanto in un contesto
più vasto che abbracci tutti gli handicappati, ma tutto il nostro lavoro nella
concretezza dei fatti è rivolto in questa direzione.
Perché dunque abbiamo accettato un Consorzio
per gli spastici? Come si dice nell'editoriale della Sua rivista, esiste la
legge 118 che prevede l'inserimento degli invalidi civili nelle scuole, il D.M.
del 21-3-70 che stabilisce l'abolizione delle barriere
architettoniche nelle stesse e il D.P.R. n. 1518 sulla medicina scolastica.
Tuttavia noi sappiamo benissimo che il D.P.R. citato rimane sulla carta; il
D.M. sulle barriere architettoniche fa semplicemente ridere, pensando ai vecchi
conventi in cui, quando va bene, sono sistemate le nostre scuole; quanto alla
legge 118, parziale e difettosa, rimane tutto sulla carta per la manifesta volontà politica di non attuarla e le difficoltà
oggettive dei medici provinciali in seguito al decentramento attuato dal
ministero. Questo non significa che noi possiamo accettare che le leggi della
Repubblica siano evase, ma ci battiamo perché siano rispettate nella maniera
più ampia possibile. Ma è chiaro che mentre conduciamo una battaglia politica
per l'adempimento della legge non aboliamo quelle
strutture di servizi alle quali molti devono la propria vita. A questo
proposito desidero segnalare un grosso problema che la legge non risolve e a
cui molti non pensano: infatti alcuni ritengono che,
poiché per legge gli invalidi civili devono essere accettati nelle scuole dello
Stato, sia perciò necessario ottenervi anche l'inserimento degli handicappati
psichici. Ora il nostro lavoro in questo campo (il 60% circa degli spastici ha handicaps psichici) è teso a dare agli interessati lo
stimolo necessario perché sviluppino tutta la loro potenzialità intellettiva,
e quindi il nostro obiettivo rimane l'inserimento nella scuola. Ma questo non deve avvenire precipitosamente, perché un inserimento
scolastico non mediato da strutture intermedie precedenti può determinare
(tenendo conto precipuamente della situazione scolastica italiana) traumi tali
da impedire il recupero psichico degli interessati.
Si dà il caso che da tempo i nostri
centri, sotto la guida del prof. Adriano Milani,
hanno sviluppato il proprio intervento sulla popolazione di spastici nel
comprensorio soprattutto a livello ambulatoriale. Basterebbe dire
che i Centri A.I.A.S. di Firenze, di prossima
cessione al Consorzio, non hanno mai previsto un servizio ad internato, mentre
a tutt'oggi circa i 2/3 degli assistiti si valgono
solo dei servizi ambulatoriali. Per quanto riguarda il settore scolastico a seminternato, basti considerare che nei nostri centri non abbiamo mai considerato la possibilità di una scuola media
statale; recentemente abbiamo dovuto sopprimere la 5ª elementare speciale perché
tutti i bambini di quella età scolare erano stati avviati a normali scuole
elementari; ci proponiamo nel prossimo futuro di abolire altre classi
speciali.
Il nostro Centro
ambulatoriale ha una popolazione di 294 assistiti: di questi una gran parte è
in età fino ai 3 anni, e quindi non possono essere seguiti in normali servizi
scolastici; fra i rimanenti, 51 sono iscritti alla scuola materna o alla scuola
elementare speciale; 82 frequentano le scuole normali, dall'asilo alla media
superiore. Mi
pare che le cifre citate siano eloquenti di per sé: la nostra struttura assistenziale è intesa, alla prova dei fatti, come struttura
provvisoria che fornisce agli invalidi con lesioni cerebrali gli strumenti per
un adeguato inserimento nella società.
Il Consorzio è necessariamente erede
di queste nostre esperienze e noi lavoriamo sin da
ora perché esso possa essere superato da strutture più ampie nel campo
dell'assistenza nel rispetto per la legge nell'auspicio di una scuola pronta a
ricevere tutti e valida per educare seriamente, in un contesto
sanitario-assistenziale in cui finalmente le riforme possano essere attuate.
IL
PRESIDENTE (PAST. VEZIO INCELLI)
Riteniamo
che il problema dell'assistenza agli spastici (come degli altri invalidi, degli
anziani, dei minori e in genere delle persone in difficoltà) non si risolva
con accorgimenti amministrativi, come il consorzio in oggetto, ma che sia - e la cosa ci sembra ovvia - un problema di volontà
politica.
Al
riguardo sarebbe stato utile che l'Assessore Guarnieri
e il Pastore Incelli avessero
confermato se gli enti pubblici che hanno costituito il Consorzio per
l'assistenza agli spastici (Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Bagno a Ripoli, Fiesole, Pontassieve,
Pelago, Scandicci) avevano o non avevano dato
applicazione alle seguenti disposizioni:
-
Circolare ministeriale n. 4809 del 15 giugno 1968 emanata dal Ministero dei
lavori pubblici per l'abolizione delle barriere architettoniche negli edifici
pubblici (le leggi vigenti non vietano l'estensione di dette norme ai
regolamenti edilizi di modo che anche le costruzioni private, i giardini
pubblici, i marciapiedi siano accessibili anche agli
invalidi in carrozzella);
-
D.P.R. 21 marzo 1970 che prevede l'abolizione delle barriere architettoniche
nelle scuole e la predisposizione di locali per le terapie (fisioterapia,
logopedia, ecc.), in modo che le scuole stesse siano agibili anche dagli invalidi;
-
D.P.R. 11-2-196i n. 264 e 22-12-1967 n. 1518 per la istituzione
del servizio di medicina scolastica, servizio che concerne sia gli interventi
igienico-sanitari che quelli psico-pedagocíci.
Al
riguardo si sottolinea che l'art. 34 del D.P.R. 1518
prevede: «Il trattamento medico specialistico e didattico assume forme diverse
a seconda che riguardi l'assistenza medica specializzata o l'assistenza con
interventi psico-pedagogici specializzati (didattica
differenziale o graduata, psico-terapia di vario tipo o livello, metodi
educativi speciali) o l'assistenza volta a ridurre le carenze
della famiglia e dell'ambiente in genere».
Detti
interventi (elencati nella seconda parte del predetto articolo) devono essere
prestati gratuitamente agli allievi delle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado (art. 1 del D.P.R. 1518) e «agli
istituti scolastici pubblici e privati per ciechi, sordomuti, minorati
psichici, affetti da malattie specifiche dell'apparato respiratorio, da
malattie dell'apparato cardiovascolare, nonché ad ogni altra scuola od istituto
speciale» (art. 29).
Nulla
vieta che i trattamenti di cui sopra siano integrati
dagli altri eventualmente necessari e che i locali siano studiati in modo da
poter essere utilizzati nel contempo dagli allievi frequentanti la scuola e
da quelli esterni, compresi i minori che non adempiono ancora o non adempiono
più all'obbligo scolastico.
In
tal modo, un unico servizio, inserito nelle scuole comuni potrebbe essere
destinato a tutti i minori (e anche agli adulti) in modo da evitare servizi
doppione e cioè istituzioni riservate a «speciali
categorie» e perciò emarginanti.
Al
riguardo si sottolinea che i Comuni erano obbligati,
ai sensi dell'art. 90 del D.P.R.
Inoltre sarebbe utile
conoscere se gli enti aderenti al Consorzio hanno utilizzato o intendono
utilizzare gli spazi consentiti dall'attuale legislazione per la creazione di
servizi non emarginanti come ad esempio:
-
l'utilizzazione anche da parte degli handicappati dei comuni centri di addestramento professionale;
-
la creazione di centri di formazione di personale
specializzato (assistenti sociali, educatori, fisioterapisti, logopedisti, istruttori tecnici). Si veda al riguardo la bozza di proposta di legge regionale di iniziativa
popolare pubblicata sul n. 13 di Prospettive assistenziali;
- l'assistenza domiciliare ed
economica per evitare il ricovero in istituto;
- la destinazione di
alloggi e di piccoli pensionati per invalidi nelle case di proprietà
degli enti aderenti al consorzio. Al riguardo ci richiamiamo anche alla
recente legge sulla casa che affida funzioni decisionali ai Comuni e ai
rappresentanti delle Province (vedasi al riguardo la
nota pubblicata in questo numero).
Concludendo: se gli enti aderenti al Consorzio
hanno dato applicazione alle leggi vigenti e utilizzato gli spazi consentiti
dall'attuale ordinamento, non dovrebbero mancare agli invalidi di Firenze e
provincia i servizi a cui hanno diritto; se ciò non è, allora ci domandiamo se
la volontà politica di attuarli possa nascere consorziando enti inadempienti o
comunque con scarsa volontà politica di dare adeguate risposte ai bisogni
degli invalidi.
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