Prospettive assistenziali, n. 17, gennaio-marzo
1972
NOTIZIARIO DELL'UNIONE
ITALIANA PER
Pubblichiamo due lettere.
I
Lettera
inviata il 12-1-1972 al Sindaco, agli Assessori ed ai Consiglieri comunali di
Torino.
Questa Unione esprime la più profonda preoccupazione per la posizione assunta dal
Sindaco di Torino, a nome dell'amministrazione comunale, sull'iniziativa de
Non si vuole certo negare la
necessità di interventi urgenti per tamponare
disperate situazioni di bisogno (interventi che dovrebbero essere svolti dagli
enti pubblici competenti), ma è allarmante che ancora una volta il Sindaco di
Torino si richiami alla concezione caritativa dell'assistenza e arrivi
addirittura ad affermare che l'iniziativa de
Questa Unione condivide quanto ha
dichiarato Don Allais, delegato vescovile per
l'assistenza: «La finalità dei fini produttivistici e le carenze
delle risposte sociali e politiche creano gli emarginati e i poveri. In
particolare, lo sviluppo caotico, la congestione urbana, il voler portare gli
uomini dove c'è il lavoro invece di portare il lavoro dove ci sono gli uomini,
il depauperamento progressivo di zone che avrebbero potuto trovare valide
possibilità di sviluppo e soprattutto la disfunzione dei vari settori sociali
(casa, scuola, sanità, salari) creano bisogni che vengono convogliati verso il
settore assistenziale perché siano soddisfatti e
gestiti nel modo più indolore possibile, per non turbare la cosiddetta pace
sociale necessaria al buon andamento della produzione e del consumo».
Aggiungiamo che non comprendiamo
perchè il Sindaco di Torino lodi (anzi si è rammaricato di non aver potuto
partecipare direttamente alla distribuzione delle
offerte) iniziative elemosiniere nel campo dell'assistenza, e non applichi
detto principio ad esempio anche nella costruzione delle strade, della
metropolitana, del teatro Regio, e nelle altre attività del Comune.
Carenze
dell'amministrazione comunale di Torino
Anche a Torino il settore
assistenziale è ampiamente trascurato dall'Amministrazione comunale,
che lo considera un settore marginale e non invece lo specchio vivente delle
storture sociali e in particolare delle disfunzioni della scuola, della casa,
del lavoro, della sanità.
Ma, anche se la soluzione dei
problemi «assistenziali» sta in un diverso modo di affrontare i problemi della
scuola, del lavoro, della casa ecc., non si possono
non mettere in rilievo le gravissime carenze esistenti a Torino nello specifico
settore di competenza del Comune, carenze riconosciute anche dall'Assessore Notaristefano nella relazione tenuta alla Commissione Affari
interni della Camera dei Deputati il 28 aprile 1971.
Risulta fra l'altro:
- una suddivisione frammentaria
delle competenze dell'Amministrazione comunale di Torino «con l'inevitabile
conseguenza che ogni assessorato conduce una propria politica assistenziale e
con conseguenti diversificazioni nel trattamento dei cittadini» (v. relazione
sopra citata) ;
- una centralizzazione dei servizi
che «crea gravi ostacoli al cittadino che, in molti casi, non conosce neppure
l'esistenza del servizio» (idem come sopra) ;
- netta prevalenza del ricovero in
istituti a carattere di internato sugli interventi
aperti. Ad esempio nel '70 erano ricoverati in istituto 578 minori, mentre solo
per 5 era effettuata l'erogazione di un sussidio sostitutivo del ricovero. Al
riguardo vi è da osservare che la media annua della spesa sostenuta per i
minori istituzionalizzati è stata di L. 210.000, mentre quella dei sussidi sostitutivi è stata
di appena L. 45.000: altra chiara indicazione della
politica di ricovero perseguita dall'Amministrazione comunale di Torino;
- per 2865 anziani ricoverati in
istituto, la spesa del Comune di Torino è stata di lire 1.716.469.000 (media
annua cioè di lire 600.000) mentre a 956 anziani è
stato versato l'irrisorio sussidio annuale di L.
Ma non basta. Il Capo divisione
dell'assistenza, dr. Laudi, ha dichiarato infatti:
«Per quanto riguarda gli istituti (per anziani) attualmente
esistenti bisognerebbe chiarire le varie situazioni amministrative perché la
maggior parte dei guai cominciano lì. Il Comune paga il 90% dei posti
disponibili nelle varie Opere Pie, destinando tre miliardi di bilancio annuo.
Non si sa bene come vengano impiegati» (da
L'informatore industriale, n. 7, 1971, pag. 9);
- a 866 anziani e inabili privi di
pensione e ricoverati a totale carico del Comune di Torino, l'assessorato
all'assistenza versa il misero sussidio di L. 3.000 al mese. Da notare che queste persone hanno diritto alla
pensione di L. 18.000 mensili e non risulta che il
Comune di Torino abbia provveduto a svolgere le
relative pratiche;
- il Comune di Torino ha versato un
contributo straordinario di L. 100 milioni all'ONMI,
in piena contraddizione con l'o.d.g. approvato dal
Consiglio comunale il 15-3-1971. Al riguardo si chiede
che il Comune di Torino assuma le necessarie iniziative (ad es. gestione
diretta di servizi) per il superamento dell'ONMI;
- la politica di emarginazione
sociale del Comune di Torino è condotta anche in altri settori e
particolarmente rilevante per le sue conseguenze è quella scolastica. Al
riguardo si osserva soltanto che l'esistenza di
scuole riservate a «speciali categorie» è certamente in contrasto con il
principio della socializzazione dei bambini handicappati e di quelli non
handicappati. Dovrebbero pertanto essere soppresse le scuole speciali di Corso
Lombardia per insufficienti mentali, quella di Corso S. Maurizio per ambliopici, il Centro Educativo di Via Bologna per insufficienti
mentali e in sostituzione dovrebbero essere create sezioni speciali presso le
scuole normali quando non è effettivamente possibile
l'inserimento dei ragazzi nelle classi normali.
Conclusione
Questa Unione chiede alle forze
politiche interessate di promuovere le opportune iniziative per l'avvio da
parte del Comune di Torino di politiche non
emarginanti nei settori della scuola, della casa, dei servizi sociali e negli
altri settori di competenza.
II
Telegramma inviato al
Presidente della Provincia di Torino il 2-3-7972
«Le sottoscritte organizzazioni
chiedono suo urgente intervento presso rappresentanti Provincia Torino nel
Comitato provinciale assistenza et beneficenza
pubblica affinché prendano posizione per blocco
delibere concernenti aumento rette richiesto dalle istituzioni pubbliche
assistenza et beneficenza et
per approvazione delibere relative riassetto personale stop. In particolare ci
si riferisce Istituti C.so Unione Sovietica et C.so
Casale nei quali sono in corso lotte comuni personale
et parenti et trattative
con Comune Torino per giungere radicale cambiamento assistenza anziani.
CGIL - CISL - UIL
Rappresentanti personale istituto
C.so Unione Sovietica
Comitati quartiere Mercati generali et Borgo Po
Unione italiana promozione diritti
minore et lotta emarginazione sociale»
www.fondazionepromozionesociale.it