Prospettive assistenziali, n. 18,
aprile-giugno 1972
ATTUALITÀ
ESPERIENZA FRANCESE
DI FOCOLARE PER INSUFFICIENTI MENTALI ADULTI
L'appellativo di «Focolare di
Lavoratori» corrisponde, per noi, alla preoccupazione di integrare
il giovane, l'adulto insufficiente mentale in un quartiere, senza per altro mettere
un'etichetta che potrebbe sottolineare la sua deficienza. Ci sembra molto
importante che un giovane possa trovare sulla buca delle lettere del suo
appartamento, un indirizzo che non sia per lui un handicap
per la sua integrazione.
Il Focolare accoglie, per il
momento, un gruppo di 16 uomini adulti. L'età di ammissione, stabilita secondo criteri amministrativi, è
di 20 anni. Non vi è limite d'età per la dimissione dal Focolare. Attualmente, il più anziano sta per compiere i 40 anni.
Questo gruppo abita in due
appartamenti del medesimo stabile, l'uno di tipo F 4 al terzo
piano, l'altro di tipo F 3 al sesto piano. I due appartamenti hanno la
medesima scala di accesso.
Il Focolare di Lavoratori è animato
da un educatore e da una educatrice, entrambi
sposati, avendo ciascuno rispettivamente uno e tre figli. L'educatrice e la sua
famiglia abitano al terzo piano e ha il pianerottolo in comune con l'alloggio
F 4; l'educatore e la sua famiglia abitano al sesto piano, sul medesimo pianerottolo dell'alloggio F 3.
Gli appartamenti, sia del personale
educativo sia dei giovani lavoratori, hanno in comune i servizi
e le comodità dello stabile, insieme con gli altri locatari (buca delle
lettere, scale, ascensore, ecc.).
Ci sembra importante precisare che
l'ammissione di un giovane lavoratore in questo Focolare, è l'ultimo di una
serie di interventi e di azioni medico-socio-educativi
antecedenti, che la nostra équipe ha iniziato
nell'Istituto medico-pedagogico di Place Napoléon fino a 14 anni, e ha proseguito fino ai 20 anni
nel nostro Istituto medico-professionale. La presa
in carico più o meno totale nel quadro del Focolare
dei Lavoratori, si può prospettare per alcuni di questi giovani, a partire dai
20 anni.
Questa evoluzione verso
l'acquisizione progressiva d'una autonomia molto
importante è percepita dai più anziani dell'Istituto medico-professionale,
non come una promozione o una gratificazione, ma come lo sbocco rassicurante
quando essi si interrogano, al loro livello, sul proprio avvenire.
Se per ragioni soprattutto
amministrative, l'età di 20 anni è tassativa per l'ammissione al Focolare, in
pratica l'adolescente è preparato dai suoi educatori al suo status di giovane
lavoratore. La rottura non sarà dunque brutale a livello della differenza del
«regime di vita». Un'abitudine all'autonomia, al proprio controllo, nel quadro dell'inserimento sociale, l'aiuterà a superare la
soglia del «Focolare» e il giovane adulto sarà sufficientemente informato per
affrontare il più facilmente e il più naturalmente possibile, l'ambiente che
costituirà il quadro di vita in tutto simile alle altre persone che vivono
nella comunità urbana.
Il compito degli educatori che
animano il gruppo, ora individualmente, ora in coppia
educativa, è essenzialmente un ruolo di presenza. Infatti
ci sembra essenziale evitare, con questi lavoratori, di ricreare l'immagine
classica dell'educatore di gruppo d'internato. La funzione educativa è qui
differente. Si suppone, infatti, che un certo numero di acquisizioni
di base siano state assimilate dai giovani, e che questi abbiano acquisito
delle abitudini di autonomia più elaborate, e siano quindi sufficientemente
preparati per affrontare una terza dimensione di riadattamento e per subire
«l'aggressione» dell'ambiente nonistituzionalizzato che è costituito dai
vicini, dalle case, dal quartiere, e dal lavoro esterno per alcuni.
L'autonomia lasciata al lavoratore
in vista della sua integrazione sociale, sarà
sufficientemente importante per non essere solo apparente, ma per essere
realmente come quella degli altri cittadini. Per contropartita, l'animazione
di un tale gruppo sarà tale che il giovane vi possa
ritrovare una sicurezza affettiva e materiale dinamica. Qui, la gestione
effettiva dei pasti, del ménage, delle attività, dei contatti con l'esterno
non sarà più un'azione dell'educatore, ma della cellula di vita in cui gli
atteggiamenti e gli interventi saranno individualizzati al massimo. Si tratta ormai di «fare del giovane lavoratore ciò che
egli deve diventare e non ciò che il gruppo o l'educatore desiderano che
diventi».
L'organizzazione di questi gruppi di
vita sarà tutta permeata dall'individualizzazione
della relazione e dell'azione educativa. L'educatore non sarà più colui che ordina la levata al mattino, ma colui che aiuta a
sentire il suono della sveglia. Il suo compito sarà essenzialmente quello di
stimolare, di suscitare, di essere colui che viene
consultato e che consiglia.
Il sostegno ergoterapeutico
che il giovane trova negli appartamenti lo aiuterà ancora a scoprire
e a ricercare l'integrazione nei gruppi di vita esterni a quelli
dell'istituzione: clubs, gruppi sportivi, casa dei
giovani, libertà di uscita che equivale spesso alla scelta di compagni esterni
al Focolare.
D'altra parte, la manipolazione e la
gestione del suo denaro (partecipazione alle spese della sua
biancheria e dei suoi vestiti) gli faranno prendere coscienza della sua realtà.
La relazione «assistente-assistito»
evolverà a poco a poco verso una relazione di aiuto
reciproco.
Ecco quindi come l'équipe che anima attualmente il Focolare ne concepisce il
ruolo e la funzione. Il Focolare rappresenta il frutto di un lungo lavoro
nell'ombra e, in certa misura, la sommità della curva di adattamento
dei nostri giovani e dei nostri adulti. Ormai, la società deve poterli
accettare interamente, e non più sopportarli. Infine voglia essa dividere con
loro il sole (2).
J.-M. DEVIN, animatore dell'équipe
di lavoro
D.
PILLET, direttore dell'istituzione
(1) Da Foyers d'adultes,
numero speciale 1972 della rivista Nos enfants inadaptées dell'U.N.A.P.E.I., 28,
Piace St. George, 75 -
Paris (9°).
(2) Bisogna
sottolineare che questa esperienza, che conta attualmente più di un anno, ha
visto l'estensione di questi appartamenti, e bisogna registrare ora non più due
sole cellule di vita, ma sette, che si trovano in appartamenti H.L.M. di tipo F 3 e F 5.
Le coppie di educatori sono passate da due a tre, legalmente
costituite, cioè tutte e tre costituite da coppie sposate, con bambini, e
inoltre si aggiungono ad essi degli educatori tirocinanti temporanei, che
vengono a vivere questa esperienza. Bisogna segnalare che i servizi di
collocamento lavorativo, all'uscita dall'Istituto medico-professionale, sono
limitati, e il giovane che trova lavoro nell'ambiente naturale (artigiani,
piccoli esercenti, piccole industrie), ha sempre bisogno del supporto educativo
e psicologico che trova in questo settore di assistenza
del Focolare, e noi pensiamo, dopo alcuni mesi di riflessione, di orientarci
definitivamente verso tale forma di istituzione.
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