Prospettive assistenziali, n. 18,
aprile-giugno 1972
NOTIZIARIO DELL'UNIONE ITALIANA
PER
SCUOLE SPECIALI A MILANO
Comunicato stampa
La stampa del 28 aprile u.s. ha
riportato l'intervento del Sindaco di Milano e di alcuni fra gli Assessori ed
i capi gruppo consiliari, sul problema delle scuole speciali in Milano.
Le dichiarazioni fatte ad una assemblea di genitori di bambini che attualmente
frequentano tali scuole, erano soprattutto volte a tranquillizzare gli stessi
sulla sorte futura delle strutture specializzate: è stato detto che non solo
non saranno chiuse, ma verranno potenziate ed aumentate.
A tale proposito i gruppi che
sottoscrivono questo comunicato intendono:
1) esprimere la loro comprensione
del punto di vista dei genitori dei bambini che frequentano tali scuole, i
quali non troverebbero attualmente alcuna altra
alternativa per i loro figli data l'inadeguatezza delle strutture scolastiche
normali che rendono estremamente problematico l'inserimento dei bambini
handicappati là dove è già difficile quello dei bambini cosiddetti normali:
affollamento delle aule, mancata attuazione del tempo pieno, impostazioni
didattiche rigide e inadeguate.
Occorre tuttavia sottolineare che taluni inserimenti sono già resi possibili
attraverso lo sforzo collaborante e la disponibilità di taluni genitori,
insegnanti e specialisti, con risultati nettamente positivi. Si tratta
naturalmente di un numero limitato di casi, che comunque
pongono l'istanza e l'urgenza di una trasformazione delle strutture che
permetta un inserimento generalizzato dei bambini handicappati;
2) Sottolineare
però la necessità di una presa di coscienza da parte di tutti, ed anche dei
genitori dei minori handicappati, delle carenze di quelle soluzioni che, come
le scuole speciali, tendono ad allontanare il minore dal contesto di vita
normale;
3) mettere in luce
il grosso rischio che si corre non accettando il
discorso di alternative alle scuole speciali, rischio di lasciar proliferare degli
ambienti in cui lo sviluppo del bambino è visto solo nell'ottica del suo
handicap;
4) denunciare che, mentre
5) sottolineare
la necessità che ogni tipo di rivendicazione da parte di chi si occupa del problema
sia volta alla richiesta che gli interventi specialistici di cui i singoli
minori necessitano vengano forniti, nella misura quantitativamente e
qualitativamente adeguata, all'interno delle strutture normali, nel quadro di
una chiara prospettiva di radicale trasformazione di queste stesse strutture;
6) invitare ad un dialogo aperto
su questi problemi i genitori e le loro associazioni, gli amministratori
pubblici, gli operatori del settore, quanti comunque
si occupano ed intendono occuparsi di questo problema.
I gruppi firmatari si impegnano a promuovere incontri tra le diverse componenti
interessate a questi problemi per la ricerca e la sperimentazione di soluzioni
alternative alle scuole speciali.
Sezione lombarda
dell'Unione italiana per la promozione dei diritti del
minore e per la lotta contro l'emarginazione sociale; ACLI; CGIL scuola;
Comitato genitori Centro di addestramento per subnormali di Via Adriano;
Operatori dei Centri di Via Adriano e di Via Ravenna; Gruppo LG; Scuola di
servizio sociale ENSISS di Milano; Scuola Ravizza
dell'Umanitaria; Comitato coordinatore degli operatori sociali; Movimento
Cooperazione Educativa; ANFAA; CIAI; Relazioni Sociali; Centro studi don Milani.
CONVEGNO LOMBARDO SULLA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Lettera inviata al
Presidente della Giunta Regionale Lombarda, agli
Assessori regionali alla sanità e all'assistenza
Il 10 aprile 1972 si è tenuto a
Milano in Via Vivaio, un convegno indetto dall'assessorato regionale alla
Sanità, in cui è stato presentato un documento per la programmazione dell'assistenza
neuropsichiatrica infantile nel territorio regionale,
documento elaborato da un gruppo di lavoro nominato dallo stesso assessorato e
composto da sei neuropsichiatri
ed un pediatra.
Il documento, secondo le
dichiarazioni del rappresentante dell'assessore, aveva già avuto una approvazione politica e qualora fosse stato approvato
anche dai partecipanti al convegno sarebbe stato considerato acquisito come
parte integrante della programmazione regionale.
Il documento presentato contiene
un progetto sinteticamente così riassumibile:
1) Utenti dell'assistenza neuropsichiatrica
sono:
- minori con disturbi emotivi
(disturbi reattivi, nevrosi, disturbi della personalità, psicosi: circa 58.000
nella regione) ;
- minori con deficit intellettivi
(lievi, medi, gravi: circa 13.000 nella regione);
- minori con
altre patologie neuropsichiatriche (epilessia,
patologia correlativa e malattie somatiche; circa 6.000 nella regione);
- minori con deficit neuromotori (circa 1.500 nella regione).
2) Pilastri portanti della struttura assistenziale progettata sono:
- struttura di base = «Centro di Neuropsichiatrica Infantile»: un «centro» per ogni settore
di 100.000 abitanti, diretto da un neuropsichiatra
infantile, cui fanno capo quattro équipes multiprofessionali, dirette ognuna da un neuropsichiatra
infantile (circa 300 neuropsichiatri infantili per
- struttura
intermedia = ospedale di giorno, per il trattamento precoce, intensivo e globale
di tutti i tipi di più grave patologia N.P.I.: uno
ogni 100-200.000 abitanti nei centri urbani, uno ogni 50-100.000 abitanti alla
periferia; ognuno sarà diretto da un neuropsichiatra
infantile che si avvarrà della collaborazione di neuropsichiatri
infantili ecc. (circa altri 200 neuropsichiatri
infantili per
- struttura ospedaliera o
divisione N.P.I.: deve
costituirsi come divisione dell'ospedale provinciale e regionale (1 su 400.000
abitanti, v. legge ospedaliera 132), con funzioni diagnostiche e di
impostazione e revisione terapeutica in casi di particolare entità o
difficoltà.
Si prevede inoltre di utilizzare,
come strutture a latere, benché attualmente
discusse, la scuola speciale o classi speciali; centri diurni occupazionali
per gravi; centri di addestramento al lavoro e laboratori protetti; gli
istituti specializzati.
3) Per quanto riguarda funzioni e
principi generali di questa struttura emerge chiaramente che si tratta di una
struttura:
3.1. che
ha il compito di affrontare globalmente i problemi di tutti i minori di anni
19 handicappati o disadattati: «l'assistenza N.P.I.
dovrà ispirarsi al principio dell'unitarietà funzionale, abolendo le
differenziazioni dell'assistenza fatta in base alla categoria sociale degli
ammalati ed inglobando le diverse e
molteplici organizzazioni assistenziali agenti nel settore (comuni,
province, ONMI, Enti morali, ospedali, ecc.)»;
3.2. che
è impostata rigidamente secondo criteri clinico sanitari, in quanto si tratta,
prima ancora che di cittadini, di ammalati o di potenziali ammalati: «sebbene
articolata prevalentemente in sede extramuraria alla divisione ospedaliera di
N.P.I., l'assistenza al minore affetto da disturbi neuropsichici deve basarsi sempre preminentemente su criteri clinico sanitari»;
3.3. che
si tratta di una struttura a sé stante, non
facente parte integrante del servizio sanitario nazionale pur essendo
definita «preminentemente» di carattere clinico sanitario: «la assistenza neuropsichiatrica infantile deve adeguarsi quanto più è possibile allo schema generale e alle
strutture particolari previste dal Servizio Sanitario Nazionale».
Il documento infine nulla dice
sulla gestione di questo servizio lasciando intendere che esso debba in ultima
analisi far capo direttamente agli assessorati regionali alla Sanità ed al
Ministero della Sanità.
I sottoscritti rifiutano il documento elaborato dal gruppo dei neuropsichiatri per conto dell'Assessorato alla sanità
1) Innanzitutto
per una ragione di metodo in quanto elaborato da una sola categoria di professionisti,
senza alcuna partecipazione delle altre categorie di
operatori socio-assistenziali e sanitari del settore, e, fatto ancora più
grave, senza la partecipazione degli
utenti o delle organizzazioni che li rappresentano (in primo luogo le organizzazioni sindacali); va
sottolineato a questo proposito che la scarsa pubblicizzazione
data al Convegno (pochi inviti fatti con criteri «nebulosi»; poche righe sul
«Corriere della Sera» due giorni prima), ha destato in molti il sospetto, si
spera infondato, di una manovra grossolanamente manipolatoria
destinata a dare una vernice di partecipazione democratica ad una scelta politica già fatta al vertice;
2) in secondo luogo per i
contenuti politici del documento che
- dà una soluzione di tipo
tecnocratico e psichiatrico al problema della sicurezza sociale di una
categoria di cittadini;
- mantiene quelle discriminazioni
tra categorie di cittadini in condizioni di bisogno che l'Assessorato regionale
all'assistenza ha affermato nel convegno del 5-6 febbraio u.s., di voler finalmente abolire;
- esclude dalla gestione delle
strutture di base le comunità locali. riservandole
esclusivamente ad una categoria di tecnici destando il dubbio che il progetto
non sia soltanto viziato dalla deformazione professionale dei tecnici che
l'hanno preparato, né soltanto dalla scarsa loro competenza negli ambiti
professionali non rappresentanti nel gruppo di lavoro, ma sia anche
viziato da interessi corporativi e dalla ricerca di privilegi di potere.
I sottoscritti
pertanto chiedono
che
Una prima assemblea si terrà
martedì 23 maggio, alle ore 18, nella sala messa a disposizione dalle ACLI in
via della Signora 3 - Milano.
BRAMBILLA,
Educatore; CATTABENI, Ospedale di N.P.I. G. Corberi; CICCORELLA, Assoc. Fam. Adottive e Affidatarie;
CREMONCINI, Scuola Servizio sociale ENSISS; DONELLI. Scuole ESAE; FRIGERIO,
Unione italiana promoz. diritti
minore; LERNA, Serv. Sociale Amm. Prov.
Milano; ONIDA, «Relazioni sociali»; PARISI, Scuola serv. sociale Umanitaria; RANCI
ORTIGOSA, ACLI.
NUOVA SCUOLA SPECIALE DI ALESSANDRIA
Lettera inviata il
2 maggio 1972 al Sindaco, agli Assessori all'istruzione, assistenza, sanità, lavori
pubblici e ai Capi Gruppo della DC, PCI, PLI, PRI, PSDI, PSI e PSIUP del
Consiglio Comunale di Alessandria
Questa Unione ha preso atto con profonda
preoccupazione del bando di concorso per la progettazione di un nuovo
edificio scolastico per la scuola elementare psicomedicopedagogica
da erigersi in Alessandria, quartiere Vescova.
La progettazione oggi di una
scuola speciale è un ulteriore elemento destinata ad
aumentare nel nostro paese il numero già elevato di emarginati.
Dimostra inoltre una arretrata volontà politica ed una inaccettabile mancanza
di conoscenza delle disposizioni di legge vigenti e degli orientamenti emersi
in questi ultimi tempi, tanto più che è prevista a fianco della progettata
scuola la costruzione in un secondo tempo di un convitto per gli allievi.
Sul problema si unisce copia
della relazione tenuta dall'Assessore all'assistenza della
Regione lombarda al Convegno di Milano del 5-6 febbraio 1972 sul tema
«L'ente locale ed i servizi sociali». Sarebbe altresì utile la consultazione delle
conclusioni elaborate dalle quattro commissioni al termine dei lavori del
convegno suddetto.
Iniziative condotte da anni in
molte città d'Italia (vedasi ad esempio la scuola Dogliotti
di Via Bossoli 83, Torino e la scuola Silvio Pellico
di Moncalieri) hanno dimostrato le concrete possibilità ed i risultati positivi dell'istituzione di classi speciali presso le
scuole normali, iniziativa che è considerata da questa Unione un obiettivo
intermedio verso l'inserimento degli handicappati fisici, psichici e
sensoriali (compresi i gravi) nelle classi comuni.
Questa Unione, tenuto conto anche
dei bandi di concorso del Comune di Alessandria concernenti
una scuola elementare (Deliberazione numero 760 del 19-11-1971), e
due scuole medie (deliberazioni n. 761 e 762 del 19-11-1971) rileva inoltre che il D.M. 21 marzo 1970 (Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 134 dell'1-6-1970) prevede fra l'altro l'abolizione
delle barriere architettoniche negli edifici scolastici e la previsione di
locali per le terapie necessarie per gli allievi handicappati e non
handicappati (al riguardo vedansi anche i D.R.R.
sulla medicina scolastica 11-2-1961 n. 264 e 15-12-1967 n. 1518).
Questa Unione osserva infine che
l'iniziativa di costruire una scuola speciale non tiene nemmeno conto della
legge 30-3-971
n. 118 (di cui si allega copia) e in
particolare di quanto previsto dagli art. 28 e 29.
Si sottolinea
tuttavia che la normativa legislativa vigente non dovrebbe essere considerata
come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza per la non emarginazione
dei ragazzi handicappati.
Questa Unione sollecita gli
amministratori di maggioranza e di minoranza cui la presente è inviata a
prendere conoscenza e coscienza del problema e ad avviare le necessarie
urgenti iniziative.
www.fondazionepromozionesociale.it