Prospettive assistenziali, n. 18,
aprile-giugno 1972
DOCUMENTI
PROBLEMI
DEGLI ANZIANI E INFORMAZIONE SOCIALE
Stralciamo
e pubblichiamo dal Seminario che ha avuto luogo a Gummersbach, Colonia (Repubblica Federale Tedesca), dal 3
al 12 novembre 1971, promosso dalle Nazioni Unite, sul tema «Partecipazione locale ai programmi in favore degli anziani», la raccomandazione approvata alla conclusione dei lavori e una nota tratta dalla
relazione presentata dalla signora Armine Scherler-Bagdassarian (Svizzera) sull'informazione sociale
e la sensibilizzazione del pubblico.
Anche
se su alcuni punti non concordiamo, pubblichiamo ugualmente i due documenti poiché essi indicano che vi è una evoluzione nella
direzione da noi auspicata.
I
Raccomandazioni
1.4.1. I diritti
individuali di ciascun anziano devono essere salvaguardati. Devono
essere organizzati servizi di ogni genere, che
debbono essere presentati in maniera da garantire la più ampia libertà di
scelta possibile, ivi compreso il diritto del rifiuto dell'assistenza.
1.4.2. Gli anziani devono continuare
ad essere, sotto tutti i punti di vista, membri della società e devono essere accettati come tali. Ne segue che, nella
misura del possibile, i servizi ad essi offerti devono
essere destinati ad assicurare loro un'attività in seno alla collettività, mai
ad escluderli o ad allontanarli. Scopo essenziale di tutti questi servizi deve
essere quello di mantenere, il più possibile, le persone anziane membri attivi
ed indipendenti della società.
1.4.3. La pianificazione dei
programmi in favo. re delle persone
anziane, sia su scala nazionale, sia su scala locale, deve realizzarsi in
funzione dei bisogni individuali e far parte integrante del piano dei programmi
collettivi per tutti i membri della comunità e per tutti i gruppi di età.
1.4.4. Le organizzazioni di mutua
assistenza delle persone anziane devono essere attivamente incoraggiate e
sostenute. Oltre alle risorse materiali che verranno
messe a loro disposizione, si potrà offrir loro il servizio specializzato
dell'operatore sociale, il quale impegnerà le persone anziane ad organizzarsi
e le metterà in grado di far conoscere i loro bisogni ed i loro desideri alle
autorità ed al pubblico in generale.
1.4.5. È opportuno dare alle persone
anziane la possibilità di partecipare alle decisioni prese a tutti i livelli nel quadro dei programmi elaborati per loro e, nella misura
del possibile, affidare loro delle responsabilità.
1.4.6. È essenziale assicurare un
reddito sufficiente agli anziani, cosa questa cui bisogna dare la precedenza
assoluta. Se la gratuità dei beni e dei servizi, o la loro prestazione a prezzo
di favore, sono accettate volentieri da parte dei
beneficiari nelle attuali circostanze, esse non costituiscono, tuttavia, una
forma di discriminazione, né potranno mai essere sostitutive delle misure
economiche destinate ad assicurare a tutti gli anziani un reddito adeguato.
1.4.7. La creazione di alloggi soddisfacenti di tipi diversi, sia in complessi
di nuova costruzione, sia in complessi riadattati, riveste necessità assoluta.
II tipo di alloggio richiesto varierà a seconda dei
bisogni individuali di un dato momento, tenuto conto principalmente della
natura e dell'importanza dei servizi disponibili o realmente forniti. Bisogna
offrire a livello locale, dunque, numerose e varie
possibilità di alloggio.
1.4.8. Alle persone anziane
bisognerebbe offrire, sotto diverse forme, altri numerosi servizi sociali e
collettivi. Esistono già degli elenchi dettagliati di tali possibilità, per
esempio quello compilato dal Consiglio d'Europa.
1.4.9. I servizi sanitari per le
persone anziane devono essere considerati dal lato positivo
e bisogna porre l'accento sulle capacità individuali e non sulle deficienze. I
servizi di medicina preventiva e di riabilitazione assumono importanza
particolare. Il personale sanitario deve lavorare in stretta collaborazione con
quello delle altre branche che offrono dei servizi socio-sanitari. Bisogna
coordinare delle «équipes» di lavoro pluridisciplinari. È necessario prestare particolare
attenzione:
- alla prevenzione
dell'invecchiamento prematuro ed alla patologia della vecchiaia;
- alla necessità di dare la
precedenza assoluta all'assistenza sanitaria ambulatoriale di tipo vario nel quadro dei servizi socio-sanitari integrati ed
organizzati al livello locale;
- all'assistenza
sanitaria istituzionalizzata, sia negli ospedali generali, sia nei servizi geriatrici specializzati, oltre all'assistenza sanitaria a domicilio.
1.4.10. La preparazione alla
vecchiaia ed al pensionamento deve costituire per tutti un
processo continuo da iniziare molto presto. A tal fine, conviene
elaborare metodi adeguati di educazione c di
formazione e fornire i mezzi idonei ad una quantità di organismi. Il processo di educazione deve effettuarsi durante la vecchiaia ed il
pensionamento, ed è necessario sottolineare l'interesse reciproco che offre
l'integrazione delle persone anziane in seno alla collettività, integrazione
che può essere assicurata grazie alla loro continua partecipazione alla vita
comunitaria ed alle attività di carattere sociale, culturale e ricreativo.
1.4.11. È essenziale poter disporre di numeroso personale debitamente formato e
qualificato. Oltre ai corsi di formazione di base, conviene offrire al
personale sanitario, agli operatori sociali ed a tutti gli altri operatori i mezzi per completare la loro formazione,
specialmente per quanto riguarda i diversi aspetti dell'azione comune da
intraprendere. Bisogna sottolineare ulteriormente la
necessità per il personale di saper esprimere un giudizio sul proprio lavoro.
1.4.12. Conviene prestare speciale
attenzione al reclutamento dei volontari ed alla necessità di assicurare loro
una buona preparazione, di aiutarli e di controllarne
il lavoro. Bisogna anche fare in modo che le persone e le organizzazioni con le
quali essi collaborano siano disposte ad utilizzare i loro servizi a ragion
veduta ed in condizioni adatte.
1.4.13. Sono necessarie delle
ricerche continue su tutti gli aspetti dell'invecchiamento se si vuole
migliorare i programmi stabiliti. Bisognerebbe mettere a
punto dei metodi che permettano di valutare i programmi esistenti e di
ottenere delle indicazioni sul modo di adattarli, se del caso, all'evoluzione
dei bisogni della società, nonché di valutare i nuovi programmi e servizi, la
cui necessità si farà verosimilmente sentire.
1.4.14. Tutte le persone che si interessano professionalmente di questo problema devono
saper fare appello ai diversi mezzi d'informazione di massa ed aggiornarsi
circa i metodi di lavoro ne) campo delle relazioni pubbliche. A questo scopo,
nei programmi di formazione professionale degli operatori sociali e degli
operatori di altre discipline connesse, dovrebbero
figurare corsi sulle relazioni pubbliche.
1.4.15.
II
Dinamica
dell'informazione
(1)
Fino ad oggi, l'azione sociale ha
sviluppato una informazione per favorire un aiuto in determinati casi. Questo
sistema comporta una partecipazione finanziaria. Il
pubblico non esita a dar soldi ad opere di
beneficenza che riconosce, attraverso i canali delle pubbliche relazioni, come
idonee a far buon uso del suo denaro.
L'informazione che
si proponga di sensibilizzare e motivare tanto il pubblico che il singolo
individuo, deve presentarsi con un aspetto dinamico. Così, per esempio, l'informazione
sociale in favore degli anziani, si presenta troppo spesso con una faccia
inquietante per l'adulto, che non ha difficoltà ad immaginarsi, più o meno a lunga scadenza, un identico destino. Al fine di
sfuggire a questo assillo deliberatamente egli
allontana da sé tutto ciò che trattiene sotto i suoi occhi tale immagine. Ma
poiché non vuole abbandonare questi infelici dà
volentieri del denaro ad organizzazioni specializzate che assolvono così un
ruolo sostitutivo. E quanto più queste organizzazioni
propugnano e sviluppano azioni valide, tanto più hanno un ruolo decolpevolizzante per la popolazione. Un tale sistema provoca inevitabilmente una desensibilizzazione
della massa.
(1) Da «Informazione sociale e sensibilizzazione
del pubblico», IV Tema del programma dei lavori.
www.fondazionepromozionesociale.it