Prospettive assistenziali, n. 22, aprile-giugno 1973

 

 

NOTIZIARIO DEL CENTRO ITALIANO PER L'ADOZIONE INTERNAZIONALE

 

 

DICHIARAZIONE SULL'ADOZIONE INTERNAZIO­NALE

 

Nel corso della 3ª Conferenza Nord Americana sui bambini in stato di adottabilità tenutasi a St. Louis (Missouri) il 21-23 aprile 1972, si forma­rono dei gruppi di lavoro incaricati di redigere un rapporto sui vari temi posti in discussione. I rap­porti approvati dalla Conferenza furono 12. Ri­portiamo il n. 5 presentato dall'équipe di esperti su l'adozione internazionale.

«L'adozione internazionale è un concetto mol­to difficile da accettare per una nazione in via di sviluppo. Accettando questo tipo di adozione, la nazione ammette implicitamente di non essere in grado di prendersi cura dei suoi bambini sen­za famiglia. Ciò rappresenta un capovolgimento della normale situazione in cui è il paese più pro­gredito che “dà” al più bisognoso. Il paese sot­tosviluppato dà i suoi bambini - il bene più grande - ai paesi più progrediti. Questo proces­so richiede molta sensibilità, mutuo rispetto e la massima fiducia reciproca da parte dei responsa­bili dei due paesi.

Esiste il pericolo che l'adozione internaziona­le, che concentra una gran quantità di denaro e molta assistenza su un numero limitato di bam­bini che vengono portati via dalla loro terra, di­venti un'alternativa all'aiuto materiale, a una migliore nutrizione ed educazione e a tutta la gamma di servizi familiari necessari per un gran numero di bambini nel paese in via di sviluppo. Malgrado ciò la nostra esperienza in Corea ci di­mostra il contrario: l'adozione internazionale ha sollecitato la formazione di servizi sociali loca­li». (John E. Adams and Hyung Bok Kim, Holt Adoptian Program, Children Magazine, Novem­ber-December, 1971).

Noi consideriamo l'adozione internazionale co­me una piccola parte di quanto si può fare per l'assistenza ai bambini in ogni nazione. Perciò deve essere considerata solamente nei termini dell'interesse primario e dei diritti dei bambini. Non approviamo l'atteggiamento oppressivo e paternalistico degli americani nei confronti dei popoli sottosviluppati. Questo atteggiamento im­pedisce lo sviluppo armonico e cooperativo di un adeguato servizio sociale per i bambini, di cui l'adozione internazionale fa parte.

Allo stesso modo respingiamo le posizioni na­zionaliste che hanno come risultato l'istituziona­lizzazione permanente, nutrimento e cure medi­che inadeguate e la morte.

Nel caso di catastrofi naturali o di guerre, quando non vi è alcuna organizzazione assisten­ziale, l'adozione internazionale può essere una risposta. Noi in qualità di genitori e di esperti dobbiamo seguire, sia col cuore che con l'aiuto tecnico, ciò che le nazioni di tutto il mondo desi­derano fare per i loro bimbi, in modo da permet­terci di ascoltare e rispondere con la massima sensibilità.

Proponiamo di stabilire dei punti base da pub­blicizzare:

1) una visione la più ampia possibile sullo sta­to attuale dei servizi di assistenza all'infanzia nelle varie nazioni;

2) una definizione precisa del nostro ruolo nella sviluppo dell'assistenza all'infanzia nell'am­bito delle nazioni in via di sviluppo;

3) se, dove e quando, a secondo del giudizio di una nazione, l'adozione internazionale può ave­re un posto, e un'analisi di come deve essere svolta.

4) la pubblicazione di un elenco delle agenzie e delle risorse disponibili per assicurare un'in­tesa più ampia e uno scambio di libere informa­zioni.

Questo gruppo si impegna a creare, finanzia­re e distribuire tale pubblicazione, e chiede al­la 3ª Conferenza Nord Americana sui bambini adottabili un appoggio e un contributo positivo e creativo.

Il gruppo sull'adozione internazionale chiede alla 3ª Conferenza Nord Americana sui bambini adottabili di far propri i seguenti estratti della ri­soluzione emersa alla Conferenza Mondiale sull'Adozione e l'Affidamento Familiare tenutasi a Milano nel settembre 1971 e presentati alle Na­zioni Unite.

Constatato che sono soprattutto i bambini a soffrire dei disastri nazionali e internazionali, guerre e sperequazioni sociali;

Considerato che il numero delle adozioni na­zionali e internazionali è in progressivo au­mento;

Considerato che a causa delle carenze e dei contrasti tra le legislazioni dei diversi paesi sor­gono crescenti problemi giuridici e legali pre­giudizievoli per i minori;

Considerato infine l'interesse storico delle Na­zioni Unite nei riguardi dei problemi dei minori i cui diritti sono stati sanciti dalla dichiarazione dei Diritti del Fanciullo;

Chiede alle Nazioni Unite di promuovere una Conferenza, internazionale allo scopo che sia de­finita una Convenzione mondiale sulla legislazio­ne in materia di adozione e di adozione interna­zionale alla quale sia prevista la partecipazione non solo delle autorità governative, ma anche di esperti nelle varie discipline umane e sociali in­teressate e di rappresentanti di associazioni di genitori adottivi.

Il gruppo sull'adozione internazionale richie­de alla Sezione plenaria della 3a Conferenza Nord Americana sui bambini adottabili di approvare la seguente dichiarazione e di mandarne copia tele­grafica al Presidente degli Stati Uniti e di tra­smetterla a tutti i partecipanti alla Conferenza perché ne rendano partecipi i membri del loro Governo:

 

DICHIARAZIONE SUL CONFLITTO IN VIETNAM

 

Una fede profonda nei diritti dei bambini e una determinazione di difendere quei diritti ci hanno portati a questa Conferenza. Noi riteniamo che il diritto più fondamentale di un bambino è il di­ritto alla vita.

Poiché crediamo questo, dobbiamo condanna­re le attività di qualsiasi uomo o nazione che potrebbe negare o mettere in pericolo la vita dei bambini in Vietnam.

Noi crediamo che le attività delle forze mili­tari degli Stati Uniti mettono in pericolo la vita dei bambini del Vietnam.

Per questi motivi condanniamo tali attività, ed in particolare gli attuali bombardamenti continui.

Insistiamo che queste attività cessino subito. Chiediamo questo in qualità di esseri umani, nel nome di quei bambini che vivono e che muoiono in Vietnam.

 

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