Prospettive assistenziali, n. 23, luglio-settembre 1973

 

 

NOTIZIARIO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE ADOTTIVE E AFFIDATARIE

 

 

DOCUMENTO PROGRAMMATICO (1)

 

L'ANFAA si colloca come momento di attiva partecipazione della base, in rapporto dialettico con le diverse forze politiche e sociali, alla solu­zione dei problemi dei minori istituzionalizzati o in condizioni di abbandono morale e materiale.

Considerato che gravi e profondi pregiudizi tuttora esistono e si oppongono all'affermazione del principio dell'assoluta priorità dell'elemento affettivo nel rapporto di filiazione, nonché al ri­conoscimento del minore come soggetto e non come oggetto di diritto, l'ANFAA ha il compito di promuovere e controllare l'applicazione della leg­ge 431 sulla adozione speciale e di operare per migliorarne i contenuti e la formulazione a livel­lo legislativo nei modi più confacenti alle ne­cessità dei bambini e di attuare ogni altro inter­vento volto a risolvere queste necessità in modo non emarginante.

Ma nel contempo l'ANFAA ha il compito di im­pegnarsi perché siano eliminate tutte quelle condizioni sociali, economiche, politiche e religiose che favoriscono e/o determinano il crearsi dello stato di difficoltà dei minori. Il suo impegno è volto a che siano istituiti quei servizi aperti che collaborino con le famiglie successivamente all'atto adozionale o, qualora l'adozione non sia consigliabile o possibile, sostengano quelle so­luzioni (affidamento familiare e comunità allog­gio) alternative alla istituzionalizzazione ed all’emarginazione dei minori intese come appoggio alle famiglie di origine che per motivi anche di­versi si trovino in condizioni di necessità.

Considerata in queste prospettive, la linea pro­grammatica dell'Associazione non può e non de­ve essere disgiunta da un quadro generale dei servizi sociali e sanitari che sia basato sul prin­cipio del decentramento politico-amministrativo, della loro onnicomprensività e della partecipa­zione intesa come controllo democratico.

Al riguardo l'ANFAA ritiene opportuno che ta­le azione vada accompagnata da un'opera volta alla maturazione della collettività in uno spirito di solidarietà sociale da attuarsi mediante l'or­ganizzazione comunitaria, in sede di quartiere o in altre forme associative, in modo che il gruppo sia in grado di superare le difficoltà di ogni indi­viduo in stato di bisogno rompendo lo schema di famiglia chiusa ed insensibile ai bisogni degli al­tri e porti alla diffusione di gruppi familiari aperti verso la comunità.

Ribadisce pertanto che per siffatto modello di famiglia si deve diffondere una diversa concezio­ne del rapporto tra genitori e figli, non fondato sul vincolo di sangue bensì sull'affetto e sulla vo­lontà dei genitori di sovvenire alle esigenze del figlio nel pieno rispetto della sua personalità.

L'opera dell'Associazione è essenzialmente di carattere promozionale. Viene quindi esclusa la sua partecipazione a forme di gestione o di co­gestione di servizi sociali.

 

 

COMUNICATO STAMPA SUL MERCATO DEI BAMBINI

 

In riferimento alla interrogazione presentata dalla senatrice Dal Canton il 17-11-1972 e riferita da «Il Giorno» del 2 u.s. questa Associazione:

ribadisce che le cause del mercato dei bambini sono da ricercarsi nella carenza di servizi sociali, sanitari, scolastici, abitativi ecc. che possono es­sere eliminate solo con idonee riforme struttu­rali;

richiede che nella discussione in Senato del 12 p.v. sul mercato dei bambini il Parlamento si im­pegni al più presto a dibattere le proposte di legge n. 750 presentate dall'Onorevole Foschi e altri «Norme concernenti l'affidamento familiare di minori a scopo educativo» e n. 1911 dell'Ono­revole Cassanmagnago e altri che prevede la soppressione della adozione tradizionale, la mo­difica della speciale al fine di estenderla ai minori di 18 anni e la semplificazione della procedura;

sottolinea ancora una volta che la legge sulla adozione speciale trova scarsa applicazione non per la mancanza di famiglie ma per la carenza del personale, soprattutto di quello di cancelle­ria e ausiliario, e di controllo sugli istituti di as­sistenza ai minori;

precisa inoltre che non intende parteciparle a una commissione d'inchiesta tanto più in presen­za di rappresentanti dell'ONMI mentre è disponi­bile per ogni concreta iniziativa operativa.

 

Torino, 6 giugno 1973

 

 

(1) Mozione conclusiva approvata all'unanimità dall'Assemblea dei Soci tenutasi a Pisa il 2-3 giugno 1973.

 

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