Prospettive assistenziali, n. 24, ottobre-dicembre 1973

 

 

ATTUALITÀ

 

IL NUOVISSIMO ISTITUTO PSICO-PEDAGOGICO DELLA PROVINCIA DI TORINO È GIÀ SUPERATO

 

 

Come si rileva nel documento che pubblichiamo del 23-10-73 delle sezioni sindacali della Provincia di Torino CGIL, CISL, UIL, redatto dal personale del Mainero, il nuovissimo istituto psico-pedagogico aperto dalla Provincia di Torino è già superato dopo un solo anno di funzionamento e la proposta fatta dalle organizzazioni sindacali e dagli educatori è quella che l'Unione italiana per la promozione dei diritti del minore aveva invano avanzato, e cioè l'istituzione di comunità alloggio (o focolari) di quartiere.

L'istituto era sorto come tamponamento allo scandalo di Villa Azzur­ra. Villa Azzurra era un reparto del manicomio di Torino in cui erano rico­verati da 40 a 60 bambini subnormali, definiti gravi e gravissimi. Le poche o nessune cure, lo stato di abbandono dei bambini avevano scosso l'opinione pubblica e richiesta una commissione di vigilanza (La Stampa, 7-8-1970) che così aveva «accertato»: dei bambini ricoverati «35 non sono in grado di parlare, 8 devono essere imboccati. Nel gruppo dei frenastenici-cerebro­patici 2 bambine e 9 maschi hanno un quoziente intellettivo non valutabile, 4 di 0,25, uno di 0,42, uno di 0,50. Altri 14, con analoghe lesioni sono per di più affetti da epilessia: di questi 4 con quoziente intellettivo non valutabile, due di 0,30, uno di 0,28 e una bimba di 0,25». Richiesto del suo parere sullo stato e il futuro di quei bambini il Prof. Torre, direttore della clinica psi­chiatrica dell'Università di Torino, spiegava «È come se avessero 2 o 3 anni di età o anche meno» e aggiungeva: «Non è escluso che personale specializzato e in numero sufficiente sia in grado di tentare qualcosa. Per esempio fare in modo che riescano a reggersi in piedi, qualcuno a mangia­re da solo. Molto più in là io ritengo che purtroppo non si possa andare».

Dopo una lunga lotta, peraltro poco appoggiata dall'A.N.F.Fa.S., la scan­dalosa situazione in cui erano tenuti i ragazzi a Villa Azzurra esplose e l'Amministrazione provinciale di Torino corse ai ripari acquistando due ville sulla collina di Torino, in una località isolata (ma con tanta aria buona!).

L'Unione italiana per la promozione dei diritti del minore fece presen­te alla Provincia di Torino e all'A.N.F.Fa.S. che le due ville erano inidonee e che la soluzione più valida sarebbe stata l'istituzione a Torino città, di co­munità alloggio di quartiere.

La Provincia di Torino e l'A.N.F.Fa.S. furono irremovibili; l'acquisto fu perfezionato e vennero fatti i lavori di adattamento con la spesa comples­siva di un miliardo (per 42 bambini). È così che da circa un anno l'istituto del Mainero (così sono state chiamate le due ville) funziona. Sul piano fi­sico e psichico il passaggio dalla gestione manicomiale alla conduzione edu­cativa (i 35 bambini sono seguiti da 72 educatori) ha consentito netti mi­glioramenti nel comportamento dei bambini, smentendo le previsioni del Prof. Torre e dei numerosi altri esperti che la pensavano come lui.

L'anno scorso 11 bambini sono stati iscritti presso il centro educativo speciale del Comune di Torino; tre in seconda elementare normale, uno al­la scuola materna normale. E a detta degli stessi educatori: «Se non aves­sero alle spalle otto o nove anni di manicomio i risultati sarebbero di gran lunga migliori» (Gazzetta del Popolo 24-7-1973).

Dunque, oggi, l'esperienza del Mainero ci consente di fare alcune con­siderazioni:

- scarsa attendibilità delle valutazioni fatte dai cosiddetti esperti: psichiatri, psicologi ecc.;

- i genitori dei bambini subnormali uniti nell'A.N.F.Fa.S. non sempre tutelano adeguatamente i minori handicappati;

- la Provincia di Torino è disponibile a spendere molti soldi (ricor­diamo che l'istituto del Mainero è costato oltre un miliardo per 42 bambi­ni), ma è nettamente contraria agli interventi che favoriscono l'inserimen­to sociale anche se meno costoso (per 42 bambini erano sufficienti 5-6 fo­colari con una spesa complessiva non superiore ai 200-250 milioni).

Se ne deduce, ancora una volta, che il problema degli handicappati è essenzialmente politico e che solo con una lotta socio-politica si possono ottenere soluzioni di inserimento.

 

 

CGIL, CISL, UIL - SEZIONE DIPENDENTI DELLA PROVINCIA DI TORINO

 

Piattaforma «Mainero»

Il personale dell'Istituto Psicopedagogico del Mainero nella consapevolezza del suo ruolo all'interno delle istituzioni assistenziali della Pro­vincia di Torino, congiuntamente alle Organizza­zioni Sindacati, ritiene:

1) che l'Amministrazione Provinciale debba programmare, in conformità all'accordo genera­le intervenuto tra OO.SS. e l'Amministrazione stessa, il recupero dei minori comunque consi­derabili devianti eliminando atti che possano ri­sultare emarginanti nei confronti di tutti coloro che non si ritengono in grado di inserirsi profi­cuamente nel sistema produttivo e quindi debba impegnarsi a non costruire le tradizionali istitu­zioni di contenimento né strutture, che, sebbene rinnovate esteriormente, conservino il medesimo carattere di istituzioni totali.

Il superamento di tale politica deve attuarsi iniziando con una organica programmazione, che in base alle reali esigenze degli utenti, coinvol­ga le varie forze operanti nel territorio (tecnici, OO.SS., genitori, rappresentanti di zona, ecc.). Ciò comporta l'immediato inizio di varie esperi­mentazioni che tengano conto di strutture già esistenti nei vari quartieri, dei più recenti con­tributi teorici, delle esperienze già in atto. Tali esperimentazioni non dovranno risultare casi iso­lati o sporadici, ma dovranno fin dall'inizio essere intesi come un primo momento che si inserisce nel quadro di tempi e di metodi indicati dalla programmazione generale.

Chiediamo quindi un metodo che realizzi una effettiva politica del recupero nella misura in cui sarà condotto all'interno del contesto dei «nor­mali» e coinvolgerà tutte le energie e le compo­nenti societarie.

Pertanto:

a) Nel quadro dell'accordo generale interve­nuto tra OO.SS. e Amministrazione Provinciale sull'assistenza psichiatrica si chiede che venga dato immediato avvio all'attuazione della delibe­ra 77/3417.

b) A quanto espresso nella suddetta delibera chiediamo con particolare riferimento al § 1:

- che l'assistenza prevista nella suddetta deli­bera venga allargata anche agli utenti minori di anni 14.

c) Chiediamo con particolare riferimento al § 5:

- servizi riabilitativi: entrata in funzione en­tro i primi tre mesi del '74 dei centri di P.zza Massaua e di Moncalieri;

- servizi di assistenza familiare: formazione entro il '73 delle équipes competenti decentrate;

- comunità alloggio e focolari nel quadro della sperimentazione sopraccennata: entrata in fun­zione entro i primi tre mesi del 1974 delle prime comunità da tempo previste (Via Baracca, Via Vian) con le modalità che verranno decise dalle trattative permanenti tra le OO.SS. e Provincia e dai contributi degli operatori dei vari servizi. Si precisa che, per ragioni contingenti, questa spe­rimentazione potrà derogare temporaneamente per quanto previsto nella suddetta delibera circa il decentramento dei minori nelle zone di loro competenza.

2) che l'Istituto Psicopedagogico del Mainero rimane pur sempre una soluzione che, nata co­me tamponamento dello scandalo di Villa Azzur­ra, continua a rimanere senza definite prospetti­ve a breve, medio e lungo termine.

In particolare la configurazione del Mainero comporta le seguenti difficoltà:

- Presenza di alta concentrazione di soggetti gravi o gravissimi sui quali ha inciso in modo determinante la prolungata ospedalizzazione repres­siva a Villa Azzurra;

- L'impossibilità di costruttivi e regolari con­tatti dei minori con la realtà esterna;

- Gestione dell'Istituto di tipo sostanzialmente burocratico e gerarchizzato.

Per ovviare a queste difficoltà, che verranno più ampiamente specificate nei punti seguenti, chiediamo:

a) inserimento dell'Istituto Mainero nella po­litica generale di decentramento dei servizi e che quindi venga prevista la sua funzione in que­sta prospettiva, concordata con le OO.SS.

b) Decentramento di alcuni gruppi famiglia nei quartieri, sulla base delle indicazioni fornite dagli operatori dei vari servizi e dalla Provincia e dalle trattative con le OO.SS., entro i primi tre mesi del '74; tale decentramento sarà efficace solamente se contemporaneamente si darà inizio alle strutture di appoggio alle comunità (centri occupazionali, laboratori protetti, scuola normale o classi speciali di rotazione inserite nelle scuo­le normali che accolgano i nostri minori) ;

c) che, sempre nell'ambito della prospettiva del decentramento dei servizi, vengano create al­cune prime strutture paraospedaliere per lungo­degenti in grado di accogliere i casi gravissimi tuttora presenti al Mainero;

d) che, risolvendo le contraddizioni del Mai­nero nella più ampia prospettiva della zonizza­zione, il blocco delle ammissioni di nuovi minori venga revocato al momento della firma della pre­sente piattaforma.

In ogni caso la scelta di nuovi minori da am­metter-e al Mainero dovrà essere affidata, oltre che all'équipe, al personale educativo del Maine­ro e alle OO.SS.;

e) che venga riconosciuto come organo deci­sionale l'assemblea del personale del Mainero e come rappresentativo di questa un consiglio di­rettivo formato da:

- rappresentanti del personale educativo (al­meno una persona per gruppo famiglia),

- coordinatore,

- psicologo,

- assistente sociale,

- medico neuropsichiatra,

- rappresentanti del personale tecnico-educati­vo (infermieri, fisioterapista, logopedista),

- un rappresentante del personale ausiliario.

Tutto ciò in riferimento alla immediata revisio­ne del regolamento interno.

f) un impegno, da parte della Provincia e del­la Regione a farsi carico della preparazione del personale educativo ed infermieristico con man­sioni anche educative e a ritenere qualificante il lavoro svolto fino ad oggi dal personale del Mai­nero.

Per la situazione interna si richiede:

 

A. Aggiornamento e riqualificazione

Per la qualificazione del personale venga mes­so in pratica il programma di aggiornamento, presentato agli amministratori già da molti mesi, entro il mese di novembre '73. Si ribadisce inol­tre che:

a) La qualificazione non può avvenire solo at­traverso la pratica, ma ha la necessità di un sup­porto teorico;

b) Non può ridursi a un periodo limitato, ma deve essere permanente;

c) Deve essere considerata come orario di la­voro;

d) Deve essere integrata da un continuo rap­porto con le altre esperienze simili alla nostra mediante scambio di personale, viaggi di stu­dio, ecc.;

e) Le modalità attraverso le quali effettuare l'aggiornamento devono essere decise dal con­siglio direttivo di cui al punto 2. § e;

f) Devono essere previste e studiate forme di aggiornamento per il personale ausiliario.

Riqualificazione: in riferimento alle richieste del punto 2 riguardante i concorsi e organici, de­ve essere istituito, durante l'orario di lavoro, un corso che dia la possibilità a tutti gli aiuto-edu­catori di accedere al diploma di educatore, en­tro la metà del '74.

 

B. Concorsi e organici

1) I concorsi per il personale educativo, per gli infermieri e per il personale ausiliario devono essere banditi non oltre il 31-12-'73, ed il loro espletamento deve avvenire entro il 31-3-'74. Suc­cessivamente i nuovi assunti non dovranno più essere presi a titolo avventiziale, ma dovranno essere presi dalle graduatorie dei concorsi e suc­cessivamente con concorso pubblico.

2) Revisione degli organici del personale edu­cativo e del personale ausiliario per ottenere:

a) il ruolo di «educatore» per tutto il perso­nale educativo in base al presupposto che ugua­li mansioni hanno diritto al medesimo livello re­tributivo - naturalmente con adeguati corsi di riqualificazione.

b) l'inquadramento nel ruolo di «autista» per coloro che svolgono questa mansione.

La risoluzione di tali problemi deve avvenire entro il 31 dicembre 1974.

3) I temi scritti e gli argomenti degli orali de­vono essere scelti all'interno di problematiche aventi un preciso riferimento con l'esperienza portata avanti dagli educatori del Mainero in que­sti mesi.

4) Nella Commissione deve essere previsto un esperto scelto tra i docenti della S.F.E.S.

5) I punteggi devono dare il massimo di va­lutazione per il servizio prestato al Mainero.

6) Si chiede la garanzia che il personale che non vincerà il concorso, in quanto i posti in or­ganico sono meno del numero del personale ne­cessario, non sia trasferito ad altri servizi, né licenziato e nel frattempo si provveda alla revi­sione degli organici.

7) Data l'impostazione del servizio in gruppi famiglia e l'organizzazione del lavoro impostata sul reciproco scambio di conoscenze ed espe­rienze all'interno del gruppo per portare avanti una omogenea linea educativa, si chiede che il concorso sia un momento di sintesi del lavoro fatto e che quindi non si basi sulla preparazione individuale, ma sull'elaborazione fatta all'inter­no del gruppo delle tecniche dei metodi di rap­porto coi bambini;

8) Il personale attualmente impiegato in man­sioni di autista, in base agli accordi verbali in­tercorsi con l'assessore al personale, accetta di effettuare il concorso per personale ausiliario a condizione che fino da ora venga predisposta una modifica dell'organico in grado di consentire en­tro il 1974 la collocazione nel competente ruolo di «autisti».

9) Richiesta di chiarire la dipendenza gerar­chica del personale ausiliario, per cui data l'im­postazione educativa del servizio, si richiede la dipendenza dal consiglio direttivo e per tutte le questioni contingenti dal coordinatore responsa­bile.

10) Immediata assunzione del personale man­cante perché si è licenziato o perché assente per maternità.

Il personale dovrà essere per ora scelto dalla vecchia graduatoria con un periodo preliminare di contatto con l'istituto.

11) Si richiede che l'indennità di rischio ven­ga distribuita unitamente alle competenze men­sili.

 

C. Regolamento Interno

In riferimento al regolamento approvato nell'a­gosto '72 in via sperimentale per un anno, si chiede:

1) che sia rivisto e ridefinito attraverso la di­scussione con il personale educativo d'intesa con le OO.SS.;

2) che si ridefinisca in particolare il ruolo de­gli educatori;

3) che si riveda il ruolo dei vari membri del­l'équipe;

4) data la dislocazione dell'Istituto e dato che, in attesa dell'attuazione delle misure di decentramento, per i nostri ragazzi è fondamentale il momento della socializzazione, si chiede che:

a) le uscite ed il contatto con la vita della cit­tà non vengano ostacolate o limitate da norme di ordine logistico o burocratico, come la distanza o la mancanza di pulmini;

b) sia revocato il divieto di accesso al Maine­ro delle persone esterne. Dovrà al contrario es­sere favorita la partecipazione alla vita dell'I­stituto da parte di persone seriamente motivate a collaborare agli intenti educativi del Mainero. Le norme particolareggiate potranno eventual­mente essere stabilite nella stesura del regola­mento;

c) sia dato il più ampio sbocco possibile all'iniziativa, per ora in via di sperimentazione, dell'inserimento dei bambini in classi normali.

 

D. Appalti

I servizi in appalto, avendo le ditte appaltatri­ci delle finalità di ordine principalmente specula­tivo, altre fornire talvolta un servizio scadente (vedi mensa), pongono i lavoratori degli appalti in una posizione più precaria e di maggior sfrut­tamento (vedi pulizie). Questo fatto inoltre co­stituisce una barriera per una gestione più uni­taria dell'Istituto dal punto di vista educativo (so­no resi impossibili ad esempio i corsi di forma­zione ed aggiornamento per il personale ausi­liario).

Pertanto si chiede che tutti i servizi in appal­to siano gestiti direttamente dall'Amministrazio­ne Provinciale con l'assunzione degli attuali la­voratori indipendentemente dai limiti di età.

 

E. Orari di lavoro

Data la distanza del Mainero dal centro citta­dino, si chiede che l'orario di lavoro per tutto il personale venga calcolato sughi orari di parten­za e di arrivo del pulmino da Porta Nuova. Inoltre dato che il tempo di mensa per i dipendenti del Mainero è tempo di lavoro, si chiede una giorna­ta di compensativo ogni due settimane di lavoro.

 

F. Ferie e festività

Dal momento che la distribuzione dei giorni li­beri settimanali non corrisponde a quella di tutti gli altri dipendenti della Provincia, le ferie vanno calcolate in giorni lavorativi (come è stato ri­chiesto per tutti i dipendenti). Oltre alle ferie ed a due giorni di riposo settimanale, i lavoratori del Mainero avranno diritto ad un numero di giorni festivi pari al numero dei festivi infrasettimana­li degli altri dipendenti. Il personale che si tro­verà in servizio il giorno di Natale, la notte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio, il giorno di Pasqua, il primo maggio, il 15 agosto, avrà diritto ad un giorno compensativo supplementare.

 

G. Asili nido

Il servizio di asilo nido e di scuola materna dovrà essere completamente garantito ai lavo­ratori del Mainero. Si propone l'utilizzazione del nido IPIM.

 

Torino, 23 ottobre 1973.

 

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