Prospettive
assistenziali, n. 24, ottobre-dicembre 1973
EDITORIALE
PSICHIATRIZZAZIONE E GIURISDIZIONALIZZAZIONE DELL'ASSISTENZA
«l'assistenza pubblica ai bisognosi
(...) racchiude in sé un rilevante interesse generale, in quanto i servizi e
le attività assistenziali concorrono a difendere il
tessuto sociale da elementi passivi e parassitari (...) ».
Espressioni
simili che accompagnano ancora nel 1969 la relazione del bilancio dello Stato possono trovare eco solo più in forze di retroguardia:
Ministero dell'interno, E.C.A. (vedasi al riguardo la proposta di legge Artali e Signorello pubblicata sul n°
23 di Prospettive
assistenziali), enti nazionali e
istituzioni pubbliche e private che non vogliono evidentemente perdere il
potere economico, politico ed elettorale che detengono.
Infatti,
se sino ad ora la società si è ricoperta di istituti
psichiatrici, carceri, orfanotrofi, brefotrofi, ricoveri per anziani, dove
ammalati di mente, carcerati, disoccupati, illegittimi, poveri in genere
(guardati ancora come potenziali nemici) sono stati mantenuti, qualche volta
anche assistiti, ma comunque tenuti separati dal contesto sociale, oggi si
assiste ad una richiesta contro la istituzionalizzazione. È la richiesta di
un'opinione pubblica sempre più informata da continui scandali sulle condizioni disumane dei ricoverati (Celestini, Grottaferrata, numerosi altri istituti per minori, per
handicappati e per anziani, ospedali psichiatrici, case di rieducazione),
sulle conseguenze negative dei ricoveri, sullo sperpero del pubblico denaro; è
la richiesta di un sindacato divenuto più vigile e combattivo.
Razionalizzazione
dell'esclusione
È
ormai evidente che l'attuale organizzazione del settore assistenziale
non è più in grado di dominare l'emarginazione, occorrono altri strumenti e
nuove professioni che usino tecniche più sottili.
Le
forze dominanti cercano di rispondere alle lotte dei lavoratori e alle spinte dell'opinione pubblica e delle forze sociali con la
pura e semplice razionalizzazione, cioè mediante un moderno efficientismo che
da un lato lasci inalterate le attuali situazioni che provocano la richiesta di
assistenza e d'altro lato non crei alcuna condizione che possa provocare il
collegamento effettivo fra cause ed effetti del bisogno.
In
sostanza le forze dominanti non vogliono né l'abolizione delle categorie (1),
né il riferimento ad un territorio che consenta una
vera partecipazione, né riforme nei settori della tutela della salute, della
scuola, della casa, dell'assetto del territorio, ecc. tali da rispondere anche
alle esigenze delle persone oggi bisognose di assistenza.
Le
linee di razionalizzazione oggi perseguite sono
sostanzialmente due: giurisdizionalizzazione e psichiatrizzazione.
Giurisdizionalizzazione
In
un incontro avuto il 14 settembre
Considerare
di competenza del ministero di grazia e giustizia la prevenzione del
disadattamento sociale è una grossa svista per un ministro del P.S.I., che viene a considerare la
«devianza» non una conseguenza delle disfunzioni sociali (scuola selettiva e
non formativa, interventi sanitari ancora diretti alla cura delle malattie e
non finalizzati ad assicurare il massimo benessere fisico e psichico, uso del
territorio a fini speculativi e non per scopi sociali, ecc.), ma come una colpa
personale.
Tale
impostazione risulta ancora più evidente se si collega
la proposta di legge n° 2040 con il progetto n° 284
(4), sempre di Gonella,
che prevedeva un ampliamento delle competenze del Tribunale per i minorenni in
materia di prevenzione e trattamento del disadattamento minorile, e che non
vorremmo fosse rispolverato proprio in occasione della ripresentazione
del progetto di legge 2040.
È
alla luce di questi timori che ci lasciano perplessi alcuni provvedimenti
presi da organi giudiziari per la tutela dei minori che, se giustificati dalla
carenza di interventi del potere esecutivo (governo, regioni, enti nazionali e
locali), possono essere strumentalizzati al fine della giurisdizionalizzazione
dell'assistenza.
Citiamo
per esempio il provvedimento del giudice tutelare di Milano, il quale sostituendosi
alla pubblica amministrazione (5), ha disposto in
data 28-6-
È
il caso del Tribunale per i minorenni di Bari del
12-7-73 che così dispone:
1°) Invita i
Responsabili dell'Istituto «Croce di Savoia» di Corato
ad effettuare le modificazioni e adempiere alle
richieste già indicate in motivazione e che vengono comunque specificate:
a) Sostituzione del
personale attualmente presente in istituto con altro
specializzato ed integrazione numerica del medesimo in modo che oltre alla
direttrice ed a due educatori, vi siano due inservienti; mutamento dell'attuale
indirizzo educativo repressivo e punitivo con altro diretto ad assicurare alle
minori ospiti un armonico sviluppo della loro personalità; attuazione, quando
sia possibile, di forze assistenziali diverse, che attenuino la situazione di
istituzionalizzazione (quale il semiconvitto); attribuzione, in ogni caso, di
particolare attenzione alla cura del rapporto minore-famiglia,
favorendo ogni possibilità di rientro in famiglia e facendo in modo che le
minori trascorrano a casa almeno le domeniche ed i giorni festivi e gli interi
periodi di vacanze estive, natalizie e pasquali; istituzione di due gruppi
famiglia composti da dieci minori ed affidati ad una educatrice.
b)
Garantire una costante assistenza medica da parte di un pediatra, che provveda
alla visita settimanale delle minori, alla redazione ed all'aggiornamento delle
cartelle sanitarie delle minori, con indicazione delle vaccinazioni, che curi
l'enuresi da cui sono affette molte minori; che determini nella tabella
dietetica le diverse quantità di cibo con differenziazione in base all'età;
assicurare la disinfezione degli ambienti e l'avvenuta effettuazione degli
interventi prescritti dalla competente Autorità Sanitaria per eliminare la
presenza dell'infezione di scabbia, da cui è stata riscontrata affetta una
minore;
c) Adeguamento degli
ambienti in modo da disporre di non più di venti posti
letto, sistemati in quattro camerate di cinque letti ciascuna e ubicati
attiguamente in modo che ciascun gruppo di dieci possa usufruire della presenza
della educatrice; installazione di docce e di un numero maggiore di servizi
igienici al piano superiore; installazione di infermeria e sala medica;
utilizzazione per i giochi di movimento del terreno antistante l'istituto che
dovrà essere opportunamente adeguato all'uopo.
d) Redazione delle
cartelle personali delle minori e puntuale adempimento dell'obbligo di
trasmettere elenchi e schde delle minori stesse
trimestralmente al Giudice Tutelare e al Tribunale per i Minorenni;
e) Modificazione
dello statuto e del regolamento in quelle disposizioni che contrastino con i
moderni indirizzi educativi;
f) Ricovero in
ambiente ospedaliero pediatrico (possibilmente presso
g) Sottoporre ad
esame presso il Centro d'Igiene Mentale la minore M.A accertando se debba essere sottoposta a particolari
cure o se sia opportuna la sua ulteriore permanenza nell'istituto «Croce di
Savoia».
2°) Dispone che
l'istituto Croce di Savoia provveda ad uniformarsi
all'invito contenuto al Capo 1) nel termine di mesi sei dalla notificazione
del presente provvedimento, riservandosi la decisione relativa all'eventuale
allontanamento delle minori ospiti nel caso di inosservanza delle prescrizioni
sopra indicate.
3°) Dispone che il
Comitato O.N.M.I. di Bari e tutti gli Organi Tutori controllino che l'istituto
ottemperi alle prescrizioni inviate, riservando la concessione eventuale di una
proroga del termine di sei mesi, nel caso in cui la
ristrutturazione sia in corso e la proroga risulti effettivamente necessaria.
4°) Invita il Comune
di Corato ad istituire un Ufficio di
Assistenza Sociale con assunzione di una o più assistenti al Comune nel
settore assistenziale ed, in particolare, nel settore dell'assistenza minorile.
Se
possiamo capire lo sforzo di alcuni magistrati
minorili per rimediare a vuoti del settore assistenziale, non possiamo fare a
meno di ribadire il grave pericolo della assunzione dell'intervento
assistenziale da parte della magistratura.
Psichiatrizzazione
Ancora
più pericolosa, anche per la sua crescente ampiezza, è la linea diretta alla psichiatrizzazione degli interventi assistenziali.
In
questa direzione si muove la relazione che accompagna la proposta di legge
presentata dalla Regione della Valle d'Aosta per la costruzione di un istituto medico-psico-pedagogico,
proposta di legge purtroppo approvata da tutti i gruppi politici (7).
In
essa si afferma esplicitamente: «tutti i soggetti in età evolutiva
debbono essere assistiti e sottoposti ad un'azione med,ico-psico-pedagogica di prevenzione: saranno poi le
strutture medico-psico-pedagogiche che stabiliranno
chi è normale, chi è handicappato e quali siano gli interventi psicologici e
pedagogici dei quali sia i soggetti normali, sia i patologici avranno bisogno».
Un
altro esempio è costituito dal tentativo operato dalla società italiana di
neuropsichiatria infantile di creare a livello regionale una nutrita serie di
strutture speciali e autonome per la prevenzione, diagnosi e trattamento dei
disturbi emotivi, dei deficit intellettivi e neuromotori
e delle altre patologie neuropsichiatriche (8).
In
sostanza si cercano di soffocare le carenze e tensioni
sociali con una serie di interventi che partono dal presupposto che il
«deviante» è un malato che deve esser curato. La scienza si mette a
disposizione per esercitare la selezione in modo «neutro e tecnicamente ineccepibile», sia per integrare i soggetti devianti, sia
soprattutto per privatizzare i fenomeni sociali che sono alla loro radice.
Si
creano nuovi organismi settoriali, magari appoggiati da genitori sprovveduti. È
il caso della Regione Lombardia che finanzia la lega italiana per la lotta
contro l'epilessia che, costituitasi nel 1972, subito inizia una campagna di
stampa (9) dove la prevenzione è presentata come la
strada maestra, senza tener conto che la salute, disgiunta dagli altri bisogni
e diritti (livello economico e culturale), resta sempre un aspetto settoriale.
Alternative
Le
tendenze della giurisdizionalizzazione e della psichiatrizzazione si pongono, evidentemente, contro la
partecipazione dei cittadini alla impostazione dei
servizi, l'abolizione delle categorie, la necessità di interventi globali, il
superamento dell'assistenza mediante idonee riforme nei settori della scuola,
della tutela della salute, di un assetto del territorio rispettoso delle
esigenze individuali e sociali.
Contro
queste tendenze la lotta deve allo stesso tempo essere generale e articolata:
generale sul piano politico e legislativo (a livello nazionale e regionale),
articolata nei vari settori della medicina scolastica, dei servizi per
handicappati, per minori, per anziani, dell'assistenza psichiatrica, ecc..
Occorre
cioè affrontare in modo unitario ciascuna situazione
settoriale e impedire che passino, ai vari livelli, i disegni reazionari della
giurisdizionalizzazione e della psichiatrizzazione.
Ciò
richiede anche un metodo di lavoro che colleghi le esigenze degli utenti a
quelle del personale. In questa direzione vanno sia l'accordo sull'assistenza
psichiatrica fra le organizzazioni sindacali e
(1) La linea portata
avanti è quella della sostituzione delle vecchie categorie giuridiche
(legittimi, illegittimi, orfani, ecc.) con nuove (disadattati, insufficienti
mentali, spastici, sordastri, ambliopici, anziani
autosufficienti, anziani cronici, anziani lungodegenti, ecc.).
(2) Vedasi in questo
numero nella rubrica «Notiziario dell'Unione italiana per la promozione
dei diritti del minore e per la lotta contro l'emarginazione sociale».
(3) Il progetto di
legge in oggetto stabiliva: «Presso il ministero di grazia e giustizia è
istituita la direzione generale per la tutela e il riadattamento dei minori,
con particolare riferimento agli istituti dell'adozione ordinaria e speciale,
della tutela, dell'affidamento e dell'affiliazione, nonché
alla prevenzione ed al trattamento del disadattamento sociale e della
delinquenza minorile».
(4) Vedasi il n° 7 di Prospettive
assistenziali.
(5) Codice civile Art. 400-403-404.
(6) Il decreto è così
redatto: «Il giudice tutelare, vista la relazione dell'Ospedale C., rilevato
che appare opportuno affidare la minore R.M., nata ad
A. il 1-5-
(7) Vedasi in questo
numero nella rubrica «Notizie».
(8) Vedasi: Scheda per l'organizzazione dell'assistenza neuropsichiatrica infantile nell'ambito del servizio
sanitario regionale per
(9) Vedasi «Il Giorno»
del 31-3-1973 dove con il titolo «Quando il bambino si blocca incantato» si avvertono genitori e maestri che se
il bimbo resta incantato (e magari sta correndo dietro a qualche sua
fantasticheria) potrebbe essere epilettico o quasi. Così catalogato il bimbo,
chi ci salvaguarda poi da «una commessa» al medico sperimentatore per la «verifica» dell'armamentario terapeutico che
l'industria farmaceutica gli offre per reprimere o ridurre quei sintomi?
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