Prospettive assistenziali, n. 26, aprile-giugno
1974
DOCUMENTI
COMITATO DI COORDINAMENTO DEI COMITATI DI QUARTIERE DI TORINO
NOTE PER
L'INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI DEI QUARTIERI E DELLE UNITA' LOCALI
I comitati di quartiere di Torino,
che non sono ancora stati istituzionalizzati, hanno
svolto nei mesi scorsi una dura lotta contro l'amministrazione comunale di
Torino che intendeva approvare il piano dei servizi, destinato a ridurre Torino
ad una città con quasi esclusive attività terziarie.
Il piano dei servizi intendeva anche
affidare le aree disponibili, soprattutto a causa del
trasferimento delle industrie nella prima e seconda cintura, alla speculazione
privata (edilizia abitativa, ipermercati e altri servizi commerciali, ecc.).
La lotta portata avanti ha costretto
l'amministrazione comunale di Torino a modificare sostanzialmente il piano dei
servizi (il 70-80% delle aree non risulta più compromesso).
Al convegno sul piano dei servizi
organizzato dai Comitati di quartiere, dalla Lega per i poteri e le autonomie
locali e dall'Istituto nazionale di urbanistica e
tenutosi il 10-11 novembre
- avere un preciso
riferimento territoriale nella lettura del piano dei servizi;
- analizzare la idoneità
o meno dei servizi esistenti in ciascun quartiere;
- individuare i
servizi mancanti in ciascun quartiere, non in modo generico ma con specifico
riferimento alle esigenze di ciascuna zona;
- evitare che a livello locale vengano sovrapposti in modo disordinato servizi aventi
ambiti territoriali diversi (ad esempio Vanchiglia-Vanchiglietta
dove i servizi sociali del Comune coprono un territorio diverso da quello
definito dalla Provincia di Torino nel campo dell'assistenza psichiatrica) ;
- evitare che i Comitati di
quartiere (siano essi spontanei o a maggior ragione se istituzionalizzati)
abbiano un ambito territoriale di competenza diverso da quello dei servizi
comunali e provinciali.
A seguito di tale intervento e della
collaborazione costante dell'Unione con il
Coordinamento dei comitati di quartiere, quest'ultimo ha steso la nota che
pubblichiamo.
NOTE PER L'INDIVIDUAZIONE DELL'AMBITO TERRITORIALE DEI QUARTIERI
Premessa
Per realizzare una
organica e congrua attività dei comitati di quartiere, che sia adeguata
ai reali e particolari problemi dei vari contesti sociali e territoriali
cittadini, si rende assolutamente necessario definire al più presto gli ambiti
territoriali e demografici dei quartieri stessi.
Questa definizione appare poi oggi
inderogabile per il corretto svolgimento del lavoro avviato dai comitati di
quartiere in ordine al piano dei servizi, al fine di
dare configurazione completa ai fabbisogni dei servizi sociali e delle loro
infrastrutture.
Per poter passare dopo il censimento
delle aree, all'individuazione delle esigenze di servizi, si impone
un più preciso e coerente riferimento territoriale che permetta di:
- verificare il grado di idoneità dei servizi esistenti in ciascun quartiere;
- valutare i
servizi mancanti in ciascun quartiere, non in modo generico ma con specifico
riferimento a ciascuna zona;
- evitare che il territorio cittadino
continui ad essere e venga ulteriormente suddiviso,
con sovrapposizioni disordinate ed incoerenti, in ambiti territoriali diversi
secondo i diversi tipi di servizi e i diversi enti attualmente responsabili
(Comune, Provincia, Provveditorato, INAM, ecc.),
- evitare che i comitati di
quartiere (siano essi spontanei o a maggior ragione se istituzionalizzati)
abbiamo un ambito territoriale di competenza diverso da quello dei servizi comunali
e provinciali.
Occorre quindi procedere ad una
riconsiderazione dei contesti territoriali e
demografici, oggi espressi dai comitati di quartiere, così come essi si sono
delineati attraverso il processo spontaneo di formazione e di evoluzione di
queste istanze di base.
Linee
per l'assetto territoriale dei servizi: l'Unità Locale dei Servizi.
Tale riconsiderazione deve appunto
avvenire avendo di mira l'assunto fondamentale di realizzare una operativa coerenza tra l'ambito di competenza dei
comitati di quartiere e l'impianto territoriale dei servizi che devono trovare la
loro struttura di base unitaria nelle Unità Locali dei Servizi. Queste presuppongono
un sistema di zone in ciascuna delle quali si attui:
- un unitario ed efficiente
dispositivo di organizzazione e gestione di tutti i vari servizi di base concernenti la sicurezza sociale (difesa della salute ed
assistenza sociale), l'istruzione, il tempo libero, ecc.;
- la diretta partecipazione dei
cittadini alla gestione dei servizi stessi.
I principali servizi di base che
costituiscono l'Unità Locale dei Servizi possono
sommariamente indicarsi per:
- la difesa della salute nell'attività di prevenzione, cura e
riabilitazione (in particolare l'assistenza
medico-infermieristica domiciliare, ambulatoriale, scolastica, ecc.) compresa
medicina ed igiene del lavoro e dell'ambiente;
- l'assistenza, nelle attività di assistenza
agli anziani, ai minori, agli handicappati (servizi domiciliari, ambulatoriali,
residenziali) ;
- l'istruzione, le attività degli asili
nido, delle scuole materne, delle scuole dell'obbligo;
- il tempo libero, centri per attività ricreative, sportive,
culturali.
Coerentemente con questo dispositivo
di servizio, dovrebbe articolarsi il decentramento
degli altri servizi civici di tipo più eminentemente amministrativo (anagrafe,
stato civile, polizia urbana, ecc.).
Per quanto riguarda quegli aspetti
dei servizi sociali che richiedono di essere organizzati a livello
interzonale - o che può risultare più opportuno così organizzare (ospedali,
istruzione superiore, formazione e riqualificazione professionale, trasporti,
ecc.), si dovrà operare affinché la loro organizzazione e gestione
comprensoriale risulti coerente con l'impianto delle Unità Locali dei Servizi,
in modo che queste, attraverso opportune modalità di coordinamento, possano
congruamente aver parte nella determinazione e gestione di questi servizi
comprensoriali. È da ribadire l'esigenza che la configurazione di questi
livelli di servizio abbia anch'essa un assetto organico
ed unitario e che si proceda alla loro delineazione partendo dal contesto di
attività assolte o assolvibili nell'ambito delle Unità Locali dei Servizi.
Per la realizzazione di questo
dispositivo organizzativo e gestionale, l'ente di
riferimento, anche per l'attuale situazione normativa, è il Comune. Nel nostro
caso si conferma perciò (a competenza del Comune a costituire, in concorso con
Per individuare l'ambito zonale
dell'Unità Locale dei Servizi, pur trovandoci ancora in presenza di elementi e di modalità che richiedono ulteriori
approfondimenti (soprattutto necessita che si dia avvio ad una diretta e generalizzata
esperimentazione operativa), si indica comunemente
una dimensione di riferimento intorno ai 50.000 abitanti.
Tale dimensione, che in coincidenza
con particolari situazioni territoriali ed urbanistiche può
subire anche rilevanti variazioni (non tali però da snaturare completamente il
parametro indicativo di riferimento), viene assunta, a livello delle
conoscenze attuali, come la più valida a garantire la realizzazione delle due
esigenze sopra menzionate: quella di un sufficientemente ampio ed efficiente
dispositivo di servizi integrati, e quella di una effettiva partecipazione che
garantisca la gestione democratica dei servizi stessi.
Il criterio adottato per la individuazione di questi contesti è quindi quello
territoriale e residenziale, intendendosi che la competenza di servizio
dell'Unità Locale si estenda anche ai luoghi di lavoro (fabbriche, aziende,
ecc.) insediati nella circoscrizione territoriale dell'Unità Locale dei
Servizi.
Le modalità con cui configurare
questa competenza sui luoghi di lavoro e i rapporti tra le Unità Locali e gli
organismi di fabbrica o di azienda dovranno essere
oggetto di definizione con le forze sindacali, con le quali per altro è
comunque indispensabile una estesa collaborazione per l'elaborazione e la
realizzazione della stessa Unità Locale dei Servizi.
Il sistema di
zonizzazione attuale
Già si è accennato alle incongruenze
delle attuali organizzazioni territoriali dei servizi, derivanti dal fatto
che secondo i vari settori e i vari organismi responsabili (e all'interno degli
stessi organismi secondo la ripartizione delle competenze) si hanno
suddivisioni territoriali così diversificate da rendere impossibile non solo
una gestione unitaria, ma anche il solo coordinamento dei vari servizi a
livello territoriale (circoli e direzioni didattiche, sezioni mutualistiche,
condotte mediche comunali, circoscrizioni assistenziali, sezioni di polizia
urbana, raggruppamenti statistici, ecc...) .
Inoltre i diversi enti responsabili:
Regione, Provincia, Comune, Provveditorato agli studi ed altri organismi
dell'Amministrazione statale, Enti mutualistici, INAIL ecc...,
stanno attualmente procedendo ciascuno per proprio conto alla riorganizzazione
territoriale, o alla formulazione di programmi di assetto territoriale dei
servizi di propria competenza (1).
Di fronte a tale stato di fatto, il
coordinamento dei comitati di quartiere ha avviato con la fine del 73 una
raccolta di informazioni e documentazioni sul sistema
di organizzazione attuale e sulle proposte e sui programmi in elaborazione
presso i vari enti.
Dei programmi di riassetto
territoriale che più possono interessare i quartieri, due sono per ora a
conoscenza dei comitati:
- la proposta di
suddivisione della città in 27 quartieri, già formulata dal Comune;
- il progetto di
zonizzazione dei servizi psichiatrici nella città di Torino, approvato recentemente
dal Consiglio Provinciale.
Revisione
territoriale dei quartieri
Mentre si è in
attesa degli altri materiali di documentazione che dovrebbero permettere una
osservazione ed una disamina puntuale di tutti i vari elementi, si è ritenuto
necessario procedere ad una verifica degli ambiti territoriali degli attuali
comitati di quartiere confrontandoli con la proposta del Comune e con il
programma della Provincia.
In questo raffronto si assume come
riferimento critico soprattutto il programma di zonizzazione della Provincia,
che in parte si rifà alla suddivisione dei quartieri proposta dal Comune, ma
che nel delineare le 22 zone previste per l'organizzazione dei servizi
psichiatrici non si limita ad una proposta settoriale specifica,
ma cerca di configurare questi servizi nell'ambito più vasto del sistema
delle Unità locali dei servizi.
Si richiede pertanto ai singoli
comitati di quartiere di prendere in esame la propria delimitazione e
consistenza demografica e territoriale alla luce delle considerazioni esposte
tenendo presente l'obiettivo di costituire, da soli o eventualmente in
collegamento organico con altri comitati, una unità operativa il cui ambito territoriale si identifichi con la
zona ipotizzata o ipotizzabile come ambito dell'Unità locale dei servizi.
In questo quadro oltre a prendere in
considerazione eventuali modificazioni del proprio territorio di competenza,
possono e debbono essere formulate anche eventuali
proposte di modificazione delle delimitazioni inerenti alle zone stesse della
Provincia (e ovviamente del Comune) al fine di delineare un sistema di zonizzazione,
che senza deleterie pregiudiziali campanilistiche, risponda il più possibile
alle esigenze della popolazione ed al modo migliore di soddisfarle, e possa
effettivamente stabilire un solido presupposto per l'individuazione dei
fabbisogni di servizi sociali e la creazione delle Unità locali dei servizi.
La zonizzazione della Provincia, pur
attenendosi ad obiettivi e criteri ampiamente condivisi (essi tra l'altro
rispecchiano le linee di un accordo intervenuto tra i Sindacati e l'Amministrazione
Provinciale di Torino) , non è confortata da una
sufficiente documentazione di tipo socio-economico ed urbanistico (manca
l'illustrazione delle caratteristiche sociali delle varie zone come strutture
della popolazione, insediamenti produttivi, dotazioni di servizi, ecc...) per
cui va intesa come un disegno di ripartizione territoriale suscettibile di
variazioni. Queste ultime però, stante la validità dell'insieme, debbono però essere specificamente argomentate.
Ogni Comitato di quartiere dovrebbe
perciò:
- esaminare il proprio ambito
territoriale in riferimento alla zonizzazione del
Comune e della Provincia in cui viene inserito (allo scopo viene fornita una
carta indicativa riportante le tre delimitazioni: quella della Provincia è
segnata con una linea continua, quella del Comune con una linea tratteggiata e
quella del comitato di quartiere con una linea rossa);
- far pervenire al più presto alla
Commissione per la zonizzazione del Coordinamento le
proprie osservazioni in merito alle eventuali modifiche del proprio ambito
territoriale sia in riferimento agli altri quartieri, sia alle zonizzazioni
della Provincia e del Comune;
- far pervenire le proprie
indicazioni per una eventuale modificazione delle
delimitazioni proposte dalla Provincia (o dal Comune) (2).
Queste indicazioni devono nel caso
essere ovviamente concordate con gli altri Comitati
di quartiere che risultano compresi in tutto o in parte nella zona prevista.
(1) Il sistema di
interferenza di enti e servizi, su cui si innesta la molteplicità di
suddivisioni territoriali, si può schematicamente così riassumere:
Servizi scolastici |
Provveditorato (per tutta la parte
didattica e organizzativa); Comune
(per l'impianto e l'agibilità delle scuole: materne, dell'obbligo, dei licei
classici, degli istituti magistrali); Provincia (per
l'impianto e l'agibilità degli Istituti tecnici e dei licei scientifici); Regione (per l'assistenza scolastica e
gli aspetti urbanistici...). |
Servizi sanitari e assistenziali |
Comune (attività degli Assessorati alla
Sanità ed Igiene ed all'Assistenza); Provincia
(attività degli Assessorati alla Sanità ed Igiene ed all'Assistenza), con
particolare riferimento ai servizi psichiatrici, per l'infanzia
illegittima, per i minori; Regione (attività
degli Assessorati alla Sanità e all'Assistenza); Ministero degli
Interni (Ufficio Provinciale A.A.I.); Altri Enti: INAM. INAIL. ENPAS, Consorzi
Antitubercolari, ONMI, ENPI ecc (compresi gli enti ospedalieri). |
Servizi per il tempo libero, ecc. |
Comune
(Assessorati allo Sport e all'Istruzione); Provincia
(Assessorati allo Sport e all'Istruzione); Teatro Stabile; Provveditorato
(per le attrezzature scolastiche ed i centri di educazione
permanente); Enti Nazionali di promozione e propaganda
sportiva, ricreativa e culturale (CONI, ecc.). |
Servizi vari amministrativi, tecnici,
trasporti ecc. |
Comune
(le varie ripartizioni di servizi statistici, amministrativi, tecnologici, di
polizia urbana); Stato: Poste,
Pubblica sicurezza, ecc.; Aziende
varie per servizi tecnici di pubblica utilità (SIP, ENEL, AEM, ATM, AMRR,
AAM, ITALGAS, ecc.). |
(2) La dimensione
demografica può essere orientativamente indicata fra i 50.000 o i 75.000
(massimo) abitanti.
www.fondazionepromozionesociale.it