Prospettive assistenziali, n. 26, aprile-giugno
1974
SPECCHIO NERO
TRA IL DIRE E IL FARE... C'E' CHI PREDICA BENE E RAZZOLA MALE
Ciò che è stato detto (Dichiarazione dell'assessore
all'assistenza, Vietti nella seduta del Consiglio
regionale del 24-5-1973)
- «Anche nella nostra Regione la
situazione del settore (assistenziale) è caratterizzata dalla
istituzionalizzazione dei servizi e da servizi gestiti esclusivamente
per i meno abbienti di fronte alle necessità di servizi aperti e di servizi disponibili
per tutti i cittadini».
- «Il problema degli anziani sani
dovrà trovare soluzione con l'istituzione di servizi aperti e di quelli
domiciliari, oltre che con l'istituzione di case tipo albergo».
Ciò che è stato fatto (Delibera della Giunta regionale
del Piemonte n. 17 del 31-10-1973)
- Finanziamento
con contributi trentacinquennali di L. 300 milioni per la costruzione di 47 nuove case di
riposo per una spesa totale di 7 miliardi e mezzo.
Al termine dei 35 anni, i contributi
copriranno il 140% della spesa. Queste case di riposo sono quasi tutte previste
in piccoli paesi: con la scusa dell'aria buona gli
anziani vengono esclusi dal contesto sociale e allontanati da amici e parenti.
IL PRINCIPE DI GOTAMO PRIMA DI DIVENTAR BUDDHA AVEVA VISITATO
L'ISTITUTO S. RAFFAELE DI CORONATA (GENOVA)
(lo conferma l'assessore all'assistenza
Rodolfo Piastine) (1)
Narra la leggenda che un principe
della famiglia dei Gotamo trascorse l'infanzia
nell'agio e nei lussi poi, angosciosamente turbato dallo spettacolo
della malattia e della vecchiaia, del dolore e della morte, si diede alla vita
dell'asceta mendicante e diventò l'illuminato. Sin qui la leggenda. Questa
storia ha molto turbato l'assessore all'assistenza di Genova che avendo - come egli
dice - speso mezzo secolo di vita negli ospedali italiani, si sente ormai illuminato egli stesso. Quindi il suo
stupore all'interpellanza dell'assessore Garofalo
che, non ancora diventato Buddha, denuncia in
consiglio la «piaga» dell'Istituto per anziani S. Raffaele di Coronata, «un
posto dove si attende di finire senza dare fastidio a quelli che sono fuori»,
dove «la situazione è disastrosa, l'assistenza sanitaria è insufficiente,
tradizionale e superata, l'igiene lascia a desiderare, l'istituto non trova
precisa collocazione giuridica, non è né infermeria né
ente ospedaliero».
La risposta dell'assessore
all'assistenza, invitante il consigliere Garofalo ad
una passiva accettazione dell'ineluttabile, ci ricorda un detto molto
espressivo che gli consigliamo di aggiungere alla storiella del principe: i poveri sono in grado di portare altri al
cielo. Egli infatti ci ammonisce che diventar
vecchi è una dura necessità, ma non ci dice, perché non lo sa o finge di non
saperlo, che anche nella vecchiaia ci sono i privilegiati, e che proprio nella
vecchiaia è più largo il solco che divide i privilegiati dalla maggioranza e
che le statistiche rivelano che, nella maggior parte dei casi, la decadenza
senile dipende dalla classe a cui si appartiene.
A Coronata - denuncia il consigliere
Garofalo - «l'anziano ricoverato è un oggetto, una
cosa, un robot»... «con un lembo di asciugamano si
lavano i loro visi e le loro mani con un ritmo di circa quaranta persone nel
giro di 15 o 20 minuti»... «chi può mangia in corridoio, chi non può viene
imboccato a letto, presto perché l'infermiera finisce alle 12 il proprio
turno»... «alle 17 cena, alle
Facile sarebbe, data l'inevitabilità
della vecchiaia, darne per scontata la sofferenza (dice l'assessore
all'assistenza «è una realtà che dobbiamo accettare magari cercando di
modificarla un poco») e riconoscere, come Buddha, in
quei vecchi il nostro destino. Ma noi questa condizione
di programmata emarginazione sociale e culturale non riteniamo di doverla
riconoscere come un fatto scontato, e sinché
esisteranno uomini privati della loro umanità e dei loro diritti, lo
denunceremo.
Si può fare a meno dei cronicari? Quanti
Coronata ci sono in Italia? Quanti sono gli anziani
ricoverati autosufficienti? Quanti sono tenuti in ricovero
mentre potrebbero lasciare l'istituto? Quali sono le componenti
economiche dell'esclusione sociale? Perché e come la
società ha portato questi individui all'istituzionalizzazione? Dice Simone de Beauvoir (La veilesse, Gallimard, Paris,
1970) : «esigere che gli uomini restino uomini nei
loro ultimi anni implicherebbe una trasformazione radicale, ed è impossibile
ottenere questo risultato con delle riforme limitate che lascerebbero il
sistema intatto. Tutto è da rivedere dal principio ed è necessario rompere il muro del silenzio».
(1) Risposta
dell'assessore Piastine all'interrogazione
sull'Istituto S. Raffaele di Coronata svolta dal consigliere comunale Garofalo nella seduta del 12-11-1973: «Narra leggenda o
storia che il principe Gotamo andò nella foresta e
fece tre incontri: il vecchio, il malato e il cadavere... Il
nostro caro consigliere è andato un giorno a Coronata, è stato diligente, ed
ha incontrato il vecchio, il malato, e forse anche il cadavere, non so se abbia
fatto una visita pietosa nella nostra camera mortuaria (sic!) ed è rimasto
sconcertato di questa dolorosa realtà della vita...». «A Coronata nel nostro
piccolo cerchiamo di fare tutto il possibile. Abbiamo cominciato dal tetto che
è tutto da rifare, si è fatta tutta la tinteggiatura esterna... si sono riparate le finestre... le porte...».
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