Prospettive assistenziali, n. 31, luglio-settembre 1975
NON SIAMO I SOLI A
DIRLO
INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI HANDICAPPATI NELLE SCUOLE COMUNI:
IL TESTO DELLA CIRCOLARE DEL PROVVEDITORE AGLI STUDI DI ROMA
Uno
degli ostacoli che solitamente diamo per scontato,
nella battaglia per l'integrazione scolastica degli handicappati, è
rappresentato dalla struttura della scuola, che ha al vertice direttori,
presidi e provveditori i quali, pur non negando il principio generale della non
emarginazione degli handicappati, poi nella realtà non prendono alcuna
iniziativa di loro competenza per favorirla.
Data
questa situazione la circolare del Provveditore agli studi di ROMA, di cui
pubblichiamo il testo, segna senz'altro un esempio di superamento della linea
attuale. Essa infatti non si limita ad un generico
invito ad affrontare il problema dell'integrazione degli alunni handicappati,
ma fornisce indicazioni operative piuttosto precise ed interessanti, con un
piano organico di graduali inserimenti, sensibilizzando docenti e famiglie,
accordandosi con direzioni didattiche e associazioni, per utilizzare nel
miglior modo possibile, le risorse di una nuova scuola.
Un
solo punto ci sembra sia sfuggito al Provveditore, forse per compiacere ai
tecnici: il trattamento di fisioterapia che dovrebbe effettuarsi
presso appositi centri. Crediamo infatti sia negativo
che gli alunni handicappati debbano spostarsi da un lato all'altro della città
per le cure della riabilitazione, tanto più che è sempre facile trovare nel
plesso scolastico un piccolo locale da adibire a gabinetto fisioterapico.
Un
altro punto non abbastanza chiarito è quello della medicina
scolastica rivolta a tutti i minori compresi
quelli con handicaps, che deve esser collegata con i
servizi sanitari e sociali esistenti nel territorio in una politica che tenga
conto dell'unità locale dei servizi.
Testo della circolare
Questo Provveditorato da alcuni anni
ha proposto o accolto iniziative volte ad adeguare con
sempre maggior efficacia i modi operativi della scuola alle esigenze di tutta
la popolazione scolastica, senza esclusione degli alunni con difficoltà. In
questa prospettiva; nel giugno scorso ha preso accordi con i rappresentanti di alcune associazioni che gestiscono istituzioni di
assistenza per minori handicappati (AIAS, ANFFaS,
Nido Verde), al fine di predisporre l'inserimento di un certo numero di detti
soggetti, singolarmente o in gruppo in alcune scuole comuni. Era intendimento
di questo Ufficio valutare parallelamente le esigenze
degli alunni in difficoltà e le possibilità di risposta positiva delle scuole,
sia pure considerate in linea di sviluppo. La determinazione del programma,
anche per la tardiva e mancata comunicazione delle proposte da parte delle
associazioni interessate, ha subito purtroppo notevoli ritardi che hanno
impedito la messa a punto tempestiva di un piano organico di graduali
inserimenti, sostenuti dall'incremento degli strumenti a disposizione della
scuola (insegnanti aggiunti, materiale didattico,
servizio specialistico, ecc.) e dalla contemporanea sensibilizzazione dei
docenti e delle famiglie. Di fatto sino ad oggi, salvo pochi casi di
programmazione congiunta e compiuta, si sono avuti o accordi diretti tra le
associazioni e le direzioni didattiche, o affluenza spontanea di alunni iscritti dai genitori nella scuola di quartiere.
Questo ufficio è impegnato a
collaborare con le direzioni didattiche perché l'integrazione risulti un'occasione di arricchimento per tutti gli alunni
handicappati e non, consapevole che in alcuni casi l'integrazione può avviarsi
con più facilità anche per favorevoli situazioni strutturali ed ambientali, e
che in altri può produrre crisi di assestamento che potranno essere superate
soltanto attraverso la comprensione e la collaborazione di tutte le parti
impegnate. In proposito appare superfluo raccomandare ai dirigenti e agli
insegnanti un volenteroso impegno nel mobilitare verso l'integrazione
le possibili risorse della scuola. In primo luogo si ritiene debbano
essere utilizzate in questo senso le accresciute possibilità operative che
derivano alla scuola dall'istituzione del tempo pieno e dell'assegnazione degli
insegnanti per attività integrative.
Le associazioni hanno offerto per
alcune scuole la collaborazione di assistenti da
impiegare per le necessità legate alla non sufficiente autonomia fisica da
parte degli alunni handicappati, di educatori, di pedagogisti, di neuropsichiatri infantili e di fisioterapisti. Questo
ufficio ritiene indispensabile ove necessario, la presenza degli assistenti in
quanto le loro prestazioni non rientrano nelle mansioni del personale docente e
non docente della scuola. Appare al contrario che l'intervento di pedagogisti ed educatori si sovrappone alle funzioni proprie del
direttore didattico e degli insegnanti; si ritiene pertanto di non dover
prevedere la loro presenza nella scuola. L'intervento del neuropsichiatra
dovrebbe essere frequente presso le scuole che non hanno il servizio socio-psico-pedagogico, ed essere
svolto a livello di collaborazione indiretta soprattutto attraverso contatti
con gli operatori specialisti nelle altre scuole.
Il trattamento di fisioterapia, a
parere di questo ufficio, dovrebbe effettuarsi presso
gli appositi centri, essendo tra l'altro nota la carenza di ambienti e di
attrezzature idonee della maggior parte delle scuole. Nei casi di assoluta impossibilità di organizzare il servizio in
questo senso, si raccomanda, tuttavia, la massima collaborazione, d'intesa col
medico scolastico onde non privare del trattamento gli alunni che ne abbiano
grave necessità. Si rivela senz'altro opportuno in ogni caso un incontro
iniziale e qualche successivo incontro di verifica tra
l'équipe scolastica (direttore didattico, insegnanti
interessati, medico scolastico e, ove siano presenti, operatori specialisti) e
l'équipe delle associazioni che seguono gli alunni
handicappati per gli aspetti di loro competenza.
Questo ufficio desidera conoscere la
situazione esistente presso ciascuna scuola in relazione
all'accoglimento di alunni handicappati (soggetti accolti o non potuti
accettare, classi in cui sono stati inseriti, consistenza numerica degli
stessi, risorse organizzative e didattiche messe a frutto e, ove necessario,
tipo di sostegno specifico offerto) al fine di avere una visione globale dei
diversi aspetti dell'integrazione scolastica, per sostenerla attraverso la
programmazione di interventi idonei.
IL PROVVEDITORE AGLI
STUDI TORNESE
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