Prospettive assistenziali, n. 31, luglio-settembre 1975

 

 

NOTIZIARIO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE ADOTTIVE E AFFIDATARIE

 

 

NOTA SULL'AFFIDAMENTO A SCOPO EDUCATI­VO DI MINORI A FAMIGLIE, PERSONE E COMU­NITÀ ALLOGGIO (1)

 

Com'è noto, ancora oggi l'intervento assisten­ziale prevalente nei confronti dei minori consi­ste nel loro ricovero in istituti a carattere di in­ternato. Sono pure note le deleterie conseguen­ze di questi ricoveri.

Queste Associazioni hanno operato concreta­mente sia per l'istituzione di idonei servizi scola­stici, abitativi, sanitari e sociali in genere, sia per interventi di aiuto economico alle famiglie d'origine, iniziative che costituiscono anche ele­menti reali diretti ad eliminare molte delle cause dei ricoveri.

Nello stesso tempo vi è tuttavia la necessità di predisporre iniziative concrete sia per i mi­nori attualmente istituzionalizzati, sia per quelli che in mancanza di altre soluzioni dovranno es­sere ricoverati in istituto.

 

Competenze della Regione Piemonte

La Regione ha competenza legislativa e am­ministrativa sugli inabili al lavoro (e cioè su tut­ti i minori degli anni 15, oltre che sugli anziani e sugli invalidi veri e propri) la cui necessità as­sistenziale sia stata segnalata alla Regione stes­sa dall'autorità di pubblica sicurezza.

Al riguardo va ricordata la legge della Regio­ne Umbria n. 12 del 23-2-1973 che prevede una serie di interventi alternativi al ricovero.

Si precisa che la legge regionale potrebbe re­golamentare l'assistenza agli inabili non limi­tandone l'applicazione alla segnalazione da par­te dell'autorità di P.S., ma estendendola alla se­gnalazione da parte di qualsiasi ente assisten­ziale, degli interessati diretti, dei genitori e dei tutori.

Le ripetute richieste avanzate da queste As­sociazioni alla Regione Piemonte perché legife­rasse in merito sono cadute nel vuoto sia per l'opposizione della Giunta, sia per il mancato appoggio di qualsiasi altra forza politica, sinda­cale e sociale.

I minori ricoverati in istituti del Piemonte al­la data dell'1-1-71 erano circa 16.000.

 

Competenze dei Comuni

I Comuni, ai sensi dell'articolo 91 del R.D. 3-3-­1934 n. 383, hanno l'obbligo di assistere gli inva­lidi (e cioè gli anziani, gli invalidi ed î minori de­gli anni 15 per i quali non siano preposti altri enti).

Tutti i comuni però, qualsiasi siano le forze politiche che li governano, fanno assolutamente nulla in questo campo, escluso qualche inter­vento del tutto marginale.

I tentativi fatti da queste associazioni nei con­fronti del Comune di Torino sono caduti nel vuo­to, anche perché sostenuti da nessuno.

 

Competenze delle Province

Le Province hanno competenze amministrati­ve obbligatorie nei confronti degli illegittimi, dei ciechi e sordi rieducabili. Quella di Torino svol­ge interventi anche nei confronti degli handicap­pati fisici e psichici.

Poiché le competenze obbligatorie non posso­no essere modificate da una legge regionale, es­sendo oltre 1.000 i minori ricoverati in istituto a carico della Provincia di Torino e stante la si­tuazione descritta nei punti precedenti, queste associazioni hanno premuto sulla Provincia di Torino ed hanno ottenuto con delibera del 17-5­-1971 l'istituzione di un servizio di affidamento di minori a famiglie, persone e comunità alloggio. La delibera prevedeva che il servizio venisse esteso solo a 10-15 minori, dopo di che la Pro­vincia stessa doveva procedere al decentramen­to del servizio.

Fatti oltre 20 affidamenti, il servizio veniva praticamente bloccato dalla fine del 1972 non volendo la Provincia procedere al decentramen­to. Finalmente si otteneva alla fine di aprile 1975 una delibera che, come richiesto da queste asso­ciazioni, prevedeva il decentramento presso le équipes psichiatriche di zona di operatori già in servizio.

Queste Associazioni ritengono che le delibe­re suddette debbano essere attuate al più presto.

 

Problemi attuali dell'affidamento

I principali problemi attuali sono:

- gli interventi assistenziali continuano ad es­sere prevalentemente diretti al ricovero di minori, sia pure con una intensità minore;

- a causa della carenza di interventi pubblici sempre più numerosi sono gli affidamenti a famiglie, persone e comunità alloggio fatti in modo del tutto privatistico;

- il tribunale per i minorenni di Torino dispone affidamenti con il pericolo di trasformare il tribunale per i minorenni in un super-ente as­sistenziale che taglia fuori la Regione e gli enti locali;

- l'ufficio distrettuale di servizio sociale del Ministero di grazia e giustizia ha ottenuto af­fidamenti civili dal Tribunale per i minorenni, con il rischio di trasformare il Ministero di grazia e giustizia in un ente assistenziale (V. il progetto di legge Gonella);

- l'E.N.A.O.L.I. ha attualmente in Piemonte 574 minori in affidamento, cercando in tal modo di dimostrare che è un ente che attua inter­venti idonei e che perciò è un ente utile;

- l'esperienza dimostra che l'affidamento a fa­miglie, persone e comunità alloggio presen­ta, se attuato correttamente, notevoli vantag­gi per i minori, non certamente raggiungibili da qualsiasi istituto.

Primordiali al riguardo sono l'assistenza tecni­ca di una equipe di zona e il riferimento al grup­po di famiglie affidatarie (V. delibera della Pro­vincia di Torino del 17-5-1971 punti 7, 8, 9, 10, 12 e 13). Questo riferimento, al quale i tecnici dovrebbero scrupolosamente attenersi, costitui­sce una alternativa reale al pericolo della psichiatrizzazione, soprattutto se i tecnici rispet­teranno anche quanto previsto dal protocollo ag­giuntivo sulle assemblee popolari di zona e di interzona.

 

Problemi aperti per l'applicazione della delibera relativa al decentramento del servizio di affi­damento

1) personale necessario e tempi del decentra­mento;

2) adeguamento della zonizzazione psichiatri­ca di Torino alla suddivisione dei consigli di quartiere;

3) riferimento al lavoro di gruppo dei tecnici e delle famiglie affidatarie e d'origine;

4) applicazione delle due delibere per tutti i servizi della Provincia di Torino, compresi sede centrale, CIM e IPIM;

5) corso di aggiornamento sull'affidamento ed effettive possibilità di partecipazione degli ope­ratori durante l'orario di lavoro;

6) trasmissione a tutte le equipe di zona dei nominativi dei minori istituzionalizzati e assisti­ti da tutti i servizi della Provincia e presa in ca­rico da parte delle équipes integrate dal neces­sario personale per gli interventi nei confronti dei minori;

7) prime iniziative di collegamento fra le équi­pes zonali ed i servizi centralizzati (IPIM in parti­colare) per avviare il decentramento di tutti i servizi assistenziali della Provincia di Torino;

8) ripresa delle trattative fra la Provincia di Torino e il Ministero di grazia e giustizia per la stipula della convenzione già proposta;

9) assunzione di iniziative da parte delle forze sindacali e sociali nei confronti dei comuni, con­sorzi di comuni e comunità montane per la sti­pula di convenzioni dirette all'assunzione dei ser­vizi; compreso, l'affidamento familiare, da parte dei comuni, dei consorzi dei comuni e delle co­munità montane;

10) assunzione di iniziative nei confronti della Regione per l'approvazione di una idonea legge regionale.

 

 

 

(1) Nota redatta il 3-6-1975 insieme all'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale.

 

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