Prospettive assistenziali, n. 34, aprile-giugno 1976
DOCUMENTI
POSIZIONE DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE C.G.I.L. -
C.I.S.L. - U.I.L. DI VENEZIA A PROPOSITO DELLA
RICHIESTA DI «COLLABORAZIONE» FRA
MONTEDISON ED OSPEDALE CIVILE DI MESTRE
1) Le richieste della Montedison alla Direzione Ospedale UMBERTO I
Nell'incontro del 20 gennaio 1975
fra il Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale
Civile di Mestre ed una delegazione della Federazione CGIL, CISL, UIL di
Venezia, il rappresentante dell'Amministrazione ospedaliera ha illustrato le richieste
e le proposte di collaborazione prospettate dalla Montedison
all'Ospedale civile di Mestre che qui di seguito richiamiamo:
a) collaborazione fra il centro di
rianimazione dell'Ospedale civile di Mestre ed il
servizio sanitario Montedison per l'addestramento e
l'aggiornamento del personale medico e paramedico e di quello adibito per gli
interventi di pronta soccorso;
b) costituzione di un centro
tossicologico («centro veleni»); e potenziamento di quanto esistente presso il
Centro di rianimazione e di documentazione sui tossici (di uso
industriale, domestico, in agricoltura) per la rapida reperibilità di notizie
nei casi di richiesta di terapie di urgenza sia per, le esigenze
della popolazione cittadina che per gli occupati nell'area industriale di Marghera;
c) esecuzione presso l'Ospedale
-civile di Mestre di esami di laboratorio e chimici
per i dipendenti avviati dalla Montedison
nell'ambito del potenziamento dell'attività preventiva del servizio sanitario Montedison;
d) la contropartita offerta dalla
direzione Montedison è di acquistare direttamente la
strumentazione mettendo a disposizione dell'Ospedale civile di Mestre la
stessa, e predisponendo, altresì un intervento finanziario mediante borse di
studio per l'organico necessario.
L'Assessorato regionale alla sanità
informato del fatto e richiesto di un parere ha ritenuto non esservi
incompatibilità tra tutto questo e i compiti di istituto
affidati comunque ad un Ente Ospedaliero.
2) La lotta dei
lavoratori di Porto Marghera per il risanamento:
l'iniziativa sindacale
La lotta del movimento sindacale si
è sviluppata su precisi contenuti ed obbiettivi per modificare l'ambiente di
lavoro e per realizzare una riforma sanitaria che attui la prevenzione, la cura,
la riabilitazione, e che sia in grado di garantire
l'integrità fisica e psichica di ogni persona. Nella nostra provincia la
mobilitazione e lo stato di elaborazione cui è
pervenuto il sindacato ha posto il problema dell'azione prevenzionistica
al centro di ogni piattaforma rivendicativa, sia a livello di fabbrica che di
territorio.
I lavoratori di Porto Marghera hanno pagato e pagano duramente costi sociali
insostenibili per le conseguenze di questo tipo di sviluppo industriale relativamente all'ambiente di lavoro e naturale; l'aggravamento
complessivo delle condizioni all'interno della fabbrica per gli effetti nocivi
ed inquinanti provocano sul territorio un deterioramento sanitario
complessivo: il tutto come causa derivata dal tipo di sviluppo industriale di
impostazione capitalistica globale che antepone l'interesse ed il profitto
alla salvaguardia di diritti essenziali per l'uomo quali sono appunto la
salute e l'integrità fisica.
3) L'iniziativa
sindacale
In questo quadro opera l'iniziativa
dell'organizzazione sindacale articolata in diversi livelli:
- L'apertura di una vertenza territoriale sui problemi del risanamento,
individuate una serie di controparti tra le quali emergente
-
- L'azione del sindacato nei riguardi dell'Ente Regione e degli enti
locali tende alla costituzione su base territoriale,
mediante la costituzione di consorzi per la gestione dei servizi socio-sanitari
a livello di comprensorio, il raccordo con il piano ospedaliero, l'utilizzo
delle attuali strutture sanitarie e la conversione degli enti da sopprimere - delle
unità sanitarie locali (U.S.L.) con la funzione specifica di unificare gli
interventi delle strutture dislocate sul territorio predisponendole quali
strumenti dei lavoratori, attraverso i Consigli di Fabbrica e di Zona per
l'intervento su tutta la problematica della condizione ambientale del
territorio interessato. La struttura ospedaliera, come d'altro canto i centri
di ricerca ed universitari, in questa impostazione
viene a sconfiggere un ruolo privatistico (come
assumerebbe di fatto se fosse accolta la richiesta della Montedison)
contrapposto ad un ruolo di servizio sociale aperto che detta struttura deve
avere.
4) Il giudizio
dell'Organizzazione sindacale sulle richieste Montedison
La problematica per un servizio
sanitario rinnovato, l'impegno dell'organizzazione sindacale è a conoscenza
della Montedison che ne persegue uno completamente
opposto; le richieste avanzate verso l'amministrazione dell'Ospedale civile di
Mestre ne risultano un momento fondamentale per gestire direttamente i
problemi della salute dei propri dipendenti
continuando così a mantenerne anche il controllo. Tale posizione privatistica si contrappone ad una impostazione
politicamente ritenuta più valida che richiede che il servizio sanitario sia
affrontato direttamente dall'iniziativa pubblica, con un coordinamento di
tutti gli aspetti sanitari, nella quale sia possibile il controllo e la
partecipazione dei lavoratori.
Sulla base di queste considerazioni e delle iniziative
in corso
Semmai l'intervento economico da parte
delle industrie va finalizzato proprio alla realizzazione del servizio
sanitario pubblico, affidando all'Ente Regione - competente per la
realizzazione della riforma sanitaria - l'utilizzo delle risorse disponibili.
Pertanto l'Ospedale civile di Mestre
ed ogni altro Ente pubblico operante nell'ambito sanitario devono rifiutare il
rapporto privatistico e bilaterale con
Marzo 1975
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