Prospettive assistenziali, n. 35, luglio-settembre 1976
NON SIAMO I SOLI A
DIRLO
GLI
ELETTROENCEFALOGRAMMI - È UN ESAME PREZIOSO CHE NON SI DEVE SVILIRE
L'elettroencefalogramma, o EEG, è la
registrazione su carta, della durata di almeno 20 minuti, dell'attività
elettrica del cervello, cioè della parte più «nobile»
del nostro corpo. Per la stupidità degli uomini
rischia di diventare un esame «ignobile». Preziosissimo, insostituibile e stupendo
in alcune condizioni morbose, prima fra tutte l'epilessia,
è del tutto inutile in altre; indispensabile in genere nel malato «cerebrale»
degente per indagini nell'ospedale, è viceversa in genere superfluo come esame
ambulatoriale (epilessia esclusa); non è assolutamente un esame di check up o di massa o di dépistage (come la radiografia
del torace o l'esame ginecologico o, anche, l'elettrocardiogramma); la sua
interpretazione è strettamente legata alle notizie cliniche del soggetto e la
sua lettura « cieca » è un non senso.
Tuttavia, la domanda ambulatoriale
cresce continuamente ed i servizi EEG degli ospedali sono sommersi, con
prenotazioni di mesi. I richiami limitativi che gli esperti lanciano da anni
sulla stampa di informazione oltre che nei congressi,
non sono serviti a nulla, e la moda dell'EEG, tipico esempio del consumismo
insensato che si ha in molti campi concernenti la «salute», continua ad
espandersi. Eseguire un EEG è divenuto un rituale routinario,
motivato da magica sudditanza ai feticcio-macchina:
l'utente lo chiede e il medico prontamente glielo concede. Un
servizio EEG di un grande ospedale esegue fra i 2030 esami al giorno
(tutti letti e refertati in giornata), di cui forse
due terzi definibili inutili; ciò è fra l'altro molto
generoso per la comunità in quanto il costo di un EEG, tutto considerato, si
può calcolare fra le 20 e 30 mila lire.
Essendo pressante la domanda, ogni
servizio d'ospedale sta diventando inadeguato, e la qualità viene
sacrificata alla quantità (riduzione della raccolta delle notizie cliniche,
accorciamento della registrazione, lettura affrettata). L'EEG di un bambino normale
è instabile per ritmo e morfologia, con onde lente piccole e grandi che possono
essere erroneamente credute patologiche: è soprattutto in questi casi che
occorrono oculatezza ed esperienza di interpretazione,
per non gettare nell'angoscia una famiglia in seguito alla errata diagnosi di
«sofferenza cerebrale» o di «epilessia». E nell'EEG
dell'adulto possono comparire variazioni che sembrano patologiche e non lo
sono, per movimenti degli occhi, per tensione ansiosa e sudorazione, per
sonnolenza, per difetti tecnici.
Per costruire un buon elettroencefalografistaneurologo occorrono anni di esperienza: aumentando la domanda di EEG il mercato
offrirà sempre più medici-elettroencefalografisti
tali solo di nome, per la preparazione sommaria. Già oggi molti di noi hanno
nel cassetto pile di tali referti sbagliati, fonti di allarmi
ingiustificati; nello stesso cassetto vi sono peraltro molti esempi di assurde
motivazioni mediche di richieste EEG ambulatoriali. Nel bambino «con cattiva
resa scolastica» o «caratteriale» o che «fa la pipì a letto» o che «ha un tic
nervoso» (probabilmente come reazione ad una madre oppressiva), nell'uomo che
«ha un cerchio alla testa» o «sensazioni vertiginose» o «difetto di
concentrazione», nella donna con «mal di testa da anni», nell'anziano con
difetti di memoria e pressione alta, e in cento altre situazioni simili, l'EEG
non è di alcun aiuto medico, e può invece condurre a
sospetti ingiustificati per erronea interpretazione del tracciato.
Per la richiesta: l'EEG ambulatoriale
dovrebbe essere sempre richiesto dopo e non prima di una sufficiente visita
specialistica, e quando questa abbia motivato qualche
dubbio: qui è pertanto questione di buona educazione sanitaria. Ci sarà mai?
Per la lettura non v'è in Italia, e
in molti altri Paesi, alcuna legge che imponga
speciali requisiti o diploma perché un medico sia anche elettroencefalografista:
da L.
BERGAMINI,
www.fondazionepromozionesociale.it