Prospettive assistenziali, n. 35, luglio-settembre 1976
NOTIZIARIO DEL CENTRO
ITALIANO PER L'ADOZIONE INTERNAZIONALE
RICERCA DANESE SULL'ADOZIONE INTERNAZIONALE
Abbiamo ritenuto di qualche
interesse l'articolo del giornale danese AKTUELT, del
5 aprile 1976, riportante una parte di una ricerca relativa ai problemi
dell'adozione internazionale.
Purtroppo, così com'è riportata,
molto probabilmente per esigenze giornalistiche, questo studio manca di dati significativi come: l'età del bambino al suo arrivo in
famiglia, la composizione del suo nucleo familiare, i metodi di selezione
della famiglia aspirante all'adozione.
Il giornalista riporta i dati
relativi dell'inchiesta svolta tra i genitori adottivi di 168 bambini presi a
campione, ma non riferisce, come invece ha fatto per i bambini, i dati relativi ai genitori naturali degli altri 168 bambini di
«controllo».
Supponiamo che l'istituto delle
ricerche sociali abbia fatto questo studio
comparativo e lo deduciamo dalla conclusione che il giornalista riporta: «le
problematiche e l'atmosfera familiare delle "case adottive" non sono
diverse da quelle che esistono nelle altre case danesi»...
Ci siamo riproposti
di richiedere l'intera documentazione all'Istituto danese di ricerca.
«I bambini di colore che vengono adottati da genitori danesi non hanno maggiori difficoltà,
di quante non ne abbiano i bambini nati da genitori danesi: questo il risultato
della ricerca di cui parleremo.
Tale affermazione è stato il frutto di uno studio recente dell'Istituto delle
ricerche sociali. Durante gli ultimi sette anni le adozioni
in Danimarca sono state circa tremila; l'istituto
delle ricerche ha preso, come campione, 168 di questi bambini adottivi, tutti
di una età comprensiva tra gli otto ed i dodici anni.
La Commissione responsabile delle
questioni relative all'adozione, nominata dal
Ministero del
Infatti non solo erano molte le adozioni
internazionali realizzate, ma erano in continuo aumento e non si aveva alcuna
verifica sull'inserimento del bambino straniero nella famiglia adottiva e
nell'ambiente sociale.
L'opinione pubblica era divisa su
due fronti: chi sosteneva che per questi bambini le difficoltà di inserimento avrebbero danneggiato il loro equilibrio e
impedito processi di identificazione; chi, d'altra parte, trovava troppo rigidi
i criteri di selezione delle coppie aspiranti a tale adozione, ritenendola un
tipo di adozione senza alcun problema diverso dall'adozione di un bambino
danese.
L'Istituto delle
ricerche sociali decise di prendere in esame come campione 168 bambini adottivi
non scandinavi e 168 bambini, chiamati «bambini di controllo» nati in Danimarca e da genitori
danesi.
I 168 bambini di «controllo» sono
stati scelti a caso nelle classi delle scuole frequentate dai 168 bambini
adottivi in esame.
Un breve riepilogo dei risultati
ottenuti può essere così elencato:
31% dei bambini adottivi non hanno
evidenziato problemi particolari,
37% dei bambini di «controllo» non
hanno evidenziato problemi particolari,
61% degli adottivi hanno manifestato
problemi particolari non gravi,
50% dei bambini di «controllo» hanno
manifestato problemi non gravi;
i rimanenti 8% degli adottivi hanno
avuto problemi piuttosto gravi o gravi,
13% dei bambini di «controllo» hanno
problemi piuttosto gravi o gravi,
L'Istituto delle ricerche sociali ha
voluto anche evidenziare quali sono i problemi relativi agli
adottivi ed ai bambini di «controllo» e il risultato si è espresso in questo
modo:
problemi di comportamento (apatia o aggressività)
16,7% nei bambini adottivi e 15,1% nei bambini di «controllo»;
problemi relativi al proprio equilibrio e
identità personale 13% nei bambini adottivi e 15,1% nei bambini di
«controllo».
La ricerca ha anche interessato i
genitori dei 168 bambini adottivi di campione.
L'intervista fatta ai genitori
verteva sulla richiesta se avessero mai avuto
conflitti seri con il proprio figlio.
Il 14% ha risposto affermativamente
e di queste il 7% ha trovato la motivazione di tale conflitto nel
temperamento aggressivo del figlio. L'altro 7% non ha saputo definire la causa
degli scontri.
Il 17% dei genitori adottivi ha
dichiarato che i conflitti con il figlio determinano un'atmosfera familiare
poco serena che spesso è così compromessa da non poter più stabilire a quale delle due parti si dovessero attribuire le cause.
Ciò, dicono i genitori, avviene tra
il primo e il secondo anno dell'ingresso del bambino in famiglia
e anche in relazione all'età in cui viene adottato e alle sue esperienze di
vita precedenti l'adozione.
Il 14% dei genitori adottivi ha
espresso preoccupazioni relative al futuro del bambino che possono essere suddivise in due forme: genitori che temono una
discriminazione da parte della società, e genitori che temono un rifiuto del
figlio all'inserimento sociale.
L'inchiesta conclude
riportando due dati:
- relativamente ai
bambini adottivi di colore le difficoltà di ambientazione e di raggiungimento
di una personalità equilibrata sono uguali a quelle dei bambini nati da
genitori danesi.
- relativamente al
genitore adottivo le difficoltà di rapporto con il figlio sono legate ai primi
tempi della convivenza, mentre si normalizzano con il passare del tempo.
I rapporti genitore-figlio adottivi
hanno portato alla convinzione che le problematiche e l'atmosfera familiare
delle case adottive non si diversificano affatto da
quella delle normali famiglie danesi.
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