Prospettive assistenziali, n. 36
bis, dicembre 1976
UN
METODO DEMOCRATICO DI GOVERNARE
Una delle condizioni indispensabili
- ma non sufficiente - per un metodo di governo realmente
democratico è il consenso delle forze sindacali e sociali e della
popolazione.
Il semplice consenso, infatti, può
essere organizzato - come d'altra parte è sempre avvenuto - dall'alto e non
dà alcuna garanzia di una rispondenza corretta delle esigenze e delle priorità.
La via per uscire da queste contraddizioni e per superare gli attuali rapporti
sociali in un progetto politico coerente, presuppone un metodo di governo che
punti sul coinvolgimento reale, non subordinato cioè
alle istituzioni, delle forze sociali e della popolazione.
È un metodo del quale non è
possibile stabilire a priori tutto, ma di cui si possono individuare alcuni
elementi di fondo:
- autonomia delle forze sindacali e
sociali e loro rapporto dialettico con le istituzioni, voluta
da movimenti di base e riconosciuta dalle istituzioni;
- processo di scambio delle
informazioni fra le istituzioni e le forze sociali;
- messa a
disposizione, da parte delle istituzioni, alle forze sociali degli strumenti
necessari per la loro attività e per i rapporti con i lavoratori e i cittadini.
Una delle condizioni per l'autonomia
delle forze sindacali e sociali può essere
individuata nella non gestione da parte di queste
forze di attività amministrative.
Con la cogestione, infatti, le
capacità di intervento delle forze sindacali e
sociali verrebbero ad essere annullate o notevolmente ridotte perché assorbite
dall'esercizio del potere, dagli obblighi di gestione e vincolate dalle leggi
e regolamenti vigenti.
Inoltre il sindacato, per la contrastante posizione di gestore dei servizi e di
rappresentante dei lavoratori, verrebbe a trovarsi nella contraddittoria
situazione di essere nello stesso tempo parte e controparte delle altre forze
sociali, degli utenti e dei cittadini.
L'INFORMAZIONE
La partecipazione,
per essere effettiva, richiede innanzi tutto una piena conoscenza della realtà. Al riguardo lo
statuto della Regione Piemonte all'art. 7 stabilisce quanto segue:
«
Bellissime affermazioni da
condividere in pieno, ma alle quali purtroppo, fino ad oggi, non è stata data
attuazione alcuna, se si escludono le consultazioni delle Commissioni del
Consiglio regionale.
Emblematica di non informazione sono i decreti
e le delibere pubblicati sul bollettino ufficiale della Regione Piemonte (2),
sia dalle precedenti amministrazioni di centro destra e di centro sinistra sia
dall'attuale amministrazione di sinistra.
(2) Vedi la seguente
delibera ripresa integralmente dal Bollettino ufficiale n. 29 del 13 luglio
1976, pag. 2082:
N. 53-2978 - «Devoluzione n. 4 contributi relativi ad
altrettante opere pubbliche per un ammontare complessivo pari 295.0000.000 cui corrispondono contributi in annualità per L. 17.700.000».
(omissis)
delibera
Di autorizzare la devoluzione dei contributi regionali,
precedentemente promessi agli Enti di cui all'allegato
elenco dal quale risultano anche le nuove opere che gli Enti medesimi intendono
realizzare.
(omissis).
www.fondazionepromozionesociale.it