Prospettive assistenziali, n. 37, gennaio-marzo 1977
Notiziario
dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie
ANALISI E PROPOSTE SULL'ISTITUTO PROVINCIALE PER L'INFANZIA
DI TORINO (1)
La situazione attuale
dell'istituto
L'istituto
L'Istituto Provinciale per
l'infanzia e la maternità (IPIM) assiste, in attuazione a quanto previsto
dalla legge 8 maggio 1927, n. 798:
- i bambini non riconosciuti da
entrambi i genitori (figli di ignoti); .
- i bambini riconosciuti da un solo
genitore, in situazione di bisogno;
- le gestanti e madri nubili in
situazione di bisogno.
L'Istituto è
gestito dall'Amministrazione provinciale attraverso una Commissione Amministratrice
composta dai seguenti consiglieri provinciali: Ilario Coucourde,
Presidente (PSI); Antonio Defrancisco
(PCI); Maurizio Puddu (DC); Sabbadini
(PCI); Mario Viano (PSDI).
Ha un bilancio separato da quello della Amministrazione provinciale: quello preventivo del
1976 supera il miliardo e mezzo.
Il costo medio per ogni giorno di
permanenza nell'istituto di un bambino è di L. 30.000 circa. Il contributo per le ragazze madri e il
loro bambino (al di fuori dell'istituto) è di L. 12.000 mensili se il figlio è primogenito e di L. 6.000 per gli altri. Per casi straordinari è prevista una ulteriore erogazione di L.
12.000 mensili!
Gli assistiti
I bambini presenti sono circa 180
(di cui la metà in semiconvitto) e hanno (tranne due) una età
che va da
- una parte è in
attesa del decreto del Tribunale per i minorenni di dichiarazione dello stato
di adottabilità (una trentina);
- una parte è temporaneamente
ricoverata nell'istituto in attesa dell'inserimento
definitivo nella propria famiglia.
I restanti si fermano nell'istituto
dal mattino alla sera, in quanto l'istituto funziona anche come asilo nido e
scuola materna per i figli delle ragazze madri e delle dipendenti
dell'Istituto.
Le gestanti e le madri nubili vivono
anche loro in un reparto dell'istituto (sono circa una quindicina).
Il personale
Il personale che opera presso
l'istituto è formato da:
- un direttore
- un segretario
- 20 persone impegnate nell'attività
amministrativa
- 150 assistenti-bambinaie
- 10 assistenti sociali
- 8 pediatri
- 9 suore
- 1 ginecologo
- 4 ostetriche
Operano inoltre saltuariamente quali
consulenti esterni una fisioterapista, un radiologo, due psicologi, un
ortopedico.
Presso l'IPIM ha anche sede
l'ufficio unico adozioni provinciale in cui lavorano gli operatori degli enti
assistenziali (ex ONMI, ENAOLI) che collaborano con
il tribunale per i minori nell'applicazione della legge sull'adozione
speciale.
L'attuale impostazione dell'IPIM è
prevalentemente sanitaria, quindi non rispondente alle esigenze dei bambini,
delle gestanti e delle madri nubili ospitati (emarginazione, isolamento dal contesto sociale e carenze sullo sviluppo psicofisico dei
bambini, ecc.).
Proposte
La legge istitutiva è superata in
quanto si ritiene emarginante una struttura da un lato
chiusa e d'altro lato riservata a minori nati fuori del matrimonio e
gestanti e madri nubili.
Richieste alla Regione
In attuazione della legge di
scioglimento dell'ONMI
Richieste alla
Provincia di Torino
È necessario che anche nei confronti
dell'IPIM
Si dovrebbe arrivare alla estensione di questa convenzione a tutte le Unità
locali e transitoriamente ai Comuni più importanti o alle Comunità Montane.
Richieste immediate
alla Provincia
1) Scioglimento
della Commissione amministratrice e gestione diretta dell'IPIM da parte del
2) Gestione radicalmente diversa
dell'assistenza alle gestanti e madri nubili, attraverso la creazione di un
servizio nettamente distinto dall'istituto, collocato e condotto in maniera
idonea da garantire il diritto al segreto del parto.
L'intervento del personale operante
in questa struttura deve essere inoltre impostato in maniera tale da poter mettere
le ragazze presenti (sovente in situazioni problematiche) in grado di poter
responsabilmente decidere la vita futura loro e del proprio figlio, garantendo
tutti i necessari interventi nei confronti della madre, sia nel caso di
riconoscimento o di non riconoscimento del bambino.
Tale struttura dovrà essere al più
presto gestita dal Comune di Torino.
3) Per quanto riguarda l'assistenza
ai minori si dovrà procedere al progressivo svuotamento dall'istituto secondo i
seguenti criteri:
- massimo appoggio economico-sociale
alle madri che provvedono ai propri figli e che hanno difficoltà a farlo per carenza di mezzi economici e di servizi (casa - asilo nido -
scuole materne, ecc.);
- accelerazione della procedura per
la dichiarazione dello stato di adottabilità dei
figli di ignoti, in modo da ridurre a 20-30 giorni gli attuali tempi di attesa
per l'affidamento preadottivo che arrivano fino a sei
mesi.
Non è però accettabile la proposta
di « parcheggiare » i bambini figli di ignoti in
attesa di adozione in ospedali quali il Sant'Anna o
altri.
4) Dovranno inoltre essere
verificati con gli amministratori, gli operatori e le forze sociali interessate i criteri adottati dal Tribunale per i minorenni
per dichiarare lo stato di abbandono materiale e morale.
5) Per i minori che temporaneamente
non possono vivere in famiglia dovrebbe esser applicata la delibera del Comune
di Torino che prevede gli affidamenti educativi dei minori a famiglie, persone
e nuclei parafamiliari e la creazione di comunità alloggio comunali, realizzate
attraverso la messa a disposizione del personale e delle strutture della
Provincia (V. convenzione allegata alla delibera).
Richieste all'Istituto
Autonomo Case Popolari (I.A.C.P.)
Dovrebbe esser prevista la revisione e l'applicazione della convenzione firmata il 20
ottobre 1974 dall'I.A.C.P. e dal Presidente della Giunta Regione per mettere a
disposizione delle ragazze madri alloggi singoli e per comunità nei programmi
di edilizia popolare.
Destinazione futura
dell'Istituto
Si potrebbe ipotizzare la utilizzazione dell'Istituto quale sede per i servizi
socio-sanitari, compreso il poliambulatorio del quartiere: si ricorda che col
prossimo luglio verranno sciolte le mutue.
Si potrebbe inoltre già adesso
prevedere, man mano che procede lo svuotamento dell'istituto, la progressiva
ristrutturazione e utilizzazione della struttura quale
sede per i servizi socio-sanitari comunali che sono o che verranno decentrati
nel quartiere (attività consultoriali previste dalla
delibera comunale del 20-9-1976).
In merito agli accordi presi fra il
Comune e
- l'uso di questi locali deve essere
transitorio in quanto le strutture scolastiche vanno previste nei quartieri di appartenenza dei bambini;
- la struttura dell'IPIM non deve
essere trasformata gradualmente in complesso scolastico, ma deve diventare
sede dei servizi socio-sanitari per il quartiere.
(1) Documento del
3-12-1976 dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie, dei
Comitati di quartiere Borgo Po, Pilonetto-Fioccardo e
dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale.
www.fondazionepromozionesociale.it