Prospettive assistenziali, n. 38, aprile-giugno 1977
Notiziario
dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie
HANDICAPPATI SEGREGATI A TRIESTE
Presso il grandioso, splendido
Ospedale Infantile Regionale di Trieste, il «Burlo Garofolo»,
ospedale pilota nella pediatria e particolarmente nel campo della prevenzione,
esiste un Cronicario infantile dove sono ricoverati
circa 60 tra bambini e ragazzi.
Il Cronicario è situato in una
palazzina, nell'angolo più remoto del grande parco,
presso la cella mortuaria; e si tratta di un edificio vecchio e cadente, ricco
di barriere architettoniche, nonostante le sue dimensioni ridotte.
La palazzina è composta di due piani
(pianoterra e 1° piano) e di un locale seminterrato.
Al pianterreno ci sono i maschi, al 1° piano le femmine e alcuni maschi minori
di sette anni. Non c'è ascensore, ciò impedisce a
molte delle bambine del primo piano di scendere nel giardino. Nei due piani
c'è una stanza di soggiorno che serve anche per i pasti, subito attigua e comunicante
ad essa la «sala delle comodine»
nella quale, seduti sulle stesse, vengono tenuti «tranquilli» i ragazzi per
ore intere. Nessun ambiente è pensato o strutturato
per il tempo libero o i giochi. Al seminterrato porta una scaletta assolutamente
disagevole a percorrersi per persone che abbiano
difficoltà di movimento; poiché nel seminterrato c'è la scuola, se ne deduce
che essa può servire a un esiguo numero di ragazzi.
Per quanto riguarda il personale, è
del tutto insufficiente ed è organizzato in modo tale da poter
sopperire solamente ai bisogni primari minimi dei ricoverati: mangiare, esser
cambiati. Per sessanta ricoverati c'è un'unica
fisioterapista, di cui però non siamo riusciti a saper l'orario di lavoro. Il
personale infermieristico si impegna al massimo, ma
può solamente garantire la custodia, non può certo anche avere dei compiti che
vadano al di là di essa.
I ricoverati, invece, esigerebbero
tutti continue sollecitazioni, occupazioni, degli interessi qualsiasi e per
molti sarebbe necessario un rapporto interpersonale, cosa che il neurologo che
dirige il reparto non può dare, e di psicoterapeuti si ignora
l'esistenza. Gravi anche le carenze e le lungaggini
riscontrate nel campo delle cure specialistiche (oculistiche,
otorinolaringoiatriche, ecc.).
Parecchi bambini (o ragazzi, ormai) rimangono sempre a letto, anche se molti di loro, con una certa
educazione motoria, potrebbero camminare e muoversi. Citiamo, tra gli
altri, il caso di una bambina che, lasciata per anni a letto, ha perso
completamente l'uso delle gambe.
Del resto in ciascun ricoverato la
regressione fisica e psichica motivata dall'abbandono a se stesso e
dall'inattività è di una evidenza tragica. La
definizione di handicappati gravi, del resto, non è neppur
valida per tutti; vi sono dei casi in cui il ricovero è motivato da motivi
familiari o sociali (abbandono della famiglia, inesistenti strutture sanitarie
ed economiche di sostegno). In questi casi la retta dell'ospedale (che ufficialmente
è di 42.000 lire al giorno) è pagata dagli enti
locali; anche se tramite accordi essi pagano cifre inferiori (si parla di circa
19.000 lire giornaliere) si tratta pur sempre di cifre non indifferenti e
tali da permettere di pretendere un servizio più civile di assistenza
soprattutto di tipo psicologico.
Tutti i bambini chiusi là dentro
senza speranza potrebbero venir recuperati o per lo
meno riabilitati. «Non c'è bambino epilettico o altro che non offra prospettive di recupero» (Glenn
Doman). Il bambino psicotico può uscire dal suo
isolamento e per ciò è essenziale una relazione positiva
con qualcuno che gli dedichi il suo tempo. E ciò deve avvenire in tempo perché
in questi bambini ci sono «scadenze che non ammettono troppo lunghi rinvii,
vale a dire che se il bambino non stabilisce
abbastanza presto il suo contatto con il mondo esterno, molto difficilmente
potrà ottenerlo più tardi» (Bruno Bettelheim).
SEZIONE ANFAA E GRUPPO
ESCLUSI DI TRIESTE
IL GRUPPO ANFAA DI BRUGERIO
Il gruppo si è costituito, da due
anni, con l'incontro di alcune famiglie adottive ed
affidatarie di Brugherio. Lo stimolo a questo incontro è venuto dalla constatazione e dalla
convinzione che siano numerose le persone e le famiglie disponibili ad un
simile intervento: ben più difficile è per il singolo il trasformare questo
impulso generoso in un intervento pratico. Il gruppo si è quindi formato non
solo per uno scambio spesso rassicurante di esperienze:
se rendersi disponibile verso un minore, estraneo alla famiglia ed in
difficoltà spesso grave, non è una decisione facile, a volte è ancora più arduo
il portare avanti questa esperienza. Soprattutto isolatamente. Da subito è
quindi nata l'esigenza dell'affiancamento al gruppo
di una psicologa che, favorendo una consapevole maturazione della disponibilità,
aiutasse a superare le difficoltà di questi interventi.
Va però subito chiarito che il
gruppo è nato intorno a bisogni reali. Il collegamento con l'assistente
sociale del Comune è stato il primo passo ed è elemento essenziale nella
continuità del lavoro del gruppo. Le famiglie impegnate e disponibili sono
ormai una trentina. I minori stabilmente presso
queste famiglie sono ormai una quindicina ed in questi due anni a Brugherio non si sono più verificati casi di minori
sistemati in istituti, a causa di un abbandono definitivo o temporaneo.
Chiaramente il gruppo, con
l'assistente sociale, opera per la ricostruzione del
nucleo familiare originario, se ancora esistente, altrimenti l'affido
diventa, nei fatti prima che di diritto, permanente se a ciò la famiglia
ospitante è disponibile.
Naturalmente tutti gli interventi,
decisi dall'assistente sociale, avvengono in accordo col Tribunale dei
Minori.
Il collegamento con l'Ente locale
non è però limitato all'assistenza sociale: oltre al riconoscimento del lavoro
del gruppo, il Comune sostiene gli affidi a lungo
termine, con una retribuzione di circa ottantamila lire mensili. Ciò rappresenta
un notevole risparmio per le casse comunali, e quindi per la comunità, poiché
le rette degli istituti sono ben superiori. Inoltre il Comune interviene
assistendo per tutte le pratiche, con l'assicurazione e, ove necessaria, con l'assistenza legale. Infine il gruppo si è costituito come
tale presso
La realtà quotidiana dell'esperienza
del gruppo e la conseguente maturazione degli spunti
personali per cui si è aggregato, ha portato ad alcune considerazioni sulla
necessità di prevenire, oltre che intervenire. Il problema a questo punto è di enorme complessità così come le necessità sono diffuse e
svariate. In questa fase si sono rese molto utili quelle persone o famiglie,
che, seppur amorevolmente disponibili, non hanno la
possibilità di ospitare.
Si tratta, in sintesi, di interventi anche regolari ma non con continuità, presso
le famiglie in difficoltà nei rapporti coi loro ragazzi o presso le famiglie
affidatarie. Questi interventi risolvono spesso i più
svariati problemi: accompagnare un ragazzo a praticare cure o terapie, aiutarlo
nelle difficoltà scolastiche che spesso sono presenti in queste situazioni,
aiutare in definitiva la famiglia naturale con tutta la possibile e solidale
amicizia di cui rivela immediatamente un intenso bisogno.
L'allargamento di tutte queste
attività rende necessario ricercare altre disponibilità: certamente vi sono. Preghiamo quindi di diffondere la notizia del lavoro del nostro gruppo, in modo che gli interessati possano darci
il loro tempo libero e verificare nel gruppo i problemi e le possibili
soluzioni.
È sufficiente lasciare il proprio
nome alla biblioteca (039-778341) o all'assistente sociale (039-770010). Il
gruppo si ritrova il secondo e quarto lunedì di ogni
mese, presso la biblioteca civica. Informazioni, anche telefoniche, sulla nostra
attività possono ottenersi presso il responsabile del gruppo (039-770366).
Mettiamo infine l'esperienza fatta a
disposizione di chi volesse promuovere gruppi
analoghi altrove. La dimensione di Brugherio (28.000
abitanti) può far pensare che l'esperienza non sia ripetibile nelle grandi
città: non siamo di questo parere e sarebbe anzi
interessante veder nascere simili iniziative in quartieri o zone ad intenso
popolamento; è probabile infatti che vi si troverebbero necessità anche
maggiori delle nostre.
www.fondazionepromozionesociale.it