Prospettive assistenziali, n. 39, luglio-settembre
1977
Editoriale
LEGGE
382: GLI INTERESSI DEGLI ENTI PREVALGONO SUI DIRITTI DEGLI ASSISTITI
Nell'editoriale dello scorso numero
scrivevamo che in materia di assistenza lo schema di
decreto del Governo di attuazione della delega prevista dalla legge 382 «è del
tutto deludente in quanto non prevede il completamento del trasferimento delle
competenze, ma attribuisce alle Regioni, ancora una volta, funzioni parziali».
Per quanto riguarda la sanità, lo
schema non prevede assolutamente nulla, rinviando ogni cosa alla legge di
riforma.
Segnalavamo inoltre che contro
l'impostazione del Governo, che si opponeva alle autonomie regionali e locali,
si erano mosse non solo le Regioni, gli enti locali,
ma anche varie organizzazioni sociali.
La Commissione parlamentare per le
questioni regionali, ricevute le controdeduzioni delle Regioni (pubblicate nel numero scorso), provvedeva a
stendere un nuovo schema di decreto che praticamente accoglieva le deduzioni
stesse.
A questo punto si scatenavano gli
oppositori del decentramento dello Stato e in particolare la vandea degli enti pubblici e privati e delle organizzazioni
assistenziali che riuscivano ad ottenere dal Governo
una nuova stesura dello schema, stesura poi approvata dalla Commissione
parlamentare.
Per quanto riguarda il complesso
dello schema, esso risulta notevolmente migliorato
rispetto alla prima redazione del Governo.
In particolare per la sanità sono
state accolte le proposte delle Regioni e pertanto è stato compiuto un altro
passo avanti nella direzione della istituzione del
servizio sanitario nazionale.
Circa l'assistenza vi è invece da dire che il testo definitivo:
- rispetto alla primitiva posizione
del Governo presenta alcuni aspetti migliorativi, ma
molti altri sono decisamente peggiorativi;
- contiene arretramenti gravi sia
nei confronti delle controdeduzioni delle Regioni,
sia nei riguardi del primo testo elaborato dalla Commissione parlamentare per
quanto concerne le IPAB e gli enti nazionali. Si vedano in particolare gli
articoli 25 (esclusione dal trasferimento alle Regioni
delle IPAB che «svolgono in modo precipuo attività inerenti la sfera educativo-religiosa») e 113, 114 e 115 (procedura per la
privatizzazione di enti pubblici nazionali e interregionali e dei relativi
patrimoni).
La discussione sugli articoli relativi all'assistenza ha determinato spaccatura tra le
forze politiche: DC, PCI e MSI hanno dato la loro approvazione al testo
definito dalla commissione parlamentare, gli altri partiti hanno votato contro.
La delegazione socialista ha
rilasciato una dichiarazione (v. Avanti del 21-7-77) in cui è affermato: «di
notevole gravità è il salvataggio degli enti nazionali di assistenza,
i cosiddetti enti inutili, che non consentirà di riformare il sistema
attraverso il quale vengono sperperati centinaia di miliardi a fronte di
prestazioni assistenziali inadeguate e insufficienti».
Il repubblicano Spadolini
a sua volta ha osservato che «l'opera di bonifica degli enti non è stata
completa e radicale come sarebbe stato legittimo attendersi. La formula di
transazione sugli istituti di beneficenza lascia margini all'equivoco e troppi
poteri a una commissione mista».
Le possibilità di un trasferimento globale dell'assistenza alle Regioni sono ormai compromesse:
resta aperto il problema dell'ampiezza di tale compromissione
e sembra ormai vicino il momento in cui saranno consolidate le posizioni emerse
nella discussione del decreto delegato.
Infatti il Consiglio dei ministri nella
seduta del 4-8-
Tuttavia la vicenda del decreto
attuativo della 382 non lascia sperare in cambiamenti significativi a livello
nazionale.
Per quanto riguarda le Regioni, il loro
spazio di intervento è notevolmente ampliato, ed esse
possono operare per superare le carenze del decreto delegato, predisponendo
gli interventi che eliminano o riducono le cause che provocano le richieste di
assistenza (casa, trasporti, diritto allo studio ecc.) e avviando i servizi
alternativi al ricovero.
Pertanto è soprattutto a livello regionale e
a quello delle unità locali che devono rivolgere la loro attenzione i
cittadini, i sindacati, i movimenti di base, le associazioni e gli operatori
affinché gli assistiti non continuino a portare le conseguenze delle manovre
di potere.
In questo numero pubblichiamo gli
articoli riguardanti direttamente o indirettamente la sanità e l'assistenza
del D.P.R. n. 616 del 24-7-1977 «Attuazione
della delega di cui all'art. 1 della legge 22-7-1977, n. 382».
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