Prospettive assistenziali, n. 40, ottobre-dicembre
1977
Notizie
L'EMARGINAZIONE
DEI BAMBINI DELL'ISTITUTO PROVINCIALE PER L'INFANZIA DI TORINO (1)
A due anni dai primi incontri con il
Consiglio di Amministrazione dell'I.P.I.M.
e con l'Assessore alla Sicurezza Sociale, per trovare una soluzione che avvii
la ristrutturazione dell'Istituto I.P.I.M., servizio
per l'assistenza all'infanzia, e promuova il suo progressivo decentramento si
denuncia che la linea del decentramento dell'istituto, sempre affermata da
parte dell'Amministrazione, si trova oggi ad un punto morto; rischia anzi dei
pericolosi ritorni ad impostazioni custodialistiche e
di istituzionalizzazione sia del personale che degli utenti, i quali nel caso
particolare risultano essere i bambini assistiti in età da pochi giorni a
cinque anni circa.
In particolare si denunciano:
- il concentramento nell'I.P.I.M. del servizio ex ONMI, affidando
di fatto ad un ristretto gruppo di tecnici tutte le decisioni
riguardanti l'utenza minorile del territorio provinciale, in contrasto con la
legge regionale n. 39 e con il programma di costituzione delle U.L.S.;
- l'assenza di un avvio serio e
programmato degli affidamenti familiari con la conseguenza che l'istituto resta
l'unico punto di riferimento nei casi di ricovero urgente;
- la non apertura, a due anni di distanza
dalla decisione, di una scuola materna comunale per il quartiere, nei locali I.P.I.M.;
- il non coinvolgimento del
personale che direttamente assiste il bambino circa la situazione familiare e personale dello stesso;
- l'ostruzionismo o comunque il non appoggio alla creazione ed al funzionamento
dei «Gruppi Famiglia» all'interno dell'Istituto per ovvie ragioni di accentramento decisionale e di mantenimento di strutture
emarginanti da parte dei responsabili;
- il divieto totale e tassativo al personale
di uscire dall'Istituto se non provvisto di «divisa!!!»,
munita di apposito copricapo (modello crocerossina) nel caso delle normali
passeggiate con i bambini nei parchi cittadini;
- l'assoluta prevalenza di esigenze sanitarie e di rigido filtro nei confronti dei
bambini, considerati a tutti gli effetti da «proteggere» in ogni modo
dall'esterno, senza alcun riguardo per la loro personalità e per i traumi a cui
sono già sottoposti in conseguenza dell'abbandono familiare. A titolo di esempio: sono state limitate le possibilità di uscita dei
bambini e di entrata di altre persone; in particolare agli amici adolescenti
che chiedevano di poter mantenere i rapporti instaurati durante l'estate, è
stato impedito l'ingresso in Istituto, in quanto evidentemente portatori di
«infezioni o infestazioni»;
- a ciò si aggiunga che i bambini,
già in stato di carenza affettiva, in ogni caso di
riammissione da breve visita in famiglia, sono al loro rientro «ISOLATI» per
lungo periodo in appositi reparti, lontano dal
personale che li cura normalmente e che si identifica pertanto in una figura
materna e lontani quindi dal loro ambiente e dagli amici;
- la precisa richiesta di iscrivere
alcuni bambini da tre a cinque anni alla scuola materna comunale per offrire
una prima possibilità di inserimento sociale, non è
stata accolta, per cui non esiste alcuna comunicazione dei minori con le
strutture esterne territoriali;
- si è ormai bloccato un primo avvio
del decentramento del personale nelle équipes del Comune,
anche se la richiesta di queste OO.SS. era limitata ad un tempo parziale;
- con un provvedimento unilaterale
ed autoritario da parte della Direzione dell'Istituto è stato modificato
l'orario dei reparti senza che sia stato possibile al personale, al di là di ogni intesa raggiunta sulle decisioni da
discutersi e prendersi attraverso lavoro di équipes,
esporre un modello di assistenza ai bambini, derivato dalla sua diretta e
quotidiana esperienza, che lasci spazio al rapporto umano ed affettivo e permetta
orari non ospedalizzanti.
Queste OO.SS., pertanto, ritengono che in questo momento tutti i
lavoratori debbono conoscere la realtà che continua a permanere nell'Istituto
I.P.I.M. e la lotta che il personale fa, per una
soluzione dei problemi dei minori in stato di abbandono e per realizzare la
linea che, da anni, il movimento dei lavoratori, attraverso tutte le sue
componenti, porta avanti contro l'emarginazione dei minori e le istituzioni
emarginanti.
Si ritiene inoltre indispensabile
che la situazione degli Istituti per minori debba essere affrontata non solo
all'interno dell'Ente, ma che il problema dell'infanzia abbandonata si debba trasformare in un momento di dibattito pubblico e di
controllo di tutti i lavoratori degli altri settori e di tutte le altre forze
sociali.
INSERIMENTO LAVORATIVO DI HANDICAPPATI PSICHICI
Con
la delibera n. 27-153, approvata il 15-3-77 (che riportiamo), l'Amministrazione
provinciale di Torino ha deciso di assumere nei propri ruoli organici 18 handicappati
psichici con la mansione di inserviente addetto alle
pulizie (stipendio iniziale annuo lordo L.
1.730.000).
L'iniziativa
è altamente positiva e riteniamo in particolare che
sia giusto che gli Enti locali, prima di avviare iniziative per le assunzioni
di handicappati nelle ditte private, coprano i propri posti disponibili,
almeno per la percentuale prevista dalle leggi sul collocamento obbligatorio.
Testo della delibera
A relazione degli Assessori Bonadies
e Sabbadini:
Premesso che
Che a tali soggetti si intende offrire un intervento volto all'integrazione dei
normali contesti di formazione -professionale o di inserimento lavorativo
evitando, per quanto possibile, di riproporre a priori modelli istituzionali e
sempre emarginanti, tipo laboratori protetti e centri occupazionali;
Che occorre dare seguito
all'integrazione degli handicappati, a cui si tende e che già si realizza a livello di scuola dell'obbligo, evitando vuoti
di intervento per le fasce di età più adulte;
Che comunque
l'inserimento e l'integrazione nei contesti di vita normale non si inventa, ma
è frutto di una costante iniziativa tecnica e amministrativa che deve vedere
gli enti locali particolarmente sensibili e attivi, accanto alle OO.SS., per trattare con le associazioni imprenditoriali e
con il Ministero del lavoro e della M.O. i tempi ed i modi di realizzazione di
questo processo;
Che condizioni essenziali per un
corretto funzionamento del programma sopra espresso sia l'intervento a livello
terapeutico-riabilitativo degli operatori che
agiscono sul territorio in modo da creare le premesse per un inserimento «non
forzoso» nel normale contesto lavorativo;
Considerato che
1) l'istituzione nei ruoli organici del personale dipendente dagli Enti Pubblici territoriali,
delle Aziende municipalizzate e provinciali e dei Consorzi, di posti riservati
ai soggetti handicappati;
2) l'avviamento, a livello
regionale, di contatti con le Organizzazioni sindacali e degli imprenditori,
gli Istituti di assistenza, previdenza ed
assicurativi, l'Ufficio del Lavoro e della M.O. per l'inserimento dei soggetti
nei luoghi di lavoro;
3) l'integrazione degli handicappati
nei corsi normali di addestramento professionale,
svolti nel territorio regionale;
Ravvisata pertanto l'opportunità di
concretizzare quanto sopra esposto, anche per il nostro Ente, riservando un
certo numero di posti nell'organico della Amministrazione
Prov.le, tenendo presente che con questo
provvedimento, non si intende creare dei posti di lavoro «speciali» per gli
handicappati, ma, nell'ambito dei ruoli organici provinciali, coprire parte dei
posti attualmente scoperti con soggetti il cui grado di handicap consenta un
rendimento lavorativo tale da soddisfare le normali esigenze del servizio
relativo;
Ravvisata pertanto l'opportunità che
questa Amministrazione, dopo aver iniziato tale discorso,
lo affronti ora in termini risolutivi riservando un certo numero di posti, nei
propri ruoli organici, in cui inserire, secondo le attitudini di potenziali
candidati, alcuni soggetti provenienti dalle strutture socio-sanitarie della
Provincia o segnalati da altri Enti operanti nel settore assistenziale, con
la precisazione che tale inserimento deve avvenire in base a predeterminati
criteri e con il supporto tecnico di una apposita Commissione, che sia in
grado di assolvere questo delicato compito;
Considerato che appare opportuno
inserire i suddetti elementi al livello di subalterno,
per il quale sia richiesto il titolo di studio di licenza elementare, al fine
di poter aumentare le possibilità di inserimento per gli interessati e contemporaneamente
richiedere un minimo di preparazione base;
Ritenuto peraltro che questa Amministrazione, qualora l'attuale esperimento abbia
sortito un esito positivo, si riserva di adottare ulteriori provvedimenti in
armonia con il presente atto, per riservare un certo numero di posti anche in
differenti e superiori livelli previsti dalle vigenti piante organiche, allo
scopo di realizzare in modo più completo l'integrazione dei soggetti di cui
trattasi nella dinamica di una vita normale;
D'intesa con le OO.SS.;
Con voti unanimi,
1) di riservare
agli handicappati psichici, nei ruoli organici dell'Amministrazione Prov.le un numero di posti di Inserviente
addetto alla pulizia (livello di esecutore, pari al 15% della dotazione
organica di cui alla delib. consiliare
21-121976 n. 26-8889 (all. B).
2) di selezionare gli aspiranti
attraverso una Commissione così costituita: Assessore Sicurezza Sociale; 2
Consiglieri prov.li, di cui uno in rappresentanza
delle minoranze; 1 rappresentante ANFFAS di Torino; 1 rappresentante OO.SS.; 1 esperto nella tecnica
del ricupero degli handicappati psichici; 1 funzionario dell'Assessorato alla
Sicurezza Sociale e 1 funzionario dell'Assessorato al Personale con le funzioni
di Segretario della Commissione stessa.
Indicativamente la Commissione si
atterrà ai seguenti criteri:
- idoneità a svolgere le mansioni loro
attribuibili, essenzialmente individuabili in lavori di pulizia, accertata
mediante prova pratica;
- accertamento delle condizioni
generali dell'aspirante e delle condizioni della famiglia di appartenenza.
3) di richiedere al personale, nei
confronti del quale opera la riserva di cui al precedente n. 1 il possesso dei
requisiti richiesti per i posti di cui trattasi, con la precisazione che
l'idoneità fisica all'impiego dovrà essere determinata nei limiti e con le
modalità di cui al precedente n. 2;
4) di dare atto che il personale
interessato, attraverso le idonee strutture, sarà costantemente seguito nelle
sue reazioni al nuovo ambiente, così come saranno oggetto di costante fiducia
le reazioni dell'ambiente di inserimento;
5) di attribuire, al personale che
andrà ad occupare i posti loro riservati e che, trascorso il periodo di esperimento, verrà assunto nei ruoli organici della
pianta della Provincia di Torino, lo stato giuridico riconosciuto al restante
personale prov.le ed il
corrispondente trattamento economico;
6) di prendere atto che il presente
provvedimento, stabilendo solo una riserva di posti, non comporta alcun
impegno di spesa a carico del bilancio provinciale;
7) di delegare
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