Prospettive assistenziali, n. 41, gennaio-marzo 1978
UNA
NUOVA PROBLEMATICA DELLA SALUTE:
Anche in Francia è in corso
un dibattito sul tema della prevenzione sanitaria e sociale. A fini informativi
riportiamo la traduzione della relazione tenuta al colloquio regionale sulla
prevenzione tenutosi il 5-6 novembre
I. UN NUOVO OBIETTIVO PRIORITARIO:
I.1. Introduzione
I limiti dell'organizzazione
tradizionale dell'apparato -preposto alla cura mettono in luce il
ruolo fondamentale che dovrà essere assunto dalla
prevenzione.
Da un lato la concezione
tradizionale non appare più sufficiente a rispondere alle attese della
popolazione: la rivendicazione al diritto alla salute è considerata oggi dalla
popolazione alla stessa stregua del diritto all'istruzione o del
diritto al lavoro. È una rivendicazione che, rientrando nel quadro di una maggior consapevolezza in merito alle
condizioni della vita, porta a integrare fra le misure di protezione della
salute anche quelle che permettono uno sviluppo armonioso ed equilibrato degli
individui, tanto sul piano fisico quanto sul piano mentale e sociale.
La concezione tradizionale, che nel
settore medico è fondata su una regolamentazione
degli strumenti di intervento e su una attività pratica avente una funzione
riparatrice, mentre nel campo sociale ha finalità
compensative, non permette in nessun modo né di mettere in evidenza i fattori
di rischio a cui è esposta la popolazione, né di intervenire su questi fattori.
D'altra parte la crescita dei costi
sanitari e sociali rende necessario un riesame globale
tendente a ridurre la spesa.
Questa azione deve prima di tutto
agire per l'ottimizzazione della gestione dei sistemi sanitari e sociali;
inoltre essa può intervenire a livello dell'offerta
delle cure e prestazioni; ci sembra tuttavia che il vero riferimento riguardi
l'intervento sulla domanda stessa per mezzo di una prevenzione efficace delle
malattie, degli infortuni e in generale del disadattamento.
Gli interventi attuati sul piano
sociale sono strettamente legati agli interventi sanitari: le condizioni di vita sono fattori di salute e viceversa.
Per «condizioni di vita», noi
intendiamo l'insieme dei fattori ambientali che agiscono quotidianamente
sulle funzioni fisiche e mentali dell'individuo:
- i componenti
geo-climatici del suo «territorio»;
- le costrizioni e le emanazioni
nocive che gli vengono imposte da una civilizzazione
industrializzata;
- la «nicchia» ecologica che egli si
costruisce in questo contesto, secondo le sue risorse
socio-culturali e materiali.
Per «condizione di salute» noi
intendiamo l'acquisizione di attitudini positive e
negative nelle quattro fasi della vita:
- la crescita del feto nell'ambiente
materno;
- lo sviluppo fisico e mentale del
bambino nell'ambiente familiare;
- l'adattamento dell'adulto nel suo contesto socio-professionale;
- l'integrazione sociale della
persona anziana in una civiltà che tende ad isolarla.
Ne deriva che la salute non è
l'assenza della malattia, ma la conquista perseverante e cosciente di un
equilibrio dell'uomo con l'ambiente che lo circonda.
L'uso dei mezzi non ha senso se non
si applica a questa politica di
promozione sanitaria e sociale.
L'instaurazione, quindi, di questa
«nuova visione della salute» presuppone sia l'individuazione
dei mezzi per un'analisi seria dei «bisogni», sia una reimpostazione conseguente della domanda della
popolazione, e contemporaneamente, delle risposte del sistema sanitario alla
realtà di questi bisogni.
I.2. I BISOGNI DELLA
SALUTE,
Introduzione
Una diversa prospettiva di approccio al problema della salute può essere assunta
partendo dalla considerazione che la semplice esplicitazione
delle richieste di prestazioni sanitarie e sociali lasciata all'iniziativa
individuale, non garantisce più da sola, la migliore distribuzione delle
risorse in questo campo e quindi non permette la soddisfazione ottimale dei
bisogni.
Lo stato attuale dell'utilizzo di
beni e di servizi sanitari può sembrare significativo
di questa cattiva distribuzione. Si assiste, in effetti, particolarmente nei
paesi occidentali, a un notevole aumento delle spese
sanitarie familiari e dei costi del sistema preposto alla cura.
Molti osservatori si chiedono se questo aumento delle somme destinate ai problemi della
salute per gli interventi individuali e sociali è accompagnato da un
miglioramento proporzionale dall'efficacia dell'intervento sanitario.
Si tratta quindi di sapere se non
sia necessario un diverso orientamento della politica della salute al fine che
il nuovo sistema possa farsi carico sistematicamente dei bisogni sanitari sia
in termini generali, sia nei riguardi delle richieste più o
meno coerenti rivolte dalla popolazione al sistema sanitario.
Il problema che si pone a questo
livello è quello della messa in opera di strumenti che permettano di
migliorare la conoscenza dei bisogni (essendo inteso che i bisogni hanno un
contenuto evolutivo che non può, in nessun caso, essere definito una volta per tutte). Contemporaneamente il sistema
sanitario dovrebbe essere in grado di modificare le
sue strutture, in modo da rispondere nel miglior modo ai bisogni, fornendo al
suo «pubblico» le informazioni necessarie affinché possa esprimere meglio le
sue richieste.
Il nostro discorso abbraccia
pertanto la problematica «Bisogni - Richieste - Risposte»
(vedere schema 1) nell'ambito del sistema sanitario. Si tratta
pertanto di interrogarsi sui mezzi da predisporre per realizzare una organizzazione rispondente, nel migliore dei modi, ai
tre elementi sopra indicati e alle loro interazioni.
1 -
a) I bisogni.
Essi, derivanti da una situazione di tensione e di carenza,
non possono essere classificati in modo rigido; sono in continuo cambiamento e
sono il prodotto della relazione tra la storia di ogni individuo e l'insieme
dei rapporti sociali del suo ambiente.
Per quanto concerne la salute,
l'insieme dei bisogni è costituito dall'interazione dei fattori morbigeni legati a uno stato
fisico e psicologico dell'individuo con i fattori di rischio provocati dall'ambiente
socio-economico (condizioni di lavoro, d'habitat, ritmo di vita, ecc...).
Indicheremo questo insieme come
stato di morbilità oggettiva quando il caso è
potenzialmente diagnosticabile in un dato momento, tenuto conto del livello
di sviluppo della conoscenza medica, ed essendo supposto come funzionante un
sistema ottimale di informazione sanitaria e sociale.
Per far sì che un intervento sulla
salute sia possibile, l'intervento stesso dovrà
scaturire da una conoscenza approfondita (vedi più avanti il paragrafo d).
b) Le richieste
devono essere ritenute pertinenti dal punto di vista
economico. Tenuto conto del loro costo prestabilito e del sistema di copertura
sociale, esse dovrebbero tradursi in una certa quantità di beni e di servizi
sanitari.
L'insieme delle richieste è
determinato:
- dalla valutazione che gli
individui danno del loro stato di morbilità, cioè del
rapporto culturale che hanno con esso;
- dalle molteplici sollecitazioni
alla fruizione di cure: promozione pubblicitaria, sistema
economico che facilita l'accesso alle cure, costituisce una sollecitazione
particolare e che contribuisce a distinguere questo mercato dagli altri.
c) Le risposte sono legate alle capacità della struttura sanitaria
(produzione di mezzi e servizi curativi a cui occorre aggiungere il sistema di prevenzione).
Sono determinanti
per le risposte:
- lo stato delle conoscenze
tecniche;
- i limiti imposti dall'economia:
produttività degli investimenti privati; limiti del finanziamento pubblico nel
settore, dovuti a una particolare gerarchia degli
obiettivi dello Stato;
- i limiti socio-culturali e
istituzionali: cioè gli obiettivi che si prefiggono i
gruppi professionali che intervengono nel funzionamento del sistema sanitario
e la considerazione che i gruppi stessi attribuiscono al loro ruolo sociale.
d) Analisi delle
intersezioni tra bisogni, richieste e risposte
Intersezione
1 - Costituisce lo stato ottimale del funzionamento del sistema: è
caratterizzato da una perfetta circolazione dell'informazione tra bisogni,
richieste, risposte:
- gli individui sono in grado di
formulare, in maniera coerente, una domanda che corrisponde esattamente ad un
bisogno;
- l'organizzazione sanitaria ha
potuto attuare un sistema informativo che gli permette di comprendere il
bisogno e di decidere i mezzi necessari alla sua soddisfazione.
Intersezione
2 - Implica
soltanto il secondo aspetto della situazione descritta più sopra, cioè l'interpretazione strettamente tecnica dei bisogni e
degli interventi necessari per soddisfarli (questa situazione è tipica
dell'azione preventiva che non riguarda direttamente l'individuo).
Intersezione 3 - Consiste nella valutazione errata del bisogno e
conseguentemente nella richiesta errata degli interventi. Ne deriva una risposta sbagliata a livello della struttura
sanitaria. Quest'ultima può adattarsi a questa deviazione
(mancanza d'informazione), o provocarla (strategie commerciali delle imprese a
scopo speculativo, delle industrie farmaceutiche, dei tecnici, ecc.).
Ciò nonostante, il fatto che questa
richiesta venga formulata, pur sotto una forma
deviata, costituisce un fenomeno da non sottovalutare, poiché è il sintomo di
una preoccupazione (angoscia, stress, ecc.) dell'individuo sul proprio stato
di salute. Non si deve respingere questa richiesta poiché
è irrazionale; al contrario essa richiede una seria analisi.
Intersezione 4 - Corrisponde al caso di una richiesta
che esprime correttamente un bisogno, ma alla quale la struttura sanitaria non
è in grado di rispondere.
E questo per parecchie ragioni:
- il sistema di informazione
è inadeguato 0 richiede, per essere recepito, un certo tempo; - il sistema di
intervento sanitario non vuole rispondere per motivi di ordine economico
(criterio di produttività).
2. -
a) La conoscenza dei
bisogni
Alla concezione attuale della
salute, definita come uno stato di assenza di malattia
o di infermità, si contrappone «una concezione positiva che la identifica
nell'utilizzo, il più completo possibile, da parte di ogni essere umano del suo
potenziale somatico, psichico e affettivo» (1).
Questa definizione, coerente con
quella dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, e che rimane la finalità del
sistema sanitario, presenta la possibilità di essere
più operativa e di poter essere confrontata: l'obiettivo è lo stato di salute
ottimale d'un individuo in un dato momento.
La caratteristica principale di questa concezione porta alla necessità di inserire nel
processo di conoscenza dei bisogni le indagini aventi finalità preventive,
indagini che hanno pertanto un carattere dinamico.
Per la conoscenza dei bisogni ci si
muove sia nella direzione della riflessione medica come essa
si presenta tradizionalmente, sia nella linea di nuovi interventi che si inseriscono
in un quadro preventivo: analisi sistematica dei dati raccolti al momento
dell'esame di salute.
Le informazioni ricavate con questo
metodo vengono utilizzate come indicatori di rischio
futuro del deterioramento della salute.
In effetti, mettendo in relazione le
informazioni riguardanti lo stato di morbilità (o di salute) dell'individuo
con le informazioni concernenti l'ambiente ecologico,
economico, sociale, culturale nel quale egli vive, sarà possibile (mediante
il confronto con gruppi definiti sani) isolare i fattori di rischio sui quali orientare gli interventi di
prevenzione e limitare lo sviluppo delle malattie che questi potrebbero
provocare.
Questi esami dello stato di salute
sono utilizzati prima di tutto a scopo conoscitivo; le ricerche sistematiche
che ne possono derivare devono essere considerate
come sotto-prodotto, la cui validità non deve essere trascurata nella misura
in cui può contribuire ad un miglioramento dell'efficacia delle cure.
A questi interventi conoscitivi
sullo stato di salute della popolazione deve necessariamente aggiungersi
un'azione di coordinamento tra le nuove strutture aventi come scopo una conoscenza di carattere preventivo e le strutture tradizionali
che posseggono un'informazione pertinente della morbilità reale.
Nell'organizzazione del sistema di
prevenzione che noi definiremo più avanti, la
circolazione dell'informazione tra i differenti livelli (medicina preventiva,
medicina di riparazione) e tra le differenti strutture sarà l'elemento
fondamentale, la condizione necessaria al funzionamento del sistema stesso.
b) Le richieste
La condizione
ottimale delle richieste di intervento non può essere fondata, in
nessun caso, su una conoscenza di carattere scientifico da parte di ciascun
individuo dei sintomi che caratterizzano il suo stato.
Egli deve, invece, possedere gli
elementi necessari alla migliore conoscenza possibile del suo corpo.
Questa conoscenza gli deve
permettere:
1) di avere un comportamento sociale
che consideri consapevolmente la salute come un elemento fondamentale (igiene,
ecc.) ;
2) di avere un rapporto il più
stretto possibile con la struttura sanitaria per quanto riguarda
l'informazione.
Per esempio, ciò vorrà dire: saper
scoprire certi sintomi al loro apparire senza aspettare la loro manifestazione
ripetitiva e violenta; oppure essere in grado di formulare il più chiaramente
possibile a un medico tutte le informazioni relative
a questi sintomi, così come anche tutti i fattori (vita affettiva, modo di
lavorare, ecc.) che possono aiutare il suo compito di diagnostico e
d'intervento sulla malattia e sulle sue cause.
Questo arricchimento della
codificazione individuale dipende dalle relazioni che saranno instaurate tra
la struttura sanitaria e l'individuo (sano o malato) da una parte, e dall'altra
tra l'individuo e i nuovi sistemi di massa che diffondono l'informazione
sanitaria.
c) Un sistema
d'informazione coerente per il sistema sanitario
Il primo compito che spetta alla struttura sanitaria, per cercare di migliorare le
proprie capacità di risposta ai bisogni e alle richieste, è la messa a punto
di un sistema di informazione efficiente sul piano economico ed efficace sul
piano tecnico. Questo, partendo dai dati disponibili concernenti sia i bisogni
che le richieste, permetterà di orientare gli
interventi da effettuare sullo stato di morbilità esistente e potenziale della
popolazione.
D'altra parte questo sistema di informazione dovrà permettere di coordinare e di
controllare gli interventi che verranno attuati dai vari organismi della
prevenzione e dai servizi e strutture curative propriamente dette.
Per far sì che questa
elaborazione del sistema informativo sia pienamente efficace, si dovrà
procedere ad una ristrutturazione della struttura curativa secondo le nuove
istanze aventi una funzione propriamente preventiva, cercando cioè di isolare
gli indicatori di rischio e di operare in modo da evitarne l'apparizione, lo
sviluppo e la riproduzione delle implicanze sanitarie
e sociali.
d) Il mantenimento e
più ancora lo sviluppo e il miglioramento del sistema di protezione sociale
nella misura in cui esso permette un miglior accesso alle cure, partecipa al
processo di adeguamento dei bisogni, delle richieste
e delle risposte.
Per quanto riguarda le richieste, il
sistema di protezione sociale dovrebbe fornire i mezzi materiali e
d'informazione alle categorie sociali più sfavorite, permettendo loro di
raggiungere un livello quantitativo di utilizzo dei
servizi sanitari uguale alla media delle altre categorie sociali.
Circa i bisogni, il sistema di
protezione sociale potrebbe avere un ruolo di
promozione e di impulso in quei settori da cui provengono richieste mal
formulate o non chiaramente espresse. Questo è il caso, per esempio, degli
interventi di prevenzione che si estendono all'insieme della
popolazione, ma che possono essere assicurati dal settore pubblico solo nella
misura in cui sia assicurata la copertura economica.
II. RIFLESSIONI SU DI UN SISTEMA DI SANITA CHE INTEGRI
Introduzione: la
natura e il ruolo della prevenzione da un punto di vista concreto
Perché la prevenzione?
Si assiste, da qualche anno, ad un
rinnovato interesse da parte delle parti in causa (corpo medico, poteri
pubblici, popolazione) nei confronti della
prevenzione.
Questa nuova situazione compare dopo
un periodo nel quale la prevenzione aveva essenzialmente il compito di
ridurre i rischi nella patologia infettiva per mezzo
della vaccinazione e dell'igiene sociale.
La prevenzione s'interessa oggi non
più dei grandi flagelli epidemici - che sembrano essere quasi del tutto stroncati - ma piuttosto di malattie aventi un carattere più
complesso, nelle quali i fattori sociali hanno un ruolo importante e il cui
ritmo di sviluppo si è accelerato con la crescita delle società industriali,
con tutte le conseguenze che questa crescita ha comportato nelle condizioni
di vita della popolazione.
Queste malattie, che sembra
racchiudano un gran numero di fattori (di cui buona parte sociali) resistono agli interventi predisposti dalla medicina
tradizionale per combatterli (2).
Per far fronte a questa complessità
della malattia, sembrerebbe che, da un punto di vista sia medico che economico, occorra orientarsi verso la riorganizzazione
del sistema sanitario nel senso della prevenzione.
Nella misura in cui la prevenzione,
definita come l'insieme degli interventi che cercano di agire sui fattori di
rischio a cui è esposta la popolazione, evita
l'apparizione, lo sviluppo e la riproduzione delle malattie, ci si avvia ad una
accresciuta socializzazione della struttura curativa (3), poiché essa non è
più basata esclusivamente su rapporti individuali
(medico - malato) per le prestazioni di servizi sanitari, ma al contrario
concerne anche gruppi, e assegna all'informazione un ruolo fondamentale.
In questa lotta contro i fattori di
rischio a cui è esposta la popolazione, gli interventi
a carattere sociale assumono un posto importante, a fianco degli interventi a
carattere specificamente sanitario.
In più, questa lotta porta a una riorganizzazione dei ruoli in seno alla struttura dei
servizi sanitari, obbligando la medicina generale a riprendere un posto
preponderante, nella misura in cui ad essa sono attribuiti lo scopo di
assicurare una reale comunicazione con la popolazione, sia a titolo individuale
che a titolo collettivo, e la finalità di realizzare, dagli elementi sociali e
sanitari individuali, la sintesi necessaria per la diagnosi preventiva.
In questo quadro, l'informazione ha
un ruolo fondamentale:
1) In effetti, essa deve permettere di assicurare una conoscenza, la più rigorosa possibile,
dei rischi e dei fattori di rischio a cui è esposta la popolazione. Essa deve
essere in grado di confrontare elementi di ordine
medico ed elementi d'ordine sociale, culturale ed economico;
2) essa deve permettere una reale
comunicazione tra i servizi sanitari e la popolazione, senza
la cui partecipazione attiva e motivata la prevenzione non sarebbe che pura
utopia;
3) essa deve infine coordinare,
nell'ambito dei servizi curativi, gli interventi attuati dai vari organismi e
mettere a loro disposizione i dati ad essi necessari
per cure adeguate.
II.1. RIFLESSIONI PER L'ELABORAZIONE DI UNO SCHEMA
GENERALE DI ORGANIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI PREVENZIONE
2.1.1. Presentazione
dello schema generale
L'elaborazione di uno schema
generale di prevenzione (anche se solo allo stato di abbozzo)
mira ad assicurare la coerenza globale delle differenti azioni programmate in
materia di prevenzione. Per questo scopo bisognerà vedere come utilizzare le
strutture di prevenzione esistenti, come creare le nuove strutture e infine,
quali relazioni bisogna stabilire fra di loro per
assicurare il miglior coordinamento delle loro prestazioni.
2.1.2. Gli elementi
A) La struttura centrale di promozione e coordinamento.
Questa struttura, composta da un certo numero di enti con responsabilità differenti ma
operanti tutti nel campo sanitario e sociale, avrebbe lo scopo di definire
gli orientamenti della politica di prevenzione. Si tratta quindi di concepire,
di coordinare e di controllare gli interventi di prevenzione che si possono
condurre a livello regionale, lasciando ad ogni ente la
propria responsabilità nel campo di competenza.
A titolo di esempio,
e in modo non limitativo, gli enti partecipanti potrebbero essere i seguenti:
1) gli organismi ospedalieri
universitari;
2) le istanze
di controllo, e in particolare i differenti servizi regionali di intervento
sanitario e sociale in quanto rappresentanti amministrativi e soprattutto
finanziari del potere dello Stato;
3) tutti gli enti che fanno parte
del sistema di previdenza e di sicurezza sociale i quali, inoltre, potrebbero
partecipare al finanziamento di certi interventi (sicurezza sociale,
previdenza, mutue, ecc.). Va notato tuttavia che questi enti non hanno, in
nessun caso, la funzione di farsi carico della parte di
finanziamento che compete allo Stato;
4) le collettività territoriali a
livello della individuazione politica degli obiettivi
e della partecipazione al finanziamento di certi interventi (la stessa
osservazione precedente può essere fatta per quel che riguarda il
finanziamento).
L'azione della struttura centrale di
promozione e coordinamento può essere concepita a tre
livelli:
a) la definizione degli obiettivi
prioritari nel quadro della prevenzione a partire:
- da una analisi
e da una valutazione dei bisogni;
- dalla messa in opera di un
processo di consultazione democratica nel quale le collettività
territoriali avrebbero un ruolo fondamentale;
b) il coordinamento degli interventi
sia su una base tecnica (ruolo importante delle istanze
ospedaliere-universitarie), sia sotto l'aspetto finanziario
e degli investimenti;
c) il controllo
della loro esecuzione sotto tutti gli aspetti: tecnici, finanziari,
organizzativi.
B) Le nuove strutture finalizzate essenzialmente alla determinazione
degli strumenti informativi per una migliore conoscenza della popolazione.
La nozione di salute della
popolazione è una nozione in via di elaborazione;
questo implica la necessità di predisporre strumenti che permettano di
migliorare la conoscenza della popolazione, così come la possibilità di
intervento sul suo stato di salute.
Si tratta quindi di delimitare il
campo di tutti i fattori che influiscono sulla salute e di organizzarli
in un sistema semplice e chiaro.
1. Il
Centro di Medicina Preventiva (4).
Il Centro di Medicina Preventiva (C.M.P.) ha la funzione di determinare i rischi e i fattori
di rischio che riguardano la popolazione e di fornire ai tecnici una informazione sui loro pazienti, in modo da ottimizzare
la pratica medica partendo:
- dall'esecuzione di
esami dello stato della salute (che bisognerà definire) ;
- dalle informazioni fornite dalla esecuzione di esami dello stato di salute fatti da
altre strutture;
- da una informazione
sociale di carattere sintetico.
2. Il
Centro Regionale d'informazione Sociale (C.R.LS.) (5).
Ha per obiettivo la conoscenza
approfondita della popolazione della regione sotto un aspetto essenzialmente
sociologico (per es. a livello di definizione delle zone di
rischio).
Deve, inoltre, ed in maniera
complementare, svolgere una funzione d'informazione tendente ad ottimizzare il
funzionamento delle strutture esistenti nel campo sanitario e sociale.
Se, effettivamente, a livello di
prevenzione esiste una prospettiva globale (sanitaria
e sociale) d'approccio ai problemi della salute, sembra che sia necessario da
una parte portare avanti azioni specifiche in ogni campo, d'altra parte
parrebbe che le condizioni socio-politiche attuali conducano ancora, in un
primo tempo, a distinguere questi due campi (esigenze deontologiche, rapporti
tra gruppi sociali, ecc.).
Ciò nonostante, le relazioni che
possono instaurare queste due strutture (e cioè il C.R.I.S. e il C.M.P.) devono
essere concepite in una prospettiva evolutiva e tendere verso la massima
integrazione possibile.
È pensabile, in effetti, di poter
proporre a medio termine l'unificazione dei mezzi di raccolta
dell'informazione, e anche dei sistemi di analisi dell'informazione
stessa.
C) Le istituzioni che prendono parte direttamente al processo di
prevenzione.
1. Le
strutture esistenti.
Queste strutture - Protezione
materna e infantile, Medicina scolastica, Medicina del lavoro,
Azione sociale - che svolgono o che dovrebbero sin d'ora intervenire nelle
attività a carattere preventivo, dovrebbero vedere migliorato il loro
funzionamento.
Si tratta di fare in modo che:
- esse adempiano realmente e
pienamente alla funzione che è stata loro inizialmente affidata;
- forniscano un'informazione
continua e pertinente su tutti i loro interventi, al fine di
assicurare un coordinamento tra queste strutture;
- orientino i loro rapporti con la
popolazione nel senso della diffusione di un'informazione pedagogica e
motivante.
2. Altre
strutture da istituire.
I centri di salute
Essi potrebbero essere incaricati di
svolgere la maggior parte degli esami dello stato di
salute.
Questa informazione, trasmessa al
Centro di Medicina Preventiva, dovrebbe ritornare ai Centri di salute in forma
elaborata e arricchita dall'elaborazione statistica. Sarà questa elaborazione
che permetterà di sviluppare la sua funzione essenziale
di comunicazione con la popolazione, sia a titolo individuale che a titolo collettivo.
Se i centri di salute si prestano particolarmente a questo tipo d'intervento (per la
loro strutturazione, la loro organizzazione d'équipe,
il loro scopo generalmente non a fine di lucro), bisognerà però che siano
sostenuti da un adeguato intervento finanziario pubblico.
Il sistema ospedaliero
Si tratta di migliorare il suo
finanziamento facendolo beneficiare delle informazioni che potrebbero
essergli fornite dal C.M.P. e dal C.R.I.S.
Si tratta, d'altra parte, di
promuovere negli ospedali un nuovo rapporto tra i malati e il corpo medico (questo tipo di azione può rientrare nel quadro
dell'umanizzazione degli ospedali).
Il sistema ospedaliero dovrebbe
avere un ruolo fondamentale nel processo di
formazione (particolarmente per quanto concerne il Centro Ospedaliero
Universitario: C.H.U.), che dovrebbe essere
orientato nel senso della medicina preventiva.
I medici non
ospedalieri
Si tratta di inserire la pratica
medica di tipo privato nei servizi di prevenzione.
Per il suo ruolo e la sua
integrazione nella popolazione, il medico può avere un ruolo
fondamentale nella prevenzione.
In effetti, con l'aiuto d'una informazione concernente i suoi clienti, fornita dal C.M.P. e una informazione concernente la popolazione assicurata
dal C.R.I.S., il sistema ospedaliero può
considerevolmente migliorare i suoi interventi.
Bisognerebbe, d'altra parte, dargli
i mezzi (in particolare finanziari) perché possa
stabilire una vera comunicazione educativa con la popolazione della zona di
competenza.
2.1.3. I rapporti
interni del sistema
Essi sono di tre ordini:
- amministrativo;
- informativo;
- educativo.
A) I rapporti
amministrativi
I più importanti sono i rapporti
istituzionali riguardanti i controlli o rapporti che intercorrono direttamente
tra
In questo caso i rapporti sono molto
saldi, poiché l'amministrazione ha il diritto di
controllare l'attività di questi enti e tenerli in un rapporto di dipendenza
finanziaria (bilancio e accordo sull'importo della retta giornaliera).
Bisogna inoltre aggiungere i
rapporti di tipo contrattuale da una
parte tra
- le case di cura
private a scopo lucrativo o non lucrativo (autorizzazioni, retta giornaliera);
- i centri di salute creati
dall'iniziativa privata, i quali, fino a che non saranno integrati nel settore
pubblico, dovranno stipulare convenzioni con gli enti competenti per la
rimunerazione degli atti di prevenzione che essi effettueranno
(si pone allora egualmente il problema dell'autorizzazione di queste
attività).
Infine, i medici che, nell'esercizio
privato della loro pratica, desiderino partecipare agli interventi
di carattere preventivo e per i quali si pongono dunque ugualmente i problemi:
- di definizione del loro ruolo in
questi interventi;
- della remunerazione degli atti di
prevenzione effettuati (dossiers,
ecc.).
B) I rapporti relativi all'informazione
Li abbiamo ricordati a proposito
dell'azione che deve condurre ogni istanza del sistema
di prevenzione; quindi in questo capitolo non le citeremo tutte.
Essi intervengono nell'ambito del
sistema stesso (v. la descrizione più sopra), tra il sistema e l'ambiente che
lo circonda (per mezzo del C.R.I.S. e in particolare
a livello di popolazione locale) e soprattutto tra il sistema e la popolazione
interessata. Essi sono sempre a doppio senso, cioè si
tratta:
- di raccogliere le informazioni
grezze;
- di elaborarle;
- di diffonderle
in forma sintetica agli organismi e agli individui interessati.
C) I rapporti relativi alla formazione
È questo un rapporto particolare che
si stabilisce tra le strutture ospedaliere-universitarie
e tutti gli organismi che intervengono nel processo di prevenzione.
La formazione e la qualificazione
non si limitano al campo strettamente medico, ma
inglobano anche tutti gli enti universitari e para-universitari fornendo una
formazione nel campo delle scienze sociali o dell'azione sociale. In questo
caso è il C.R.I.S. che potrà assumere il ruolo di collegamento con questi elementi esterni
al sistema.
Questi rapporti relativi
alla formazione devono essere messi in relazione con quelli di informazione
poiché gli organismi di formazione devono, per definire l'orientamento della
loro attività d'insegnamento e di ricerca, integrare l'informazione che
possono fornire con tutti gli elementi concernenti le loro esigenze di
funzionamento.
Avviene a questo punto un effetto di
«feedback» che dovrebbe permettere d'adattare nel modo migliore le attività di insegnamenti e quelle relative alla prevenzione
sanitaria e sociale.
2.1.4. L'ambiente
Può essere definito in maniera
generale come l'insieme degli elementi pertinenti al sistema, ma che sono
esterni ad esso.
Se la salute ci sembra oggi un
obiettivo prioritario e se la prevenzione costituisce il mezzo privilegiato
per permettere di raggiungerla, gli interventi da promuovere non sono tutti di ordine medico, ma c'è bisogno anche e soprattutto
d'interventi politici sulle condizioni socio-economiche nel cui quadro
s'inscrive lo stato di salute.
Così, secondo noi, gli interventi
politici dovrebbero influire principalmente sui seguenti campi:
l'educazione in due direzioni:
- da una parte, a livello della
formazione di tutti gli operatori che intervengono nel sistema;
- dall'altra, a livello d'una diffusione generalizzata del l'informazione a
carattere sanitario;
l'informazione: per mezzo dell'utilizzo sistematico
di tutti i supporti d'informazione (mass-media, organizzazioni rappresentative
della popolazione, ecc.) impegnati nel campo educativo;
la qualità di vita: questo campo, molto ampio,
comprendente:
- le condizioni di lavoro;
- la ripartizione territoriale
dell'apparato di produzione;
- le condizioni ambientali e quelle dei trasporti tra il luogo di residenza e la sede di
lavoro.
La prospettiva della salute della
popolazione deve diventare uno degli elementi fondamentali di
ogni scelta politica.
II.2. GLI INTERVENTI
Gli interventi specifici, che sarà necessario promuovere per realizzare un nuovo sistema
sanitario, sono stati individuati nel capitolo precedente, ma la definizione
precisa di questi interventi può essere raggiunta solo con una trattativa tra
le diverse parti interessate.
Ciò nonostante, a titolo indicativo,
ci sembra necessario, per miglior chiarezza, fornire una elencazione
né definitiva, né limitativa degli interventi.
1. Interventi
riguardanti il funzionamento delle strutture di prevenzione esistenti
Si tratta di fornire i mezzi alle
strutture attuali di medicina preventiva (Protezione
materna e infantile, Medicina scolastica, Medicina del lavoro) per la corretta
attuazione dei compiti di istituto.
Prima di tutto bisogna dare i mezzi
in denaro e in uomini, mezzi a cui queste strutture hanno diritto (per es.: per quanto riguarda la
medicina scolastica una équipe composta da un medico,
due assistenti sociali e due assistenti sanitarie per 4.000 bambini).
Si tratta, d'altra parte, di
stabilire un sistema informativo che permetta a queste strutture di seguire con
continuità la popolazione; il libretto sanitario obbligatorio potrebbe forse
essere una risposta efficace a questo problema.
Ma sarebbe ancor più necessario che
queste strutture potessero intervenire a livello delle condizioni reali di vita
e di lavoro della popolazione, sia nell'ambito delle
prestazioni da esse fornite agli utenti, sia con interventi sul territorio.
2. Interventi
concernenti la promozione di nuove strutture
La prevenzione deve diventare parte
integrante della pratica medica quotidiana. Per far questo,
sembra necessario favorire lo sviluppo di centri di medicina aventi un
raggio d'intervento su un quartiere comprendente un numero di soggetti tra i
12.000 e i 15.000. Questa indicazione può variare in funzione dalla demografia
infantile, la salubrità degli immobili, l'igiene locale.
Pertanto queste strutture dovrebbero
integrare i servizi esistenti di Protezione materna e
infantile e quelli nuovi che si faranno carico della protezione della salute
dei non lavoratori (persone anziane, disoccupati, ecc.).
Esse dovrebbero essere in grado di
assicurare una reale comunicazione con la popolazione sui problemi che la riguardano direttamente. Per fare questo si dovrebbe prevedere l'organizzazione di riunioni periodiche
tra il corpo medico del centro di salute del quartiere, la popolazione e le organizzazioni
rappresentative del quartiere in questione.
E ancora, sarebbe necessario
definire le procedure che permettano agli specialisti
della salute d'intervenire sulle condizioni di vita della popolazione di
competenza: habitat, igiene, ecc.
3. Le strutture aventi
per scopo la conoscenza della popolazione e dei fattori di rischio a cui essa è
esposta
La realizzazione di questo tipo di
struttura, come abbiamo visto in questo documento,
sembra essere la condizione essenziale per permettere un reale sviluppo della
prevenzione.
Un Centro Regionale d'Informazione
Sociale, anche se non fa direttamente parte del momento gestionale
della prevenzione, costituisce un elemento importante per la conoscenza della
popolazione, soprattutto per l'uso che può farne il potere politico. Inoltre può migliorare notevolmente il funzionamento dei
servizi sociali e orientarli in senso preventivo.
Tuttavia, sembra che la struttura
più idonea per l'individuazione dei fattori di rischio a cui è esposta la
popolazione sia il Centro di Medicina Preventiva.
Questo centro dovrebbe essere
definito tenendo conto della realtà regionale e
potrebbe anche non comprendere il dipartimento di ricerca.
La sua realizzazione,
sotto la responsabilità dell'insieme degli organismi preposti all'intervento
sanitario e sociale, dovrebbe contribuire all'organizzazione di una rete
d'informazione a carattere preventivo tra tutti i servizi di prevenzione (dal
medico ai Centri sanitari, dalla Protezione materna e infantile alla Medicina
del lavoro).
4. Una condizione
indispensabile: il finanziamento pubblico
L'insieme degli interventi proposti
in questo documento non può ovviamente essere attuato se i poteri pubblici non
assumono le loro responsabilità sia a livello
finanziario, che organizzativo.
L'assunzione da parte dello Stato
del carico finanziario della maggior parte degli
interventi di prevenzione:
- vaccinazioni;
- messa a
disposizione degli strumenti; - creazione di nuove strutture;
- remunerazione delle attività di
prevenzione, deve essere commisurata all'importanza che riveste l'obiettivo «salute della popolazione» nel nostro sistema
sociale.
È certo che la reimpostazione
della Sicurezza sociale e dei suoi obiettivi attuali costituisce
la base minima (che bisognerà sviluppare), ma è proprio a partire da ciò che la
prevenzione può essere possibile.
(1) B. Gazes citato da LEVY - BUNGENER, Economie du sistème
de santé, pag. 23.
(2) V. POULIZAC, Pour une nouvelle
économie de la santé. Relazione concernente la speranza di vita (pag. da
(3) Si può parlare, a
questo proposito, di una lotta contro la tendenza alla riduzione
dell'importanza sociale della struttura curativa, tendenza che va di pari passo
con una «ipermedicalizzazione» del problema dalla
salute.
(4) V. POULIZAC, Pour une nouvelle
économie de la santé.
(5) V. Conseil Regional, UMDT, Rapports d'Etude CRIS,
1ª, 2ª e 3ª fase.
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