Prospettive assistenziali, n. 45,
gennaio - marzo 1979
PRECISAZIONI
E REPLICHE SULL'ARTICOLO RIGUARDANTE "
A
seguito dell'articolo di G. Brugnone «Servizi di riabilitazione:
Da
parte nostra osserviamo che nelle citazioni del bilancio, l'Avv. Romano non fa
alcun riferimento alle somme da incassare: è noto al riguardo che i
versamenti del Ministero della sanità arrivano con
malto ritardo.
Inoltre gradiremmo avere da «
Infine
molte sono le perplessità che suscita la lettera del
Presidente della Sezione di Caorle - S. Donà di Piave dell'Associazione Genitori inviata il 10
dicembre 1977 (V. allegato 1) a tutti i genitori (e quindi non solo ai Soci) in
cui richiede il versamento di un contributo «al limite delle possibilità economiche» e così precisa «nel caso (il genitore) non intenda aderire all'iniziativa,
Le sarò grato se vorrà farmene conoscere i motivi».
Desta
anche preoccupazione la lettera inviata dal Presidente del Comitato nazionale
dell'Associazione genitori dove è richiesto a tutti i genitori (anche ai non
soci) «di astenersi
dall'aderire ad inviti personali» rivolti
ad essi dal Sindacato FLO.
Non
ci sembra che un'associazione, se democratica, debba temere per i contatti dei
propri soci con altre organizzazioni; riteniamo anzi che discussioni e
confronti siano da favorire perché ognuno impari a pensare can la propria
testa, ad agire in base ai propri convincimenti, tenendo conto
di tutte le esperienze vissute e comunque conosciute.
LETTERA DEL LEGALE DI «
Egr. Signor
direttore, nella rivista Prospettive
Assistenziali, da Lei diretta, alle pagg. 51-53 del n. 3 - 3° trimestre
'78, è apparso un articolo, a firma di Giacomo Brugnone,
dal titolo «Servizi di
riabilitazione:
L'articolo, pur prefiggendosi di
recare un contributo al dibattito in corso nel campo dell'assistenza
privata, contiene delle inesattezze, degli apprezzamenti e giudizi, lesivi
della dignità ed onorabilità di singole persone e degli enti, nell'articolo
menzionati.
Mi è stato, pertanto, conferito incarico
dall'Associazione
La prego, pertanto, di pubblicare ai
sensi e per gli effetti della legge sulla stampa, nel prossimo numero della
rivista, le seguenti precisazioni e puntualizzazioni:
1) Associazione
Genitori de «
I legali rappresentanti
dell'Associazione, facendosi interpreti di tutti gli associati contestano all'articolista che «i genitori degli utenti
sono facilmente strumentalizzati, a causa della loro dipendenza terapeutica e
che vengono utilizzati come gruppo di pressione per ottenere l'aumento delle rette».
All'Associazione, che è sorta
liberamente e per iniziative degli stessi genitori, si aderisce per individuale
e motivata scelta: nessun genitore, aderendo o non all'Associazione, ha, quindi,
«venduto» la propria personalità alla Nostra Famiglia; i genitori sono
cittadini e, come tali, consapevoli dei propri diritti e dei propri
doveri.
Quando hanno offerto e dato la toro adesione alla richiesta di aumento delle rette,
hanno agito in piena libertà e nella consapevolezza di esercitare un loro
diritto.
L'articolista è libero di ipotizzare
palingenesi politiche, come è libero di propugnare la pubblicizzazione dei servizi di riabilitazione, battersi
per le proprie idee, ma non può, perché non gli è consentito dalle comuni
regole di comportamento, fare demagogie sulla pelle dei genitori.
Questi sono interessati, almeno
quanto il Sig. Brugnone, al processo di
trasformazione della società, al fine di renderla più giusta e per garantire a tutti una vita più bella e più libera, ma tale loro
impegno lo adempiono quotidianamente e senza offendere nessuno.
L'Associazione dei genitori
contesta, infine, di aver obbligato le famiglie ad offrire somme di denaro o a
partecipare a collette a favore de «
2) Gruppo
Amici de «
Il gruppo Amici rifiuta il metodo dell'approssimazione
e della superficialità nel dibattere i problemi ed invita l'articolista ad una
maggiore serietà nella documentazione, perché non si contribuisce alla
soluzione di nessun problema se non con impegno nella conoscenza e con la lealtà
nelle affermazioni e nelle informazioni.
Si diviene infatti
Amici de «
Non si diviene amici de «
Del gruppo fanno parte, infatti,
genitori, operatori, giovani di ogni estrazione sociale
i quali offrono il loro contributo di idee ed opere, in silenzio, senza cercare
platee o consensi.
Il gruppo Amici contesta infine di ostacolare la
concorrenza delle strutture pubbliche, come assume l'articolista: non è questo
lo scopo per il quale il gruppo Amici è sorto, né da loro dipende
l'istituzione delle strutture pubbliche.
Queste devono sorgere perché
richieste dai cittadini, dalla comunità, non però dalla scomparsa dei centri
de «
Rifiutano gli Amici, con sdegno, il
ruolo loro attribuito dall'articolista, di «far ottenere i soldi
all'organizzazione»: il Sig. Brugnone, persona che
sicuramente crede nelle proprie idee quando si accorge
di non convincere, ricorre all'uso degli slogans,
alle gratuite affermazioni, al metodo della denigrazione.
3) Gruppo operatori di animazione cristiana
Anche per questo gruppo l'articolista, a
mo' di maldestro prestigiatore, trova etichette, peraltro già nell'uso
inflazionate.
Il gruppo
operatori non è
una corporazione e tanto meno anti-sindacale, né si prefigge lo scopo di
contrastare «l'offensiva laicista-statista-marxista»
del sindacato.
Lo scopo del gruppo è quello di
porsi, nel mondo del lavoro, in maniera nuova e diversa, fuori
dalla logica deprimente del «do ut facies», di individuare ed esaltare
le motivazioni delle scelte di quel lavoro svolto tra i bambini e per i
bambini handicappati.
Il gruppo degli operatori, quindi, è
fuori dalla logica delle contrapposizioni frontali,
soprattutto quando, attraverso di esse, s'intende perseguire solo progetti
politici.
4)
Le accuse e gli apprezzamenti
dell'articolista rivolti ai genitori, agli Amici, agli
operatori sono palesemente finalizzati a creare, sotto le parvenze di una pseudoindagine, discredito e danno all'Associazione «
Il problema degli handicappati,
della loro integrazione nella società, della loro riabilitazione è oggi al
centro del dibattito socio-culturale, che si sta sviluppando nel nostro paese,
ma non sempre tale dibattito è contenuto nei binari rigorosi della obbiettività e della lealtà.
L'articolo del Brugnone
non ha, ad avviso de «
L'uso di tale mezzo può anche far colpo, ma nulla apporta, in positivo, né nello specifico campo
degli handicappati, né in quello, più ampio, della società.
Il dissenso è libertà, tolleranza,
ma deve incontrare il proprio limite nell'altrui libertà e nel rispetto degli
altri: diversamente diviene prepotenza, sopruso, mezzo per acquisire consensi,
strumento per ideologizzare i problemi e non già per
risolverli.
Ma veniamo alle accuse e alle insinuazioni:
a)
Il desiderio di confronto, il
proposito di continuità del servizio non devono
preoccupare il Brugnone: saranno gli utenti a
scegliere e privilegiare l'una o l'altra proposta, anche perché siamo
convinti che non sarà comunque il Sig. Brugnone a
decretare la fine dell'Associazione
b) L'articolista dopo aver dato atto
che
Le rette ministeriali vengono erogate in relazione ed in proporzione alle
prestazioni richieste e queste vengono svolte sotto il controllo e la vigilanza
delle autorità sanitarie e scolastiche.
L'insufficienza delle rette attuali
è palese a tutti (tranne all'articolista il quale,
invece dovrebbe ben conoscere che, a fronte di una retta giornaliera in
Ospedale aggirantesi intorno alle 40-50.000, vi è
quella di L. 12.000 per i centri di riabilitazione),
ma all'articolista interessa non già consentire e favorire un sempre miglior
funzionamento dei centri, ma il loro totale immediato smantellamento.
Inventa
allora la favola dei bilanci con cifre seguite da molti zeri.
Si duole l'articolista che
Viola questi principi fondamentali
chi subdolamente insinua; al solo fine di screditare gli altri, che la
retribuzione dei dipendenti della Nostra Famiglia siano
di L. 150.000 mensili, mentre sa o dovrebbe sapere
che un dipendente, che gode del «distacco sindacale» costa all'ente L. 8.136.048 annue.
Viola questi principi chi lancia
accuse gratuite di sfruttamento dei dipendenti e di lavoro massacrante,
dimenticando che mai tra i mille dipendenti de
Per quanto più specificamente
attiene al bilancio del Centro di Caorle, dal quale
poi l'articolista ha tratto le proprie conclusioni,
Tutti i documenti e le pezze giustificative sono depositate presso il mio studio e
a disposizione del Sig. Brugnone.
Ecco, Sig. Brugnone
la risposta e la smentita che Lei attendeva dalla Nostra Famiglia e che vengono date non tanto per dimostrare che Lei ha sbagliato,
ma solo per difendere la verità.
Avv. Antonio Romano
LETTERA DEL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE GENITORI DE «
Signor Direttore, mi riferisco all'articolo «Servizi di Riabilitazione: "
Sono convinto che lamentarmi con Lei
per il contenuto apertamente diffamatorio dell'articolo serva ben poco e non mi
meraviglia che una pubblicazione che ha la pretesa di dibattere «in senso unico»
il problema dell'assistenza, si presti a concedere
spazio a tutte le informazioni in senso negativo senza minimamente preoccuparsi
di garantirsi preventivamente sull'attendibilità e sulla serietà della notizia
che pubblica.
Io spero che «
Nelle remore, che auspico molto brevi,
io mi auguro che Lei, per un criterio di giustizia al fine di una doverosa ed
onesta informazione dei suoi lettori, mi voglia concedere nella sua pubblicazione lo stesso spazio offerto al signor Brugnone.
Non mi aspetto certamente da Lei la
pubblicazione integrale di questa mia lettera ma, per
quanto riguarda le accuse rivolte dal sig. Brugnone
all'Associazione Nazionale Genitori de «
1) i genitori non
sono affatto strumentalizzati da «
2) la forza di pressione che essi
esercitano nei riguardi dell'autorità politica in un contesto
di difesa dei loro figli e dei loro diritti costituzionali - come del resto
qualsiasi altra attività associativa - è esclusivamente frutto di libera scelta
da parte dei genitori che continueranno a battersi con usuale fermezza contro
chiunque voglia privarli di un servizio che li soddisfa pienamente e del
quale non vedono in atto, in termini di pubbliche strutture, alcuna valida
alternativa;
3) la raccolta dei fondi alla quale
il Signor Brugnone si riferisce, è stata effettuata una sola volta per iniziativa dei genitori, senza alcuna sollecitazione da parte
de «
4) inoltre va precisato che noi non
ci «scarichiamo» dei nostri figli come di un fardello, ma ci sentiamo e siamo
effettivamente i primi e i veri responsabili della riabilitazione dei nostri
figli e l'attività de «
Come vede, Signor Direttore, le cose
non stanno affatto come ha detto il sig. Brugnone; e mi limito a contestare le gratuite accuse mosse
ai genitori, lasciando ovviamente a «
Grazie per l'ospitalità.
IL PRESIDENTE (Gabriele Nizzola)
REPLICA DI GIACOMO BRUGNONE
Dal contenuto del mio articolo e
dalla risposta di «Nostra Famiglia», possono trarsi elementi sufficienti per
consentire ai lettori di farsi una loro idea sull'argomento.
Alcune precisazioni mi paiono però
doverose.
Ammesso e non
concesso che le rettifiche (di dati parziali) fatte da «
Un altro parere personale vorrei esprimere: per «attivo», intendo le eccedenze di tutte le entrate (ordinarie e
straordinarie) sulle uscite correnti, indipendentemente dal fatto che queste
vengano accantonate o utilizzate per ampliare «l'attività riabilitativa».
Non si spiegherebbe altrimenti come,
in così breve tempo,
Da convinto sostenitore del
pluralismo delle iniziative assistenziali, mi auguro
possa venir infranto quello che, in alcune zone, è monopolio incontrastato dei
servizi di riabilitazione privati.
Recentemente
Questi considerevoli stanziamenti,
messi a disposizione (immediata) delle Unità locali,
se acquisiti, potrebbe consentire il concreto avvio delle attività di queste
ultime.
Se ciò non dovesse avvenire per
inettitudine degli Amministratori delle Unità locali
sarebbero solo loro ed i partiti politici che non hanno saputo o voluto
qualificare la loro presenza all'interno di questi nuovi organismi, ad
assumersene ogni responsabilità. Dovranno altresì assumersi
ogni responsabilità per non aver favorito i processi di partecipazione,
aspetto qualificante di questo diverso modo di intendere l'assistenza.
I soldi ci sono, gli operatori e le
strutture anche. Sta ora agli Amministratori dimostrare che vi è anche la
volontà politica e la capacità di trasformare il
vecchio volto dell'assistenza.
LETTERA
DELLA FEDERAZIONE LAVORATORI OSPEDALIERI - SEGRETERIA PROVINCIALE DI VENEZIA
DEL 9 GENNAIO 1979
Egregio Sig. Direttore,
abbiamo ricevuto copia della lettera inviata
dall'avv. Romano a nome di «Nostra Famiglia». Per quanto riguarda il contenuto ribadiamo come FLO Provinciale, che le posizioni espresse
dall'articolo si rifanno alle indicazioni consolidate nell'Organizzazione
Sindacale sui problemi dell'assistenza.
È evidente che in merito a questi
temi esistono divergenze che comunque saranno
valutate dai lettori nel confronto con la lettera dell'avv. Romano, che ci
auguriamo verrà pubblicata.
Per quanto si riferisce alla questione
bilancio, i nostri calcoli non possano che essere approssimativi mancandoci la
documentazione necessaria, siamo però disponibili ad ogni modifica di giudizio
se la stessa, che l'avv. Romano sostiene di avere, ci
sarà messa a disposizione (1). Circa le entrate osserviamo
che vi sono fondi raccolti spesso in modo che noi riteniamo poco ortodosso e al
limite coercitivo (si veda copia del volantino allegato - n. 1).
Riteniamo che il confronto debba
altresì essere il più aperto e franco possibile senza limitazioni e ricatti
nei confronti di tutti (vedasi copia volantino genitori «Nostra Famiglia» -
allegato n. 2).
Dobbiamo sottolineare
fuori da polemiche sterili, che la modifica di atteggiamento che si profila
in alcuni Enti pubblici della zona per la gestione di questo servizio con la
creazione di strutture pubbliche rappresenta per il Sindacato un elemento
positivo.
In attesa di ricevere quanto richiesto
Le porgiamo distinti saluti.
(1) Non ci risulta che
la documentazione richiesta sia stata messa a disposizione della FLO (Nota
della redazione).
Allegato N. 1
ASSOCIAZIONE GENITORI DE «
Sezione: Caorle - S. Donà di Piave
Caorle, 10 dicembre 1977
A tutti i genitori,
il mortificante aumento delle rette
stabilito dal Governo 00% rispetto al necessario e richiesto 50%) non migliora
assolutamente in modo significativo la grave crisi economica de «
Il Comitato Triveneto, riunitosi in
seduta straordinaria il giorno 3 Dicembre u.s., ha deliberato all'unanimità di interessare con urgenza i
genitori al fine di promuovere la costituzione di un fondo da destinare a «
I genitori ai cui figli
«
Tra i vari mezzi già in atto, la
costituzione del predetto fondo assume in questo momento un rilievo del tutto
particolare.
La
prego perciò di intervenire al limite delle sue
possibilità economiche
interessando, se crede, anche i suoi parenti, amici e conoscenti consegnando
od inviando il suo contributo in assegno o contanti, alla segreteria della
Sezione presso il Centro.
Il Segretario provvederà
a rilasciarLe o a trasmetterLe regolare
ricevuta.
Nel caso non intenda aderire
all'iniziativa, Le sarò grato se vorrà farmene
conoscere i motivi.
Con l'augurio più vivo e sincero di
un sereno Natale e di un Felice Anno Nuovo per Lei e per
IL PRESIDENTE Sezione di Caorle
- S. Donà di Piave
NOTA: La nostra
Sezione, per costituire un fondo che si configuri in un intervento sufficientemente
significativo, dovrebbe raccogliere tra i 120
genitori dei Centri la somma di 9 milioni circa di lire (L.
70-80.000 per famiglia).
Sede:
presso «la nostra famiglia», Caorle - Porto S. Margherita,
tel. 0421/82642-82868.
Allegato N. 2
ASSOCIAZIONE GENITORI DE «
Cari Genitori,
il Sindacato F.L.O.
ci ha accusato di essere strumentalizzati da
Il Comitato Direttivo
dell'Associazione sentitosi d'urgenza, ha deliberato
di chiedere a tutti i genitori di astenersi dall'aderire ad inviti personali
non rivolti alla nostra Associazione in quanto tale e che potrebbero
compromettere l'azione comune.
Faremo seguire al più presto
informazioni e istruzioni al riguardo.
Per informazioni
telefonate al genitore De Bei Giannina presso
Il Presidente dell'Associazione
LETTERA DEI DELEGATI DEI CENTRI «
Siamo i delegati dei centri della
«Nostra Famiglia» del Veneto e del Friuli che, circa
due anni fa, si sono costituiti in coordinamento per tentare di gestire
unitariamente alcune situazioni che potevano venirsi a creare all'interno dei
vari centri, in particolare rispetto alla applicazione del contratto di lavoro
ed anche per sviluppare un dibattito comune sui problemi che il nostro lavoro
di operatori della riabilitazione ci pone.
Il coordinamento ha prodotto l'anno
scorso un «libro bianco», raccogliendo documenti vari sul dibattito venutosi a
creare sulla situazione contrattuale ed esprimendo alcune valutazioni.
Entrando nel
merito di questa lettera, vorremmo inserirci nella polemica sorta in seguito
all'articolo di Brugnone pubblicato su «Prospettive assistenziali»
ed in particolare riguardo alla risposta dell'avvocato Romano.
Alcune valutazioni sull'attività
dell'Associazione Genitori della «Nostra Famiglia»,
le abbiamo già espresse all'interno del citato libro bianco, di cui abbiamo
mandato copia alla redazione, per cui intendiamo
intervenire solo su un paio di questioni.
Innanzi tutto ci preme dire che non è vero che mai nessuno dei dipendenti ha
denunciato la violazione di accordi sindacali: per citare un esempio, in
alcuni centri, per le difficoltà che si sono quasi continuamente avute da parte
dei membri degli organismi sindacali di usufruire dei permessi sindacali
retribuiti, si è dovuto ricorrere più volte all'assistenza dell'ufficio legale
del sindacato.
Questo per parlare di cose di ordinaria amministrazione.
Ma ci sono anche questioni più
grosse: un accordo sulle classi stipendiali firmato
alla fine del '76, non è mai stato rispettato. Su questa ed altre cose
(modalità di calcolo della busta paga), più di una volta abbiamo
chiesto incontri chiarificatori con le amministrazioni; di questi ne è stato
accordato uno a Conegliano, ancora un anno e mezzo
fa, che non aveva chiarito gran che; tutte le nostre ulteriori richieste sono
rimaste senza risposta.
Come consigli dei delegati ci
ritroviamo sempre di fronte alla difficoltà di confronto con le
amministrazioni decentrate, che si trincerano dietro al pretesto di non avere
poteri decisionali.
Né d'altra parte si è potuto
affrontare queste questioni in sede di trattative nazionali per il rinnovo del
contratto di lavoro, che dal novembre scorso sono
state disertate dai rappresentanti della «Nostra Famiglia».
A questo proposito, informiamo che
proprio in questi giorni stanno partendo nei nostri centri azioni
di lotta per sollecitare la conclusione positiva della vertenza contrattuale
(il nostro contratto è scaduto il 31-12-76).
Per quanto riguarda il bilancio,
vorremmo rilevare quella che secondo noi è una grossa contraddizione: proprio
nel periodo in cui l'Associazione Genitori organizzava
collette perché
Come si concilia questa
estensione non indifferente con i 62 milioni e rotti di disavanzo, per
il centro di Caorle, dichiarati dall'avvocato Romano?
Per questo saremmo grati
all'avvocato Romano, se potesse illustrarci un bilancio più dettagliato,
comprendente anche le voci di entrata, ritenendo di
avere il diritto a tale richiesta, come rappresentanti dei lavoratori che non
vedono ancora rinnovato il contratto di lavoro da oltre due anni.
VOLANTINO N. 1 DEL COORDINAMENTO DELEGATI «
Il coordinamento interregionale dei
delegati della «Nostra Famiglia» e delle case di cura private del Triveneto,
riunito il 18-1-
prende atto della conclusione positiva delle
trattative per il rinnovo contrattuale delle Case private ARIS e AOOP in data
9-1-79;
condanna altresì la mancata firma da parte del settore Centri
di Riabilitazione, non ostante le precedenti dichiarazioni di omogeneità per
tutta la spedalità privata;
biasima in particolare la posizione espressa dai rappresentanti della
Nostra Famiglia in un incontro tenutosi in Lombardia con rappresentanti
sindacali, di interrompere qualsiasi trattativa fino al luglio '79, riducendo
così questa tornata contrattuale ai soli acconti già liquidati e vanificando
gli impegni già assunti con gli accordi del 18 luglio, 24 ottobre e 8 novembre
del 1978. Per questi motivi il coordinamento, unitamente alle segreterie
regionali del Veneto e del Friuli, proclama lo stato di agitazione del settore
e preannuncia, come da telegramma allegato, eventuali azioni di lotta se non si
perverrà entro la fine del corrente mese alla conclusione del contratto.
Allegato
TELEGRAMMA
ALLA DIREZIONE GENERALE «
P.C. ALLA SEGRETERIA NAZIONALE F.L.O. - ROMA
AD ARIS ED AIOP NAZIONALE - ROMA
RIFERIMENTO CONTRATTO
ARIS AIOP NON SOTTOSCRITTO DA CENTRI DI RIABILITAZIONE COORDINAMENTO DELEGATI
NOSTRA FAMIGLIA TRIVENETO EST PERVENUTO SEGUENTE DECISIONE: ENTRO 31 GENNAIO
CORRENTE EST RICHIESTA FIRMA CONTRATTO, CASO CONTRARIO SEGUIRANNO PESANTI
AZIONI DI LOTTA UNITAMENTE ALTRI LAVORATORI SPEDALITA' PRIVATA.
VOLANTINO N. 2 FIRMATO «I LAVORATORI DELLA NOSTRA FAMIGLIA E SEGRETERIE REGIONALI F.L.O. DEL VENETO E FRIULI» DEL 5 FEBBRAIO 1979
I lavoratori della
«Nostra Famiglia» in lotta per il contratto di lavoro scaduto da oltre 2 anni
L'attivo dei delegati e dei
lavoratori della «Nostra Famiglia» del Triveneto unitamente alle Segreterie
regionali FLO, riunito a Mestre il 3-2-79 per un'ulteriore
valutazione della situazione contrattuale, che è rimasta sospesa dal mese di
novembre '78 per la mancata presenza della controparte al tavolo delle
trattative, e a distanza di 15 giorni dalla proclamazione dello stato di
agitazione
Prende atto delle ottuse resistenze
poste dal]'Associazione «Nostra Famiglia» alla rapida
conclusione della vertenza nella direzione indicata e voluta dai lavoratori e
dalla FLO, che si ispira al principio della unitarietà
e della omogeneità all'interno dell'intero comparto sociosanitario.
L'attivo ribadisce
che non si può ridurre un contratto di lavoro al solo ritocco dei livelli retributivi,
senza tener conto di altri importanti istituti economico-normativi già ottenuti
dagli altri lavoratori della sanità (ospedalieri e lavoratori delle Case di
cura private), quando proprio per perseguire l'obiettivo di un contratto che
veda i lavoratori delle strutture sanitarie allo stesso livello, i dipendenti
della «Nostra Famiglia» avevano accettato in
precedenza alcune grosse rinunce (abolizione 14a mensilità, riduzione degli
scatti biennali, riduzione degli anticipi contrattuali, trimestralizzazione
della contingenza).
Respinge inoltre l'atteggiamento
della controparte tendente ancora una volta a porre pregiudiziali di
carattere economico alla trattativa, quando lo stato patrimoniale ed il
bilancio economico dell'associazione restano un «
mistero buffo ».
Infatti si registrano:
- aumenti delle rette ministeriali
per un complessivo 20% già nel '78, sapendo ovviamente che le rette non sono
l'unica voce di entrata;
- l'espansione di alcuni
centri in questi ultimi anni (piscina a Conegliano,
elevazione di un piano a Treviso, costruzione in atto di un edificio a Caorle, ampliamento della zona di riabilitazione e piscina
a S. Vito, ecc.);
- le campagne di
sottoscrizione tra i genitori, amici, sostenitori, che testimoniano le grosse
capacità di recupero finanziario ed economico della «Nostra Famiglia».
I lavoratori invece registrano
queste concessioni:
- per il 1977 sono state corrisposte
L. 150.000 «una tantum» prese dal
fondo liquidazione (anziché L. 310.000 come
per i restanti lavoratori della sanità);
- un anticipo sui
futuri miglioramenti contrattuali di L. 25.000 da
gennaio 1978.
Per questi motivi i lavoratori hanno
deciso di rispondere con pesanti azioni di lotta a partire da:
GIOVEDI' 8 FEBBRAIO CON UNO SCIOPERO
DI 24 ORE
e chiedono la solidarietà di tutto il
movimento dei lavoratori.
LETTERA DI UN GRUPPO DI EX OPERATORI DE «
Siamo un gruppo di
ex operatori della «Nostra Famiglia» che, venuti a conoscenza
della polemica sorta in seguito alla pubblicazione su «Prospettive Assistenziali» e altre riviste dell'articolo di Brugnone su: «I servizi di riabilitazione:
Per quanto riguarda il rispetto di accordi sindacali, non vogliamo dilungarci molto; ci
basta dire che alcuni punti del contratto di lavoro non sono stati rispettati
fino a che i lavoratori non si sono organizzati concretamente nel sindacato a
livello dei vari centri. Possiamo citare, per esempio, che nel centro di Caorle, il pagamento delle ore straordinarie è stato effettuato solo quando si sono costituite le rappresentanze
sindacali aziendali, pur esistendo una precisa normativa contrattuale.
Quello che più ci preme, però, è
approfondire l'aspetto che riguarda il rispetto della persona umana:
all'interno dei centri il personale è sottoposto al controllo diretto di alcune associate che ricoprono tutti i ruoli direttivi.
In questo modo non è possibile agli operatori svolgere liberamente ed
autonomamente la loro professione, alla quale sono abilitati con titoli di
studio; ma questi hanno una pura funzione esecutrice di direttive che spesso
non sono frutto dell'elaborazione di una équipe di
lavoro, ma di iniziative personali di alcune
associate.
Un altro aspetto riguarda
l'aggiornamento: anche su questo punto si prendevano decisioni a livello
direttivo, mentre a noi spettava unicamente accettare proposte che ci venivano fatte a determinate condizioni, o meno. Lo scorso
anno alcune terapiste avevano chiesto di partecipare ad un corso di aggiornamento tenuto a Mestre dall'équipe
di Firenze del prof. Milano; la direzione ha risposto che comunque non avrebbe
coperto le spese del corso e delle giornate di lavoro, ritenendo questo corso non
idoneo a terapiste della «Nostra Famiglia». Questo significa che una terapista
non è in grado di sapere e di decidere di quali informazioni e di quale formazione ha bisogno?
Tutte queste cose, insieme a ritmi
di lavoro stressanti, insieme al fatto di doversi occupare della persona
isolata da un contesto sociale più ampio, hanno reso
il nostro lavoro frustrante: il lavoro di chi si occupa di handicappati, è già
di per sé pesante; quando poi a questo si unisce la coscienza che, per quanto
si lavori, l'handicappato resterà tale, e, una volta uscito dall'istituto, non
si sa chi e come si occuperà di lui, si comincia a ipotizzare un nuovo modo di
intendere la riabilitazione e di lavorare, si guarda con interesse ad
esperienze diverse e nuove.
Molto probabilmente anche
Per tutti questi motivi abbiamo
dapprima assistito, poi partecipato, a un vero e proprio
esodo dai centri della Nostra Famiglia; questo non senza rammarico, dopo aver
svolto anche per parecchi anni la nostra opera con serietà ed impegno. Ogni
nostra iniziativa veniva ripresa a livello personale,
con allusioni e critiche al nostro modo di pensare e di vivere; ogni proposta
di organizzazione e di intervento diverso veniva visto come un attacco, e non
come volontà di maggiore partecipazione, all'istituzione; ad alcune di noi che
hanno tentato di agire secondo proprie convinzioni, maturate nell'esercizio
della professione, è stato detto chiaramente di uniformarsi alle direttive
impartite oppure di cercarsi un altro lavoro.
Per questo siamo andati a lavorare
altrove; per l'impossibilità di svolgere un ruolo diverso come operatori della
riabilitazione, per non aver avuto lo spazio e il modo di esprimere la nostra
personalità, con la convinzione che molto di più si può fare per gli
handicappati anche con il nostro apporto.
(Seguono sette firme)
www.fondazionepromozionesociale.it