Prospettive assistenziali, n. 45, gennaio - marzo 1979

 

 

PRECISAZIONI E REPLICHE SULL'ARTICOLO RIGUARDANTE "LA NOSTRA FAMIGLIA"

 

 

A seguito dell'articolo di G. Brugnone «Servi­zi di riabilitazione: La Nostra Famiglia - Un ente privato con bilancio in attivo» pubblicato sul n. 43 ci sono giunte due lettere di contestazione: una del Presidente dell'Associazione genitori del­la Nostra Famiglia, l'altra dell'Avv. A. Romano a nome dell'Associazione La Nostra Famiglia, dell'Associazione Genitori, del Gruppo Amici e del Gruppo Operatori di Animazione Cristiana, let­tere che pubblichiamo insieme alle repliche di G. Brugnone, della Segreteria provinciale di Ve­nezia della Federazione Lavoratori Ospedalieri, dei Delegati sindacali dei Centri della Nostra Famiglia e di un gruppo di ex operatori dei sud­detti Centri.

Da parte nostra osserviamo che nelle citazioni del bilancio, l'Avv. Romano non fa alcun riferi­mento alle somme da incassare: è noto al ri­guardo che i versamenti del Ministero della sa­nità arrivano con malto ritardo.

Inoltre gradiremmo avere da «La Nostra Fa­miglia» i bilanci dei vari centri e istituti e quello consolidato di tutte le attività da essa gestite in Italia e conoscere la consistenza patrimoniale dell'ente il quale possiede moltissimi istituti e centri in Lombardia, Veneto e in altre Regioni d'Italia.

Infine molte sono le perplessità che suscita la lettera del Presidente della Sezione di Caor­le - S. Donà di Piave dell'Associazione Genitori inviata il 10 dicembre 1977 (V. allegato 1) a tutti i genitori (e quindi non solo ai Soci) in cui ri­chiede il versamento di un contributo «al limite delle possibilità economiche» e così precisa «nel caso (il genitore) non intenda aderire all'iniziativa, Le sarò grato se vorrà farmene cono­scere i motivi».

Desta anche preoccupazione la lettera inviata dal Presidente del Comitato nazionale dell'Asso­ciazione genitori dove è richiesto a tutti i geni­tori (anche ai non soci) «di astenersi dall'aderi­re ad inviti personali» rivolti ad essi dal Sinda­cato FLO.

Non ci sembra che un'associazione, se demo­cratica, debba temere per i contatti dei propri soci con altre organizzazioni; riteniamo anzi che discussioni e confronti siano da favorire perché ognuno impari a pensare can la propria testa, ad agire in base ai propri convincimenti, tenen­do conto di tutte le esperienze vissute e comun­que conosciute.

 

LETTERA DEL LEGALE DI «LA NOSTRA FAMIGLIA»

 

Egr. Signor direttore, nella rivista Prospettive Assistenziali, da Lei diretta, alle pagg. 51-53 del n. 3 - 3° trimestre '78, è apparso un articolo, a firma di Giacomo Brugnone, dal titolo «Servizi di riabilitazione: La Nostra Famiglia - un ente privato con bilancio attivo».

L'articolo, pur prefiggendosi di recare un con­tributo al dibattito in corso nel campo dell'assi­stenza privata, contiene delle inesattezze, degli apprezzamenti e giudizi, lesivi della dignità ed onorabilità di singole persone e degli enti, nell'articolo menzionati.

Mi è stato, pertanto, conferito incarico dall'Associazione La Nostra Famiglia, dall'Associa­zione Genitori della Nostra Famiglia, dal gruppo Amici e dal gruppo di operatori di Animazione Cristiana, di contestare il contenuto dell'articolo, palesemente strumentale.

La prego, pertanto, di pubblicare ai sensi e per gli effetti della legge sulla stampa, nel prossimo numero della rivista, le seguenti precisazioni e puntualizzazioni:

 

1) Associazione Genitori de «La Nostra Fami­glia»

I legali rappresentanti dell'Associazione, fa­cendosi interpreti di tutti gli associati contesta­no all'articolista che «i genitori degli utenti sono facilmente strumentalizzati, a causa della loro dipendenza terapeutica e che vengono utilizzati come gruppo di pressione per ottenere l'aumen­to delle rette».

All'Associazione, che è sorta liberamente e per iniziative degli stessi genitori, si aderisce per individuale e motivata scelta: nessun geni­tore, aderendo o non all'Associazione, ha, quin­di, «venduto» la propria personalità alla Nostra Famiglia; i genitori sono cittadini e, come tali, consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri.

Quando hanno offerto e dato la toro adesione alla richiesta di aumento delle rette, hanno agito in piena libertà e nella consapevolezza di eserci­tare un loro diritto.

L'articolista è libero di ipotizzare palingenesi politiche, come è libero di propugnare la pubblicizzazione dei servizi di riabilitazione, battersi per le proprie idee, ma non può, perché non gli è consentito dalle comuni regole di comportamen­to, fare demagogie sulla pelle dei genitori.

Questi sono interessati, almeno quanto il Sig. Brugnone, al processo di trasformazione della società, al fine di renderla più giusta e per ga­rantire a tutti una vita più bella e più libera, ma tale loro impegno lo adempiono quotidianamente e senza offendere nessuno.

L'Associazione dei genitori contesta, infine, di aver obbligato le famiglie ad offrire somme di denaro o a partecipare a collette a favore de «La Nostra Famiglia»: le somme a questa devolute sono state liberamente e volontariamente date dai genitori, senza richieste, pressioni o stru­mentalizzazioni.

 

2) Gruppo Amici de «La Nostra Famiglia»

Il gruppo Amici rifiuta il metodo dell'approssi­mazione e della superficialità nel dibattere i pro­blemi ed invita l'articolista ad una maggiore se­rietà nella documentazione, perché non si con­tribuisce alla soluzione di nessun problema se non con impegno nella conoscenza e con la leal­tà nelle affermazioni e nelle informazioni.

Si diviene infatti Amici de «La Nostra Fami­glia» non per quello che si ha, ma perché si con­dividono le motivazioni ideali dell'attività svolta, come testimonianza di presenza cristiana nella società.

Non si diviene amici de «La Nostra Famiglia» perché si è notabili onorevoli od altro, ma per quello che si pensa e per quello nel quale si crede.

Del gruppo fanno parte, infatti, genitori, ope­ratori, giovani di ogni estrazione sociale i quali offrono il loro contributo di idee ed opere, in silenzio, senza cercare platee o consensi.

Il gruppo Amici contesta infine di ostacolare la concorrenza delle strutture pubbliche, come assume l'articolista: non è questo lo scopo per il quale il gruppo Amici è sorto, né da loro di­pende l'istituzione delle strutture pubbliche.

Queste devono sorgere perché richieste dai cittadini, dalla comunità, non però dalla scompar­sa dei centri de «La Nostra Famiglia» come l'articolista si auspica.

Rifiutano gli Amici, con sdegno, il ruolo loro attribuito dall'articolista, di «far ottenere i soldi all'organizzazione»: il Sig. Brugnone, persona che sicuramente crede nelle proprie idee quando si accorge di non convincere, ricorre all'uso degli slogans, alle gratuite affermazioni, al metodo del­la denigrazione.

 

3) Gruppo operatori di animazione cristiana

Anche per questo gruppo l'articolista, a mo' di maldestro prestigiatore, trova etichette, peral­tro già nell'uso inflazionate.

Il gruppo operatori non è una corporazione e tanto meno anti-sindacale, né si prefigge lo sco­po di contrastare «l'offensiva laicista-statista­-marxista» del sindacato.

Lo scopo del gruppo è quello di porsi, nel mon­do del lavoro, in maniera nuova e diversa, fuori dalla logica deprimente del «do ut facies», di individuare ed esaltare le motivazioni delle scel­te di quel lavoro svolto tra i bambini e per i bambini handicappati.

Il gruppo degli operatori, quindi, è fuori dalla logica delle contrapposizioni frontali, soprattut­to quando, attraverso di esse, s'intende perse­guire solo progetti politici.

 

4) La Nostra Famiglia

Le accuse e gli apprezzamenti dell'articolista rivolti ai genitori, agli Amici, agli operatori sono palesemente finalizzati a creare, sotto le par­venze di una pseudoindagine, discredito e danno all'Associazione «La Nostra Famiglia».

Il problema degli handicappati, della loro inte­grazione nella società, della loro riabilitazione è oggi al centro del dibattito socio-culturale, che si sta sviluppando nel nostro paese, ma non sem­pre tale dibattito è contenuto nei binari rigorosi della obbiettività e della lealtà.

L'articolo del Brugnone non ha, ad avviso de «La Nostra Famiglia», lo scopo di fornire un leale contributo alla soluzione del problema, ma piuttosto quello di imporre le proprie idee, me­diante il sistema della denigrazione altrui.

L'uso di tale mezzo può anche far colpo, ma nulla apporta, in positivo, né nello specifico cam­po degli handicappati, né in quello, più ampio, della società.

Il dissenso è libertà, tolleranza, ma deve in­contrare il proprio limite nell'altrui libertà e nel rispetto degli altri: diversamente diviene prepo­tenza, sopruso, mezzo per acquisire consensi, strumento per ideologizzare i problemi e non già per risolverli.

Ma veniamo alle accuse e alle insinuazioni:

a) La Nostra Famiglia non ambisce al mono­polio della riabilitazione e non si è mai opposta né si oppone alla pubblicizzazione dei servizi: la sua presenza in più Regioni è dovuta, oltre che alla assenza di strutture pubbliche, all'impegno che sempre ha profuso a favore degli handicap­pati.

La Nostra Famiglia rivendica però uno spazio adeguato all'iniziativa privata, chiedendone la giusta collocazione nel settore della riabilita­zione.

Il desiderio di confronto, il proposito di conti­nuità del servizio non devono preoccupare il Brugnone: saranno gli utenti a scegliere e privi­legiare l'una o l'altra proposta, anche perché sia­mo convinti che non sarà comunque il Sig. Bru­gnone a decretare la fine dell'Associazione La Nostra Famiglia.

b) L'articolista dopo aver dato atto che La Nostra Famiglia si avvale nelle sue scuole della consulenza dei docenti fra i più qualificati e che organizza stages di aggiornamento periodici e che i suoi operatori sono veramente qualificati, pur di propugnare, ad ogni costo la pubblicizza­zione dei servizi di riabilitazione, «inventa» il bilancio economico della Nostra Famiglia, attin­gendo dati e notizie da «libri bianchi», palese­mente e volutamente travisando fatti e circo­stanze.

La Nostra Famiglia, anzitutto, sottopone i pro­pri bilanci agli enti preposti istituzionalmente al controllo e mai nessuno ha potuto riscontrare irregolarità.

Le rette ministeriali vengono erogate in rela­zione ed in proporzione alle prestazioni richieste e queste vengono svolte sotto il controllo e la vigilanza delle autorità sanitarie e scolastiche.

L'insufficienza delle rette attuali è palese a tutti (tranne all'articolista il quale, invece dovreb­be ben conoscere che, a fronte di una retta gior­naliera in Ospedale aggirantesi intorno alle 40­-50.000, vi è quella di L. 12.000 per i centri di ria­bilitazione), ma all'articolista interessa non già consentire e favorire un sempre miglior funzio­namento dei centri, ma il loro totale immediato smantellamento.

Inventa allora la favola dei bilanci con cifre seguite da molti zeri.

Si duole l'articolista che La Nostra Famiglia non gli partecipi i propri bilanci, dimenticando che la partecipazione è, anzitutto, serietà nei rap­porti, corresponsabilità nelle decisioni, lealtà nei comportamenti.

Viola questi principi fondamentali chi subdo­lamente insinua; al solo fine di screditare gli al­tri, che la retribuzione dei dipendenti della No­stra Famiglia siano di L. 150.000 mensili, mentre sa o dovrebbe sapere che un dipendente, che gode del «distacco sindacale» costa all'ente L. 8.136.048 annue.

Viola questi principi chi lancia accuse gratuite di sfruttamento dei dipendenti e di lavoro mas­sacrante, dimenticando che mai tra i mille dipen­denti de La Nostra Famiglia vi è stato uno che abbia denunciato la violazione di accordi sinda­cali o di mancato rispetto della persona umana.

Per quanto più specificamente attiene al bilan­cio del Centro di Caorle, dal quale poi l'articoli­sta ha tratto le proprie conclusioni, La Nostra Famiglia, mio tramite, dichiara che il rendiconto economico per l'anno 1977 si è chiuso con un disavanzo di L. 62.755.342.

Tutti i documenti e le pezze giustificative sono depositate presso il mio studio e a disposizione del Sig. Brugnone.

La Nostra Famiglia non si sofferma sulla me­todologia usata per la «ipotesi di bilancio», dall'articolista inventata. È sufficiente rilevare che gli oneri per il personale ammontano alla somma di L. 218.E49.283 e non a L. 190.000.000; che la spesa per il riscaldamento è quella di L. 19 mi­lioni 631.882 e non di L. 3.000.000; che vi è stata una spesa di L. 28.567.110 per la sola manuten­zione ordinaria dell'immobile; quella di L. 2 mi­lioni 598.000 per la luce; quella di L. 5.084.172 per materiale di pulizia; L. 5.099.386 per spese telefoniche e postali contro quella di L. 10 mi­lioni complessivamente dall'articolista ipotizza­te per le predette voci.

Ecco, Sig. Brugnone la risposta e la smentita che Lei attendeva dalla Nostra Famiglia e che vengono date non tanto per dimostrare che Lei ha sbagliato, ma solo per difendere la verità.

Avv. Antonio Romano

 

 

LETTERA DEL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE GENITORI DE «LA NOSTRA FAMIGLIA»

 

Signor Direttore, mi riferisco all'articolo «Ser­vizi di Riabilitazione: "La Nostra Famiglia" - un Ente privato con bilancio in attivo» firmato dal sig. Giacomo Brugnone della F.L.O. sul n. 43 del 1978 della Rivista Prospettive Assistenziali.

Sono convinto che lamentarmi con Lei per il contenuto apertamente diffamatorio dell'articolo serva ben poco e non mi meraviglia che una pubblicazione che ha la pretesa di dibattere «in senso unico» il problema dell'assistenza, si pre­sti a concedere spazio a tutte le informazioni in senso negativo senza minimamente preoccupar­si di garantirsi preventivamente sull'attendibilità e sulla serietà della notizia che pubblica.

Io spero che «La Nostra Famiglia» prenda ade­guati provvedimenti contro i responsabili della diffamazione. In questo senso mi sono già fatto premura di sollecitare personalmente la Direzio­ne generale dell'Associazione, anticipando sin­ d’ora che, come Presidente dell'Associazione Na­zionale Genitori de «La Nostra Famiglia», sarò disponibile ad associarmi ad eventuali azioni le­gali laddove nelle accuse mosse ai genitori ne vengano ravvisati gli estremi.

Nelle remore, che auspico molto brevi, io mi auguro che Lei, per un criterio di giustizia al fine di una doverosa ed onesta informazione dei suoi lettori, mi voglia concedere nella sua pubblica­zione lo stesso spazio offerto al signor Brugnone.

Non mi aspetto certamente da Lei la pubblica­zione integrale di questa mia lettera ma, per quanto riguarda le accuse rivolte dal sig. Bru­gnone all'Associazione Nazionale Genitori de «La Nostra Famiglia» La prego di voler precisa­re che:

1) i genitori non sono affatto strumentaliz­zati da «La Nostra Famiglia» dalla quale, anzi, ricevono infinitamente di più di quanto essi stes­si purtroppo non siano in grado di dare. Sappia­mo che le reazioni degli utenti sono scomode, ma è troppo scopertamente tendenzioso e facile farli passare per strumentalizzati perché «tera­peuticamente dipendenti». È una tecnica questa ormai strausata dai vari sistemi totalizzanti in­teressati a far tacere chi la pensa diversamente facendolo passare per «psichicamente fragile»;

2) la forza di pressione che essi esercitano nei riguardi dell'autorità politica in un contesto di difesa dei loro figli e dei loro diritti costitu­zionali - come del resto qualsiasi altra attività associativa - è esclusivamente frutto di libera scelta da parte dei genitori che continueranno a battersi con usuale fermezza contro chiunque vo­glia privarli di un servizio che li soddisfa piena­mente e del quale non vedono in atto, in termini di pubbliche strutture, alcuna valida alternativa;

3) la raccolta dei fondi alla quale il Signor Brugnone si riferisce, è stata effettuata una sola volta per iniziativa dei genitori, senza alcuna sollecitazione da parte de «La Nuova Famiglia», e con carattere assolutamente volontario da par­te dei singoli, come dimostrazione di solidarietà nei riguardi dell'Ente e come mezzo di protesta nei confronti della pubblica amministrazione. E ciò perché i genitori, a differenza dell'articolista, conoscono purtroppo bene i citati bilanci, fatti di molti zeri che sono preceduti, però, dal segno negativo;

4) inoltre va precisato che noi non ci «scari­chiamo» dei nostri figli come di un fardello, ma ci sentiamo e siamo effettivamente i primi e i veri responsabili della riabilitazione dei nostri figli e l'attività de « La Nostra Famiglia » mira in primo luogo ad aiutarci e sostenerci in questa azione che certamente non è facile e richiede tanti sacrifici e superamento di difficoltà che l'articolista dovrebbe saper rispettare.

Come vede, Signor Direttore, le cose non stan­no affatto come ha detto il sig. Brugnone; e mi limito a contestare le gratuite accuse mosse ai genitori, lasciando ovviamente a «La Nostra Fa­miglia» la libertà ed il compito di contestare nei tempi e nei modi che riterrà più opportuni, cosa che noi vivamente sollecitiamo, quelle ben più gravi e più diffamatorie ad essa stessa rivolte.

Grazie per l'ospitalità.

IL PRESIDENTE (Gabriele Nizzola)

 

 

REPLICA DI GIACOMO BRUGNONE

 

Dal contenuto del mio articolo e dalla risposta di «Nostra Famiglia», possono trarsi elementi sufficienti per consentire ai lettori di farsi una loro idea sull'argomento.

Alcune precisazioni mi paiono però doverose.

Ammesso e non concesso che le rettifiche (di dati parziali) fatte da «La Nostra Famiglia» sia­no veritiere, non posso modificare il giudizio sul suo «bilancio in attivo», finché l'avvocato Ro­mano, come si dichiara disponibile a fare, non mi avrà messo in condizione di esaminare il bi­lancio completo e mi permetto di insistere molto sul termine «completo». Sarà mia premura es­sere puntuale ed obiettivo nella risposta che, eventualmente correderò di altri dati che sto raccogliendo.

Un altro parere personale vorrei esprimere: per «attivo», intendo le eccedenze di tutte le entrate (ordinarie e straordinarie) sulle uscite correnti, indipendentemente dal fatto che queste vengano accantonate o utilizzate per ampliare «l'attività riabilitativa».

Non si spiegherebbe altrimenti come, in così breve tempo, La Nostra Famiglia sia riuscita a creare il suo «Impero assistenziale» che conti­nua ad espandersi nonostante i paurosi «passi­vi» lamentati.

Da convinto sostenitore del pluralismo delle iniziative assistenziali, mi auguro possa venir infranto quello che, in alcune zone, è monopolio incontrastato dei servizi di riabilitazione privati.

Recentemente la Regione Veneto ha disposto un ulteriore stanziamento di Lire 1.119.290.000, per l'avvio ed il funzionamento dei servizi di ria­bilitazione territoriali, in aggiunta a quelli stan­ziati in precedenza, alle somme iscritte nei bi­lanci degli oltre 500 Comuni e delle 7 Province della Regione Veneto, nonché alle ingentissime somme corrisposte dal Ministero della Sanità quale rimborsi per prestazioni eseguite (cfr. il testo del mio articolo). L'ammontare complessi­vo di tali somme a disposizione, raggiunge in to­tale una cifra più che sufficiente a consentire di generalizzare in tutte le realtà del Veneto, la presenza anche di servizi di riabilitazione pub­blici.

Questi considerevoli stanziamenti, messi a di­sposizione (immediata) delle Unità locali, se acquisiti, potrebbe consentire il concreto avvio delle attività di queste ultime.

Se ciò non dovesse avvenire per inettitudine degli Amministratori delle Unità locali sarebbero solo loro ed i partiti politici che non hanno sa­puto o voluto qualificare la loro presenza all'in­terno di questi nuovi organismi, ad assumersene ogni responsabilità. Dovranno altresì assumersi ogni responsabilità per non aver favorito i pro­cessi di partecipazione, aspetto qualificante di questo diverso modo di intendere l'assistenza.

I soldi ci sono, gli operatori e le strutture an­che. Sta ora agli Amministratori dimostrare che vi è anche la volontà politica e la capacità di trasformare il vecchio volto dell'assistenza.

 

 

LETTERA DELLA FEDERAZIONE LAVORATORI OSPEDALIERI - SEGRETERIA PROVINCIALE DI VENEZIA DEL 9 GENNAIO 1979

 

Egregio Sig. Direttore,

abbiamo ricevuto copia della lettera inviata dall'avv. Romano a nome di «Nostra Famiglia». Per quanto riguarda il contenuto ribadiamo come FLO Provinciale, che le posizioni espresse dall'articolo si rifanno alle indicazioni consoli­date nell'Organizzazione Sindacale sui problemi dell'assistenza.

È evidente che in merito a questi temi esisto­no divergenze che comunque saranno valutate dai lettori nel confronto con la lettera dell'avv. Romano, che ci auguriamo verrà pubblicata.

Per quanto si riferisce alla questione bilancio, i nostri calcoli non possano che essere appros­simativi mancandoci la documentazione neces­saria, siamo però disponibili ad ogni modifica di giudizio se la stessa, che l'avv. Romano so­stiene di avere, ci sarà messa a disposizione (1). Circa le entrate osserviamo che vi sono fondi raccolti spesso in modo che noi riteniamo poco ortodosso e al limite coercitivo (si veda copia del volantino allegato - n. 1).

Riteniamo che il confronto debba altresì es­sere il più aperto e franco possibile senza limi­tazioni e ricatti nei confronti di tutti (vedasi co­pia volantino genitori «Nostra Famiglia» - alle­gato n. 2).

Dobbiamo sottolineare fuori da polemiche ste­rili, che la modifica di atteggiamento che si pro­fila in alcuni Enti pubblici della zona per la ge­stione di questo servizio con la creazione di strutture pubbliche rappresenta per il Sindacato un elemento positivo.

In attesa di ricevere quanto richiesto Le por­giamo distinti saluti.

 

(1) Non ci risulta che la documentazione richiesta sia stata messa a disposizione della FLO (Nota della reda­zione).

 

Allegato N. 1

ASSOCIAZIONE GENITORI DE «LA NOSTRA FAMIGLIA»

Sezione: Caorle - S. Donà di Piave

 

Caorle, 10 dicembre 1977

 

A tutti i genitori,

il mortificante aumento delle rette stabilito dal Governo 00% rispetto al necessario e ri­chiesto 50%) non migliora assolutamente in mo­do significativo la grave crisi economica de «La Nostra Famiglia» che, come è noto, perdurando una simile situazione potrà non essere più in grado di sostenere l'impegno della gestione dei Centri.

Il Comitato Triveneto, riunitosi in seduta straordinaria il giorno 3 Dicembre u.s., ha deli­berato all'unanimità di interessare con urgenza i genitori al fine di promuovere la costituzione di un fondo da destinare a «La Nostra Famiglia» per le necessità più impellenti.

I genitori ai cui figli «La Nostra Famiglia» ha sempre assicurato delle prestazioni di piena no­stra soddisfazione, ma inadeguatamente pagate dal Ministero della Sanità, senza mai chiedere alcuna contribuzione, hanno oggi il preciso do­vere di intervenire di iniziativa e responsabil­mente con ogni mezzo idoneo a conservare per i loro bambini il prezioso ed insostituibile servizio di cui essi ancora fruiscono.

Tra i vari mezzi già in atto, la costituzione del predetto fondo assume in questo momento un rilievo del tutto particolare.

La prego perciò di intervenire al limite delle sue possibilità economiche interessando, se cre­de, anche i suoi parenti, amici e conoscenti con­segnando od inviando il suo contributo in asse­gno o contanti, alla segreteria della Sezione presso il Centro.

Il Segretario provvederà a rilasciarLe o a tra­smetterLe regolare ricevuta.

Nel caso non intenda aderire all'iniziativa, Le sarò grato se vorrà farmene conoscere i motivi.

Con l'augurio più vivo e sincero di un sereno Natale e di un Felice Anno Nuovo per Lei e per la Sua Famiglia, Le invio i più cordiali saluti.

IL PRESIDENTE Sezione di Caorle - S. Donà di Piave

 

NOTA: La nostra Sezione, per costituire un fondo che si configuri in un intervento sufficientemente significativo, do­vrebbe raccogliere tra i 120 genitori dei Centri la somma di 9 milioni circa di lire (L. 70-80.000 per famiglia).

Sede: presso «la nostra famiglia», Caorle - Porto S. Mar­gherita, tel. 0421/82642-82868.

 

 

Allegato N. 2

ASSOCIAZIONE GENITORI DE «LA NOSTRA FAMIGLIA» - COMITATO NAZIONALE

 

Cari Genitori,

il Sindacato F.L.O. ci ha accusato di essere strumentalizzati da La Nostra Famiglia e mira a rompere la nostra compattezza e ad indebolire le forze di cui la nostra Associazione può dispor­re a sostegno de La Nostra Famiglia che fino ad oggi, è l'unica risorsa su cui possiamo realmente contare e che dobbiamo difendere a tutti i costi per i nostri figli.

Il Comitato Direttivo dell'Associazione senti­tosi d'urgenza, ha deliberato di chiedere a tutti i genitori di astenersi dall'aderire ad inviti per­sonali non rivolti alla nostra Associazione in quanto tale e che potrebbero compromettere l'azione comune.

Faremo seguire al più presto informazioni e istruzioni al riguardo.

Per informazioni telefonate al genitore De Bei Giannina presso La Nostra Famiglia.

Il Presidente dell'Associazione

 

 

LETTERA DEI DELEGATI DEI CENTRI «LA NOSTRA FAMIGLIA» DEL VENETO E FRIULI

 

Siamo i delegati dei centri della «Nostra Fa­miglia» del Veneto e del Friuli che, circa due anni fa, si sono costituiti in coordinamento per tentare di gestire unitariamente alcune situazio­ni che potevano venirsi a creare all'interno dei vari centri, in particolare rispetto alla applica­zione del contratto di lavoro ed anche per svilup­pare un dibattito comune sui problemi che il no­stro lavoro di operatori della riabilitazione ci pone.

Il coordinamento ha prodotto l'anno scorso un «libro bianco», raccogliendo documenti vari sul dibattito venutosi a creare sulla situazione con­trattuale ed esprimendo alcune valutazioni.

Entrando nel merito di questa lettera, vorrem­mo inserirci nella polemica sorta in seguito all'articolo di Brugnone pubblicato su «Prospettive assistenziali» ed in particolare riguardo alla risposta dell'avvocato Romano.

Alcune valutazioni sull'attività dell'Associazio­ne Genitori della «Nostra Famiglia», le abbiamo già espresse all'interno del citato libro bianco, di cui abbiamo mandato copia alla redazione, per cui intendiamo intervenire solo su un paio di questioni.

Innanzi tutto ci preme dire che non è vero che mai nessuno dei dipendenti ha denunciato la vio­lazione di accordi sindacali: per citare un esem­pio, in alcuni centri, per le difficoltà che si sono quasi continuamente avute da parte dei membri degli organismi sindacali di usufruire dei per­messi sindacali retribuiti, si è dovuto ricorrere più volte all'assistenza dell'ufficio legale del sin­dacato.

Questo per parlare di cose di ordinaria ammi­nistrazione.

Ma ci sono anche questioni più grosse: un accordo sulle classi stipendiali firmato alla fine del '76, non è mai stato rispettato. Su questa ed altre cose (modalità di calcolo della busta paga), più di una volta abbiamo chiesto incontri chiari­ficatori con le amministrazioni; di questi ne è stato accordato uno a Conegliano, ancora un an­no e mezzo fa, che non aveva chiarito gran che; tutte le nostre ulteriori richieste sono rimaste senza risposta.

Come consigli dei delegati ci ritroviamo sem­pre di fronte alla difficoltà di confronto con le amministrazioni decentrate, che si trincerano dietro al pretesto di non avere poteri decisionali.

Né d'altra parte si è potuto affrontare queste questioni in sede di trattative nazionali per il rinnovo del contratto di lavoro, che dal novem­bre scorso sono state disertate dai rappresen­tanti della «Nostra Famiglia».

A questo proposito, informiamo che proprio in questi giorni stanno partendo nei nostri centri azioni di lotta per sollecitare la conclusione po­sitiva della vertenza contrattuale (il nostro con­tratto è scaduto il 31-12-76).

Per quanto riguarda il bilancio, vorremmo rile­vare quella che secondo noi è una grossa con­traddizione: proprio nel periodo in cui l'Associa­zione Genitori organizzava collette perché la No­stra Famiglia potesse sostenere le necessità più impellenti, mentre circolavano voci sulla neces­sità di ridurre gli organici e di chiudere addirit­tura alcuni centri; si annunciava la costruzione di un nuovo centro in provincia di Udine, in altri centri cominciavano lavori di ampliamento: a Conegliano è stata da poco ultimata una piscina, il centro di Treviso è stato elevato di un piano, tuttora a Caorle è in corso la costruzione di un edificio.

Come si concilia questa estensione non indif­ferente con i 62 milioni e rotti di disavanzo, per il centro di Caorle, dichiarati dall'avvocato Ro­mano?

Per questo saremmo grati all'avvocato Roma­no, se potesse illustrarci un bilancio più detta­gliato, comprendente anche le voci di entrata, ritenendo di avere il diritto a tale richiesta, co­me rappresentanti dei lavoratori che non vedono ancora rinnovato il contratto di lavoro da oltre due anni.

 

 

VOLANTINO N. 1 DEL COORDINAMENTO DELEGATI «LA NOSTRA FAMIGLIA» E DELLA FEDERAZIONE LAVORATORI OSPEDALIERI CGIL-CIS-UIL DEL 18 GENNAIO 1979

 

Il coordinamento interregionale dei delegati della «Nostra Famiglia» e delle case di cura private del Triveneto, riunito il 18-1-79 a Mestre per valutare la situazione contrattuale

prende atto della conclusione positiva delle trattative per il rinnovo contrattuale delle Case private ARIS e AOOP in data 9-1-79;

condanna altresì la mancata firma da parte del settore Centri di Riabilitazione, non ostante le precedenti dichiarazioni di omogeneità per tutta la spedalità privata;

biasima in particolare la posizione espressa dai rappresentanti della Nostra Famiglia in un incontro tenutosi in Lombardia con rappresentan­ti sindacali, di interrompere qualsiasi trattativa fino al luglio '79, riducendo così questa tornata contrattuale ai soli acconti già liquidati e vani­ficando gli impegni già assunti con gli accordi del 18 luglio, 24 ottobre e 8 novembre del 1978. Per questi motivi il coordinamento, unitamen­te alle segreterie regionali del Veneto e del Friuli, proclama lo stato di agitazione del settore e preannuncia, come da telegramma allegato, eventuali azioni di lotta se non si perverrà entro la fine del corrente mese alla conclusione del contratto.

 

Allegato

TELEGRAMMA

ALLA DIREZIONE GENERALE «LA NOSTRA FAMIGLIA» - PONTELAMBRO

P.C. ALLA SEGRETERIA NAZIONALE F.L.O. - ROMA

AD ARIS ED AIOP NAZIONALE - ROMA

 

RIFERIMENTO CONTRATTO ARIS AIOP NON SOTTO­SCRITTO DA CENTRI DI RIABILITAZIONE COORDINAMEN­TO DELEGATI NOSTRA FAMIGLIA TRIVENETO EST PERVE­NUTO SEGUENTE DECISIONE: ENTRO 31 GENNAIO COR­RENTE EST RICHIESTA FIRMA CONTRATTO, CASO CON­TRARIO SEGUIRANNO PESANTI AZIONI DI LOTTA UNITA­MENTE ALTRI LAVORATORI SPEDALITA' PRIVATA.

 

 

VOLANTINO N. 2 FIRMATO «I LAVORATORI DELLA NOSTRA FAMIGLIA E SEGRETERIE REGIONALI F.L.O. DEL VENETO E FRIULI» DEL 5 FEBBRAIO 1979

 

I lavoratori della «Nostra Famiglia» in lotta per il contratto di lavoro scaduto da oltre 2 anni

 

L'attivo dei delegati e dei lavoratori della «No­stra Famiglia» del Triveneto unitamente alle Segreterie regionali FLO, riunito a Mestre il 3-2-79 per un'ulteriore valutazione della situa­zione contrattuale, che è rimasta sospesa dal mese di novembre '78 per la mancata presenza della controparte al tavolo delle trattative, e a distanza di 15 giorni dalla proclamazione dello stato di agitazione

Prende atto delle ottuse resistenze poste dal­]'Associazione «Nostra Famiglia» alla rapida conclusione della vertenza nella direzione indi­cata e voluta dai lavoratori e dalla FLO, che si ispira al principio della unitarietà e della omo­geneità all'interno dell'intero comparto socio­sanitario.

L'attivo ribadisce che non si può ridurre un contratto di lavoro al solo ritocco dei livelli re­tributivi, senza tener conto di altri importanti istituti economico-normativi già ottenuti dagli altri lavoratori della sanità (ospedalieri e lavora­tori delle Case di cura private), quando proprio per perseguire l'obiettivo di un contratto che veda i lavoratori delle strutture sanitarie allo stesso livello, i dipendenti della «Nostra Fami­glia» avevano accettato in precedenza alcune grosse rinunce (abolizione 14a mensilità, ridu­zione degli scatti biennali, riduzione degli anti­cipi contrattuali, trimestralizzazione della con­tingenza).

Respinge inoltre l'atteggiamento della contro­parte tendente ancora una volta a porre pregiu­diziali di carattere economico alla trattativa, quando lo stato patrimoniale ed il bilancio eco­nomico dell'associazione restano un « mistero buffo ».

Infatti si registrano:

- aumenti delle rette ministeriali per un com­plessivo 20% già nel '78, sapendo ovviamente che le rette non sono l'unica voce di entrata;

- l'espansione di alcuni centri in questi ulti­mi anni (piscina a Conegliano, elevazione di un piano a Treviso, costruzione in atto di un edificio a Caorle, ampliamento della zona di riabilitazione e piscina a S. Vito, ecc.);

- le campagne di sottoscrizione tra i genitori, amici, sostenitori, che testimoniano le grosse capacità di recupero finanziario ed economico della «Nostra Famiglia».

I lavoratori invece registrano queste conces­sioni:

- per il 1977 sono state corrisposte L. 150.000 «una tantum» prese dal fondo liquidazione (an­ziché L. 310.000 come per i restanti lavoratori della sanità);

- un anticipo sui futuri miglioramenti con­trattuali di L. 25.000 da gennaio 1978.

Per questi motivi i lavoratori hanno deciso di rispondere con pesanti azioni di lotta a partire da:

GIOVEDI' 8 FEBBRAIO CON UNO SCIOPERO DI 24 ORE

e chiedono la solidarietà di tutto il movimento dei lavoratori.

 

 

LETTERA DI UN GRUPPO DI EX OPERATORI DE «LA NOSTRA FAMIGLIA»

 

Siamo un gruppo di ex operatori della «Nostra Famiglia» che, venuti a conoscenza della pole­mica sorta in seguito alla pubblicazione su «Pro­spettive Assistenziali» e altre riviste dell'arti­colo di Brugnone su: «I servizi di riabilitazione: La Nostra Famiglia», intendono intervenire su uno dei punti della lettera dell'avv. Romano: «.. mai tra i mille dipendenti vi è stato uno che abbia denunciato la violazione di accordi sinda­cali o di mancato rispetto della persona umana».

Per quanto riguarda il rispetto di accordi sinda­cali, non vogliamo dilungarci molto; ci basta dire che alcuni punti del contratto di lavoro non sono stati rispettati fino a che i lavoratori non si sono organizzati concretamente nel sindacato a livello dei vari centri. Possiamo citare, per esempio, che nel centro di Caorle, il pagamento delle ore stra­ordinarie è stato effettuato solo quando si sono costituite le rappresentanze sindacali aziendali, pur esistendo una precisa normativa contrattuale.

Quello che più ci preme, però, è approfondire l'aspetto che riguarda il rispetto della persona umana: all'interno dei centri il personale è sot­toposto al controllo diretto di alcune associate che ricoprono tutti i ruoli direttivi. In questo modo non è possibile agli operatori svolgere li­beramente ed autonomamente la loro professio­ne, alla quale sono abilitati con titoli di studio; ma questi hanno una pura funzione esecutrice di direttive che spesso non sono frutto dell'elabora­zione di una équipe di lavoro, ma di iniziative personali di alcune associate.

Un altro aspetto riguarda l'aggiornamento: an­che su questo punto si prendevano decisioni a livello direttivo, mentre a noi spettava unicamen­te accettare proposte che ci venivano fatte a determinate condizioni, o meno. Lo scorso anno alcune terapiste avevano chiesto di partecipare ad un corso di aggiornamento tenuto a Mestre dall'équipe di Firenze del prof. Milano; la dire­zione ha risposto che comunque non avrebbe coperto le spese del corso e delle giornate di lavoro, ritenendo questo corso non idoneo a tera­piste della «Nostra Famiglia». Questo significa che una terapista non è in grado di sapere e di decidere di quali informazioni e di quale forma­zione ha bisogno?

Tutte queste cose, insieme a ritmi di lavoro stressanti, insieme al fatto di doversi occupare della persona isolata da un contesto sociale più ampio, hanno reso il nostro lavoro frustrante: il lavoro di chi si occupa di handicappati, è già di per sé pesante; quando poi a questo si unisce la coscienza che, per quanto si lavori, l'handicap­pato resterà tale, e, una volta uscito dall'istituto, non si sa chi e come si occuperà di lui, si comin­cia a ipotizzare un nuovo modo di intendere la riabilitazione e di lavorare, si guarda con interes­se ad esperienze diverse e nuove.

Molto probabilmente anche La Nostra Famiglia sta tentando questo sforzo di rinnovamento, ma noi, come operatori, ne siamo rimasti esclusi; basti pensare alle difficoltà che abbiamo avuto ad incontrarci con i genitori dei bambini per par­lare di queste cose.

Per tutti questi motivi abbiamo dapprima assi­stito, poi partecipato, a un vero e proprio esodo dai centri della Nostra Famiglia; questo non sen­za rammarico, dopo aver svolto anche per parec­chi anni la nostra opera con serietà ed impegno. Ogni nostra iniziativa veniva ripresa a livello personale, con allusioni e critiche al nostro mo­do di pensare e di vivere; ogni proposta di orga­nizzazione e di intervento diverso veniva visto come un attacco, e non come volontà di maggiore partecipazione, all'istituzione; ad alcune di noi che hanno tentato di agire secondo proprie con­vinzioni, maturate nell'esercizio della professio­ne, è stato detto chiaramente di uniformarsi alle direttive impartite oppure di cercarsi un altro lavoro.

Per questo siamo andati a lavorare altrove; per l'impossibilità di svolgere un ruolo diverso come operatori della riabilitazione, per non aver avuto lo spazio e il modo di esprimere la nostra personalità, con la convinzione che molto di più si può fare per gli handicappati anche con il no­stro apporto.

(Seguono sette firme)

 

 

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