Prospettive assistenziali, n. 47, luglio
- settembre 1979
Notiziario dell'Unione
per la lotta contro l'emarginazione sociale
LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SULLE IPAB (1)
Il DPR 24 luglio 1977 n. 616
stabilisce all'art. 25 «Ove, entro il 1° gennaio
1979, non sia approvata la legge di riforma, la legge regionale disciplina
(...) il trasferimento dei beni delle IPAB».
Con decreto legge 23 dicembre 1978
n. 847 il Governo proroga i termini di cui all'art. 25 del citato DPR 616, ma
il Parlamento non converte in legge il decreto suddetto.
Quindi il Governo emana un nuovo decreto
legge (n. 113 del 29 marzo 1979), anch'esso non convertito in legge dal
Parlamento.
A questo punto il Governo interviene
con un terzo decreto legge (n. 209 del 19 giugno 1979) attualmente
all'esame del Parlamento, decreto sostanzialmente uguale a quello precedente.
I tre decreti leggi portano la firma
del Presidente della Repubblica.
Questa Unione, che da anni si batte
per una radicale riforma dell'assistenza e che ha promosso insieme ad altre organizzazioni la presentazione con iniziativa
popolare della proposta di legge n. 5, Camera dei deputati - VII legislatura
«Competenze regionali in materia di servizi sociali e
scioglimento degli enti assistenziali», gradirebbe sapere dalla S.V. se è
corretta sotto il profilo costituzionale la presentazione da parte del Governo
di decreti leggi che vanificano la volontà espressa dal Parlamento con la non
conversione in legge.
Questa Unione vorrebbe inoltre
sapere se la S.V. ritiene, nel caso in cui anche l'ultimo decreto legge non venga convertito in legge dal Parlamento, che il
Governo possa presentare altro decreto legge.
Questa Unione infine esprime vive
perplessità sul fatto che i decreti legge n. 113 e 209
rientrino nei casi «straordinari di necessità e urgenza» previsti dall'art. 77 della
Costituzione.
Infatti non esistono, ad avviso di questa
Unione ragioni né straordinarie né urgenti, ma c'è solo la volontà del Governo
di evitare il trasferimento delle IPAB così come era previsto dal DPR 616.
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A
questa lettera ha risposto il Segretario generale della Presidenza della
Repubblica in data 16 luglio 1979 nei seguenti termini:
«Mi
riferisco alla lettera del 4 c.m. diretta al Capo dello Stato per informarLa che, in merito a quanto da Lei rappresentato, si
è provveduto a richiamare l'attenzione della Presidenza del Consiglio dei
Ministri».
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Mentre rileviamo con piacere la
rapidità della risposta, confidiamo che il Presidente della Repubblica, di
fronte alla eventuale presentazione da parte del
Governo di un altro decreto legge sostitutivo di quelli non approvati dal
Parlamento, vorrà intervenire secondo i poteri che gli sono conferiti a tutela
dei principi costituzionali.
CONTRO IL RIFIUTO DEGLI OSPEDALI DI CURARE GLI ANZIANI
CRONICI
Il
Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base di Torino ha deciso
di distribuire davanti agli ospedali alcune migliaia di volantini, di cui
riproduciamo il testo, per sensibilizzare il personale medico e paramedico e
soprattutto per informare i parenti in merito ai diritti degli anziani
ricoverati (si veda al riguardo su Prospettive assistenziali l'editoriale del n. 44 e l'articolo a pag.
38 del n. 46).
TESTO DEL VOLANTINO
GLI OSPEDALI RIFIUTANO DI CURARE GLI ANZIANI MALATI CRONICI
Migliaia di anziani
malati, definiti cronici, continuano ad essere dimessi di forza, o a non
essere accettati dagli ospedali.
Quando le cure, per vari motivi, non
possono essere praticate a domicilio o presso ambulatori, l'anziano ha diritto
all'assistenza ospedaliera SENZA LIMITI DI DURATA.
Inguaribile non vuol dire
incurabile!
Le leggi vigenti prevedono il
diritto di tutti ad un'assistenza sanitaria e ospedaliera, senza alcuna discriminazione.
Più volte il problema degli anziani
cronici è stato segnalato alla Regione Piemonte, ma finora non è stato preso
alcun provvedimento concreto per far cessare questi abusi.
Le illegali dimissioni fatte dagli
ospedali costringono i parenti a cercare un posto nei cronicari e a pagare di
tasca propria fino a L. 450.000 al
mese.
Non è vero che il numero dei posti
letto è insufficiente: occorre riorganizzare gli ospedali per far posto anche
ai cronici e ai lungodegenti.
Dal 15 marzo 1979 il Comune di
Torino richiede una dichiarazione all'ospedale che l'anziano cronico «non ha
più alcuna necessità di ricovero ospedaliero».
Parenti,
non accettate che i vostri anziani siano dimessi senza che vi sia rilasciata
questa dichiarazione.
PARENTI FATE
VALERE I VOSTRI DIRITTI: OPPONETEVI ALLE DIMISSIONI FORZATE.
C.S.A. - Coordinamento Sanità e Assistenza
fra i movimenti di base - Via Assietta 13 - Tel. 54.91.84
Per informazioni rivolgersi in via Assietta 13:
Lunedì dalle ore 18 alle ore 19,30
Mercoledì dalle ore 15 alle ore 16
Venerdì dalle ore 9 alle ore 11
(1) Lettera inviata il
4 luglio 1979.
www.fondazionepromozionesociale.it