Prospettive assistenziali, n. 50, aprile - giugno 1980
Notiziario
dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie
RICHIESTA
DI AIUTO PER EVITARE CHE LE PROPOSTE DI LEGGE SULL'ADOZIONE E SULL'AFFIDAMENTO
PEGGIORINO LA SITUAZIONE DEI MINORI ABBANDONATI O CON FAMIGLIE CARENTI
Centinaia di migliaia di bambini in Italia si trovano
in condizioni di sofferenza e difficoltà in conseguenza delle carenze familiari; decine di migliaia di bambini vivono
costretti in istituti senza la prospettiva che vengano riconosciute le loro
esigenze affettive ed educative e che si provveda a modificare una situazione
sempre e del tutto negativa per il loro sviluppo psico-fisico. L'unica legge
che fino ad oggi ha posto come fine prevalente la tutela delle esigenze del bambino è stata la 431/1967 istitutiva dell'adozione speciale.
Pur nei suoi limiti tale legge rappresenta una reale alternativa
al ricovero in istituto di bambini che si trovano in situazione di «abbandono
morale e materiale».
Da tempo andiamo affermando che tale legge non è
sufficiente e che per migliorare la vita dei bambini in sofferenza è necessario
potenziare i servizi primari e sviluppare ed adeguare i servizi assistenziali. Solo in un contesto
di generale rinnovamento dei servizi sociali la legge sull'adozione speciale
può realizzare compiutamente le sue finalità in modo corretto.
DC, PCI e PSI hanno presentato al Senato proposte di
legge sull'adozione e l'affidamento, proposte che sono attualmente
esaminate dal Comitato ristretto della Commissione Giustizia del Senato per la
stesura di un testo unificato.
La situazione attuale in materia di
adozione si può così riassumere:
- sono state ulteriormente confermate da tutte le
ricerche scientifiche condotte in Italia e all'estero le deleterie conseguenze
della carenza di cure familiari e del ricovero in istituti anche ottimi;
- il mercato dei bambini è in aumento e ormai si è
esteso in tutta Italia. Il mercato avviene sia con utilizzazione dell'adozione
ordinaria invece di quella speciale specie da parte di coppie inidonee sul
piano educativo o anziane e di persone singole, sia
mediante falsi riconoscimenti, sia con l'accaparramento di bambini stranieri
senza l'intervento preventivo del Tribunale per i minorenni a garanzia
dell'idoneità educativa degli adottanti;
- non sempre gli istituti pubblici e privati di assistenza inviano gli elenchi trimestrali dei minori
ricoverati come prescrive la legge;
- i giudici tutelari, salvo poche eccezioni, non si interessano della segnalazione dei minori in situazione
di abbandono;
- molte sono le Regioni che non svolgono attività in
materia di vigilanza delle istituzioni pubbliche e private di
assistenza;
- ancora molto praticato è il
ricovero dei bambini e dei ragazzi in istituto;
- vi è la tendenza da parte di molti Tribunali per i
minorenni, di Enti locali e di operatori a rinviare l'assunzione
di decisioni sui bambini in situazione di abbandono di modo che sono in diminuzione
le dichiarazioni di adottabilità e in preoccupante aumento gli abbandoni
tardivi quando la personalità del minore ha subito danni irreparabili o
sanabili solo in parte;
- il numero delle domande di adozione
speciale supera di gran lunga il numero dei bambini adottabili, per cui è
possibile ricercare le famiglie adottive più idonee per età e soprattutto per
capacità educative, cosa che purtroppo non viene sempre fatta dai Tribunali
per i minorenni, dalle Corti di Appello e dagli Enti locali.
Per quanto riguarda l'affidamento familiare a scopo
educativo, intervento alternativo al ricovero in istituto nei casi in cui il
minore non possa rimanere nella propria famiglia d'origine anche se
adeguatamente aiutata sul piano economico e sociale, questa Associazione
deplora che quasi tutte le Regioni, i Comuni e gli Enti locali continuino a disinteressarsi del problema, mentre moltissime
famiglie sono disponibili.
D'altra parte è inaccettabile che l'affidamento
familiare sia previsto dalle proposte di legge DC e
PCI come un intervento punitivo nei riguardi delle famiglie d'origine (di qui
l'attribuzione della competenza all'Autorità
giudiziaria), mentre l'affidamento stesso deve essere un intervento
organicamente inserito fra quelli d'aiuto economico e sociale alle famiglie in
difficoltà (e pertanto di competenza degli Enti locali).
Questa Associazione chiede il Suo aiuto perché con gli strumenti di cui dispone, stampa o altri mezzi
di comunicazione, voglia intervenire a favore delle migliaia di bambini in
situazione di abbandono e delle decine di migliaia di fanciulli con famiglie
carenti, che, secondo i casi, con l'adozione o con l'affidamento potrebbero vivere
in un ambiente familiare invece che nel chiuso di istituti.
Siamo a Sua disposizione per fornire altra documentazione, per metterLa
in contatto con famiglie adottive e affidatarie e per quanto riterrà
necessario richiederci.
Il
Presidente
Giorgio
Pallavicini
MOZIONE
CONTRO IL MERCATO DEI BAMBINI
I partecipanti al seminario regionale di studio e
scambio di esperienze sull'affidamento di minori a
scopo educativo e sull'adozione, svoltosi a Pianezza il 29.2 e l'1.3.1980,
chiedono al Parlamento ed in particolare ai Componenti della Commissione
Giustizia del Senato di provvedere, nell'ambito della nuova legislazione
sull'adozione speciale, idonee misure per combattere ed eliminare il mercato
di bambini italiani e stranieri. A tale scopo ritengono che debbano essere
soppressi gli istituti giuridici dell'adozione ordinaria e dell'affiliazione e
che i bambini stranieri debbano poter essere adottati da coniugi italiani solo
previo accertamento da parte dei Tribunali per i minorenni delle condizioni di idoneità e di età previste per tutti gli adottanti.
Chiedono inoltre che siano previste norme per evitare
i falsi riconoscimenti e per punire l'omesso invio degli elenchi trimestrali
da parte degli istituti pubblici e privati di assistenza.
Chiedono infine che siano definiti i diritti-doveri delle famiglie affidatarie
e che l'affidamento sia attribuito alla competenza degli Enti locali,
lasciando ai Tribunali per i minorenni la competenza
nei casi di conflitto fra ente affidante, famiglie d'origine e famiglie
affidatarie.
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