Prospettive assistenziali, n. 52, ottobre - dicembre 1980
PRESENTAZIONE
DEGLI ATTI
In
questo numero pubblichiamo gli atti del seminario di studio sui problemi
dell'affidamento familiare e dell'adozione, organizzato a Pianezza (Torino)
nei giorni 29 febbraio e 1° marzo dall'Associazione
nazionale famiglie adottive e affidatarie e dall'Unione per la lotta
contro l'emarginazione sociale.
Il
seminario aveva lo scopo di fare il punto della situazione mediante lo scambio
di esperienze fra le famiglie affidatarie, famiglie
adottive, amministratori, magistrati, operatori sociali e volontari di
comunità alloggio.
Le
relazioni introduttive sono state predisposte a seguito di numerosi incontri
preparatori.
Il
seminario ha avuto il seguente svolgimento:
prima mattinata - relazioni introduttive e dibattito generale;
primo pomeriggio e seconda mattinata - lavori di gruppo e stesura delle relative
relazioni;
secondo pomeriggio - lettura in assemblea generale delle cinque relazioni di gruppo,
dibattito e conclusioni.
Nella
preparazione e nello svolgimento del seminario si è voluto riconoscere un
ruolo di protagonisti non solo agli operatori sociali, ma anche alle famiglie
affidatarie e adottive, affinché dallo scambio delle rispettive esperienze
potessero derivare approfondimenti concreti e linee operative di intervento.
Ancora
una volta sono emerse le carenze dei servizi
assistenziali e l'assenza quasi assoluta di iniziative di prevenzione.
La
mancata definizione dell'assetto istituzionale per la gestione dei servizi assistenziali e di quelli sociali in genere rende poi
estremamente difficile, se non impossibile l'individuazione dell'Ente tenuto ad
intervenire.
Sembra
che sia stato dimenticato quanto previsto dall'art. 25 del DPR 24 luglio 1977
e cioè che «la Regione determina con legge, sentiti i Comuni
interessati, gli ambiti territoriali adeguati alla gestione dei servizi sociali
e sanitari, promuovendo forme di cooperazione fra gli enti locali territoriali
e, se necessario, promuovendo ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 117 della
Costituzione forme anche obbligatorie di associazione fra gli stessi», legge regionale che doveva essere approvata
entro il 31 dicembre 1977.
Per
quanto riguarda in specifico i problemi dell'affidamento dal seminario
è emerso che esso non deve essere un servizio a sé stante, ma una delle
attività delle équipes di operatori assistenziali.
Di assoluta necessità è
la istituzione di comunità alloggio di pronto intervento, destinate ad
accogliere i bambini che non possono più vivere in famiglia o che devono
essere allontanati dai loro genitori.
Se
la comunità alloggio è di zona (Unità locale) da un lato il bambino
non rompe i rapporti con il suo contesto sociale di appartenenza (ad esempio
può continuare a frequentare la stessa scuola materna o dell'obbligo) e d'altro
canto gli operatori hanno il tempo necessario per poter approfondire la
conoscenza della situazione del minore e del suo nucleo familiare e individuare
le soluzioni più opportune: aiuti economici e/o sociali alla famiglia,
affidamento a parenti o a vicini di casa o a terzi, adozione.
Segnaliamo
infine che nel seminario è stata accolta favorevolmente da tutti i partecipanti la proposta avanzata dall'Associazione
nazionale famiglie adottive e affidatarie e dall'Unione per la lotta contro
l'emarginazione sociale alle Regioni e ai Comuni singoli o associati (Unità
locali) di intervenire con priorità assoluta sui minori da zero a sei anni.
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