Prospettive assistenziali, n. 54,
aprile - giugno 1981
La riforma sanitaria, come tutte le
riforme,
per poter realizzare cambiamenti reali, deve assumere
come riferimento le esigenze individuali, familiari e collettive della gente.
Purtroppo, e non solo nella Unità locale 40 del
Piemonte, da mesi molti Comitati di gestione non vengono istituiti per la «penosa ricerca di equilibri di
poltrone», con la conseguenza del
progressivo decadimento dei già scadenti servizi sanitari e assistenziali.
A questa gravissima situazione ha reagito la Sezione di
Ivrea dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale che in
data 31 marzo 1981 ha inviato ai Componenti dell'Assemblea dell'Associazione
intercomunale n. 40 la lettera che riproduciamo integralmente.
Non siamo mossi da alcun
interesse di partito o di corrente, né siamo espressione
di forze corporative di qualsiasi natura. Siamo unicamente una forza sociale
che da anni combatte le sue battaglie per la riforma dei servizi di base per
tutti i cittadini: qui sta la nostra debolezza, ma anche talvolta la forza per
saper dire verità scomode in faccia a chiunque.
A più di tre mesi dalle elezioni
per la nuova gestione dell'ULS n. 40, non è successo assolutamente
nulla: non solo non si è iniziata alcuna azione concreta, ma non si è neppure
discusso un programma, né eletto il Comitato di gestione.
In questo momento non ci interessano i motivi di questo comportamento assolutamente vergognoso, anche se purtroppo
li conosciamo bene: ci interessa oggi dichiarare a tutte lettere che il
comportamento dell'Assemblea è socialmente irresponsabile, politicamente
pericoloso e formalmente scorretto (i consiglieri ricordino che l'Assemblea
non è un ente astratto a sé stante, ma è solo la somma delle azioni di ciascuno
di loro).
Chiariamo meglio.
1.
Socialmente
irresponsabile
Vogliamo sperare che Lei sappia
bene quali enormi problemi pesano oggi sulla
popolazione
a causa del dissesto dei servizi
sociali e sanitari: dal funzionamento degli ospedali alla assistenza ex-mutualistica,
dalla mancanza di prevenzione sanitaria, alla chiusura indiscriminata in
istituti di bambini, vecchi ed handicappati.
Si era accesa una speranza: che
finalmente su questi temi vi fosse un'unica gestione calata nel territorio, che
vi fosse un'amministrazione efficiente e responsabile, che fosse possibile un
controllo dal basso con un interlocutore sensibile.
Questa speranza si chiamava ULS.
La state distruggendo alla base,
prima ancora che nasca.
Una penosa ricerca di equilibri di poltrone, anziché i fatti concreti da anni
attesi e promessi.
2.
Politicamente
pericoloso
La grande
maggioranza dei Consiglieri milita da anni nei partiti o è ad essi vicini.
Ognuno si è probabilmente fatto carico di questo ulteriore
impegno, la partecipazione al l'amministrazione dell'ULS, perché ritiene che si
tratti di un fatto politicamente molto rilevante.
Ed è vero: nel giro di pochi anni
l'ULS potrebbe diventare il principale organo di democrazia amministrativa a
contatto con tutti i cittadini.
D'altra parte, Lei sa benissimo
che il distacco in larghissima parte della popolazione dalle istituzioni è
ormai una triste e quotidiana realtà. Le cause sono note e condivise da tutti.
Bene: si rende conto che state
buttando ulteriore benzina sul fuoco?
Riesce a capire che la gente non
distingue (e fa bene a far così) le raffinatezze sulle formule e le sottili
alchimie dettate dalle segreterie di vario livello,
ed è assolutamente refrattaria al reciproco scambio di accuse sulle
responsabilità del «perché tutto è bloccato». Capisce che oggi si chiedono
fatti, e fatti seri, s tutto il resto fa solo il gioco
di chi attende unicamente la rivincita delle forze conservatrici e corporative?
La principale novità politica delle ULS consisterebbe
nel riprodurre, in altro ambiente, squallide manovre già molto fiorenti in
altri organi pubblici nazionali e locali?
3.
Formalmente
scorretto
Lei ben conosce la complessità
dei programmi che vi stanno dinnanzi, e le difficoltà per garantirne una equilibrata attuazione nel rispetto dei tanti
vincoli economici e legislativi.
Noi stessi, poco prima della
vostra elezione, Le inviammo una proposta, certamente incompleta e limitata, di organizzazione delle future ULS.
Lei conosce quindi anche la legge
regionale n. 3 del 1980 che disciplina la gestione delle ULS, nel cui art. 10
si legge che l'Assemblea deve eleggere il Comitato di gestione durante la sua
prima seduta.
Lei ritiene che l'artificio
formale della «seduta continua», che dura da mesi per mascherare l'incapacità
dell'elezione del Comitato di Gestione segua quanto
la legge impone?
Non vogliamo dilungarci oltre.
Non vogliamo rubarle altro tempo, per ora. Riteniamo che il messaggio sia
chiaro.
Molto sinceramente, ci auguriamo
di non doverci più sentire su questi argomenti; vorremmo invece iniziare
quanto prima la discussione su ben altri temi con una ULS
seria ed attiva.
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