Prospettive assistenziali, n. 54, aprile - giugno 1981

 

 

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DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DELL'ANIEP (1)

 

L'assemblea nazionale dei delegati dell'ANIEP, nella riunione del 13 settembre 1980, ha esami­nato e discusso i principali problemi relativi alla legislazione sugli handicappati e all'ordinamento socio-sanitario in generale.

Dopo ampio dibattito ha deliberato di sotto­porre all'attenzione del Governo, del Parlamento, dei Partiti, delle Regioni e dei Sindacati le se­guenti argomentazioni e risoluzioni.

 

Legge 11-2-1980 n. 18 sull'indennità di accom­pagnamento agli invalidi civili.

Si respinge l'interpretazione del Ministero dell'interno secondo la quale l'indennità può esse­re concessa esclusivamente agli handicappati totalmente inabili, perché essa contrasta con la legge e la volontà del Parlamento (vedi resocon­to della seduta della Commissione interni della Camera del 24-2-1980), esclude dal beneficio invalidi che lavorano sostenendo notevoli spese per il trasporto e l'accompagnamento, e favori­sce comunque situazioni di passività, inducendo gli interessati a scegliere fra una difficile pro­spettiva occupazionale o l'indennità.

Inoltre si giudica del tutto negativamente il decreto del Ministro della sanità contenente le tabelle indicative delle percentuali di invalidità, in attuazione dell'articolo 2 della citata legge 18/80: la definizione di 9 fasce di invalidità, con la possibilità di addizionare danni coesistenti, com­porta il rischio di un forte incremento delle at­tribuzioni di invalidità medio-gravi con conse­guente esclusione dei portatori dalle prestazioni riabilitative, dalla formazione professionale e dal collocamento al lavoro; l'adozione dei criteri medico-legali dell'infortunistica, trasposti alla valutazione degli handicaps, compromette il re­cupero della capacità residue e induce gli handi­cappati stessi o i loro familiari a richiedere il massimo grado di invalidità, per usufruire delle varie forme di assistenza economica.

 

Legge quadro sull'assistenza

Si osserva che il persistere del ritardo nell'ap­provazione della riforma dell'assistenza costitui­sce un grave danno per i cittadini interessati e compromette irreversibilmente l'assetto istitu­zionale e organizzativo dei servizi socio-sanitari. Il confuso legiferare delle Regioni, le incerte ed eterogenee scelte dei Comuni e delle loro As­sociazioni, l'esigenza di coordinare e di attuare contestualmente il servizio sanitario nazionale con quello della assistenza, richiedono la più urgente approvazione della legge quadro. Occorre quindi superare i residui e ormai pretestuosi problemi del rapporto fra assistenza pubblica e privata e del suo vertice politico e definire il nuovo assetto delle autonomie locali. Se così non fosse si porranno irrimediabilmente proble­mi di sovrapposizione e di confusione fra servizi sanitari e assistenziali e si accentueranno le scel­te involutive già presenti e si vanificherà il dise­gno complessivo del decentramento attuato ai sensi degli articoli 117 e 118 della Costituzione.

 

Riforma del collocamento obbligatorio.

Si rivela che la sostanziale inapplicabilità della vigente normativa sul collocamento degli han­dicappati e la sua obsolescenza culturale, poli­tica e istituzionale, impongono che il Parlamento esamini le proposte già presentate e approvi ra­pidamente una nuova legge, superando ogni cri­terio di carattere protezionistico e impositivo, definendo il collocamento come momento con­clusivo di un organico processo di riabilitazione.

La nuova legge deve riferirsi ai veri handicap­pati e non essere strumento per assorbire situa­zioni di disoccupazione o di sottoccupazione di cittadini pseudo invalidi. Si richiede il potenzia­mento dell'orientamento e della formazione pro­fessionale, lo sviluppo di interventi per l'adatta­mento al lavoro, la fiscalizzazione totale e par­ziale degli oneri sociali, il definitivo superamento delle categorie giuridiche e delle distinzioni fra invalidi in base alla causa o alla natura dell'han­dicap.

 

Attuazione dell'articolo 115 del DPR 616/77.

In questi ultimi mesi numerose associazioni nazionali di handicappati hanno fatto presenta­re proposte di legge per ottenere contributi dello Stato, secondo quanto previsto dal DPR 616/77 e dalla successiva legge 641/78.

Si va profilando la prospettiva di una nuova frammentazione legislativa e di una involuzione politica e giuridica che vanificherebbe uno dei principi fondamentali del decentramento. Si può infatti prevedere che, attraverso il finanziamento statale, con appositi decreti per le singole asso­ciazioni di categoria, si ricostruirà la giungla degli enti inutili e si proporranno i consueti appa­rati clientelari e corporativi. Per evitare conflit­tualità fra le categorie, lottizzazioni politiche, ar­bitrii e duplicazioni di interventi pubblici e priva­ti si richiama l'esigenza che venga emanata una legge delega in cui vengano stabiliti i criteri generali per la concessione dei contributi dello Stato alle "associazioni che perseguono fini so­cialmente e moralmente rilevanti".

 

Riforma sanitaria e riabilitazione.

Rilevato che è tuttora irrisolto il problema del coordinamento della gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, si denuncia, in particolare, il gravissimo ritardo dell'approvazione del piano sanitario nazionale, come elemento di deterio­ramento istituzionale e motivo di malcontento e sfiducia, la mancata definizione delle caratteri­stiche degli interventi di riabilitazione, diretta o convenzionata, i gravi disagi derivanti dalla ina­deguatezza degli stanziamenti, la mancanza della normativa per l'assistenza protesica, che viene erogata con sperequazioni e grande sperpero di denaro, persistendo nel settore abusi e specula­zioni e i pareri quasi sempre dilatori ed evasivi del Consiglio sanitario nazionale.

 

Handicappati gravi.

Constatato che il problema degli handicappati gravi tende a riproporre le tradizionali soluzioni del ricovero in istituzioni totali, si richiama l'esi­genza della realizzazione di servizi di appoggio alla famiglia e di prestazioni esterne che consen­tano comunque la socializzazione.

In particolare si ritiene necessario che chi as­siste continuativamente un handicappato grave goda delle normali assicurazioni previdenziali e pensionistiche, che venga consentito ai genitori di handicappati gravi la possibilità di svolgere attività lavorative a orario ridotto, che vengano defiscalizzate le norme relative alla successione, che sia prevista l'assistenza domiciliare da parte di una terza persona, che i nuclei familiari in cui vive un handicappato grave possano godere di congrue detrazioni sulle imposte.

 

1981: Anno internazionale dell'handicappato.

L'Assemblea nazionale dell’ANIEP richiama in­fine l'attenzione di tutte le forze politiche e so­ciali sull'anno internazionale dell'handicappato affinché tale circostanza non si traduca in for­mali e astratte celebrazioni, ma costituisca un impegno di promozione sociale, di conoscenza e di concreti provvedimenti legislativi, evitando comunque di rappresentare l'handicappato come soggetto passivo di benevolenza, anziché prota­gonista sociale e i suoi problemi come realtà o situazioni specifiche e particolari.

L'Assemblea nazionale dell'ANIEP riafferma che le esigenze esistenziali e sociali degli han­dicappati non sono diverse da quelle degli altri cittadini e devono essere affrontate nel contesto dello sviluppo politico, economico e morale del Paese, nella esclusiva prospettiva della socializ­zazione e della partecipazione.

 

 

 

(1) Associazione nazionale invalidi per esiti di poliome­lite e altri invalidi civili.

 

 

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