Prospettive assistenziali, n. 54, aprile - giugno 1981
Specchio nero
MEGLIO MAI
Il 1979 era l'anno internazionale
del bambino. Numerosi sono stati i convegni, i congressi, i seminari, i
dibattiti, le conferenze.
I Ministri, gli Amministratori
regionali, provinciali e comunali hanno approfittato dell'occasione per fare sfoggio di belle intenzioni, di promesse.
In sostanza moltissime le parole,
scarsissime le realizzazioni.
C'è però anche chi è arrivato in
ritardo.
Si tratta della Regione Puglia che
si è ricordata dell'avvenimento un anno dopo con la legge regionale 22 aprile
1980 n. 27 che reca il titolo «Costituzione del comitato
regionale per l'anno internazionale del bambino».
È stato costituito il solito
comitato «presieduto dal presidente del
consiglio regionale, o da un suo delegato, e composto dagli assessori regionali
ai servizi sociali, alla sanità, all'istruzione e alla cultura, dai presidenti
delle commissioni consiliari permanenti V e IV, dal commissario di governo per
la Regione Puglia, da un rappresentante dell'ANCI e da uno dell'UPI, dal sovrintendente
scolastico regionale, dai rettori delle Università di Bari e Lecce, da un
rappresentante della Federazione unitaria CGIL, CISL, UIL, dal delegato
regionale del CONI, dal presidente del comitato
regionale della CRI, da un rappresentante della consulta regionale per
l'emigrazione, da un rappresentante della consulta regionale per la
cooperazione nonché dai rappresentanti delle associazioni con finalità a favore
dell'infanzia, in numero non superiore a sei».
Oltre al Comitato c'è poi un esecutivo.
Quasi quasi dimenticavamo l'art. 6. È molto importante. Infatti «per la
realizzazione delle finalità di cui alla presente legge è autorizzata la spesa
di 50 milioni» da destinare, ovviamente, per «convegni, indagini conoscitive, studi, ricerche e spese per
iniziative popolari».
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