Prospettive assistenziali, n. 58, aprile - giugno 1982

 

 

Notiziario dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie

 

 

UNA FAMIGLIA PER OGNI BAMBINO

 

Quando si parla di adozione, di affido familia­re, di ospitalità ai minori in genere, è necessario innanzi tutto chiarire il postulato fondamentale e la spinta motivazionale che determina la scelta di ospitare.

Non si tratta di dare un bambino ad una coppia che non ne ha, ma si tratta di dare una famiglia ad un bambino che non l'ha.

Il figlio non è un diritto, è invece un diritto la famiglia per ogni figlio: figli si nasce, genitori si può solo diventarlo.

Queste comuni e addirittura ovvie affermazioni non sono ancora passate nella mentalità comu­ne. Ne è prova il fatto che ci sono in Italia deci­ne di migliaia di aspiranti genitori e decine di mi­gliaia di bambini che non hanno la famiglia cui hanno diritto.

Ma poiché le motivazioni dei primi non coinci­dono con i diritti e le esigenze dei secondi, questi bambini non avranno mai una famiglia.

Si tratta infatti di dare una famiglia tempora­nea che prepari e aiuti la famiglia naturale a ri­prendersi cura del bambino momentaneamente abbandonato per le cause più varie e spesso drammatiche ma transitorie.

Dall'altra parte, invece, non si vuole dare una famiglia a un bambino, ma si vuole avere un bam­bino per sé, poter dire «è mio», «è nostro» per sempre, cancellando il suo passato completamen­te, senza volerne tenere alcun conto, come se non avesse storia o fosse una storia tutta solo negativa.

Dentro questi atteggiamenti culturali e sociali si celano le ragioni per le quali l'istituto dell'affi­do incontra in Italia tante difficoltà: se ne parla poco e spesso in modo inopportuno e non infor­mato; si creano, attorno ad esso, pregiudizi e cattivi giudizi.

L'Ufficio Famiglia di Azione Cattolica, nell'am­bito dell'impegno di promozione umana che tut­ta l'associazione si è assunta, ha scelto il servi­zio dell'affido familiare come ambito tipico sul quale promuovere l'opinione pubblica, la compe­tenza, la formazione, all'interno delle trentamila coppie aderenti all'Associazione e, a partire da loro, nella comunità più ampia.

È stato così pubblicato e diffuso, circa due anni fa, un agile opuscolo che intende offrire le conoscenze fondamentali e necessarie per com­prendere l'istituto dell'affido, farlo conoscere, parlarne, promuovere interesse ed eventualmen­te tentare l'esperienza.

«Tentare l'esperienza», s'intende, non signi­fica buttarsi in avventure avventatamente, mossi solo da compassione per il caso pietoso, ma si­gnifica prendere contatto con le strutture giuridi­che, assistenziali, sociali per conoscere la situa­zione, la legislatura, le possibilità, innanzi tutto.

Dopo circa due anni di attività formativa e di diffusione di conoscenze, e di sensibilizzazione presso le famiglie, è sembrato maturo il tempo per la verifica.

È stato così organizzato, nel maggio scorso, un seminario di studio e di presentazione delle esperienze maturate.

Di questo seminario l'editrice AVE ha pubbli­cato recentemente gli atti.

L'introduzione ai lavori è stata affidata al Prof. Alfredo Carlo Moro, che ha presentato, con la competenza maturata soprattutto negli anni del­la sua presidenza al Tribunale dei minorenni di Roma, i problemi sociali, culturali, educativi che producono l'emergenza familiare e provocano la domanda di affido, e, nello stesso tempo condi­zionano e determinano molti aspetti dello svol­gimento dell'affido stesso.

Particolarmente interessante, tra i molti capi­toli della densa relazione, è quello che presenta alcune tipologie familiari portatrici di elementi socialmente patogeni, e, d'altra parte, invece, alcune tipologie familiari capaci di creare condi­zioni terapeutiche nei confronti delle devianze e delle difficoltà infantili e giovanili in genere.

L'ampio dibattito seguito alla relazione del Prof. Moro, è stato riportato per intero, secondo due filoni differenziati di attenzione: da un lato le relazioni degli operatori sociali, che portano ad evidenza le difficoltà, le lacune, le possibilità positive presenti nelle strutture esistenti e le possibili linee di intervento migliorativo; dall'al­tro le testimonianze di coppie e di famiglie che hanno condotto e stanno conducendo l'esperienza e che ne segnalano con realismo le ricchezze e le problematicità. Questo capitolo di testimonian­ze ha un suo momento forte nelle parole di Sil­via e Daniela, alle quali «è capitato di entrare una sera e trovare il tavolo da pranzo rimpiccio­lito... non perché sia stato tagliato, ma perché c'era un posto in più» (p. 79).

In tempi di revisione della legislazione sui mi­nori in genere, ed in tempi di richiami alla fa­miglia perché svolga i suoi «compiti nel mondo contemporaneo» e perché si esprima, a livello domestico, in modo da manifestare e rendere cre­dibile il dono di comunione che costruisce la co­munità della chiesa, il richiamo competente e for­mativo che può venirci anche da queste iniziative non è da sottovalutare.

 

DINO e MARISA BIANCARDI

 

 

A cura di: AZIONE CATTOLICA ITALIANA, L'affi­damento familiare, Collana: Strategia per la vi­ta/1, Editrice AVE, Roma, 1979, L. 1.200.

 

A cura di: AZIONE CATTOLICA ITALIANA: Una famiglia per ogni bambino - Atti del 1° Seminario di studio sull'affido familiare, Collana: Strategia per la vita/2, Editrice AVE, 1981, L. 3.500.

 

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