Prospettive assistenziali, n. 61, gennaio - marzo 1983

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

NON ADOTTARE IL NONNO, ADOTTA LA LOTTA CONTRO L'EMARGINAZIONE DEI PIÙ DEBOLI

 

Lettera inviata il 3 febbraio 1983 dall'ULCES al Presidente di Pubblicità Progresso.

 

Numerose e gravi sono le perplessità suscita­te dalla campagna «Adotta un nonno».

Siamo ben consapevoli, operando nel settore assistenziale fin dal 1962, che nella lotta contro l'emarginazione la conoscenza approfondita dei problemi è indispensabile per analisi e interventi corretti.

È anche vero che l'aiuto fra persone (parenti e non) è molto importante.

Tuttavia è innegabile che l'emarginazione della fascia debole della popolazione è quasi intera­mente dovuta a condizioni sociali, che di giorno in giorno diventano sempre più inaccettabili: pen­sioni da fame, mancanza di abitazioni idonee (si pensi ad esempio alla presenza di barriere archi­tettoniche che rendono spesso l'alloggio una vera e propria prigione), carenze di cure sanitarie, di­missioni di forza dagli ospedali degli anziani ma­lati cronici non autosufficienti e non curabili a domicilio o in ambulatorio, ecc.

Questi sono i problemi reali che dovrebbero essere affrontati non solo dalle autorità prepo­ste, ma da tutti coloro che ritengono l'emargina­zione una ingiustizia da eliminare.

Purtroppo la campagna promossa da Pubblicità Progresso, volutamente o no poco importa, tende a dare una conoscenza distorta del problema dell'emarginazione sociale degli anziani, ponendo e­sclusivamente l'accento sulle necessità - che esiste - di un diverso rapporto dei giovani con gli anziani, rapporto diverso però che riguarda anche la disponibilità degli anziani nei confronti dei giovani e degli adulti.

Inoltre è incredibile che si possa affermare, come Voi fate ad esempio nell'annuncio apparso su «La Stampa» del 1° febbraio 1983, che qualun­que iniziativa i giovani prendano nei confronti degli anziani «è sempre meglio che non far niente» (1).

Gli atteggiamenti pietistici, gli interventi ele­mosinieri, i comportamenti da benefattore hanno arrecato danni incalcolabili sul piano umano e so­ciale. Perché un comportamento sia corretto, non è assolutamente sufficiente che la motivazio­ne sia buona; occorre anche e soprattutto che l'azione sia valida di per sé e, come minimo, non arrechi danni materiali, morali o sociali alle persone cui è rivolta.

Questa Unione chiede pertanto che l'iniziativa venga sospesa e ristudiata.

 

 

(1) Il testo integrale della pubblicità apparsa su «La Stam­pa» del 1° febbraio 1982 è il seguente: «ADOTTA IL NON­NO! Sì, di solito sono i grandi che adottano i bambini. Tu, invece, fai il contrario. Conosci qualche anziano? No? Eppu­re ce ne sono, tanti. Forse vicino a te, magari nella tua stessa casa.

Cosa puoi fare? La prima cosa è conoscerli. Non è diffi­cile, basta dire "buongiorno". Poi, conoscendoli, scoprirai che puoi fare tantissime cose per loro, una commissione, qualche lavoretto, la spesa, tanti piccoli favori. Piccoli per te, ma grandi per loro.

E in cambio, anche loro possono darti tanto. Che cosa? Anche questo lo scoprirai frequentandoli. Gli anziani sono stati ragazzi prima di te, e sanno bene cosa può far piacere ad un ragazzo come te.

Senti, perché non ne parli ai tuoi amici, e organizzate qualcosa insieme? Qualunque iniziativa prenderai, è sem­pre meglio che non far niente.

La cosa più bella che puoi fare per te, è fare qualcosa per gli altri».

 

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