Prospettive assistenziali, n. 63, luglio - settembre 1983
INSERIMENTO SCOLASTICO
DI HANDICAPPATI PSICHICI GRAVISSIMI - UN PROGETTO SPERIMENTALE
La scuola
elementare «Anna Frank» di Torino ha predisposto
nello scorso mese di dicembre un progetto per l'inserimento scolastico degli
handicappati psichici gravissimi, progetto che, dopo essere stato approvato dal
Collegio dei docenti e dal Consiglio di circolo, è stato trasmesso al
Ministero della pubblica istruzione ed è in fase di attuazione.
L'iniziativa
è una ulteriore dimostrazione delle possibilità
concrete di idoneo inserimento, nella scuola di tutti, dei soggetti anche
gravissimi.
A nostro
avviso si tratta di una proposta valida, trattandosi
di un distretto scolastico di ridotte dimensioni demografiche e territoriali.
Prima di
pubblicare il progetto, riportiamo il testo integrale della lettera di
presentazione dello stesso, redatta dal Direttore
didattico della «Anna Frank», Guido Piraccini.
TESTO DELLA LETTERA
Nel trasmettere il progetto di cui all'oggetto, la
Direzione Didattica scrivente fa presente quanto segue:
1) Il problema dell'integrazione degli handicappati
«gravissimi», intendendo per tali i soggetti privi di ogni
forma di autonomia e/o di comunicazione, in genere irrisolto negli ambienti
scolastici, necessita di urgenti definizioni. Si ritiene
che esse possano emergere attraverso l'analisi di esperienze.
2) Le esperienze di cui si sente la necessità,
tuttavia, non possono aver luogo senza i dovuti
accorgimenti, atti a garantire che la struttura scolastica ordinaria possa
garantire prestazioni adeguate. Detti accorgimenti, su cui si fonda l'ipotesi
di lavoro del progetto allegato, sono i seguenti: a) organismo «ad hoc» (costituito da Scuola, Ente locale, Servizio
sanitario nazionale) in cui operi, mediante comando, docente qualificato e di
fiducia della Direzione e del Collegio, con funzioni di raccordo permanente tra
la sfera educativa, la sfera assistenziale e la sfera sanitaria; b) personale
con compiti di assistenza professionalizzata, a cura dell'Ente locale; c)
ristrutturazione e arredo di locali in funzione delle esigenze igienico-sanitarie dei soggetti, a cura dell'Ente locale;
d) interventi clinici e riabilitativi permanenti a cura del Servizio sanitario
nazionale.
3) La disponibilità della civica Amministrazione al riguardo della presente sperimentazione è piena e
totale, e agli atti della Direzione scrivente se ne conserva la
documentazione. Da tale documentazione si evince la necessità che sia garantita
continuità almeno triennale all'esperienza, in quanto il consistente impegno
finanziario di cui ai punti b) e c), non troverebbe altrimenti fondati
presupposti per porsi in essere. Sono in via di formalizzazione le
disponibilità dell'U.S.L. Torino 1-23, comunque già
anticipate dalla legge regionale n. 7 del 10.3.82, riportata nel contesto del
progetto.
4) L'approfondimento compiuto dal corpo docente del
Circolo «Anna Frank» del problema di cui trattasi, ha
occupato più di un anno scolastico e le scelte cui ha dato luogo sono pertanto
ben meditate. Va ancora sottolineato che l'analisi è
stata compiuta dopo una esperienza di quattro anni di raccordo con
un'istituzione per «gravissimi» e sulla base della presenza nel nostro Circolo
di due handicappati «gravissimi» tuttora frequentanti.
Tali elementi di esperienza
diretta e di riflessione sulla stessa, hanno condotto al progetto che si
trasmette.
TESTO
DEL PROGETTO
Individuazione del programma
Erogazione all'interno delle strutture scolastiche ordinarie di prestazioni educative adeguate a
minori i cui quadri clinici presentano patologie difficilmente compatibili con
l'attuale «performance» scolastica (1).
Ipotesi di lavoro
Sulla base di un esame degli studi e delle realizzazioni
precedenti nel campo in questione, si ipotizza che, all'interno delle strutture
scolastiche ordinarie, i minori di cui trattasi (d'ora in poi definiti
«gravissimi») possano pienamente fruire delle prestazioni ad essi dovute, e
pertanto vedere realizzati i diritti soggettivi di cui sono portatori, laddove
gli Enti locali, i servizi sociosanitari dipendenti dal Sistema sanitario
nazionale e le Istituzioni scolastiche realizzino integralmente e d'intesa
tra di loro quanto previsto dalla legislazione vigente, cui si rinvia (2).
Individuazione ed esplicitazione
degli strumenti e delle condizioni organizzative preliminari per la
realizzazione dell'ipotesi di sperimentazione
Organismo operativo per l'integrazione
scolastica dei «gravissimi»
Sulla base dell'ipotesi di lavoro soprariferita,
considerato che non sussistono attualmente organismi
che istituzionalmente realizzino l'intesa tra Scuole, civiche Amministrazioni e
Unità sanitarie locali, ai fini dell'integrazione nelle scuole ordinarie degli
alunni portatori di handicap, si ritiene necessario andare alla
sperimentazione su scala locale (3) di un organismo come in appresso
specificato, in funzione della integrazione dei soli handicappati «gravissimi».
(La delimitazione del raggio d'azione dell'organismo sperimentale ai soli
«gravissimi» nasce dalla constatazione che nella
nostra area l'integrazione degli handicappati lievi e medio/gravi, seppure non
gestita da alcun organismo «ad hoc», non presenta comunque disfunzioni di
rilievo; in secondo luogo, la citata legge n. 7 della Regione Piemonte è esplicitamente riferita ai soggetti di cui trattasi)
.
Tale organismo, provvisoriamente denominato
Comitato paritetico di gestione (d'ora in poi C.P.d.G.)
sarà costituito da n. 1 membro per ognuno degli Enti istituzionalmente
preposti ad attuare interventi in materia di handicap: Scuola, civica Amministrazione,
U.S.L.
Il membro di emanazione
della Scuola, rappresenterà in tale organismo la volontà espressa dagli
Organi collegiali della Scuola e del Distretto scolastico, e opererà
costantemente d'intesa con il gruppo «Inserimento
handicappati» del Provveditorato agli studi.
Si auspica che i componenti
del C.P.d.G. di emanazione dell'Ente locale e del
Servizio sanitario nazionale ricevano dai rispettivi Enti, deleghe tali da
assicurare valore operativo alle decisioni.
Comando di docente in seno
all'organismo operativo
In considerazione delle funzioni preminenti che il C.P.d.G. verrà ad assumere nel campo dell'inserimento-integrazione
degli handicappati «gravissimi», si ritiene inderogabile che il Ministero
della pubblica istruzione disponga, presso il Circolo proponente, il comando di
insegnante idoneo per titoli ed esperienza, a garantire che, sin dalle
preliminari intese tra Ente locale, U.S.L., e scuola,
l'istituzione scolastica possa operare in termini coerenti con le proprie
finalità istituzionali. All'uopo si richiede il comando dell'insegnante S.G.
nata a ... il . .., residente
a ... Via ... n. ..., attualmente in servizio presso il Circolo didattico «Anna Frank» come insegnante di sostegno
su posto organico con sede di servizio nel plesso scolastico di Via Cavagnolo n. 35.
Struttura scolastica in cui effettuare l'integrazione dei «gravissimi»
a cura
dell'organismo operativo
Si ipotizza che detta struttura possa e debba essere
individuata in uno dei due plessi scolastici del Circolo proponente, il quale
fruisce di ampie strutture edilizie, di personale comunale di supporto e con
funzioni di assistenza nei confronti degli alunni handicappati lievi e medio
gravi inseriti, di validi apporti dalla équipe di neuropsichiatria infantile
che opera sul territorio in cui è collocata la scuola (Distretto n. 19, Quartiere
n. 19, U.S.L. n. 19).
Nel Circolo proponente, inoltre (42 classi di cui 33
a tempo pieno, articolate in due plessi) gli obiettivi della programmazione
educativa assunta dal Collegio dei docenti in conformità al dettato del D.P.R.
416/74, art. 1 comma II, lettera a), vengono
perseguiti attraverso la progressiva generalizzazione delle soluzioni
organizzative di cui all'art. 2 della legge 517/77 (classi aperte, gruppi eterogenei
e gruppi omogenei di alunni provenienti da più classi, laboratori, ecc.). Gli
obiettivi educativi e il piano delle attività vengono
periodicamente valutati in conformità a quanto previsto dall'art. 4, comma li,
lettera c del suindicato D.P.R. 416/74 e dell'art. 2,
comma IV della legge 517/77.
Durata minima della sperimentazione
Considerato che gli elementi sostanzialmente positivi descritti dal punto precedente non risultano
tuttavia sufficienti a garantire l'erogazione di prestazioni adeguate all'inserimento
dei «gravissimi», si prevede che l'Ente locale debba effettuare considerevoli
investimenti nel campo delle opere murarie, dell'arredo e del personale nel
plesso scolastico del Circolo proponente che sarà giudicato più idoneo per i
fini della sperimentazione in oggetto.
Pertanto, si richiede che l'approvazione eventuale
del presente progetto, sia formalizzata dal competente Ministero in termini
tali da assicurarne la prosecuzione per almeno un triennio.
Analoga istanza trova ancor
più pregnante fondamento nella esigenza di garantire agli alunni di cui
trattasi, alle loro famiglie e ai servizi del Servizio sanitario nazionale che
hanno effettuato la loro «presa in carico», una continuità di prestazioni e di
interventi, nelle forme e nei modi previsti dalla presente sperimentazione, di
durata almeno triennale.
Piano di lavoro
Fase A
Considerato che, presumibilmente verso la fine
dell'anno scolastico 1982/83, il Ministero renderà nota la propria decisione
in materia di riconoscimento e comando, si ipotizza
che, a far capo da tale data, sia necessario che Scuola, civica
Amministrazione, U.S.L., compiano gli atti funzionali
alla costituzione dell'organismo provvisoriamente denominato C.P.d.G.
Effettuato il suo insediamento, il C.P.d.G.
svilupperà i seguenti interventi:
1) l'accertamento del numero degli handicappati
gravissimi residenti nel Quartiere 19, la loro età (fruiranno di tale servizio
i minori di cui trattasi, compresi nella fascia d'età tra i sei e i quattordici
anni) e la loro collocazione presso strutture non
scolastiche (famiglia, istituto, ecc.);
2) l'individuazione, nell'ambito
dei plessi scolastici di competenza del Circolo «A. Frank», della
struttura più idonea ad accogliere gli handicappati di cui trattasi;
3) la formale richiesta alla civica Amministrazione di avviare i lavori di ristrutturazione funzionali alla
realizzazione delle prestazioni necessarie (eliminazione delle residue
barriere architettoniche, individuazione di locali idonei al soddisfacimento
delle particolari esigenze di igiene e di riposo dei minori in oggetto,
installazione delle attrezzature).
Fase B
Il C.P.d.G., appena entrato a regime, provvederà all'avvio della fase
B centrata sull'esame dei problemi relativi al personale impegnato nella
sperimentazione.
Personale
statale
È il personale regolarmente assegnato alle classi e alla attività di sostegno secondo la normativa vigente.
Personale
dell'Ente locale
Si ipotizza che il personale dell'Ente locale sia
assegnato alla sperimentazione su base volontaria, secondo criteri che l'Ente
locale stesso sarà invitato autonomamente a delineare.
Tale personale, sia educativo che
ausiliario, accederà ad un colloquio con i membri della struttura gestionale
che esprimerà valutazioni vincolanti in merito all'opportunità o meno dei
candidati ad operare nel contesto della presente sperimentazione.
Il personale educativo dovrà garantire il rapporto 1:1 per tutto il tempo di permanenza dell'alunno all'interno
della struttura scolastica.
Dovrà inoltre, essere assicurato un rapporto tra
personale ausiliario e soggetti inseriti, pari a un
operatore ogni due alunni per tutto il tempo di permanenza dell'alunno
all'interno della struttura scolastica.
Si ipotizza che i tempi d'attuazione della Fase B siano contenuti
entro la primavera del 1984. Contestualmente il C.P.d.G.
inizierà colloqui con le famiglie dei minori in oggetto, ai fini
dell'inserimento scolastico.
Fase C
Tra la primavera dell'84 e
il termine delle lezioni dell'anno scolastico 1983/84, il C.P.d.G.
provvederà alla realizzazione di un corso di formazione-aggiornamento
per il personale chiamato ad operare. Tale corso sarà finanziato dagli Enti
costituenti il C.P.d.G.
Si ipotizza che il Comitato paritetico di gestione,
prese in esame la programmazione educativa elaborata in base all'art. 4 del
D.P.R. 416 e l'organizzazione del lavoro elaborata in conformità all'art. 2
della legge n. 517/77, previo collegamento con le insegnanti delle interclassi
interessate, avvii ai gruppi omogenei, ai gruppi eterogenei ed ai laboratori,
gli alunni per i quali è previsto il presente progetto di sperimentazione,
secondo una programmazione elaborata in base alle esigenze prioritarie di
ciascun soggetto. Qualora la sperimentazione abbia luogo
nel complesso polivalente di Via Cavagnolo 35 (nido,
materna, elementare, media), saranno opportune intese con gli Organi
collegiali, della scuola media sita nel plesso, al fine di delineare eventuali
momenti di integrazione a tale livello.
Le periodiche riunioni di verifica dei Consigli di interclasse e del Collegio dei docenti, effettuato in
base alla normativa vigente, forniranno elementi utili alle periodiche
verifiche del Comitato paritetico di gestione.
Fase D
Dal 1° settembre 1984, il C.P.d.G.
assumerà iniziative preliminari e periodiche di informazione
e sensibilizzazione nei confronti delle famiglie di tutti gli alunni del
plesso. Nei confronti delle famiglie dei soggetti di
cui trattasi, verranno previsti interventi d'appoggio finalizzati ad alleggerire
le intuibili difficoltà sia in campo psico-dinamico,
sia in campo socio-economico-culturale.
Nell'impostazione e nella realizzazione delle suindicate forme di intervento
alle famiglie dovrà essere assegnato un ruolo attivo in alternativa alle forme
di delega totale presente negli ambiti istituzionali.
Dall'inizio delle lezioni, il C.P.d.G.
curerà la realizzazione di quanto previsto durante la
fase C. Nel corso della fase attuativa saranno realizzati
gli interventi riabilitativi ritenuti necessari dall'équipe di N.P.I. nelle sedi e nelle forme ritenute appropriate. In
funzione degli interventi abilitativi e della più ampia integrazione sociale
dei minori di cui trattasi, dovrà essere prevista, da parte dell'Ente locale,
la disponibilità permanente, ad orari stabiliti, di un servizio di trasporto
scolastico.
Verifica dei risultati e loro pubblicazione
Il C.P.d.G. effettuerà verifiche bimestrali del l'attività di
sperimentazione attraverso metodologie a tal fine predisposte, d'intesa con
gli Enti di cui i membri del Comitato sono emanazione.
Degli esiti di tale verifica, verrà
data informazione agli Organi all'uopo proposti dagli Enti summenzionati.
La clinica di neuropsichiatria infantile dell'Università degli studi di Torino verrà investita dal C.P.d.G. di ulteriori compiti a livello di verifica
annuale, sulla base di gruppi di controllo all'uopo individuali tra minori non
iscritti nella scuola ordinaria.
Durata
Al termine di un triennio, si ipotizza
una verifica complessiva a cura del C.P.d.G., degli
Enti, della Clinica di neuropsichiatria infantile e del Ministero della
pubblica istruzione attraverso procedure da definire.
Qualora nell'arco di tempo suindicato, i Consigli scolastici distrettuali dovessero
assumere connotazioni operative in funzione di quanto previsto dall'art. 12
del D.P.R. 416/1974 (il che ovviamente dovrebbe aver luogo attraverso adeguata
dotazione ai Distretti di personale scolastico professionalizzato in materia di
integrazione e attraverso la cooptazione tra i membri
dei Consigli scolastici distrettuali di rappresentanti del settore del
Servizio sanitario nazionale impegnato nel campo dell'integrazione a livello
di U.S.L.), va da sé che il C.P.d.G. cesserebbe
immediatamente le proprie funzioni.
Previsioni di spesa
Non sono previsti oneri aggiuntivi per il Ministero della pubblica istruzione ad eccezione del
comando di n. 1 insegnante elementare.
(1) Si tratta in genere di soggetti non
autosufficienti a livello di deambulazione, di alimentazione, di controllo sfinterico; la comunicazione manca o avviene secondo codici
di comprensione non immediata; la partecipazione all'ambiente è assente o
estremamente povera.
(2) Per completezza di informazione si
riporta quanto previsto dalla legge n. 7 del 10.3.1982 della Regione Piemonte (Piano socio-sanitario per il triennio
1982/1984).
«... Per quello che riguarda
particolarmente l'inserimento degli handicappati gravi, si ritiene necessario
che venga individuato almeno un plesso scolastico
nell'ambito di ogni U.S.L. in cui possono essere inseriti gruppi speciali con
attività differenziate o con momenti in comune con le altre classi.
Per permettere la realizzazione
di tale intervento, la scuola e l'Ente locale devono fornire rispettivamente
personale idoneo e sufficiente, spazi adeguati e attrezzature.
Gli obiettivi di un intervento così differenziato sono quelli di portare i bambini al
conseguimento del massimo grado di autonomia personale possibile (...).
Il metodo di lavoro consiste
nell'individuazione di precise tappe evolutive in tutti i settori della
personalità e degli strumenti atti a favorire il loro raggiungimento, giungendo
ad elaborare, per ogni bambino, un piano individuale di trattamento.
L'inserimento nella struttura scolastica consente attività comuni fra servizi
speciali e sezioni normali del plesso, passaggio di alunni
da una sezione all'altra (sotto il controllo dell'équipe di territorio) e
l'utilizzo congiunto delle strutture ricreative e sportive della scuola e del
territorio».
(3) Per «scala locale» s'intende un
ambito distrettuale, che nella realtà torinese risulta essere coincidente con
l'area territoriale assegnata a ciascun organo di decentramento amministrativo
della Città (Quartiere/Circoscrizione) e con ciascuna Unità sanitaria locale.
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